Perenni ire, nervosismi, tensioni

Gentili dottori,
ho 22 anni e in famiglia non ho mai avuto un rapporto molto sereno, in particolar modo con mia madre. All'inizio erano le "classiche" ribellioni adolescenziali, ma adesso la cosa è davvero peggiorata.
Premetto che mia madre è una persona egoista, arrogante, dispotica e repressa. In questa casa sono l'unica che ha il "coraggio" di darle contro, perché appena lo si fa urla, spacca le cose e tratta male tutti per anche due-tre giorni, per poi tornare come se nulla fosse. Mio padre fa di tutto pur di non sentirla urlare, mentre mia sorella se n'è andata via dalla disperazione.
L'unica preoccupazione di mia madre sono i suoi genitori, ai quali è morbosamente attaccata. Va avanti come le hanno sempre insegnato e non ammette repliche.
Da sempre mia madre ha tenuto questo atteggiamento "tirannico", ma da quando va a fare pulizie dai miei nonni ogni mattina (diciamo come un lavoro part time) usa questa cosa come scusa per lasciarle fare tutto quello che vuole, perché è stanca e se lo merita. Da sempre è stata contraria a tutto quello che facevo e diciamo che le sto semplicemente antipatica e non perde occasione per farmelo notare. Non ha mai voluto che andassi all'università, che facessi giardinaggio (per via della sua mania esagerata per l'ordine), che diventassi vegetariana, che non frequentassi la Chiesa (come insegnato invece dai suoi genitori), non sopporta il mio fidanzato, non le piace il mio aspetto e così via. La mia giornata tipo si apre con lei che mi sveglia urlando (con conseguenti spaventi che mi fanno andare il cuore in gola ogni volta) di qualche cosa che non le sta bene, va avanti con lei che parla da sola offendendomi anche pesantemente e strappandosi i vestiti di dosso (ha distrutto non so quanti indumenti) e si placa solo quando torna a casa mio padre per non sentirgli dire "torno da mia madre se non la smetti di urlare". Anche quando le acque sono abbastanza calme (solitamente quando c'è mia sorella, la "pupilla") non perde occasione di fare commenti acidi che "può fare perché è mia madre", come "quel vestito ti sta male" o "hai un viso orribile" o "perdi peso o mi vergogno che tu vada in giro" o "quand'è che vai a fare qualcosa di serio nella vita", ecc.
Capirete che, per quanto mi sforzi, questa situazione mi provoca frequenti ire e nervosismi, sono sempre in ansia, anche per via degli spaventi, se la sento parlare al telefono penso che stia parlando da sola e comincio a chiedermi che cosa ho fatto stavolta. Con mio padre niente da fare, mi prega solo di fare come dice lei per la calma familiare, è totalmente succube. Sto cercando di laurearmi più in fretta che posso per andarmene appena trovo lavoro, ma ho davvero paura che questa situazione lascerà segni indelebili su di me. Anche nel resto della vita sono diventata una persona molto nervosa e irascibile e la cosa mi fa molto male, perché io stessa non sopporto le persone così. C'è possibilità di cambiare o sono condannata a diventare una sua piccola copia?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
É probabile che una volta lasciata la stessa abitazione, vivere da sola possa consentire lo sviluppo di una maggiore serenità. Se dovesse avvertire un disagio insostenibile potrebbe provare a parlarne con uno specialista per verificare l'opportunità di un percorso psicoterapeutico.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Gentile dottor Martiadis,
grazie per la celere risposta! Il fatto è che la pensavo così anche io fino a qualche tempo fa, quando ero molto combattiva, non perdevo occasione di far valere le mie ragioni, mentre ora sono diventata fiacca e demoralizzata. Prima magari una critica non mi faceva né caldo né freddo, mentre adesso ogni volta divento triste e mi chiedo che cosa io abbia fatto di male. Il mio aspetto soprattutto è diventato una fissazione, anche quando ero magra mia madre non mi ha mai dato la soddisfazione di dirlo e così non mi sono mai goduta quel periodo. Adesso che sono ingrassata detesto il mio aspetto e non riesco a curarlo, se vedo un vestito o un accessorio che mi piace nemmeno lo provo, penso solo "avrò tutto il tempo di spendere soldi quando sarò tornata magra", ma quel periodo non arriva mai. L'università non mi entusiasma più perché nessuno pensa che io abbia fatto la scelta giusta, e ogni volta che mi dedicavo a qualcosa che mi piace (un tempo avevo talmente tanti passatempi da essere iperattiva: pittura, scultura, giardinaggio, fotografia, computer grafica, musica, lettura e molto altro) mia madre si arrabbiava una giornata intera perché "potrei aiutarla in casa invece di perdere tempo", così ho messo da parte tutto e perdo il tempo senza fare niente a parte studiare. Sento che ho perso la fetta più importante della mia vita e la consapevolezza che nessuno me la darà mai indietro mi distrugge. Soprattutto perché questo periodo di negazione è ancora in atto e chissà quanto ancora durerà. Dopo un periodo di risalita in seguito ai primi anni col mio fidanzato anche con lui sono molto insofferente, cambio umore facilmente e ogni cosa mi mette tristezza. Penso spesso alla morte e ho sviluppato un attaccamento morboso nei confronti di tutti i miei oggetti personali, non faccio che pensare a quando non ci sarò più e questi verranno buttati o rotti. Questo atteggiamento ha fatto sì che io abbia il terrore di comprare cose nuove perché poi non riuscirò a separarmene (come un vestito vecchio o rotto).
Ultimamente sono un po' uscita da quest'ottica, ho un comportamento meno pessimista, sono tornata a curarmi un po' di più e ad essere più femminile, ma allora siccome il mio aspetto è migliorato, mia madre non fa che dirmi che sto buttando i miei soldi in facezie e che non ho il diritto di farlo perché studio. Sono in equilibrio fra vari stati d'animo, spero di farcela, ma è il lungo periodo che ho davanti che mi spaventa, ho paura che non finisca mai.

Cordiali saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Se dovesse notare un nuovo peggioramento dell'umore e dei sintomi che ha descritto non esiti a contattare uno specialista. In bocca al lupo.