Efexor 75 rp
Egr. Dottori buongiorno....mi chiamo Lorenzo e vorrei esporvi il mio problema...
Da 4 anni sono in cura con efexor 75mg RP e posso dire di avere trascorso 4 anni sereni senza, ripeto, senza alcun problema. Ultimamente sto accusando problemi di ansia, con respiro corto e senso di chiusura allo stomaco. Obiettivamente non mi spiego una situazione del genere dato che non vi e' alcun motivo visto che sto trascorrendo una periodo della vita molto sereno e ho ripreso piena consapevolezza di me. La mia psichiatra dice che secondo lei Efexor ha raggiunto il suo obiettivo e nei pazienti come me, diciamo cosi', normalizzati puo' creare un effetto al contrario generando ansia ed eccitazione e prescrivendomi delle dosi molto basse di tavor da assumere al bisogno (premetto che Tavor mi sta aiutando poco o niente) per poi andare a ridurre in futuro efexor...Io sinceramente sono un po' titubante e ho espresso questa mia preoccupazione alla mia dr., lei dice di vedermi molto sicuro e non sicuramente depresso e a sostegno di questa tesi vorrebbe provare a ridurre il farmaco che alle dosi attuali (75mg ritiene eccessivo). Avrei piacere anche di un vostro parere. Cordiali saluti Lorenzo
Da 4 anni sono in cura con efexor 75mg RP e posso dire di avere trascorso 4 anni sereni senza, ripeto, senza alcun problema. Ultimamente sto accusando problemi di ansia, con respiro corto e senso di chiusura allo stomaco. Obiettivamente non mi spiego una situazione del genere dato che non vi e' alcun motivo visto che sto trascorrendo una periodo della vita molto sereno e ho ripreso piena consapevolezza di me. La mia psichiatra dice che secondo lei Efexor ha raggiunto il suo obiettivo e nei pazienti come me, diciamo cosi', normalizzati puo' creare un effetto al contrario generando ansia ed eccitazione e prescrivendomi delle dosi molto basse di tavor da assumere al bisogno (premetto che Tavor mi sta aiutando poco o niente) per poi andare a ridurre in futuro efexor...Io sinceramente sono un po' titubante e ho espresso questa mia preoccupazione alla mia dr., lei dice di vedermi molto sicuro e non sicuramente depresso e a sostegno di questa tesi vorrebbe provare a ridurre il farmaco che alle dosi attuali (75mg ritiene eccessivo). Avrei piacere anche di un vostro parere. Cordiali saluti Lorenzo
[#1]
Buongiorno. Credo che in questo momento non sia prudente scalare un farmaco che l'ha aiutata in modo così efficace. Uno dei parametri più importanti per iniziare una riduzione progressiva di un antidepressivo, infatti, è che non vi siano sintomi significativi di ansia o di depressione (remissione completa) da un periodo di tempo significativo. Nel suo caso, è importante comprendere la natura ed il senso di questa recidiva ansiosa. Innanzitutto, sarebbe il caso di precisarne l'intensità, la durata, la misura in cui interferisce con le sue abituali attività e confrontare il tutto con la sintomatologia che ha determinato a suo tempo il ricorso a tale cura.
Dr. Stefano Martellotti
www.stefanomartellotti.com
[#2]
Ex utente
Egr. Dr. Martellotti grazie per la solerte risposta....In effetti con Efexor ho trascorso 4 anni sereni dove ho fatto di tutto (preso aerei, recitato in pubblico, cose impensabili !!!!) e attualmente non mi spiego questa recidiva. Posso aggiungere a completamento informativo che in estate sono stato operato piu' volte all'occhio per distacco retinico e MAI in quelle circostanze, nonostante la palpabile tensione, ho mostrato segni di ansia e agitazione. Ora a distanza di 4 mesi dagli interventi la situazione all'occhio si e' stabilizzata e invece di essere finalmente un po' sereno ho avuto questa sorpresa.
In quattro anni non ho mai sgarrato una pillola e solo a giugno ho deciso di calare un po' il dosaggio assumendo da giugno fino a oggi efexor 37,5 RP solo il fine settimana mentre per il resto sempre 75mg.....(non mi sembra che questa diminuzione del dosaggio possa determinare questo stato ansioso !!!!!)....
Comunque concludendo la mia domanda e' questa : puo' un farmaco che si e' mostrato cosi' efficace in 4 anni perdere la sua efficacia, alla stregua non so di una pillola per la pressione che dopo un determinato tempo occorre sostituire o aumentarne il dosaggio ??????
Pensa pure lei che Efexor una volta curata la malattia possa avere effetti contrari e incutere adirittura ansia e agitazione tali da ridurne il doaggio come sostiene la mia psichiatra ?????
Sono veramente avvilito per tutto gli sforzi fatti in questi anni per ritornare a vivere e condurre una vita dignitosa e forse maledico il giorno di aver deciso di diminuire il dosaggio per non essere piu' dipendente da una pillola....
