Dislessia

Gentili Dottori, ho 20 anni e da qualche anno noto di avere diversi problemi. Innanzitutto ho spesso dei vuoti di memoria, durante un discorso dimentico svariate volte ciò che stavo dicendo. Inoltre ho difficoltà nel parlare (a 4 anni ho sofferto di balbuzia ma ho risolto celermente problema), da 3 anni circa ho difficoltà nel pronunciare alcune parole, anche le più semplici. A stento riesco a distinguere la destra dalla sinistra. Ho sempre avuto ottimi voti a scuola ma impiego molto tempo per studiare perchè ho difficoltà nel memorizzare e nello stare concentrata. Faccio molta fatica persino nel fare i conti a mente e a ricordare le tabelline. Tutti questi sintomi mi hanno fatto pensare alla dislessia, ma solitamente la si riscontra precocemente da bambini e nessuno si è mai accorto di nulla. Inoltre mia nonna è morta di Alzheimer, ma essendo una malattia che si manifesta tardivamente, probabilmente non centra assolutamente nulla. Vorrei un consiglio da parte vostra, spero che possiate aiutarmi. Grazie e saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
secondo me, bisogna rivolgersi ad uno Psicologo specializzato nei Disturbi di Apprendimento, il quale, con le prove specifiche e adatte riuscirà ad individuare di che tipo del disturbo di apprendimento possa trattarsi e Le saprebbe dare le rispettive indicazioni terapeutiche.

La Demenza di tipo Alzheimer, se si è manifestata nella tarda età della nonna, anche secondo me non sparge la luce sul Suo caso. A quale età la Sua nonna si è ammalata della sua malattia ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
I sintomi più evidenti si sono avuti a circa 60 anni
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
l'età abbastanza precisa di insorgenza della Malattia di Alzheimer è importante.

Se, come Lei scrive, i sintomi più evidenti la nonna li ha avuti intorno a 60 anni, allora, teoreticamente qualche nesso fra la malattia della nonna e le malattie dei discendenti in effetti può esserci.

La malattia di Alzheimer ha più forme. La forma più nota e frequente è quella che insorge dopo l'età di 65 anni. Esiste però anche la forma "ad insorgenza precoce", che insorge prima (della quale ci sono anche i casi ad insorgenza intorno a 35 anni). Dunque, l'insorgenza prima di 65 anni sarebbe "ad insorgenza precoce", tanto più che la malattia di Alzheimer insorge subdolamente, inizialmente non è molto evidente, e, se all'età di circa 60 anni si sono visti "i sintomi più evidenti", è possibile ipotizzare che la malattia della nonna ha iniziato il suo decorso ancora prima. Proprio la forma "ad insorgenza precoce" è caratterizzata da una maggior peso del fattore genetico, ed è più facilmente ereditabile.

Bisogna però dire che questa ultima forma ("ad esordio precoce") è abbastanza rara. Nel contempo bisogna anche considerare che la diagnosi della "Malattia di Alzheimer" è tuttora purtroppo abbastanza imprecisa, e, quando è stata diagnosticata alla Sua nonna (quanti anni fa è stato ?) poteva essere ancora meno precisa. Anche oggi molti accomunano nel concetto della "Malattia di Allzheimer" le demenze di più vario tipo. La diagnosi "certa" di un certo tipo di demenza si può avere solo con l'autopsia cerebrale (l'analisi anatomopatologica del tessuto cerebrale dopo la morte). Inoltre, senza avere dubbi della buona fede dei medici d'epoca di allora, non posso completamente escludere che anche un Disturbo Depressivo importante insorto verso l'età di 60 anni poteva essere una volta maldiagnosticato come una demenza (la diagnosi differenziale fra lo stato depressivo e la demenza nelle persone anziane rimane anche oggi una diagnosi differenziale fra le più difficili).

Dall'altra parte, i disturbi che lamenta Lei sono abbastanza frequenti nella popolazione, moltissime volte più frequenti rispetto a quella forma della Malattia di Alzheimer "ad esordio precoce".

Da come Lei descrive i propri problemi ("Ho sempre avuto ottimi voti a scuola ma impiego molto tempo per studiare perchè ho difficoltà nel memorizzare e nello stare concentrata"), fra le ipotesi più banali, potrebbe trattarsi anche della Sindrome del Deficit di Attenzione (con o senza "l'iperattività"), la quale è di solito più palese all'età scolare, poi spesso regredisce, ma non di rado si trascina anche nell'età adulta, e la quale può predisporre anche ai disturbi di umore (le quali potrebbero spiegare il resto dei sintomi). E' solo un'ipotesi. E' un'ipotesi che comunque cade sempre nella categoria nei disturbi di Apprendimento e di Sviluppo, ma non è un disturbo "specifico" dell'apprendimento, come la Dislessia: è un disturbo di apprendiento più gobale. Anche la Sua ipotesi della "dislessia" rimane: non specializzandomi nei disturbi di apprendimento e non avendoLa mai visitato, non posso scartare nemmeno questa ipotesi, e, come prima, Le consiglio di rivolgersi ad uno Psicologo che si occupi dei Disturbi di Aprendimento. Come dovrebbe essere la prassi, studiando il Suo caso, tale specialista dovrebbe cercare di evidenziare anche gli eventuali disturbi di umore (che possono mimare i disturbi cognitivi e di apprendimento nel senso stretto).

Alcune forme dei Disturbi di Apprendimento Specifici e della Sindrome del Deficit di Attenzione possono avere anche le cause genetiche individuabili, e dunque, sia per questo motivo, sia, vista la storia della nonna, potrebbe essere non superfluo discutere con lo specialista che Le ho indicato anche l'eventualità dell'analisi genetica. Dove la potrebbero fare non Le so dire, ma si potrebbe rivolgersi ad un Centro Universitario di Medicina Genetica per le maggiori informazioni.

Molti disturbi di apprendimento in pratica vengono comunque diagnosticati e curati senza alcuna analisi genetica (se tutti quelli che hanno questi disturbi facessero l'analisi genetica, non credo che i laboratori reggerebbero la richiesta della quantità così enorme delle persone). Inoltre, so che esistono le metodiche psicoeducative e psicoterapeutiche specifiche valide per curare i disturbi di apprendimento, mentre l'individuazione di un'alaterazione genetica può avere un valore anche solo scientifico e non necessariamente pratico in un caso individuale. Tuttavia, se fosse presente, ad esempio, un'alterazione enziamtica correggibile (con farmaci o con la dieta), sarebbe meglio saperlo.

Comunque, come scrivevo, non escludo neanche che potrebbe trattarsi di un dsturbo di umore, del quale i "vuoti di memoria", le balbuzie e difficoltà di concentrazione possono essere dei sintomi più frequenti di quanto pensiamo. Se questo disturbo di umore c'è, può essere o secondario al disturbo di apprendimento, oppure la prima causa di tutto. E, nell'ultimo caso, la cura di tale disturbo potrebbe essere anche risolutiva per i problemi associati.