Disagio a mangiare
Buongiorno cari dottori,
vi scrivo per chiedervi qualche consiglio relativo a delle mie paura, disagi diciamo...
Sono sempre stato un tipo molto ipocondriaco, ed il tutto è iniziato quando lavorando ad un bar mangiavo puntualmente in un momento in cui nel bar la gente lo sovraffollava, e io essendo lento a mangiare mi prendevo i miei tempi, 20 minuti circa, ma tutti i giorni i capi mi facevano sentire a disagio, mi mettevano a mangiare davanti al bancone del bar e mi incitavano in modo scorrile di darmi una mossa che erano in difficoltà a gestire la folla... da quel momento 5 anni fa ho sempre avuto poi difficoltà a mangiare senza essere a disagio, sentirmi bloccato, venire meno dentro, e ad uscire con molte persone, ancora tuttora a volte mi sento svenire e a disagio, ma raramente... Da quel momento in poi ho iniziato a concentrarmi sulla mia deglutizione e su di me e preso da mille paure, tipo di avere un tumore o cosa sia, dopo mangiato molto spesso avverto un fastidiosissimo sintomo, tipo pressione alla base del collo, che secondo me si tratta di aria che inghiotto... oltre a questo quando mastico e ingoio sono lentissimo come se ci pensassi troppo che ho paura che mi vada di traverso, il tutto è accentuato quando sono fuori con amici...
Questi sono dei problemi base, poi diciamo che con gli anni sto avendo dei problemi di salute di cui ancora non ho trovato la causa, ovvero ho spesso il potassio basso e forse anche il magnesio e per cui tra insicurezze presistenti ora ne ho ancora di maggiori che tendo ad arginare senza che prendano il sopravvento nella mia vita... per cui ora come ora mangio quianto piu non posso per paura di dimagrire, pensando che quello che mangi non sia mai abbastanza, visto che non ingrassavo e anzi continuavo a sentirmi a terra cosi ho iniziato a mangiare bene e a rinunciare alle schifezze.... diciamo che il problema fisico mi ha riportato alla luce il disagio psicologico che non riesco a debellare. Solo un estate uscendo e spensierato mi ero davvero ripreso, poi però i miei genitori mai abbastanza contenti di me mi hanno fatto riniziare a lavorare oltre che l'università e piu ero stanto piu ero a disagio per non riuscire a tenere testa a tutto... poi dopo 6 mesi mi è venuto la mononucleosi e altri 6 mesi dopo una fibrillazione atriale per ipokaliemia... son un po depresso a volte per il fatto che in 2 anni son ancora senza soluzioni.... purtroppo ho un quadro complesso... ma ne voglio arrivare a capo... riassumendo i disturbi più disagianti per me sono quando devo mangiare e ho quella sensazione di ripienezza e parziale pressione alla base del collo, che diminuisce l'eruttazione, e quando mi sento a disagio che magari ho mal di gambe o mi si chiude il naso e ho affanno a respirare (il dott. mi disse si trattasse di vasoctrizione tra caldo e freddo) che mi perseguita da st'estate, e se sono in un posto pubblico o difficoltà ad integrarmi... scusate il poema e un grande grazie in anticipo
vi scrivo per chiedervi qualche consiglio relativo a delle mie paura, disagi diciamo...
Sono sempre stato un tipo molto ipocondriaco, ed il tutto è iniziato quando lavorando ad un bar mangiavo puntualmente in un momento in cui nel bar la gente lo sovraffollava, e io essendo lento a mangiare mi prendevo i miei tempi, 20 minuti circa, ma tutti i giorni i capi mi facevano sentire a disagio, mi mettevano a mangiare davanti al bancone del bar e mi incitavano in modo scorrile di darmi una mossa che erano in difficoltà a gestire la folla... da quel momento 5 anni fa ho sempre avuto poi difficoltà a mangiare senza essere a disagio, sentirmi bloccato, venire meno dentro, e ad uscire con molte persone, ancora tuttora a volte mi sento svenire e a disagio, ma raramente... Da quel momento in poi ho iniziato a concentrarmi sulla mia deglutizione e su di me e preso da mille paure, tipo di avere un tumore o cosa sia, dopo mangiato molto spesso avverto un fastidiosissimo sintomo, tipo pressione alla base del collo, che secondo me si tratta di aria che inghiotto... oltre a questo quando mastico e ingoio sono lentissimo come se ci pensassi troppo che ho paura che mi vada di traverso, il tutto è accentuato quando sono fuori con amici...
