vorrei capire alcune cose riguardo l'ansia cronica

Gentili medici

Mi permetto di porre alla vostra attenzione delle domande in merito all'ansia cronica.

Vorrei sapere:

1-é vero che l'ansia cronica è il prodotto di una malattia del cervello, in senso primaria (non sintomo di altre patologie)?

2-Questa dipende da un'alterazione dei neurotrasmettitori? se si, esistono esami strumentali come la rm o analisi del sangue che possano mettere in evidenza queste cause?

3- Una condizione di ansia cronica è vero che genera prima un deterioramento, poi l'atrofia di alcune aree del cervello e che gli psicofarmaci stimolano la neurogenesi?

4-se una persona non vuole assumere psicofarmaci, viene obbligato dal prescrittore ad assumerli e può giovarsi di una qualche terapia in alternativa?

5-L'ansia cronica guarisce realmente o si lima solo con psicofarmaci?

Chiedo questo perchè a mia sorella, 18 anni è stata diagnosticata questa dopo un periodo di malattia (2 anni). prima non era assolutamente ansiosa..

grazie. saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

"Ansia cronica" non significa granché, solo ansia abituale. Non è chiaro a quale disturbo faccia riferimento, oppure a tutti quelli classificati come disturbi d'ansia (che però non necessariamente sono duraturi nel tempo, ovvero cronici).
Le malattie psichiatriche sono malattie che riguardano il cervello, o sono su base strutturale (e quindi in gran parte genetica) oppure epigenetica, cioè di fattori che intervengono sulla struttura, ma il cui effetto è comunque influenzato anche dalla struttura su cui vanno ad agire (es. droghe).

Sulle terapie c'è una gran confusione. Innanzitutto "psicofarmaci" non significa niente. Intende i farmaci per curare i disturbi d'ansia (che poi non sono gli stessi per tutti) ? Perché ne parla come se questi dovessero "limare" il disturbo e non potessero invece risolverlo ?
Trattandosi di cervello, è chiaro che è una questione di neurotrasmettitori, non è che dicendo questo si dica qualcosa di particolare. La diagnosi è clinica, non occorrono esami. Non aggiungerebbero niente. Potrebbero essere fatti complicati esami genetici per prevedere a quale cura una persona risponde meglio, forse, ma ancora non siamo arrivati a poter utilizzare questi strumenti.

Il punto 4 è francamente incomprensibile. Una persona chiede un parere a un medico, il medico gli può consigliare una cura da fare. Per quale motivo e soprattutto come dovrebbe "obbligarlo" ad assumere una terapia, e perché associa questo atteggiamento ai farmaci e non ad altri interventi ? I trattamenti obbligatori esistono, ma che c'entra la situazione di una persona che va a curarsi per un problema d'ansia da un medico che gli prescrive delle medicine ? Le cure "alternative" sono proposte se ci sono e sono equivalenti, se le cure dovessero essere "a scelta" del paziente indipendentemente dalla validità le peggiori sarebbero sicuramente le più popolari.


Se sua sorella ha ricevuto una diagnosi di un disturbo d'ansia e una cura, può diventare un problema il fatto che qualcuno le faccia vivere come un problema la scelta di curarsi e di farlo in termini medici. Farsi curare per una persona ansiosa o depressa sono atti di coraggio che sono purtroppo invece trattati come fossero atti di delega o di rinuncia di chi invece potrebbe uscirne "da solo" o con chissà quali metodi alternativi. Le persone malate vanno incoraggiate a curarsi e sostenute in questi loro tentativi, che non sono sempre semplici e lineari. Una cultura anti-terapeutica non aiuta il benessere mentale da recuperare, lieve o grave che sia la malattia in questione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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