E anche qualche attacco di panico che
Egr. Dott.
qualche mese fa, a seguito di un periodo un po' particolare, sono dovuto ricorrere all'aiuto di uno psichiatra che mi sta attualmente ancora seguendo. I disturbi che accusavo nel luglio scorso erano facile irascibilità e aggressività verbale, ansia (anche se ci ho sempre vissuto) e anche qualche attacco di panico che, grazie a basse dosi di farmaci e sedute di psicoterapia, stanno piano piano sparendo. Vivendo coi genitori, lo specialista, a mia insaputa, li ha invitati a evitare di fare discussioni in mia presenza che avrebbero potuto portarmi agitazione. Premetto che sono stato io stesso, nelle prime sedute, a dire allo specialista di attribuire una grossa fetta di "colpa" del mio stato ai miei genitori, in quanto iperprotettivi da sempre. Senonchè, durante l'ultima seduta, lo specialista mi rivela della chiacchierata coi miei genitori e che, secondo lui, i miei genitori fanno di tutto per impossibilitarlo a lavorare non seguendo le sue indicazioni, cosa assolutamente non vera. Questa discussione non ha fatto altro che innervosirmi, mandare al diavolo la seduta di quel giorno perchè sono uscito da lì dentro molto più nervoso di quanto non fossi entrato ed istigarmi ad "odiare" i miei genitori per qualche giorno. A mente un po' più fredda e ragionandoci su, però, mi chiedo e chiedo a Lei specialista, se questo atteggiamento del medico sia stato eticamente e professionalmente corretto e non sia il caso di rivolgermi ad un altro specialista. Anche perchè il rapporto di fiducia tra medico e paziente, dico sempre, ma soprattutto in questo campo, credo sia fondamentale e, dopo gli ultimi accadimenti, da parte mia, è un po' venuto a mancare.
La ringrazio anticipatamente per il consiglio che vorrà darmi.
qualche mese fa, a seguito di un periodo un po' particolare, sono dovuto ricorrere all'aiuto di uno psichiatra che mi sta attualmente ancora seguendo. I disturbi che accusavo nel luglio scorso erano facile irascibilità e aggressività verbale, ansia (anche se ci ho sempre vissuto) e anche qualche attacco di panico che, grazie a basse dosi di farmaci e sedute di psicoterapia, stanno piano piano sparendo. Vivendo coi genitori, lo specialista, a mia insaputa, li ha invitati a evitare di fare discussioni in mia presenza che avrebbero potuto portarmi agitazione. Premetto che sono stato io stesso, nelle prime sedute, a dire allo specialista di attribuire una grossa fetta di "colpa" del mio stato ai miei genitori, in quanto iperprotettivi da sempre. Senonchè, durante l'ultima seduta, lo specialista mi rivela della chiacchierata coi miei genitori e che, secondo lui, i miei genitori fanno di tutto per impossibilitarlo a lavorare non seguendo le sue indicazioni, cosa assolutamente non vera. Questa discussione non ha fatto altro che innervosirmi, mandare al diavolo la seduta di quel giorno perchè sono uscito da lì dentro molto più nervoso di quanto non fossi entrato ed istigarmi ad "odiare" i miei genitori per qualche giorno. A mente un po' più fredda e ragionandoci su, però, mi chiedo e chiedo a Lei specialista, se questo atteggiamento del medico sia stato eticamente e professionalmente corretto e non sia il caso di rivolgermi ad un altro specialista. Anche perchè il rapporto di fiducia tra medico e paziente, dico sempre, ma soprattutto in questo campo, credo sia fondamentale e, dopo gli ultimi accadimenti, da parte mia, è un po' venuto a mancare.
La ringrazio anticipatamente per il consiglio che vorrà darmi.
[#1]
Personalmente non condivido questo tipo di comportamento. Se il rapporto di fiducia si é incrinato potrebbe essere opportuno affidarsi ad un altro specialista.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 09/01/2013.
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