Depressione post partum: come uscirne?
Salve.
Il mio bambino ha 4 mesi e mezzo e da quando è nato non riesco a scrollarmi di dosso quella che credo sia proprio depressione post partum. Dopo una gravidanza perfetta, senza nemmeno una nausea, finalmente 3gg prima della scadenza arrivano le doglie. Travaglio a casa per tutto il giorno e arrivo in ospedale con tutta calma solo dopo cena. Da lì a poco si rompono le acque e purtroppo mi operano per cesareo d'urgenza a causa del liquido tinto. Non avevo mai pensato al cesareo come possibile "modalità di parto", non nel mio caso. Nei 4gg trascorsi in ospedale non ho fatto che piangere e odiarmi, prendermela con mio marito, col fato... Perché a me? A casa mi capita di lasciar piangere il bambino nella culla mentre io mi alieno del tutto. Non l'ho amato da subito e ogni tanto mi sembra di non amarlo neppure ora. Fortunatamente l'idea di fargli del male mi ha sfiorato solo una volta (continuavo a fissare la finestra), mentre qualche volta in più mi è capitato di pensare di togliere il disturbo. Vivo fuori Italia, sola, non ho molti amici, solo qualche conoscente. Mio marito è fuori tutto il giorno per lavoro e talvolta in viaggio. Fa quel che può, si sta documentando molto, ma non sa come prendermi. Il rapporto col mio corpo è pessimo. Mi trovavo stupenda in gravidanza, ora mi odio e non riesco a toccare la pancia. Non ho più intimità con mio marito. Non mi aiutano i "pensa cosa sarebbe potuto accadere", "tuo figlio è bello e sano", "non importa come..." Ogni volta che partorisce un'amica provo un'invidia inaudita. Ma la cosa peggiore è la mia negatività, i miei momenti (a volte lunghissimi) di disamore verso mio figlio, di odio verso mio marito e verso me stessa. Vedo tutto nero, non provo interesse per nulla e se prima ero soltanto una persona riservata, ora sono misantropa nel vero senso della parola. Sono irritabile e piango spesso, spessissimo, anche senza motivo. Come posso uscire dalla voragine? Grazie.
Il mio bambino ha 4 mesi e mezzo e da quando è nato non riesco a scrollarmi di dosso quella che credo sia proprio depressione post partum. Dopo una gravidanza perfetta, senza nemmeno una nausea, finalmente 3gg prima della scadenza arrivano le doglie. Travaglio a casa per tutto il giorno e arrivo in ospedale con tutta calma solo dopo cena. Da lì a poco si rompono le acque e purtroppo mi operano per cesareo d'urgenza a causa del liquido tinto. Non avevo mai pensato al cesareo come possibile "modalità di parto", non nel mio caso. Nei 4gg trascorsi in ospedale non ho fatto che piangere e odiarmi, prendermela con mio marito, col fato... Perché a me? A casa mi capita di lasciar piangere il bambino nella culla mentre io mi alieno del tutto. Non l'ho amato da subito e ogni tanto mi sembra di non amarlo neppure ora. Fortunatamente l'idea di fargli del male mi ha sfiorato solo una volta (continuavo a fissare la finestra), mentre qualche volta in più mi è capitato di pensare di togliere il disturbo. Vivo fuori Italia, sola, non ho molti amici, solo qualche conoscente. Mio marito è fuori tutto il giorno per lavoro e talvolta in viaggio. Fa quel che può, si sta documentando molto, ma non sa come prendermi. Il rapporto col mio corpo è pessimo. Mi trovavo stupenda in gravidanza, ora mi odio e non riesco a toccare la pancia. Non ho più intimità con mio marito. Non mi aiutano i "pensa cosa sarebbe potuto accadere", "tuo figlio è bello e sano", "non importa come..." Ogni volta che partorisce un'amica provo un'invidia inaudita. Ma la cosa peggiore è la mia negatività, i miei momenti (a volte lunghissimi) di disamore verso mio figlio, di odio verso mio marito e verso me stessa. Vedo tutto nero, non provo interesse per nulla e se prima ero soltanto una persona riservata, ora sono misantropa nel vero senso della parola. Sono irritabile e piango spesso, spessissimo, anche senza motivo. Come posso uscire dalla voragine? Grazie.
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gentile utente
è opportuno considerare la visita psichiatrica come la possibilità di valutazione del suo attuale stato e il conseguente trattamento specifico.
Allo stato attuale, la situazione sembra andare verso un peggioramento ingravescente che non può essere rinviato all'attenzione specialistica.
è opportuno considerare la visita psichiatrica come la possibilità di valutazione del suo attuale stato e il conseguente trattamento specifico.
Allo stato attuale, la situazione sembra andare verso un peggioramento ingravescente che non può essere rinviato all'attenzione specialistica.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Gentile utente,
se ci sta scrivendo in questo momento, vuol dire che ha voglia di essere aiutata e vuole che suo figlio abbia una mamma al 100%.
Perciò si lasci consigliare che, per il bene vostro, è opportuno rchiedere l'aiuto di uno Psichiatra.
Questo stato depressivo è certamente superabile, ma deve farsi aiutare da uno specialista.
se ci sta scrivendo in questo momento, vuol dire che ha voglia di essere aiutata e vuole che suo figlio abbia una mamma al 100%.
Perciò si lasci consigliare che, per il bene vostro, è opportuno rchiedere l'aiuto di uno Psichiatra.
Questo stato depressivo è certamente superabile, ma deve farsi aiutare da uno specialista.
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
[#3]
Utente
Grazie per le celeri risposte. Di sicuro voglio trovare una via d'uscita. Voglio essere una mamma, una moglie, una donna al 100% ma ho questo dannato tarlo... La cosa che mi blocca dal chiedere aiuto è il fatto che non vivo in Italia. Non ho problemi con la lingua straniera, ma non mi sentirei molto a mio agio nel "tradurre" i miei stati d'animo. So che è possibile, in alcuni casi, una consulenza online tramite skype. Sapreste cortesemente consigliarmi? Di certo non è il percorso ottimale, ma per me sarebbe già un passo avanti.
[#4]
Probabilmente le servirà anche una cura farmacologica e on line non è possibile prescriverla.
In certi momenti non è fondamentale la perfetta "traduzione" di tutte le parole, l'importante è che sintomi e stati d'animo sono facilmente individuabili (e curabili) in qualsiasi lingua.
In certi momenti non è fondamentale la perfetta "traduzione" di tutte le parole, l'importante è che sintomi e stati d'animo sono facilmente individuabili (e curabili) in qualsiasi lingua.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 15.3k visite dal 22/10/2012.
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