Derealizzazione, Disturbo dell'umore
Gentili dottori ho un problema che mi angoscia e non so se sia il caso di prendere un appuntamento dal psichiatra.
Un anno fa ho iniziato il primo anno di medicina assolutamente convinto della scelta fatta, mi sono impegnato veramente tanto e per mia volontà mi sono praticamente isolato dagli altri e ho smesso di fare attività fisica per concedere maggior tempo allo studio.
Durante questo periodo mi sono sempre sentito depresso, ma era una depressione da cui, non so perchè, traevo piacere ma che non era assolutamente collegata alla mia scelta iniziale visto che sono sempre stato piuttosto malinconico di mio.
Studiando tanto, per dare l'ultimo esame, ho incominciato ad avere attacchi di panico e difficoltà a respirare, ho comunque stretto i denti e continuato fino a che un giorno non so bene cosa sia successo ma ho avuto una specie di crisi (nel senso che ho passato mezz'ora andando avanti e indietro ponendomi un sacco di problemi non giustificati sia esistenziali che non, sembravo un pazzo insomma).
Da la ho capito che era meglio smettere di studiare e ho rimandato l'esame.
Dal giorno dopo ho passato settimane chiuso in casa con un terrificante senso di angoscia e paura nei confronti dei pensieri esistenziali (che prima della crisi apprezzavo notevolmente fare), quello che vedevo lo percepivo come estraneo (compresi i miei genitori) e non riuscivo più a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Ho incominciato a fare attività fisica, mi sono preso un periodo di vacanza a sciare e dopo un pò questi problemi sono spariti, anche se la mia personalità tutt'ora è palesemente cambiata rispetto a quella prima della crisi (diametralmente).
Dato poi l'esame che avevo rimandato, inizio il secondo anno che procede bene fino a che, dopo qualche mese, non incomincio ad avvertire disturbi dell'umore.
Disturbi nel senso che è come se ci fossero due umori che si alternano durante la giornata, a ore mi sento sconfortato, riaffiorano i sintomi della derealizzazione, l'angoscia verso i pensieri esistenziali, sento desiderio di scappare, mentre altre ore sono sereno riesco a fare pensieri esistenziali senza problemi e il futuro mi conforta.
Questi sbalzi mi vengono solamente nelle giornate passate a studiare, se sono fuori con amici o sto facendo altro non affiora nessuno dei due umori ma sono praticamente indifferente.
Oggi con il primo umore è scattata anche una breve crisi di pianto, ed è praticamente questo che mi ha portato a chiedere consigli sul da farsi.
Non riesco veramente a capire che problema la mia mente abbia, ma incomincia a crearmi problemi con lo studio e vorrei sapere se è una cosa che è possibile superare da solo (come ho fatto con gli attacchi di panico), se è possibile superarla senza ausilio di farmaci e soprattutto se c'è possibilità che possa progredire in qualcosa di peggio: quindi se è veramente necessario prendere appuntamento da un psichiatra.
Vi ringrazio di cuore per le risposte
Un anno fa ho iniziato il primo anno di medicina assolutamente convinto della scelta fatta, mi sono impegnato veramente tanto e per mia volontà mi sono praticamente isolato dagli altri e ho smesso di fare attività fisica per concedere maggior tempo allo studio.
Durante questo periodo mi sono sempre sentito depresso, ma era una depressione da cui, non so perchè, traevo piacere ma che non era assolutamente collegata alla mia scelta iniziale visto che sono sempre stato piuttosto malinconico di mio.
Studiando tanto, per dare l'ultimo esame, ho incominciato ad avere attacchi di panico e difficoltà a respirare, ho comunque stretto i denti e continuato fino a che un giorno non so bene cosa sia successo ma ho avuto una specie di crisi (nel senso che ho passato mezz'ora andando avanti e indietro ponendomi un sacco di problemi non giustificati sia esistenziali che non, sembravo un pazzo insomma).
Da la ho capito che era meglio smettere di studiare e ho rimandato l'esame.
Dal giorno dopo ho passato settimane chiuso in casa con un terrificante senso di angoscia e paura nei confronti dei pensieri esistenziali (che prima della crisi apprezzavo notevolmente fare), quello che vedevo lo percepivo come estraneo (compresi i miei genitori) e non riuscivo più a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Ho incominciato a fare attività fisica, mi sono preso un periodo di vacanza a sciare e dopo un pò questi problemi sono spariti, anche se la mia personalità tutt'ora è palesemente cambiata rispetto a quella prima della crisi (diametralmente).
Dato poi l'esame che avevo rimandato, inizio il secondo anno che procede bene fino a che, dopo qualche mese, non incomincio ad avvertire disturbi dell'umore.
Disturbi nel senso che è come se ci fossero due umori che si alternano durante la giornata, a ore mi sento sconfortato, riaffiorano i sintomi della derealizzazione, l'angoscia verso i pensieri esistenziali, sento desiderio di scappare, mentre altre ore sono sereno riesco a fare pensieri esistenziali senza problemi e il futuro mi conforta.
Questi sbalzi mi vengono solamente nelle giornate passate a studiare, se sono fuori con amici o sto facendo altro non affiora nessuno dei due umori ma sono praticamente indifferente.
Oggi con il primo umore è scattata anche una breve crisi di pianto, ed è praticamente questo che mi ha portato a chiedere consigli sul da farsi.
Non riesco veramente a capire che problema la mia mente abbia, ma incomincia a crearmi problemi con lo studio e vorrei sapere se è una cosa che è possibile superare da solo (come ho fatto con gli attacchi di panico), se è possibile superarla senza ausilio di farmaci e soprattutto se c'è possibilità che possa progredire in qualcosa di peggio: quindi se è veramente necessario prendere appuntamento da un psichiatra.
Vi ringrazio di cuore per le risposte
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Gentile utente,
La sua posizione è: ha un disagio che dura da un po' e teme che possa peggiorare, detto questo non sta agendo di conseguenza perché ancora non ha consultato uno psichiatra. Ha voluto vedere se passava da solo come gli attacchi di panico, che direi si sono risolti, più che averli superati da solo.
Detto questo, mi sembra ozioso chiedersi se andrà via da solo o meno, e mi sembra un punto di partenza non buono cominciare a porsi il problema se ci si può curare senza assumere le classiche cure del medico, cioè le medicine.
Andrei da uno psichiatra descrivendogli i sintomi che ha. Sarebbe meglio che lasciasse perdere le autodiagnosi, inclusi i nomi che dà ai sintomi, tipo derealizzazione, sbalzi di umore, si limiti a descrivere con parole normali i fenomeni che la affliggono e il medico li inquadrerà.
La sua posizione è: ha un disagio che dura da un po' e teme che possa peggiorare, detto questo non sta agendo di conseguenza perché ancora non ha consultato uno psichiatra. Ha voluto vedere se passava da solo come gli attacchi di panico, che direi si sono risolti, più che averli superati da solo.
Detto questo, mi sembra ozioso chiedersi se andrà via da solo o meno, e mi sembra un punto di partenza non buono cominciare a porsi il problema se ci si può curare senza assumere le classiche cure del medico, cioè le medicine.
Andrei da uno psichiatra descrivendogli i sintomi che ha. Sarebbe meglio che lasciasse perdere le autodiagnosi, inclusi i nomi che dà ai sintomi, tipo derealizzazione, sbalzi di umore, si limiti a descrivere con parole normali i fenomeni che la affliggono e il medico li inquadrerà.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.1k visite dal 27/11/2012.
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