Cervello e stress
Buonasera Dottori,
mi rivolgo a voi per un problema che mi affligge da circa un mese a questa parte.
Premetto che (e non lo so perché a dirlo sono io) sono un ragazzo che eccelle negli studi
e nella creatività. Purtroppo, però, circa un mese fa ho subìto un forte attacco di panico e di conseguenza, uno stress che si è prolungato per settimane; Dopo questo periodo, ho incominciato una fase di totale apatia e profonda tristezza, e ho notato che molti pensieri che mi passavano nella testa(giudizi, idee) non riuscivo a farli emergere alla coscienza; mi bloccavo su tutto e non riuscivo neanche a parlare, come se le mie capacità quali memoria, logica , e concentrazione e pensiero astratto fossero svanite. Ora la situazione è migliorata, però quando qualcuno dice qualcosa è come se mi bloccassi.
Mi spiego: quando mi blocco, in realtà sto penando, solo che se volessi sapere esattamente a cosa e, quindi, portare il pensiero alla realtà e alla coscienza, in altre parole se volessi esternarlo, allora perdo di concentrazione.
I miei pensieri sono spesso complessi, ma faccio fatica a "raggiungerli", a concretizzarli, per così dire. Ho letto su internet che lo stress forte puo anche ledere il cervello. Voi confermate questa teoria? dovrei fare una visita neurologica? oppure è un problema che riguarda slo la psiche? e la psiche (quale sia la sintomatologia che da essa deriva: ansia, depressione, stress emotivo) può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?
Vi ringrazio in anticipo, aspetto vostre risposte.
mi rivolgo a voi per un problema che mi affligge da circa un mese a questa parte.
Premetto che (e non lo so perché a dirlo sono io) sono un ragazzo che eccelle negli studi
e nella creatività. Purtroppo, però, circa un mese fa ho subìto un forte attacco di panico e di conseguenza, uno stress che si è prolungato per settimane; Dopo questo periodo, ho incominciato una fase di totale apatia e profonda tristezza, e ho notato che molti pensieri che mi passavano nella testa(giudizi, idee) non riuscivo a farli emergere alla coscienza; mi bloccavo su tutto e non riuscivo neanche a parlare, come se le mie capacità quali memoria, logica , e concentrazione e pensiero astratto fossero svanite. Ora la situazione è migliorata, però quando qualcuno dice qualcosa è come se mi bloccassi.
Mi spiego: quando mi blocco, in realtà sto penando, solo che se volessi sapere esattamente a cosa e, quindi, portare il pensiero alla realtà e alla coscienza, in altre parole se volessi esternarlo, allora perdo di concentrazione.
I miei pensieri sono spesso complessi, ma faccio fatica a "raggiungerli", a concretizzarli, per così dire. Ho letto su internet che lo stress forte puo anche ledere il cervello. Voi confermate questa teoria? dovrei fare una visita neurologica? oppure è un problema che riguarda slo la psiche? e la psiche (quale sia la sintomatologia che da essa deriva: ansia, depressione, stress emotivo) può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?
Vi ringrazio in anticipo, aspetto vostre risposte.
[#1]
Gentile utente,
Lei scrive:
<<..Ho letto su internet che lo stress forte puo anche ledere il cervello. Voi confermate questa teoria?..>>
Sì, è possibile. Ma può anche peggiorare le problematiche preesistenti, che rimanevano a livello latente (senza dare problemi manifesti).
<<..dovrei fare una visita neurologica? oppure è un problema che riguarda slo la psiche?..>>
Lei parla di un forte attacco di panico, come l'evento scatenante. In questo caso è un problema "legato alla psiche", dunque di competenza di un medico psichiatra.
<<..e la psiche (quale sia la sintomatologia che da essa deriva: ansia, depressione, stress emotivo)..>>
A questa domanda non Le posso rispondere via internet, senza averLa visitato, perché le evoluzioni possono essere diverse. Bisogna visitare la persona dal vivo per capire che problema ha a livello diagnostico. Da come Lei descrive il pproprio caso, comprese le caratteristiche di Lei prima ("un ragazzo che eccelle negli studi e nella creatività") e dopo l'episodio (adesso), posso ipotizzare un disturbo di umore, ma è solo un'ipotesi.
<<..può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?..>>
Nella situazione che descrive Lei, non dovrebbe. Tuttavia, se il problema è trascurato e non curato, può peggiorare e cronicizzarsi, e la ripresa delle capacità cognitive può richiedere più tempo e non sempre si assiste alla ripresa spontanea (senza le cure).
Lei scrive:
<<..Ho letto su internet che lo stress forte puo anche ledere il cervello. Voi confermate questa teoria?..>>
Sì, è possibile. Ma può anche peggiorare le problematiche preesistenti, che rimanevano a livello latente (senza dare problemi manifesti).
