Ansia e qualità di vita
Buongiorno,
ho 28 anni. Da anni ormai mi porto dietro difficoltà che non riesco più a gestire come facevo all'inizio.
Ho lasciato l'università (tre anni di giurisprudenza a pieni voti) perchè non riuscivo più a presentarmi agli esami orali. Ero pronta, ma anche se fisicamente presente, al momento dell'appello non rispondevo e tornavo a casa. Non ho mai avuto problemi nell'esposizione orale in tutta la mia carriera scolastica, anzi di norma rendo meglio che nello scritto. Ma per quanto io ci abbia provato, la paura era troppa e alla fine ho rinunciato al mio sogno e mi sono ritirata.
Ora ho un lavoro a tempo indeterminato, sono felice di quello che faccio, ma inizio ad avere problemi anche qui. Mi viene chiesto di relazionarmi con molte persone sia de visu che telefonicamente e mi sono accorta che ho inziato a rimandare gli incontri/telefonate perchè l'ansia e la paura stanno di nuovo prendendo in mano la mia vita.
Da qualche anno fatico ad uscire come prima. Anche con gli amici, non sono mai a mio agio. Cose semplici, come attraversare un vagone del treno quando c'è gente o attraversare una strada passando davanti a delle macchine, per me sono diventate difficilissime. Voglio dire, le faccio lo stesso, ma solo perchè non posso non presentarmi al lavoro. Mi ripeto che nessuno è mai morto di paura e riesco a controllare respirazione e agitazione.
Quindi in realtà, le cose che proprio non posso evitare le faccio, ma tutte le altre le evito.
Solo che ormai mi sono auto limitata a fare quello che devo, lasciando tutto il resto fuori.
Non sono timida, ho comunque molti amici. Solo che li vedo solo in particolari condizioni. Non frequento più locali, ad esempio, ma preferisco incontrarli a casa di qualcuno, tenendo quindi l'ambiente e il numero di persone presenti sotto controllo.
Credo solo che probabilmente potrei chiedere qualcosa di più, avendo solo 28 anni...
Sono andata da uno psichiatra, che mi ha visto a titolo di favore, quindi è stato un colloquio di 15 minuti, dove ho riassunto quanto vi ho scritto. Mi ha prescritto del Lexotan da prendere mattina e sera (una pastiglia da 1.5 mg). Mi ha detto di vedere se con quella sarebbe andata meglio e poi di risentirci.
Nel frattempo, purtroppo, mia madre non è stata bene e quindi non sono più andata da lui.
Il motivo per cui scrivo è che ora vorrei iniziare una cura, ricordo che lo psichiatra mi disse che essendo un problema che mi portavo dietro da tanto (sono almeno 8 anni) sarebbe stato difficile eliminare totalmente il problema, se non con terapie lunghe e costose e farmaci.
Non ho niente in contrario all'uso di farmaci o alle terapie, ma essendo totalmente ignorante nel campo, non so a chi rivolgermi,mi sembra di aver capito che ognuno ha un suo modo per approcciarsi a queste tipologie di problemi e io non ho idea di quale possa essere la terapia che meglio si adatterebbe al mio caso.
Vi sarei grata se poteste indicarmi la strada da intraprendere.
Saluti
ho 28 anni. Da anni ormai mi porto dietro difficoltà che non riesco più a gestire come facevo all'inizio.
Ho lasciato l'università (tre anni di giurisprudenza a pieni voti) perchè non riuscivo più a presentarmi agli esami orali. Ero pronta, ma anche se fisicamente presente, al momento dell'appello non rispondevo e tornavo a casa. Non ho mai avuto problemi nell'esposizione orale in tutta la mia carriera scolastica, anzi di norma rendo meglio che nello scritto. Ma per quanto io ci abbia provato, la paura era troppa e alla fine ho rinunciato al mio sogno e mi sono ritirata.
Ora ho un lavoro a tempo indeterminato, sono felice di quello che faccio, ma inizio ad avere problemi anche qui. Mi viene chiesto di relazionarmi con molte persone sia de visu che telefonicamente e mi sono accorta che ho inziato a rimandare gli incontri/telefonate perchè l'ansia e la paura stanno di nuovo prendendo in mano la mia vita.
Da qualche anno fatico ad uscire come prima. Anche con gli amici, non sono mai a mio agio. Cose semplici, come attraversare un vagone del treno quando c'è gente o attraversare una strada passando davanti a delle macchine, per me sono diventate difficilissime. Voglio dire, le faccio lo stesso, ma solo perchè non posso non presentarmi al lavoro. Mi ripeto che nessuno è mai morto di paura e riesco a controllare respirazione e agitazione.
Quindi in realtà, le cose che proprio non posso evitare le faccio, ma tutte le altre le evito.
Solo che ormai mi sono auto limitata a fare quello che devo, lasciando tutto il resto fuori.
Non sono timida, ho comunque molti amici. Solo che li vedo solo in particolari condizioni. Non frequento più locali, ad esempio, ma preferisco incontrarli a casa di qualcuno, tenendo quindi l'ambiente e il numero di persone presenti sotto controllo.
Credo solo che probabilmente potrei chiedere qualcosa di più, avendo solo 28 anni...
Sono andata da uno psichiatra, che mi ha visto a titolo di favore, quindi è stato un colloquio di 15 minuti, dove ho riassunto quanto vi ho scritto. Mi ha prescritto del Lexotan da prendere mattina e sera (una pastiglia da 1.5 mg). Mi ha detto di vedere se con quella sarebbe andata meglio e poi di risentirci.
