Uso di ansiolitici per 15 anni e resistenza agli antidepressivi

Salve,

ho letto su un testo di psichiatria sull’argomento “Depressione” che un uso prolungato di benzodiazepine può favorire la cronicizzazione di stati depressivi e, relativamente all’ansia, l’uso NON limitato a periodi di breve durata può intensificare l’intensità della patologia ansiogena.
Vorrei pertanto chiedervi un parere riguardo alla seguente situazione: mia madre, affetta da depressione maggiore molto grave, assume da oltre 15 anni benzodiazepine assieme a una combinazione di farmaci antidepressivi (attualmente sta utilizzando un triciclico, dopo aver sperimentato ogni tipo di antidepressivo – triciclici, SSRI e, in passato, IMAO).
A tutt’oggi ogni psichiatra o neurologo che l’abbia visitata, non ha mai indicato di dover eliminare l’ansiolitico, che quindi viene assunto da lei quotidianamente.
Mentre in passato si riusciva a ottenere un minimo risultato attraverso l’uso degli antidepressivi (pur rimanendo la situazione insoddisfacente – mia madre non si può mai dire guarita, ma passava continuamente per periodi di alti e bassi), ultimamente si presenta una condizione continua di resistenza ai farmaci (anche a quelli che le facevano prima più effetto), per cui ora la situazione è precipitata: pur variando medici e cure, il risultato non cambia e mia madre passa la maggior parte del tempo a letto.
Vi chiedo pertanto: il fatto che ora sembri non le faccia più effetto alcun farmaco, può dipendere dal fatto che la sua depressione si sia aggravata proprio per l’uso prolungato di benzodiazepine?
In tal caso sarebbe, quindi, opportuno eliminare l’uso costante di tali ansiolitici o oramai il processo di sensibilizzazione provocato dalle benzodiazepine non è più reversibile e a questo punto deve continuare a prenderle a vita?
Cosa può comportare l’eliminazione di tali sostanze dopo tanti anni?
In quale modo dovremmo procedere per aiutarla? Grazie.

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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
quale diagnosi e' stata posta ultimamente?

Tenga presente che l'assunzione prolungata di benzodiazepine effettivamente può dare dipendenza.

Inoltre, quali antidepressivi e a quale posologia?

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Utente
Utente
La diagnosi formulata è di depressione maggiore (sono più di 15 anni che mia madre è soggetta a depressione), accompagnata da pensieri ossessivi/maniacali.

E' stata in cura per moltissimi anni con diversi trattamenti, che tuttavia hanno portato ad un aumento considerevole del peso (oltre i 100kg), con tutti gli effetti negativi associati (difficoltà nel deambulare per lunghi tragitti, difficoltà nel compiere le faccende domestiche,... ) cosa che ha portato, secondo me, a un ulteriore inasprimento della condizione depressiva. Negli ultimi 3 anni ha cambiato almeno 5-6 cure, indicate dai vari medici che ha consultato, ma ormai ha provato tutti i tipi di farmaci e nessuno pare le faccia il minimo effetto.
Da 2 mesi ha iniziato ad usare: noritren 25mg (con 50mg avvertiva tremori), ludiomil 75mg, gabapentin 1800mg (di questo ultimo dosaggio non sono sicurissima) più un farmaco di wash-out per disintossicare il fegato.

Il quadro è molto particolare e complesso. Se avete bisogno di altre informazioni sono a disposizione.

Tuttavia, dato che mia madre non vuole assolutamente fare un percorso di psicoanalisi dopo averne fatto uno 15 anni fa senza alcun esito (il medico era anche particolarmente poco comunicativo), il mio dubbio fondamentale era se la particolare resistenza ai farmaci riscontrata nell'ultimo anno (ormai ogni mattina e metà del pomeriggio li passa a letto) possano essere dipendenti anche dall'uso continuo di benzodiazepine, che, come ho letto, può portare a una ulteriore cronicizzazione della depressione. Grazie
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Utente
Utente
Qualche medico può darmi un consiglio su questa questione? Grazie...