<<..dovrei fare una visita neurologica? oppure è un problema che riguarda slo la psiche?..>>
Lei parla di un forte attacco di panico, come l'evento scatenante. In questo caso è un problema "legato alla psiche", dunque di competenza di un medico psichiatra.
<<..e la psiche (quale sia la sintomatologia che da essa deriva: ansia, depressione, stress emotivo)..>>
A questa domanda non Le posso rispondere via internet, senza averLa visitato, perché le evoluzioni possono essere diverse. Bisogna visitare la persona dal vivo per capire che problema ha a livello diagnostico. Da come Lei descrive il pproprio caso, comprese le caratteristiche di Lei prima ("un ragazzo che eccelle negli studi e nella creatività") e dopo l'episodio (adesso), posso ipotizzare un disturbo di umore, ma è solo un'ipotesi.
<<..può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?..>>
Nella situazione che descrive Lei, non dovrebbe. Tuttavia, se il problema è trascurato e non curato, può peggiorare e cronicizzarsi, e la ripresa delle capacità cognitive può richiedere più tempo e non sempre si assiste alla ripresa spontanea (senza le cure).
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Dottore, grazie per la risposta. Comunque, se questo può farle inquadrare meglio il mio caso, le dirò che effettivamente, dopo l attacco di panico, ho vissuto una profonda "visione apatica" della vita: avevo perso le mie passioni, la musica non mi emozionava, non ridevo mai, poiché nulla mi dava divertimento. Questa situazione persiste tuttora, nonostante sia molto più lieve rispetto a prima. Inoltre ho continue paranoie legate alla mia possibile esclusione da parte di qualcuno (parenti, amici, etc.)
Volevo anche aggiungere che soffro di Doc, e, essendo un narcisista della mia mente, spesso sono ossessionato dal controllo eccessivo del mio pensiero/ragionamento. Dopo lo stress ho notato che come se tutto si svolgesse in modo inconscio.
Ora, le voglio chiedere, dato che è possibile che la mancanza delle mie capacità cognitive sia dovuta o a disturbi dell umore, il che vuol dire riottenere le mie facoltà mentali una volta curati questi disturbi, o a stress, che provoca danni al cervello che sono irreversibili, come potrei capire se effettivamente ho subito queste "lesioni" da parte dello stress? a quale visita specialistica dovrei sottopormi?
Volevo anche aggiungere che soffro di Doc, e, essendo un narcisista della mia mente, spesso sono ossessionato dal controllo eccessivo del mio pensiero/ragionamento. Dopo lo stress ho notato che come se tutto si svolgesse in modo inconscio.
Ora, le voglio chiedere, dato che è possibile che la mancanza delle mie capacità cognitive sia dovuta o a disturbi dell umore, il che vuol dire riottenere le mie facoltà mentali una volta curati questi disturbi, o a stress, che provoca danni al cervello che sono irreversibili, come potrei capire se effettivamente ho subito queste "lesioni" da parte dello stress? a quale visita specialistica dovrei sottopormi?
[#4]
Ex utente
Salve dottore,
le riscrivo perché vorrei solo dei chiarimenti. Il fatto che lo stress lede il cervello, per "ledere" intente a livello di funzione organica? cioè lo distrugge? ne altera la struttura, fa morire i neuroni? e come conseguenza di questo le capacità mentali si riducono a livello ORGANICO? oppure per "lede il cervello" lei intende che ne altera solo l equilibrio chimico che non mi fa usare bene le mie capacità, sebbene, però, esso non viene alterato?
cioè i problemi della psiche, alterano la chimica del cervello, ma non iil cervello stesso? e risolti questi problemi, si puo tornare come prima, e non con un cervello meno efficiente di prima? Al cervello non succede nulla nonostante questa alterazione chimica? mi puo dare delle delucidazioni, sebbene non conosce il mio caso?
le riscrivo perché vorrei solo dei chiarimenti. Il fatto che lo stress lede il cervello, per "ledere" intente a livello di funzione organica? cioè lo distrugge? ne altera la struttura, fa morire i neuroni? e come conseguenza di questo le capacità mentali si riducono a livello ORGANICO? oppure per "lede il cervello" lei intende che ne altera solo l equilibrio chimico che non mi fa usare bene le mie capacità, sebbene, però, esso non viene alterato?
cioè i problemi della psiche, alterano la chimica del cervello, ma non iil cervello stesso? e risolti questi problemi, si puo tornare come prima, e non con un cervello meno efficiente di prima? Al cervello non succede nulla nonostante questa alterazione chimica? mi puo dare delle delucidazioni, sebbene non conosce il mio caso?
[#5]
Gentile utente,
parlare delle alterazioni dell'equilibrio "chimico" e delle lesioni "organiche" come delle cose separate e nettamente distinte non è corretto.
