Attacchi di panico e gravidanza

Buonasera,
sono una donna di 35 anni alla mia seconda gravidanza. Sono alla 16 settimana.
Soffro di depressione e attacchi di panico da circa 12 anni. Sono sempre stata in cura farmacologica e ho fatto varie terapie psicologiche. Quando io e mio marito abbiamo deciso di avere un bimbo ho ridotto la cura ad: en 1 mg 1/2 cp la sera, entact 10 mg 1/2 cp al mattino (la stessa che ho assunto durante la mia prima gravidanza e che mi ha permesso di stare discretamente). Sono stata abbastanza bene ma appena ho saputo di essere incinta sono ricomparsi i sintomi. Sono stata malissimo non esco più non lavoro più non riesco a stare a casa da sola neppure per un secondo e questo mi comporta non pochi problemi. Mi sento una mamma incapace con il mio primo figlio che ora ha 2 anni. D'accordo con il mio neurologo ho deciso di non aumentare la cura fino alla fine del primo trimestre. Finito il primo trimestre ho cominciato a prendere: tavor cp da 1 mg una la mattina 1/2 il pomeriggio e 1 la sera, entact da 10 mg 1/2 la mattina e 1/2 il pomerriggio. Sono circa 1 mese che prendo questa cura ma la situazione non è affatto migliorata sto malissimo ho attacchi di panico fortissimi, ansia che mi accompagna per tutta la giornata, forte depressione. Il cuore mi batte a mille ed io non ce la faccio proprio più. Ho paura di tutto. Ho fatto le analisi del sangue e i valori globuli bianchi, rossi,.... sono nella norma mentre la sideremia è 48 e la ferritina a 5.8. Possono questi valori influire sul mio stato d'animo? Cosa devo fare posso aumentare la cura? e come mai non ho alcun beneficio dalla cura attuale. La prego mi risponda.Sto impazzendo se avessi il coraggio mi butterei giù dal balcono perchè così non servo a nessuno.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

attualmente, sebbene vi possa essere indicazione all'uso di farmaci, sarebbe opportuno considerare la possibilità di ridurre il trattamento entro un termine utile e prima di un periodo lungo dalla data del parto, in quanto l'uso di farmaci, in particolare di benzodiazepine, potrebbe comportare una conseguente problematica astinenziale per il bambino alla nascita.

Potrebbe considerare un supporto psicologico fino al parto per poi eventualmente rimodulare il trattamento qualora stabilisse di non allattare.

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