Non è depressione
salve, mi rivolvo a voi per avere delle indicazioni sullo specialista da consultare. sono circa 6 mesi che mia madre ha problemi di salute mentale, uso questi termini perchè durante questi sei mesi la diagnosi è cambiata più volte: ansia, disturbi somatoformi, conversione( isteria) , depressione. la terapia intrapresa è stata la seguente: per circa 4 mesi 40 gocce/giorno di doparox associata 30 gocce/giorno di xanax , poi la terapia negli ultimi due mesi è 150 mg/ giorno di efexor associato a 24 gocce di en. I disturbi che presenta sono: stanchezza alle gambe, mal di stomaco, nodo alla gola, si lamenta tutto il giorno, a volte passa intere giornate a letto, perdita di appetito; ma la cosa strana è che quando ha un impegno o deve uscire con le amiche STA BENE! dopo 6 mesi di terapia la psichiatra ha cambiato di nuovo diagnosi : non è depressione, ma solo un' atteggiamento depressivo e per questo ha deciso di togliere tutti i farmaci, anche se la situazione NON è migliorata ! mia madre continua a lamentarsi e ad avere gli stessi fastidi....come è possibile??? cosa devo fare??? ho paura che se cerco di andare da un altro medico possa confondere le idee a mia madre! la psichiatra ha anche sconsigliato la psicoterapia, ritenendola inutile!
[#2]
Utente
no mai avuto problematiche psico-emotive in passato. non ha altre malattie, tutte escluse da indagi strumentali. ha 50 anni. il tutto è iniziato con la menopausa. dopo un paio di mesi dall' inzio della menopausa accusava una stanchezza cronica, e seguendo il consiglio di un' amica si è rivolta ad uno psichiatra, che magicamente ha diagnostico una depressione latente! da quel giorno, e sottolineo da quel giorno, mia madre è cambiata radicalmente, si lamenta tutto il giorno , accusa dolori allo stomaco e si sente sempre stanca. naturalmente in questi sei mesi abbiamo più volte cercato di rassicurarla, ma la situazione non è mai migliorata. sta bene solo quando esce di casa(circa 2 volte a settimana), poi appena ritorna cambia completamente, piangendo e DISPERANDOSI!
[#3]
Gentile utente,
è noto che la menopausa può associarsi con le turbe emotive. Le cause possibili possono esserci come nelle modificazioni ormonali (un fattore da non dimenticare), così come anche nella percezione soggettiva stessa della menopausa da parte della donna.
Il fatto che la Sua madre sta bene quando è fuori di casa di per sé non esclude la possibilità della depressione di umore, perché è anche noto che fino ad una certa fase una persona depressa può essere reattiva agli stimoli positivi. Dunque, meno male, che la Sua madre è ancora in questa fase.
I componenti "apprensivi", "conversivi", "di atteggiamento" di per sé anche questi non escludono un disturbo depressivo, perché in ciascuna persona il disturbo depressivo può avere le proprie sfumature.
Penso che possa avere senso, nonostante il vostro specialista lo ha sconsigliato, di consultare anche uno psicoterapeuta. Non necessariamente a scopo di intraprendere una cura psicoterapeutica, ma in primo luogo a scopo diagnostico e della ricerca di un approccio: perché magari allo sguardo di uno psicoterapeuta possono aprirsi elementi trascurati del quadro e della situazione. Ho questa impressione.
Inoltre, una figura professionale "non medica" potrebbe essere un contesto relazionale più adatto con le problematiche che la mamma ha.
A parte questo, con l'arrivo della menopausa, sono solitamente raccomandati alcuni controlli (generali, ormonali e anche per le condizioni di alcuni apparati e organi specifici). Se per caso non gli avete fatto tutti, conviene farli (se ne può occuparsi il medico di basse assieme con un ginecologo o un endocrinologo, i quali devono sapere quali sono). Il problema possa essere l'accentuare le tendenze di somatizzazione della paziente, o allarmarla; ma la mia impressione è che tali tendenze possono essere ormai cristalizzate in un certo tipo di atteggiamento. Può essere scorretto sia fare, che anche non fare (!) alcuni accertamenti, perché siamo condizionati dall'atteggiamento della paziente o dagli stereotipi che ci siamo creati sulla sua malattia.