Questi sono dei problemi base, poi diciamo che con gli anni sto avendo dei problemi di salute di cui ancora non ho trovato la causa, ovvero ho spesso il potassio basso e forse anche il magnesio e per cui tra insicurezze presistenti ora ne ho ancora di maggiori che tendo ad arginare senza che prendano il sopravvento nella mia vita... per cui ora come ora mangio quianto piu non posso per paura di dimagrire, pensando che quello che mangi non sia mai abbastanza, visto che non ingrassavo e anzi continuavo a sentirmi a terra cosi ho iniziato a mangiare bene e a rinunciare alle schifezze.... diciamo che il problema fisico mi ha riportato alla luce il disagio psicologico che non riesco a debellare. Solo un estate uscendo e spensierato mi ero davvero ripreso, poi però i miei genitori mai abbastanza contenti di me mi hanno fatto riniziare a lavorare oltre che l'università e piu ero stanto piu ero a disagio per non riuscire a tenere testa a tutto... poi dopo 6 mesi mi è venuto la mononucleosi e altri 6 mesi dopo una fibrillazione atriale per ipokaliemia... son un po depresso a volte per il fatto che in 2 anni son ancora senza soluzioni.... purtroppo ho un quadro complesso... ma ne voglio arrivare a capo... riassumendo i disturbi più disagianti per me sono quando devo mangiare e ho quella sensazione di ripienezza e parziale pressione alla base del collo, che diminuisce l'eruttazione, e quando mi sento a disagio che magari ho mal di gambe o mi si chiude il naso e ho affanno a respirare (il dott. mi disse si trattasse di vasoctrizione tra caldo e freddo) che mi perseguita da st'estate, e se sono in un posto pubblico o difficoltà ad integrarmi... scusate il poema e un grande grazie in anticipo
[#1]
Gentile utente,
Dovrebbe farsi valutare da uno psichiatra per queste sue preoccupazioni. E' già in cura o lo è stato ? Il termine ipocondriaco corrisponde ad una diagnosi ricevuta (che sarebbe coerente con l'impressione che si ha leggendo il consulto) oppure è una sua auto-valutazione ?
Dovrebbe farsi valutare da uno psichiatra per queste sue preoccupazioni. E' già in cura o lo è stato ? Il termine ipocondriaco corrisponde ad una diagnosi ricevuta (che sarebbe coerente con l'impressione che si ha leggendo il consulto) oppure è una sua auto-valutazione ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Non sono mai stato in cura. Sono io che mi definisco come ipocondriaco perchè mi conosco. Il mio medico non hai mai ritenuto opportuno che mi rivolga ad un psicologo o psichiatra, si è solo limitato a somministrarmi un antidepressivo per un tot di tempo, xanax, se ricordo bene, ma gli effetti erano limitati.. ne ho potuto far a meno senza troppi problemi...
Volevo chiedere se c'è qualcuno che ha qualche consiglio su come comportarmi, poi a tempo debito andrò da uno specialista.
Volevo chiedere se c'è qualcuno che ha qualche consiglio su come comportarmi, poi a tempo debito andrò da uno specialista.
[#5]
"Si così mi riempirà di psicofarmaci nocivi per la salute... "
Ecco il solito luogo comune. Naturalmente lo psichiatra non prescrive ma "riempie" e naturalmente i farmaci fanno male alla salute, e magari gli psicofarmaci in particolare fanno male al cervello...
Cerchiamo di essere seri.
Le questioni sui centri statali deve porle a chi decide la spesa pubblica, per quanto riguarda quel che ha senso fare, se uno sta male si rivolga ad un medico, cosa che può fare senza spesa visto che ognuno ne ha uno di base, gli specialisti pubblici esistono anche quelli, gratuitamente se si ha l'esenzione o altrimenti con un pagamento variabile. "Ascoltare" una persona di per sé non risolve nulla, nel suo caso significherebbe più che altro evitare di passare sul piano di una soluzione.
Tanto è vero che chiede cosa fare e poi si inquieta quando le si dice di andare da uno specialista a farsi seguire, cosa che si prevede migliori il suo stato di salute, specialmente attraverso una cura.
Ecco il solito luogo comune. Naturalmente lo psichiatra non prescrive ma "riempie" e naturalmente i farmaci fanno male alla salute, e magari gli psicofarmaci in particolare fanno male al cervello...
