Quand'è che il "pensare troppo" può essere dannoso?
Egregi dottori,
Nel corso della mia vita sono stata colta diverse volte da pensieri assillanti, penetranti, che hanno origine dalla mia naturale modalità di pensiero. Anche attualmente ne ho uno, si tratta di quesiti che mi pongo io stessa e ai quali sento la necessità (a cui non riesco a sfuggire) di trovare una soluzione.
Per risolvere i miei rebus mentali mi servo dell'immedesimazione, ovvero se ad esempio voglio capire ciò che qualcuno pensa o potrebbe pensare in futuro, mi immedesimo in tale soggetto fino ad osservarne la psicologia.
Per fare ciò mi immergo in una sorta di trance, è come se creassi un collegamento e non metto in dubbio che si tratta di una sorta di disturbo ossessivo.
Dopo essere uscita dal trance, o meglio dallo stato di profonda concentrazione, mi sembra di avere la testa in fiamme, come se avessi letto un pesante libro tutto d'un fiato. Mi sento febbricitante, mi sento goffa e stanca durante la deambulazione, e a parte i disturbi di tipo fisico, temo sul serio che la mia mente stessa possa risentirne.
Ci sono momenti in cui riesco ad acquisire (per breve tempo) contatto con la realtà e momenti in cui la perdo nuovamente, non vorrei arrivare ad un punto di non ritorno. Voglio capire fino a che punto i miei pensieri, i quesiti a cui intendo dare risposta, non corrispondono alla realtà. Devo cercare di capirlo per vedere se ho bisogno di aiuto o se invece le mie teorie sono verosimili.
Intanto vorrei sapere se secondo Voi i pensieri fissi e penetranti possono influenzare negativamente le capacità neurologiche.
Grazie per le eventuali risposte
Cordiali saluti
Nel corso della mia vita sono stata colta diverse volte da pensieri assillanti, penetranti, che hanno origine dalla mia naturale modalità di pensiero. Anche attualmente ne ho uno, si tratta di quesiti che mi pongo io stessa e ai quali sento la necessità (a cui non riesco a sfuggire) di trovare una soluzione.
Per risolvere i miei rebus mentali mi servo dell'immedesimazione, ovvero se ad esempio voglio capire ciò che qualcuno pensa o potrebbe pensare in futuro, mi immedesimo in tale soggetto fino ad osservarne la psicologia.
Per fare ciò mi immergo in una sorta di trance, è come se creassi un collegamento e non metto in dubbio che si tratta di una sorta di disturbo ossessivo.
Dopo essere uscita dal trance, o meglio dallo stato di profonda concentrazione, mi sembra di avere la testa in fiamme, come se avessi letto un pesante libro tutto d'un fiato. Mi sento febbricitante, mi sento goffa e stanca durante la deambulazione, e a parte i disturbi di tipo fisico, temo sul serio che la mia mente stessa possa risentirne.
Ci sono momenti in cui riesco ad acquisire (per breve tempo) contatto con la realtà e momenti in cui la perdo nuovamente, non vorrei arrivare ad un punto di non ritorno. Voglio capire fino a che punto i miei pensieri, i quesiti a cui intendo dare risposta, non corrispondono alla realtà. Devo cercare di capirlo per vedere se ho bisogno di aiuto o se invece le mie teorie sono verosimili.
Intanto vorrei sapere se secondo Voi i pensieri fissi e penetranti possono influenzare negativamente le capacità neurologiche.
Grazie per le eventuali risposte
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente
Ha mai fatto una visita psichiatrica?
Ha mai fatto una visita psichiatrica?
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Gentile Dr. Ruggiero, anni fa ho fatto una visita psichiatrica di breve durata, ma il mio problema era un altro, riguardava la fobia sociale. Ho paura di balbettare a causa della timidezza (NON sono balbuziente e mai lo sono stata) e questo è stato il motivo per il quale decisi di consultare uno psichiatra, ma si tratta comunque del male minore, non è questo ciò che mi preoccupa.
Per quanto riguarda i pensieri ossessivi, ho sempre fatto sedute psicologiche di successo, ovvero dopo alcune chiarificazioni ho raggiunto la pace interiore ... ma ogni volta mi si presenta un pensiero nuovo.
Per quanto riguarda i pensieri ossessivi, ho sempre fatto sedute psicologiche di successo, ovvero dopo alcune chiarificazioni ho raggiunto la pace interiore ... ma ogni volta mi si presenta un pensiero nuovo.
[#3]
Gentile utente
"Fobia sociale" non è propriamente un termine diagnostico appropriato per un sintomo che appare avere caratteristiche ossessive ("ho paura di balbettare, anche se non l'ho mai fatto").
Nel momento in cui il trattamento psicologico non sortisce l'effetto dovuto (od anche prima) c'è da considerare che il trattamento farmacologico ha indicazione (e la ha anche precedentemente al trattamento).
Di fatto la sua domanda verte sul continuo meccanismo ossessivo da cui sarebbe affetto e, quindi, al momento la visita psichiatrica e quantomai opportuna.
"Fobia sociale" non è propriamente un termine diagnostico appropriato per un sintomo che appare avere caratteristiche ossessive ("ho paura di balbettare, anche se non l'ho mai fatto").
Nel momento in cui il trattamento psicologico non sortisce l'effetto dovuto (od anche prima) c'è da considerare che il trattamento farmacologico ha indicazione (e la ha anche precedentemente al trattamento).
Di fatto la sua domanda verte sul continuo meccanismo ossessivo da cui sarebbe affetto e, quindi, al momento la visita psichiatrica e quantomai opportuna.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 27/11/2012.
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