Nel mentre, aspetterei di cercare subito un altro specialista psichiatra. In effetti, non ci sono abbastanza elementi per farlo, e non possiamo ancora escludere che la decisione di sospendere le terapie farmacologiche sia stata ragionevole. Conviene piuttosto tornare da lui con i risultati degli altri accertamenti ai quali vi ho accennato (lo psicoterapeuta ed il completamento di tutti i controlli menopausali di routine).
è noto che la menopausa può associarsi con le turbe emotive. Le cause possibili possono esserci come nelle modificazioni ormonali (un fattore da non dimenticare), così come anche nella percezione soggettiva stessa della menopausa da parte della donna.
Il fatto che la Sua madre sta bene quando è fuori di casa di per sé non esclude la possibilità della depressione di umore, perché è anche noto che fino ad una certa fase una persona depressa può essere reattiva agli stimoli positivi. Dunque, meno male, che la Sua madre è ancora in questa fase.
I componenti "apprensivi", "conversivi", "di atteggiamento" di per sé anche questi non escludono un disturbo depressivo, perché in ciascuna persona il disturbo depressivo può avere le proprie sfumature.
Penso che possa avere senso, nonostante il vostro specialista lo ha sconsigliato, di consultare anche uno psicoterapeuta. Non necessariamente a scopo di intraprendere una cura psicoterapeutica, ma in primo luogo a scopo diagnostico e della ricerca di un approccio: perché magari allo sguardo di uno psicoterapeuta possono aprirsi elementi trascurati del quadro e della situazione. Ho questa impressione.
Inoltre, una figura professionale "non medica" potrebbe essere un contesto relazionale più adatto con le problematiche che la mamma ha.
A parte questo, con l'arrivo della menopausa, sono solitamente raccomandati alcuni controlli (generali, ormonali e anche per le condizioni di alcuni apparati e organi specifici). Se per caso non gli avete fatto tutti, conviene farli (se ne può occuparsi il medico di basse assieme con un ginecologo o un endocrinologo, i quali devono sapere quali sono). Il problema possa essere l'accentuare le tendenze di somatizzazione della paziente, o allarmarla; ma la mia impressione è che tali tendenze possono essere ormai cristalizzate in un certo tipo di atteggiamento. Può essere scorretto sia fare, che anche non fare (!) alcuni accertamenti, perché siamo condizionati dall'atteggiamento della paziente o dagli stereotipi che ci siamo creati sulla sua malattia.
Nel mentre, aspetterei di cercare subito un altro specialista psichiatra. In effetti, non ci sono abbastanza elementi per farlo, e non possiamo ancora escludere che la decisione di sospendere le terapie farmacologiche sia stata ragionevole. Conviene piuttosto tornare da lui con i risultati degli altri accertamenti ai quali vi ho accennato (lo psicoterapeuta ed il completamento di tutti i controlli menopausali di routine).
[#4]
Gentile utente
In assenza di miglioramento clinico dall'inizio del trattamento ed a dosaggi terapeutici, l'orientamento diagnostico deve essere riconsiderato in virtù della sintomatologia persistente e di quanto evidenziabile nella paziente.
Allo stato attuale, sarebbe opportuno sentire il parere di un altro psichiatra.
In assenza di miglioramento clinico dall'inizio del trattamento ed a dosaggi terapeutici, l'orientamento diagnostico deve essere riconsiderato in virtù della sintomatologia persistente e di quanto evidenziabile nella paziente.
Allo stato attuale, sarebbe opportuno sentire il parere di un altro psichiatra.
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 07/01/2013.
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