Cerchiamo di essere seri.
Le questioni sui centri statali deve porle a chi decide la spesa pubblica, per quanto riguarda quel che ha senso fare, se uno sta male si rivolga ad un medico, cosa che può fare senza spesa visto che ognuno ne ha uno di base, gli specialisti pubblici esistono anche quelli, gratuitamente se si ha l'esenzione o altrimenti con un pagamento variabile. "Ascoltare" una persona di per sé non risolve nulla, nel suo caso significherebbe più che altro evitare di passare sul piano di una soluzione.
Tanto è vero che chiede cosa fare e poi si inquieta quando le si dice di andare da uno specialista a farsi seguire, cosa che si prevede migliori il suo stato di salute, specialmente attraverso una cura.
[#6]
Utente
Sono d'accordo su quanto detto. Non mi inquieta sottopormi ad una visita psichiatrica, ma quello che mi preoccupa è solo che non vorrei gravare sulla mia famiglia ancora di più... inoltre con il problema fisico dell'ipokaliemia, ho conosciuto veramente troppi dottori "faciloni" e con atteggiamento snob che non hanno fatto altro che prolungarmi l'agonia, e mettere alla prova la mia sopportazione, con analisi e baggianate assurde.
Invece per quanto detto sui farmaci è vero, vorrei non doverli mai prendere e cercare di farne sempre a meno... Io ci tengo a sottolineare che da solo ne ero uscito da questa situazione, solo che ci sono ricascato negli ultimi due anni per aver incassato dei colpi duri dalla vita che non mi aspettavo sullo stato di salute fisica mio personale. Io con la determinazione la calma, la riflessione e l'esercizio penso che cè ne si possa uscire... o almeno ne ho le speranze...
La ringrazio... Saluti
Invece per quanto detto sui farmaci è vero, vorrei non doverli mai prendere e cercare di farne sempre a meno... Io ci tengo a sottolineare che da solo ne ero uscito da questa situazione, solo che ci sono ricascato negli ultimi due anni per aver incassato dei colpi duri dalla vita che non mi aspettavo sullo stato di salute fisica mio personale. Io con la determinazione la calma, la riflessione e l'esercizio penso che cè ne si possa uscire... o almeno ne ho le speranze...
La ringrazio... Saluti
[#7]
Gentile utente,
L'interpretazione sul perché delle sindromi (ammettendo che si tratti di un disturbo di pertinenza psichiatrica) non è importante, si tratta di disturbi che non hanno nessun motivo necessario, possono venire anche spontaneamente.
Le cure bersagliano i meccanismi del disturbo, non quelli delle (presunte) cause. Lo stress esterno produce effetti che sono inglobati spesso nella sindrome, per cui in una depressione (esempio) saranno inglobati i temi dell'ultimo periodo, ma questo non significa che ne siano la causa.
" la determinazione la calma, la riflessione e l'esercizio penso che cè ne si possa uscire"
Tutte cose che nelle malattie non contano in genere. Applichi determinazione, calma, e pazienza nell'intraprendere le cure. E' Lei che cheide consiglio a un medico, il medico glielo dà, lo strumento della cura, se è un medicinale, è nelle sue mani e il medico le spiega come e perché ritiene che lo debba assumere.
Gli altri problemi di salute (ipocaliemia) saranno tenuti in considerazione, non vedo perché no.
L'interpretazione sul perché delle sindromi (ammettendo che si tratti di un disturbo di pertinenza psichiatrica) non è importante, si tratta di disturbi che non hanno nessun motivo necessario, possono venire anche spontaneamente.
Le cure bersagliano i meccanismi del disturbo, non quelli delle (presunte) cause. Lo stress esterno produce effetti che sono inglobati spesso nella sindrome, per cui in una depressione (esempio) saranno inglobati i temi dell'ultimo periodo, ma questo non significa che ne siano la causa.
" la determinazione la calma, la riflessione e l'esercizio penso che cè ne si possa uscire"
Tutte cose che nelle malattie non contano in genere. Applichi determinazione, calma, e pazienza nell'intraprendere le cure. E' Lei che cheide consiglio a un medico, il medico glielo dà, lo strumento della cura, se è un medicinale, è nelle sue mani e il medico le spiega come e perché ritiene che lo debba assumere.
Gli altri problemi di salute (ipocaliemia) saranno tenuti in considerazione, non vedo perché no.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2k visite dal 17/02/2013.
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