Depressione grave
Sono in cura presso uno psichiatra e psicoterapeuta per depressione grave da circa tre mesi. Prendo il Cipralex 20mg, sulpiride 50 mg due volte al giorno e xanax 0,25 mg tre volte al giorno.
Ho perso il lavoro di recente per la seconda volta e questo mi ha destabilizzato ulteriormente.
Ho forti idee suicidarie tanto che abbiamo un patto con il mio psichiatra che se mi rendessi conto che stanno diventando incontrollabili devo chiedergli aiuto ed essere eventualmente ricoverato.
Mi sembra di aver perso il mio ruolo ed il fatto di abitare all'estero mi fa sentire molto vulnerabile. Fortunatamente sono con la mia famiglia (moglie e bimbo piccolo) che mi tengono compagnia e, specialmente il bimbo, mi ancorano alla vita. La tentazione di farla finita e smettere di soffrire é grande pero' e le idee suicidarie sono quotidiane e frequentissime.
Il mio dottore mi da' grande fiducia e mi infonde coraggio dicendomi che é solo una fase transitoria e staro' meglio in futuro. Nel frattempo pero' soffro tantissimo, ho paura del futuro e di non riuscire a riprendermi e di non trovare un nuovo lavoro che riesca a svolgere e mi soddisfi. Fortunatamente per ora non abbiamo gravi preoccupazioni economiche anche se con la perdita del mio stipendio dobbiamo fare qualche sacrificio.
La mia vita é adesso caratterizzata da un senso di vuoto, di precarieta' e di inutilita'. Mi sembra di essere messo in un angolo, di essere un naufrago.
Il dottore mi ha detto che dovro' ricostruire il mio equilibrio e la mia personalita' che al momento sono completamente destabilizzati e perduti.
Questo mese è l'anniversario del suicidio di un mio carissimo amico, della morte di mia nonna alla quale ero molto legato e del mio primo licenziamento. Per questo sono particolarmente giu' di morale.
Vorrei smettere di soffrire e per questo ho questi atteggiamenti ambivalenti tra la voglia di guarire (percorso lungo e faticoso) e tra la voglia di uccidermi (strada facile ma che crea sofferenza estrema in chi resta).
Potro' guarire?
Riavro' la mia vita?
Quanto ci mettero' a guarire?
Ho perso il lavoro di recente per la seconda volta e questo mi ha destabilizzato ulteriormente.
Ho forti idee suicidarie tanto che abbiamo un patto con il mio psichiatra che se mi rendessi conto che stanno diventando incontrollabili devo chiedergli aiuto ed essere eventualmente ricoverato.
Mi sembra di aver perso il mio ruolo ed il fatto di abitare all'estero mi fa sentire molto vulnerabile. Fortunatamente sono con la mia famiglia (moglie e bimbo piccolo) che mi tengono compagnia e, specialmente il bimbo, mi ancorano alla vita. La tentazione di farla finita e smettere di soffrire é grande pero' e le idee suicidarie sono quotidiane e frequentissime.
Il mio dottore mi da' grande fiducia e mi infonde coraggio dicendomi che é solo una fase transitoria e staro' meglio in futuro. Nel frattempo pero' soffro tantissimo, ho paura del futuro e di non riuscire a riprendermi e di non trovare un nuovo lavoro che riesca a svolgere e mi soddisfi. Fortunatamente per ora non abbiamo gravi preoccupazioni economiche anche se con la perdita del mio stipendio dobbiamo fare qualche sacrificio.
La mia vita é adesso caratterizzata da un senso di vuoto, di precarieta' e di inutilita'. Mi sembra di essere messo in un angolo, di essere un naufrago.
Il dottore mi ha detto che dovro' ricostruire il mio equilibrio e la mia personalita' che al momento sono completamente destabilizzati e perduti.
Questo mese è l'anniversario del suicidio di un mio carissimo amico, della morte di mia nonna alla quale ero molto legato e del mio primo licenziamento. Per questo sono particolarmente giu' di morale.
Vorrei smettere di soffrire e per questo ho questi atteggiamenti ambivalenti tra la voglia di guarire (percorso lungo e faticoso) e tra la voglia di uccidermi (strada facile ma che crea sofferenza estrema in chi resta).
Potro' guarire?
Riavro' la mia vita?
Quanto ci mettero' a guarire?
[#1]
Gentile utente,
il punto fondamentale è la fiducia che pare connotare il rapporto con il suo curante.
Questo è un forte dato a favore di una prognosi positiva, tenendo conto che i tempi di risposta ai trattamenti sono di qualche settimana per i sintomi acuti ma anche di qualche mese per i sintomi residui.
Il senso del trattamento sarà anche quello di valutare la tempistica con cui effettuare i monitoraggi del caso e l'eventuale associazione con trattamenti di tipo psicoterapico.
il punto fondamentale è la fiducia che pare connotare il rapporto con il suo curante.
Questo è un forte dato a favore di una prognosi positiva, tenendo conto che i tempi di risposta ai trattamenti sono di qualche settimana per i sintomi acuti ma anche di qualche mese per i sintomi residui.
Il senso del trattamento sarà anche quello di valutare la tempistica con cui effettuare i monitoraggi del caso e l'eventuale associazione con trattamenti di tipo psicoterapico.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 24/10/2012.
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