Nel frattempo, purtroppo, mia madre non è stata bene e quindi non sono più andata da lui.
Il motivo per cui scrivo è che ora vorrei iniziare una cura, ricordo che lo psichiatra mi disse che essendo un problema che mi portavo dietro da tanto (sono almeno 8 anni) sarebbe stato difficile eliminare totalmente il problema, se non con terapie lunghe e costose e farmaci.
Non ho niente in contrario all'uso di farmaci o alle terapie, ma essendo totalmente ignorante nel campo, non so a chi rivolgermi,mi sembra di aver capito che ognuno ha un suo modo per approcciarsi a queste tipologie di problemi e io non ho idea di quale possa essere la terapia che meglio si adatterebbe al mio caso.
Vi sarei grata se poteste indicarmi la strada da intraprendere.
Saluti
[#1]
Gentile utente
Allo stato attuale la situazione andrebbe inquadrata in modo preciso per poter avere una valutazione prognostica appropriata.
In disturbi semplici il solo trattamento farmacologico fornisce i primi risultati dopo 5 settimane di assunzione a dose piena.
Allo stato attuale la situazione andrebbe inquadrata in modo preciso per poter avere una valutazione prognostica appropriata.
In disturbi semplici il solo trattamento farmacologico fornisce i primi risultati dopo 5 settimane di assunzione a dose piena.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
da quanto lei riferisce il suo problema data effettivamente da lungo tempo,e,ormai,le ha già causato notevoli difficoltà di vita.Pertanto ritemgo sia positiva la sua decisione di provare ad affrontare un percorso terapeutico che la possa portare ad una maggiore serenità nella vita quotidiana.Penso che il primo passo potrebbe essere una nuova e più approfondita visita Psichiatrica ove esporre compiutamente le sue vicende.Sarà successivamente lo specialista che,dai riscontri dell'anamnesi e della visita,potrà consigliare l'approccio terapeutico a lei opiù idoneo,sia dal punto di vista farmacologico che psicoterapico.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
da quanto lei riferisce il suo problema data effettivamente da lungo tempo,e,ormai,le ha già causato notevoli difficoltà di vita.Pertanto ritemgo sia positiva la sua decisione di provare ad affrontare un percorso terapeutico che la possa portare ad una maggiore serenità nella vita quotidiana.Penso che il primo passo potrebbe essere una nuova e più approfondita visita Psichiatrica ove esporre compiutamente le sue vicende.Sarà successivamente lo specialista che,dai riscontri dell'anamnesi e della visita,potrà consigliare l'approccio terapeutico a lei opiù idoneo,sia dal punto di vista farmacologico che psicoterapico.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
[#3]
Utente
Grazie per la velocissima risposta.
Temo di non aver capito appieno però. Mi sta dicendo che dovrei prima fare una visita e avere una diagnosi precisa, per valutare il tipo di terapia da seguire?
Pensavo di rivolgermi direttamente ad uno psichiatra specializzato nella terapia eventalmente indicatami, ma per me in realtà è uguale, non ho preferenza non sapendone veramente nulla. E' la prima volta che cerco informazioni a riguardo, ho sempre ignorato il problema.
Ho preso il Lexotan per un mese e mezzo, ricordo anche che lo psichiatra mi ha fatto aumentare la dose gradualmente, ma non saprei dire nel dettaglio perchè è passato più di un anno e l'ho dimenticato. Poi, sempre gradualemente avevo diminuito fino a smettere.
Quando è arrivato il momento di rivedere lo psichiatra per tirare le somme (aumento e diminuzione me li ha comunicati al telefono), mia madre è stata male e io ero presa da altre cose.
Se ho capito bene, farò come mi ha indicato.
Grazie ancora!
Temo di non aver capito appieno però. Mi sta dicendo che dovrei prima fare una visita e avere una diagnosi precisa, per valutare il tipo di terapia da seguire?
Pensavo di rivolgermi direttamente ad uno psichiatra specializzato nella terapia eventalmente indicatami, ma per me in realtà è uguale, non ho preferenza non sapendone veramente nulla. E' la prima volta che cerco informazioni a riguardo, ho sempre ignorato il problema.
Ho preso il Lexotan per un mese e mezzo, ricordo anche che lo psichiatra mi ha fatto aumentare la dose gradualmente, ma non saprei dire nel dettaglio perchè è passato più di un anno e l'ho dimenticato. Poi, sempre gradualemente avevo diminuito fino a smettere.
Quando è arrivato il momento di rivedere lo psichiatra per tirare le somme (aumento e diminuzione me li ha comunicati al telefono), mia madre è stata male e io ero presa da altre cose.
Se ho capito bene, farò come mi ha indicato.
Grazie ancora!
[#5]
Gentile utente,
Il lexotan non può essere considerato risolutivo per un disturbo d'ansia ed è sempre sconsigliato l'uso prolungato nel tempo che spesso porta ad un aumento dei dosaggi in quanto il farmaco comporta assuefazione.
Per tale motivo, ritengo che la sua problematica non sia stata inquadrata in modo corretto ed invece una corretta diagnosi è sempre un buon punto di partenza.
Il lexotan non può essere considerato risolutivo per un disturbo d'ansia ed è sempre sconsigliato l'uso prolungato nel tempo che spesso porta ad un aumento dei dosaggi in quanto il farmaco comporta assuefazione.
Per tale motivo, ritengo che la sua problematica non sia stata inquadrata in modo corretto ed invece una corretta diagnosi è sempre un buon punto di partenza.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.9k visite dal 28/01/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.