Attacco di ansia: fame d'aria
Gentile Dottore,
mio figlio PIPPO di 20 anni, un paio di giorni fà, di ritorno dall'università, trovandosi su un treno pieno di gente, ha sentito improvvisamente stringere la gola, senso di soffocamento e sensazione di svenimento.
Preso dal panico ha tirato il freno di emergenza ed è uscito dal treno.
Ha cercato di tranquillizzarsi ed ha aspettato il treno successivo, ma per tutta la sera ha sofferto di questa "fame d'aria" gli abbiamo somministrato un calmante ( 10 gocce EN ) e la notte ha riposato abbastanza bene.
Il giorno successivo continuava sempre ad avere sempre gli stessi disturbi, il giorno successivo gli ha capitato la stessa cosa in università e per rientrare a casa sono dovuto andare a prenderlo con l'automobile.
Ha voluto essere portato in ospedale pensando che gli dessero un medicinale "miracolosa" che potesse fargli passare tutto e subito, ma gli hanno prenotato solo una visita psichiatrica per i primi del mese di novembre.
Lui cerca una soluzione farmacologica che l'aiuti ad uscire da questo stato.
Premetto da circa 2 anni mio figlio ha un problema ad ingoiare i cibi se non mandando giù i singoli bocconi bendo acqua; e per questo motivo da circa 1 anno segue una cura omeopatica che però non ha dato finora buoni risultati (licopodium, phosphorus, ignatia amara, ecc ),
Da circa 1 anno ha la sindrome del colon irritabile che stiamo curando con Debridat e bustine di Benefibra e sembra che questa cura stia dando i risultati sperati.
Chiadiamo il vostro consulto sul da farsi ed eventualmente quale terapia farmacologica seguire, in quanto nostro figlio è molto abbattuto di questa situazione, dice di soffrire come un cane.
Grazie per il vostro aiuto
mio figlio PIPPO di 20 anni, un paio di giorni fà, di ritorno dall'università, trovandosi su un treno pieno di gente, ha sentito improvvisamente stringere la gola, senso di soffocamento e sensazione di svenimento.
Preso dal panico ha tirato il freno di emergenza ed è uscito dal treno.
Ha cercato di tranquillizzarsi ed ha aspettato il treno successivo, ma per tutta la sera ha sofferto di questa "fame d'aria" gli abbiamo somministrato un calmante ( 10 gocce EN ) e la notte ha riposato abbastanza bene.
Il giorno successivo continuava sempre ad avere sempre gli stessi disturbi, il giorno successivo gli ha capitato la stessa cosa in università e per rientrare a casa sono dovuto andare a prenderlo con l'automobile.
Ha voluto essere portato in ospedale pensando che gli dessero un medicinale "miracolosa" che potesse fargli passare tutto e subito, ma gli hanno prenotato solo una visita psichiatrica per i primi del mese di novembre.
Lui cerca una soluzione farmacologica che l'aiuti ad uscire da questo stato.
Premetto da circa 2 anni mio figlio ha un problema ad ingoiare i cibi se non mandando giù i singoli bocconi bendo acqua; e per questo motivo da circa 1 anno segue una cura omeopatica che però non ha dato finora buoni risultati (licopodium, phosphorus, ignatia amara, ecc ),
Da circa 1 anno ha la sindrome del colon irritabile che stiamo curando con Debridat e bustine di Benefibra e sembra che questa cura stia dando i risultati sperati.
Chiadiamo il vostro consulto sul da farsi ed eventualmente quale terapia farmacologica seguire, in quanto nostro figlio è molto abbattuto di questa situazione, dice di soffrire come un cane.
Grazie per il vostro aiuto
[#1]
Gentile utente,
Occorre effettuare una visita psichiatrica. Lo specialista, se confermerà l'ipotesi di un disturbo d'ansia, provvederà a consigliare la terapia più adatta.
Cordiali saluti
Occorre effettuare una visita psichiatrica. Lo specialista, se confermerà l'ipotesi di un disturbo d'ansia, provvederà a consigliare la terapia più adatta.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Senz'altro una valutazione psichiatrica è indicata per confermare o meno la presenza di un disturbo d'ansia, inquadrare i sintomi gastrointestinali ed impostare una terapia. Anche se le crisi di ansia acuta provocano in effetti molta sofferenza a chi le vive, ci sono discrete possibilità di ottenere buoni risultati con l'uso dei farmaci. Accanto ad essi, tuttavia, considerata la giovane età di suo figlio, e se fosse motivato, potete contemplare l'ipotesi di un percorso di psicoterapia, sempre da valutare insieme allo psichiatra di riferimento dopo la fase di valutazione diagnostica.
Dr. Federico Dazzi
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.1k visite dal 20/10/2012.
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