Lo specialista non ha ritenuto il mio caso risolvibile, almeno per ora, con una terapia di tipo
Buonasera, ho 33 anni,
in seguito alla diagnosi di un'ernia iatale, avvenuta circa un mese fa, sono caduto in uno stato di ansia ricorrente, specialmente notturna (la mattina è quasi assente), rispetto al quale la diagnosi del problema fisico è stata probabilmente la classica goccia che fa traboccare il vaso (ho problemi di stress costante da anni). Lo psichiatra a cui mi sono rivolto, dopo lunga valutazione, ha diagnosticato uno stato depressivo e ha prescritto un cura così composta: EFEXOR 37,5 mg la mattina dopo colazione, FRONTAL 0,25mg mezza compressa al mattino e mezza la sera, OLANZAPINA mezza compressa la sera per quatro giorni, una compressa dal quinto giorno. La cura per il reflusso gastrico, attualmente, consiste in Esomeprazolo 40 mg la mattina e Peridon prima dei pasti principali. Avrei due preoccupazioni riguardo al tutto: 1) Ho una sorta di farmacofobia nei confronti delle medicine prescrittemi dallo psichiatra, temo di entrare in un "tunnel farmacologico" di dipendenza dal quale difficilente potrò uscire, nonostante lo specialista mi abbia detto che le dosi sono veramente minime e, casomai, il rischio è l'opposto, cioè che servano a poco... 2) Che i farmaci sopra menzionati peggiorino il reflusso dovuto all'ernia iatale, che già tante preoccupazioni mi procura. Lo specialista non ha ritenuto il mio caso risolvibile, almeno per ora, con una terapia di tipo psicanalitico, che io invece, da perfetto ignorante, auspicavo. Grazie per l'attenzione, buona giornata e buone feste
in seguito alla diagnosi di un'ernia iatale, avvenuta circa un mese fa, sono caduto in uno stato di ansia ricorrente, specialmente notturna (la mattina è quasi assente), rispetto al quale la diagnosi del problema fisico è stata probabilmente la classica goccia che fa traboccare il vaso (ho problemi di stress costante da anni). Lo psichiatra a cui mi sono rivolto, dopo lunga valutazione, ha diagnosticato uno stato depressivo e ha prescritto un cura così composta: EFEXOR 37,5 mg la mattina dopo colazione, FRONTAL 0,25mg mezza compressa al mattino e mezza la sera, OLANZAPINA mezza compressa la sera per quatro giorni, una compressa dal quinto giorno. La cura per il reflusso gastrico, attualmente, consiste in Esomeprazolo 40 mg la mattina e Peridon prima dei pasti principali. Avrei due preoccupazioni riguardo al tutto: 1) Ho una sorta di farmacofobia nei confronti delle medicine prescrittemi dallo psichiatra, temo di entrare in un "tunnel farmacologico" di dipendenza dal quale difficilente potrò uscire, nonostante lo specialista mi abbia detto che le dosi sono veramente minime e, casomai, il rischio è l'opposto, cioè che servano a poco... 2) Che i farmaci sopra menzionati peggiorino il reflusso dovuto all'ernia iatale, che già tante preoccupazioni mi procura. Lo specialista non ha ritenuto il mio caso risolvibile, almeno per ora, con una terapia di tipo psicanalitico, che io invece, da perfetto ignorante, auspicavo. Grazie per l'attenzione, buona giornata e buone feste
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Gentile utente,
"nonostante lo specialista mi abbia detto che le dosi sono veramente minime e, casomai, il rischio è l'opposto, cioè che servano a poco"
Infatti, la fobia dei farmaci non è che vada discussa come fosse una richiesta di informazioni normale. Non riguarda i farmaci, riguarda la "posizione" attuale del suo cervello, che la porta a temere varie cose, soprattutto quelle che non controlla o di cui ha un'immagine spaventosa.
"con una terapia di tipo psicanalitico, che io invece, da perfetto ignorante, auspicavo"
Non è chiaro perché la auspicasse (come alternativa ai "farmaci"), o se con "psicanalisi" intenda in generale psicoterapia. In ogni caso anche questo non ha molta importanza.
La cosa importante è che un medico scelga e gestisca la cura specifica per un disturbo d'ansia, come ad esempio quella che ha iniziato.
"nonostante lo specialista mi abbia detto che le dosi sono veramente minime e, casomai, il rischio è l'opposto, cioè che servano a poco"
Infatti, la fobia dei farmaci non è che vada discussa come fosse una richiesta di informazioni normale. Non riguarda i farmaci, riguarda la "posizione" attuale del suo cervello, che la porta a temere varie cose, soprattutto quelle che non controlla o di cui ha un'immagine spaventosa.
"con una terapia di tipo psicanalitico, che io invece, da perfetto ignorante, auspicavo"
Non è chiaro perché la auspicasse (come alternativa ai "farmaci"), o se con "psicanalisi" intenda in generale psicoterapia. In ogni caso anche questo non ha molta importanza.
La cosa importante è che un medico scelga e gestisca la cura specifica per un disturbo d'ansia, come ad esempio quella che ha iniziato.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 21/12/2012.
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