Bipolarismo
Buon giorno a Voi grazie del servizio offerto.
La richiesta non riguarda me ma mio marito; dimesso nel maggio 2007 dopo 2,5 mesi di ricovero con diagnosi "depressione maggiore" con manifestazioni psicotiche, negli anni successivi altri episodi di depressioneinvernale e ipomaniacalità estiva (quindi classificato bipolare), curato con stabilizatori ed antidepressivi con risultati più o meno soddisfacenti. Questa primavera dopo fase depressiva, cambiando psichiatra è rimasto scoperto da farmaci per circa 3 mesi per passare ai sali di litio, cura iniziata presumibilmente agli inizi di agosto. Dico presumibilmente perchè da fine agosto in fase ipomaniacale mio marito se ne è andato di casa abbandonando me e i suoi 2 figli. Non vuole avere alcun contatto di nessun tipo con me, anzi mi odia letteralmente, pochi contatti anche con i figli.
Sappiamo che forse i sali di litio li assume ma in maniera non adeguata al suo stato; la sua attuale psicoterapeuta non vuole assolutamente avere alcun contatto con i familiari (suo modo di oprare col paziente). A noi pare che i suoi comportamenti siano del tutto irrazionali, non sappiamo però cosa fare e come muoverci. Abbiamo assolutamente bisogno di aiuto per Lui e per noi.
Preciso che mio marito (libero professionista) sembra lavori abbastanza regolarmente ma di certo fa vita sregolata, dorme poco, spende eccc... classiche manifestazioni ipomaniacali. Dobbiamo aspettare la fase depressiva che sembra tardi ad arrivare, coe negli anni precedenti? Sono disposta a fornire maggiori dettagli se utili, io sono innamorata di mio marito anche se sembra che a Lui non importi più nulla della sua famiglia.
Ringrazio anticipatamente e saluto.
Antonella C.
La richiesta non riguarda me ma mio marito; dimesso nel maggio 2007 dopo 2,5 mesi di ricovero con diagnosi "depressione maggiore" con manifestazioni psicotiche, negli anni successivi altri episodi di depressioneinvernale e ipomaniacalità estiva (quindi classificato bipolare), curato con stabilizatori ed antidepressivi con risultati più o meno soddisfacenti. Questa primavera dopo fase depressiva, cambiando psichiatra è rimasto scoperto da farmaci per circa 3 mesi per passare ai sali di litio, cura iniziata presumibilmente agli inizi di agosto. Dico presumibilmente perchè da fine agosto in fase ipomaniacale mio marito se ne è andato di casa abbandonando me e i suoi 2 figli. Non vuole avere alcun contatto di nessun tipo con me, anzi mi odia letteralmente, pochi contatti anche con i figli.
Sappiamo che forse i sali di litio li assume ma in maniera non adeguata al suo stato; la sua attuale psicoterapeuta non vuole assolutamente avere alcun contatto con i familiari (suo modo di oprare col paziente). A noi pare che i suoi comportamenti siano del tutto irrazionali, non sappiamo però cosa fare e come muoverci. Abbiamo assolutamente bisogno di aiuto per Lui e per noi.
Preciso che mio marito (libero professionista) sembra lavori abbastanza regolarmente ma di certo fa vita sregolata, dorme poco, spende eccc... classiche manifestazioni ipomaniacali. Dobbiamo aspettare la fase depressiva che sembra tardi ad arrivare, coe negli anni precedenti? Sono disposta a fornire maggiori dettagli se utili, io sono innamorata di mio marito anche se sembra che a Lui non importi più nulla della sua famiglia.
Ringrazio anticipatamente e saluto.
Antonella C.
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Salve, in questa fase di ipomaniacalità il litio non aiuterà suo marito ad avere un abbassamento del tono dell'umore, ma deve sperare che il marito accetti l'aiuto di uno Psichiatra che possa impostare una terapia mirata a questo scopo.
E' opportuno comunque monitorare la Litiemia per valutare la corretta assunzione del Litio, che l'aiuterà nel prevenire le future ricadute depressive e/o maniacali.
In atto però serve un approccio psichiatrico di tipo diverso, e la speranza è che anche la Psicologa in qualche modo concordi con questo e lo consigli al suo paziente.
E' opportuno comunque monitorare la Litiemia per valutare la corretta assunzione del Litio, che l'aiuterà nel prevenire le future ricadute depressive e/o maniacali.
In atto però serve un approccio psichiatrico di tipo diverso, e la speranza è che anche la Psicologa in qualche modo concordi con questo e lo consigli al suo paziente.
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 26/10/2012.
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