La gravidanza stessa
[#1]
Gentile utente,
purtroppo nella sua lettera lei non specifica la diagnosi che l'ha portata ad assumere la terapi attualmente in atto.Comunque,in linea generale,si può dire che esistono terapie per i disturbi psichiatrici con farmaci compatibili con una possibile gravidanza.La situazione va valutata assieme al suo Psichiatra curante,informando naturalmente anche il collega Ginecologo che la dovesse seguire.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
purtroppo nella sua lettera lei non specifica la diagnosi che l'ha portata ad assumere la terapi attualmente in atto.Comunque,in linea generale,si può dire che esistono terapie per i disturbi psichiatrici con farmaci compatibili con una possibile gravidanza.La situazione va valutata assieme al suo Psichiatra curante,informando naturalmente anche il collega Ginecologo che la dovesse seguire.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
[#2]
E' difficile darle una risposta esaustiva, in quanto per ovvi motivi etici, non vengono effettuati studi controllati su psicofarmaci somministrati in corso di gravidanza. In questi casi, si parla semmai di "livello di rischio" differente per i vari farmaci o di bilancio "rischio/beneficio". Sebbene, poi, alcuni psicofarmaci sembrino essere esenti da rischi significativi per il prodotto del concepimento, sulla base di ricerche che prendono in considerazione serie di casi di donne esposte alle varie molecole in gravidanza, la prudenza in un campo così delicato non è mai troppa.
Sull'altra faccia della medaglia, occorre considerare la possibilità che il rischio del permanere o del riaffacciarsi della patologia psichiatrica, a causa della sospensione dei trattamenti, possa essere in alcuni casi persino più rilevante di quello connesso alla stessa assunzione del farmaco.
In realtà, l'unico professionista che può effettuare un bilancio dei rischi ritagliato sulla sua situazione personale è lo psichiatra che la segue da anni, e nessun altro.
E' possibile comunque prendere in considerazione trattamenti non farmacologici come una psicoterapia. Tuttavia, sarebbe metodologicamente scorretto ritenere che una psicoterapia possa banalmente "sostituirsi" ad una terapia farmacologica. E' molto importante considerare, inoltre, che molti disturbi psichici richiedono in ogni caso un trattamento integrato (trattamento psicofarmacologico affiancato a terapie psicologiche) e che iniziare una psicoterapia con l'aspettativa "che serva a togliere i farmaci" rischia di snaturare e distorcere l'andamento e il senso del percorso psicoterapico stesso.
Sull'altra faccia della medaglia, occorre considerare la possibilità che il rischio del permanere o del riaffacciarsi della patologia psichiatrica, a causa della sospensione dei trattamenti, possa essere in alcuni casi persino più rilevante di quello connesso alla stessa assunzione del farmaco.
In realtà, l'unico professionista che può effettuare un bilancio dei rischi ritagliato sulla sua situazione personale è lo psichiatra che la segue da anni, e nessun altro.
E' possibile comunque prendere in considerazione trattamenti non farmacologici come una psicoterapia. Tuttavia, sarebbe metodologicamente scorretto ritenere che una psicoterapia possa banalmente "sostituirsi" ad una terapia farmacologica. E' molto importante considerare, inoltre, che molti disturbi psichici richiedono in ogni caso un trattamento integrato (trattamento psicofarmacologico affiancato a terapie psicologiche) e che iniziare una psicoterapia con l'aspettativa "che serva a togliere i farmaci" rischia di snaturare e distorcere l'andamento e il senso del percorso psicoterapico stesso.
Dr. Stefano Martellotti
www.stefanomartellotti.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 24/11/2012.
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