Vertigini, farmaci e controindicazioni
Buongiorno.
Una donna di 65 anni senza aver mai avuto alcun problema particolare di salute, ha iniziato ad avere vertigini e ogni tanto mal di testa. Dopo un paio di mesi, e tutti gli accertamenti possibili con visite audiologiche e specifiche a livello celebrale che hanno dato esito negativo, ad una visita neurologica lo specialista ha prescritto del fluxarten e cardiospirina. Il fluxarten ha fatto effetto dopo un mese, con scomparsa delle vertigini. La cura è continuata per 11 mesi circa, quando la paziente ha iniziato piano piano ad accusare sintomi di depressione e insicurezza/ansia oltre al riaffacciarsi delle veritigini. Alla successiva visita, in modo molto frettoloso, il neurologo ha tolto il fluxarten e assegnato il laroxyl. A questo punto la paziente ha iniziato ad avere ancora più effetti collaterali con aggravarsi dei sintomi depressori e in aggiunta ansia accentuata, crisi di panico e grossa insicurezza. Dopo pochi giorni di assunzione quindi ha smesso di prendere il laroxyl. La situazione sembra leggermente migliorata. La paziente accusa sempre insicurezza e ansia soprattutto al mattino, ma riferisce di stare leggermente meglio e accusa un poco di vertigini solo da posizione sdraiata. E' possibile che la cura di fluxarten sia stata prolungata più del dovuto? La paziente sembra metterci buona volontà per combattere questo senso di insicurezza e svogliatezza, però è preoccupata nel fare una visita psichiatrica perchè non vuole assumere altri farmaci ma molto disponibile ad effettuare un eventuale terapia senza farmaci. Appare lucida nonostante la "paura" di non farcela. Pensavamo di farle passare una visita da uno psichiatra per valutare la questione farmaci e sentire cosa ci propone, ma anche noi siamo molto contrari al fatto di assumere farmaci per curare danni provocati da altri farmaci. Cosa ne pensate? Grazie.
Una donna di 65 anni senza aver mai avuto alcun problema particolare di salute, ha iniziato ad avere vertigini e ogni tanto mal di testa. Dopo un paio di mesi, e tutti gli accertamenti possibili con visite audiologiche e specifiche a livello celebrale che hanno dato esito negativo, ad una visita neurologica lo specialista ha prescritto del fluxarten e cardiospirina. Il fluxarten ha fatto effetto dopo un mese, con scomparsa delle vertigini. La cura è continuata per 11 mesi circa, quando la paziente ha iniziato piano piano ad accusare sintomi di depressione e insicurezza/ansia oltre al riaffacciarsi delle veritigini. Alla successiva visita, in modo molto frettoloso, il neurologo ha tolto il fluxarten e assegnato il laroxyl. A questo punto la paziente ha iniziato ad avere ancora più effetti collaterali con aggravarsi dei sintomi depressori e in aggiunta ansia accentuata, crisi di panico e grossa insicurezza. Dopo pochi giorni di assunzione quindi ha smesso di prendere il laroxyl. La situazione sembra leggermente migliorata. La paziente accusa sempre insicurezza e ansia soprattutto al mattino, ma riferisce di stare leggermente meglio e accusa un poco di vertigini solo da posizione sdraiata. E' possibile che la cura di fluxarten sia stata prolungata più del dovuto? La paziente sembra metterci buona volontà per combattere questo senso di insicurezza e svogliatezza, però è preoccupata nel fare una visita psichiatrica perchè non vuole assumere altri farmaci ma molto disponibile ad effettuare un eventuale terapia senza farmaci. Appare lucida nonostante la "paura" di non farcela. Pensavamo di farle passare una visita da uno psichiatra per valutare la questione farmaci e sentire cosa ci propone, ma anche noi siamo molto contrari al fatto di assumere farmaci per curare danni provocati da altri farmaci. Cosa ne pensate? Grazie.
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Gentile utente
Il fluxarten ha indicazione nel trattamento delle vertgini.
Non vi è evidenza di danno provocato dal fluxarten quanto piuttosto evidenza di effetti collaterali noti e conseguente corretta variazione.
Il sintomo vertiginoso poteva essere di per se stesso prodromico alla successiva depressione ed eventualmente andrebbero indagate anche cause correlabili a patologie di demenza, possibili all'età della signora che subdolamente possono dare questi sintomi e poi manifestarsi completamente successivamente.
Un trattamento farmacologico ha indicazione nella misura di una corretta diagnosi ed un corretto approccio alla paziente.
La disponibilità della signora ad una "terapia senza farmaci" non pone alcuna soluzione pratica sia per la diagnosi che per la terapia.
Il fluxarten ha indicazione nel trattamento delle vertgini.
Non vi è evidenza di danno provocato dal fluxarten quanto piuttosto evidenza di effetti collaterali noti e conseguente corretta variazione.
Il sintomo vertiginoso poteva essere di per se stesso prodromico alla successiva depressione ed eventualmente andrebbero indagate anche cause correlabili a patologie di demenza, possibili all'età della signora che subdolamente possono dare questi sintomi e poi manifestarsi completamente successivamente.
Un trattamento farmacologico ha indicazione nella misura di una corretta diagnosi ed un corretto approccio alla paziente.
La disponibilità della signora ad una "terapia senza farmaci" non pone alcuna soluzione pratica sia per la diagnosi che per la terapia.
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https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Non è lei a dover pensare a trattamenti.
La psicoterapia necessita di una diagnosi ed a condizioni di eleggibilità che non possono essere inventate aprioristicamente per la sola convinzione che la paziente non debba assumere farmaci, sulla falsa riga della possibilità di non utilizzo degli stessi.
La psicoterapia necessita di una diagnosi ed a condizioni di eleggibilità che non possono essere inventate aprioristicamente per la sola convinzione che la paziente non debba assumere farmaci, sulla falsa riga della possibilità di non utilizzo degli stessi.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 11.7k visite dal 30/10/2012.
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