Ansia, neurotrasmettitori e rilassamento

L'acido glutammico, neurotrasmettitore eccitatorio, è precursore dell'acido γ-amminobutirrico, neurotrasmettitore sedativo: si tratta, in entrambi i casi, di amminoacidi non essenziali, sintetizzati direttamente dal nostro organismo.

Le benzodiazepine, sedativi d'elezione, esplicano la loro funzione agendo proprio sul sistema gabaergico, andando a potenziarne il legame coi suoi recettori.

Ciò premesso, mi chiedevo se fosse possibile, attraverso via non farmacologica, ad esempio tramite alimentazione o pratiche meditative riuscire, almeno in parte, ad ottenere un simile effetto "spingendo" l'organismo a catalizzare naturalmente questo genere di processi. Ovvero mi chiedo, esattamente con la stessa logica con cui induciamo delle mutazioni fisiologiche con l'allenamento sportivo, se sia possibile "rimodellare", anche marginalmente, una rete neuronale, con input esterni, rigorosamente non farmacologici, allo scopo di "aggiustare" il SNC di un soggetto ansioso per natura.

Idee, critiche e consigli in merito a questo dilemma sono ben accetti.
[#1]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Salve,
l'ansia se patologica (diversa quindi dalla normale ansia fisiologica che tutti noi possiamo provare quotidianamente) può essere curata farmacologicamente con gli antidepressivi e, nel caso vi sia indicazione, con la psicoterapia.
Non esistono "alimentazioni" ansiolitiche o processi "rimodellanti della rete neuronale" a fini ansiolitici.
Tecniche di rilassamento e/o meditative possono aiutare a limitare l'ansia fisiologica, ma possono ben poco contro la patologia.

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la risposta. Vorrei però meglio esplicitare il mio punto di vista.

Io credo che le esperienze possano plasmare il cervello.

L'ansia patologica non è altro che un interruttore tarato male, un cortocircuito che predispone il fisico in ancestrale assetto "combatti e fuggi", pur in assenza di reali pericoli.

Abbiamo quindi, nell'ordine, input ambientali (le situazioni temute), la trasformazione di tali input (raccolti dai sensi) in reti di impulsi, la reazione psicosomatica (sudorazione, tremori etc etc...).

Gli psicofarmaci, siano essi antidepressivi o ansiolitici, intervengono invasivamente e con notevoli effetti collaterali, inibendo o catalizzando artificialmente determinate biochimiche, ma io mi chiedo è così impossibile spezzare la catena sul nascere ? Insegnare al cervello a interpretare più correttamente gli input, addestrare gradualmente il paziente ad un maggiore autocontrollo, aiutarlo biochimicamente con apporti alimentari mirati...

Non una miracolosa bacchetta magica, intendiamoci, ma una sorta di percorso di miglioramento...
[#3]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Forse potrá trovare più consensi in un sito che si occupa di Naturopatia.
In un sito di Medici mi sembra difficile trovare risposte diverse da quella che le ho dato.
Noi lavoriamo con i farmaci e crediamo nei loro effetti.
Piaccia o meno a qualcuno che, naturalmente, opterá per terapie "diverse".
[#4]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Riuppo.

Facendo qualche ricerca ho trovato diverse, recenti, pubblicazioni scientifiche in cui si afferma come sia possibile modificare i livelli di GABA con terapie non farmacologiche.

In particolare vorrei portare alla vostra attenzione i risultati a cui son giunti presso la divisione psichiatrica dell'Università di Boston.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20722471

Gradirei ricevere dei pareri sui risultati di un simile studio.
[#5]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Forse mi sono spiegato male.
Noi siamo medici e i livelli dei neurotrasmettitori li VOGLIAMO modificare con l'aiuto dei farmaci.
quindi non siamo le persone adatte con cui condividere questa sua necessitá di evitare i farmaci e cercare strade alternative.
E' bello che lei abbia questo interesse, ma qui non troverá consensi con le sue teorie.
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