La sintomatologia non e' molto pressante ma evidentemente presente da Ottobre e si manifesta come specificato in precedente post da fiato cortopeantezza al petto e senso di chiusura allo stomaco. Il sonno e' tranquillo....
Cordiali saluti
In quattro anni non ho mai sgarrato una pillola e solo a giugno ho deciso di calare un po' il dosaggio assumendo da giugno fino a oggi efexor 37,5 RP solo il fine settimana mentre per il resto sempre 75mg.....(non mi sembra che questa diminuzione del dosaggio possa determinare questo stato ansioso !!!!!)....
Comunque concludendo la mia domanda e' questa : puo' un farmaco che si e' mostrato cosi' efficace in 4 anni perdere la sua efficacia, alla stregua non so di una pillola per la pressione che dopo un determinato tempo occorre sostituire o aumentarne il dosaggio ??????
Pensa pure lei che Efexor una volta curata la malattia possa avere effetti contrari e incutere adirittura ansia e agitazione tali da ridurne il doaggio come sostiene la mia psichiatra ?????
Sono veramente avvilito per tutto gli sforzi fatti in questi anni per ritornare a vivere e condurre una vita dignitosa e forse maledico il giorno di aver deciso di diminuire il dosaggio per non essere piu' dipendente da una pillola....
La sintomatologia non e' molto pressante ma evidentemente presente da Ottobre e si manifesta come specificato in precedente post da fiato cortopeantezza al petto e senso di chiusura allo stomaco. Il sonno e' tranquillo....
Cordiali saluti
[#3]
Sicuramente, le vicende riguardanti il suo occhio hanno determinato un accumulo si stress. Gli effetti di periodi prolungati di angoscia, a volte, si fanno sentire "a scoppio ritardato", quando ormai le cause scatenanti sono alle spalle (e, forse, non è più indispensabile "tenere duro a tutti i costi").
E' sicuro che nella sua vita non sia cambiato proprio nulla nell'ultimo periodo (a parte i problemi alla vista)? A volte, anche cambiamenti positivi, che comunque perturbano un equilibrio, determinano una condizione di stress dovuto alla fatica di doversi adattare psicologicamente alla novità. Altre volte, invece, i vecchi adattamenti non sono più sufficienti o semplicemente non sono al passo con i tempi e l'ansia è solo un segnale di avvertimento che indica la necessità di modificare qualcosa del proprio assetto di vita.
I farmaci che usiamo in psichiatria non sono curativi nel modo in cui può esserlo un antibiotico. Non si può dunque fare un parallelismo preciso con le malattie infettive e dire che il disturbo psichico (nella similitudine, la malattia infettiva provocata da un batterio) possa essere definitivamente eradicato per l'intervento dello psicofarmaco (nella similitudine, l'antibiotico). Il discorso sarebbe molto complesso e la scienza non ha dato ancora tutte le risposte che ci servirebbero per fare affermazioni definitive sull'origine e la risoluzione dei disturbi mentali. Ciò che comunque appare supportato da evidenze scientifiche di buon livello è che alcuni fattori di vulnerabilità costituzionali ed altri insiti nel proprio stile di personalità possano creare la premessa per l'insorgenza di problemi emotivi, di fronte ad eventi di vita sfavorevoli o a cambiamenti significativi. Insomma, riprendendo la similitudine precedente, è come se gli eventi di vita stessero al batterio come il sistema immunitario sta alla personalità. Scusi la prolissità.
E' sicuro che nella sua vita non sia cambiato proprio nulla nell'ultimo periodo (a parte i problemi alla vista)? A volte, anche cambiamenti positivi, che comunque perturbano un equilibrio, determinano una condizione di stress dovuto alla fatica di doversi adattare psicologicamente alla novità. Altre volte, invece, i vecchi adattamenti non sono più sufficienti o semplicemente non sono al passo con i tempi e l'ansia è solo un segnale di avvertimento che indica la necessità di modificare qualcosa del proprio assetto di vita.
I farmaci che usiamo in psichiatria non sono curativi nel modo in cui può esserlo un antibiotico. Non si può dunque fare un parallelismo preciso con le malattie infettive e dire che il disturbo psichico (nella similitudine, la malattia infettiva provocata da un batterio) possa essere definitivamente eradicato per l'intervento dello psicofarmaco (nella similitudine, l'antibiotico). Il discorso sarebbe molto complesso e la scienza non ha dato ancora tutte le risposte che ci servirebbero per fare affermazioni definitive sull'origine e la risoluzione dei disturbi mentali. Ciò che comunque appare supportato da evidenze scientifiche di buon livello è che alcuni fattori di vulnerabilità costituzionali ed altri insiti nel proprio stile di personalità possano creare la premessa per l'insorgenza di problemi emotivi, di fronte ad eventi di vita sfavorevoli o a cambiamenti significativi. Insomma, riprendendo la similitudine precedente, è come se gli eventi di vita stessero al batterio come il sistema immunitario sta alla personalità. Scusi la prolissità.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.9k visite dal 03/12/2012.
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