Le alterazioni dell'equilibrio "chimico" o del trofismo dei neuroni possono essere anche alla base della morte neuronale, la quale, in alcune sue forme, avviene comunque, come un fenomeno fisiologico (!) nel corso di tutta la vita, ed è un fenomeno associato anche alla plasticità del nostro sistema nervoso, ma può essere accentuato, in alcuni dei suoi aspetti, nei periodi di stress e nei periodi più sfavorevoli per vari motivi. Tuttavia, il funzionamento del sistema nervoso centrale si poggia non solo sul numero dei neuroni funzionanti, ma molto, e con lo sviluppo - sempre di più, sul carettere, sulla quantità e sulla qualità delle connessioni fra i neuroni e sulle ottimali condizioni del loro "lavoro".
E dunque, una persona più adulta può avere più esperienza ed essere più saggia, avere maggiori capacità analitiche, anche se può avere meno neuroni di un bambino. La memoria, nelle sue forme più istantanee, a breve termine, tende a ridurrsi nel corso della vita, ma, le altre forme di memoria e le capacità di apprendimento possono anche migliorare (è un aspetto anche individuale).
Così, dal punto di vista organico, nel corso della vita, anche fisiologicamente, alcuni aspetti si perdono irriversibilmente, ed altri si acquistano (dipende anche da quanto uno si impegna). Invece dal punto di vista del Funzionamento risultante del sistema nervoso, delle "Capacità cognitive", molte perdite NON sono irriversibili.
In ogni modo, via internet non è possibile visitarLa e dirLe con un sufficiente grado di obbiettività quale grado di di lesione Lei può avere. Posso però dire, con una sufficiente sicurezza, che lo specialista di riferimento, dal quale bisogna farsi visitare è lo psichiatra (e non, ad esempio, un neurologo).
Se Lei rilegge la nostra conversazione, nella mia prima replica iniziale trova la risposta alle Sue domande.
Lei chiedeva:
<<..può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?..>>
E Le ho risposto:
<< Nella situazione che descrive Lei, non dovrebbe. Tuttavia, se il problema è trascurato e non curato, può peggiorare e cronicizzarsi, e la ripresa delle capacità cognitive può richiedere più tempo e non sempre si assiste alla ripresa spontanea (senza le cure).>>
parlare delle alterazioni dell'equilibrio "chimico" e delle lesioni "organiche" come delle cose separate e nettamente distinte non è corretto.
Le alterazioni dell'equilibrio "chimico" o del trofismo dei neuroni possono essere anche alla base della morte neuronale, la quale, in alcune sue forme, avviene comunque, come un fenomeno fisiologico (!) nel corso di tutta la vita, ed è un fenomeno associato anche alla plasticità del nostro sistema nervoso, ma può essere accentuato, in alcuni dei suoi aspetti, nei periodi di stress e nei periodi più sfavorevoli per vari motivi. Tuttavia, il funzionamento del sistema nervoso centrale si poggia non solo sul numero dei neuroni funzionanti, ma molto, e con lo sviluppo - sempre di più, sul carettere, sulla quantità e sulla qualità delle connessioni fra i neuroni e sulle ottimali condizioni del loro "lavoro".
E dunque, una persona più adulta può avere più esperienza ed essere più saggia, avere maggiori capacità analitiche, anche se può avere meno neuroni di un bambino. La memoria, nelle sue forme più istantanee, a breve termine, tende a ridurrsi nel corso della vita, ma, le altre forme di memoria e le capacità di apprendimento possono anche migliorare (è un aspetto anche individuale).
Così, dal punto di vista organico, nel corso della vita, anche fisiologicamente, alcuni aspetti si perdono irriversibilmente, ed altri si acquistano (dipende anche da quanto uno si impegna). Invece dal punto di vista del Funzionamento risultante del sistema nervoso, delle "Capacità cognitive", molte perdite NON sono irriversibili.
In ogni modo, via internet non è possibile visitarLa e dirLe con un sufficiente grado di obbiettività quale grado di di lesione Lei può avere. Posso però dire, con una sufficiente sicurezza, che lo specialista di riferimento, dal quale bisogna farsi visitare è lo psichiatra (e non, ad esempio, un neurologo).
Se Lei rilegge la nostra conversazione, nella mia prima replica iniziale trova la risposta alle Sue domande.
Lei chiedeva:
<<..può portare ad una riduzione irreversibile delle proprie capacità cognitive?..>>
E Le ho risposto:
<< Nella situazione che descrive Lei, non dovrebbe. Tuttavia, se il problema è trascurato e non curato, può peggiorare e cronicizzarsi, e la ripresa delle capacità cognitive può richiedere più tempo e non sempre si assiste alla ripresa spontanea (senza le cure).>>
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.2k visite dal 24/11/2012.
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