Psicoterapia e antidepresivo
buona sera
volevo conoscere un vs. cortese parere
dal 2004 fino a tutto il 2011 sono stata in in psicoterapia, e contemporaneamente una collega psichiatra mi aveva prescritto l'antidepressivo sempre usati a cicli lunghi, più di un anno, intercalati da pause di 4-5 mesi, ma poi tornavo ad averne bisogno, ho assunto daparox poi fluorexitina + serenase 5g poi poi venlafaxina, durante l'assunzione stavo decisamente meglio, non ho notato grosse differenze tra i farmaci, il mio problema è che da 70 kg negli anni sono arrivata a 102 kg, ecco il perchè del cambio del farmaco, nel tentativo di trovare quello che mi facesse ingrassare di meno. Da giugno 2012 non prendo più farmaci, sono dimagrita di 6 kg ma ho ricominciato a stare male, con tendenza all'aggressività verbale. Per me tutto nasce da una situazione familiare molto pesante (e sicuramente anche una predisposizione familiare, mia sorella è schizofrenica, mio fratello ha sofferto di crisi di panico, mia madre non è mai stata in cura ma ne avrebbe avuto bisogno). Con la psicoterapia ero arrivata ad un punto morto.
Da settembre ho ricominciato la psicoterapia ma nonostante non stia per niente bene, questa volta non voglio ricorrere al farmaco per i motivi di cui sopra. Mi rendo conto però che nelle mie difficoltà sono a capo come nel 2004, non sono minimamente attrezzata a difendermi e/o accettare la mia situazione familiare.
Domanda: io credo nella psicoterapia, nella potenza della parola e dello scambio paziente/terapeuta ma ci sta che dopo8 anni mi ritrovo al punto di partenza (anafettiva, asociale, ansiosa a palla in via continuativa, depressa a fasi alterne?). Forse la psicoterapia non è la terapia idonea? Forze dovrei cambiare psicoterapeauta? Preciso che ne ho parlato con la dott.ssa, dice che sono cose lunghe, fino ad oggi abbiamo gestito le emergenze, incontrandoci 1 volta a settimana, ora abbiamo concordato di trovarci 2 volte, cercare di accantonare l'emergenza perenne e concentrarmi solo su di me.
Grazie per l'attenzione,....sono stata un pò lunghetta.
volevo conoscere un vs. cortese parere
dal 2004 fino a tutto il 2011 sono stata in in psicoterapia, e contemporaneamente una collega psichiatra mi aveva prescritto l'antidepressivo sempre usati a cicli lunghi, più di un anno, intercalati da pause di 4-5 mesi, ma poi tornavo ad averne bisogno, ho assunto daparox poi fluorexitina + serenase 5g poi poi venlafaxina, durante l'assunzione stavo decisamente meglio, non ho notato grosse differenze tra i farmaci, il mio problema è che da 70 kg negli anni sono arrivata a 102 kg, ecco il perchè del cambio del farmaco, nel tentativo di trovare quello che mi facesse ingrassare di meno. Da giugno 2012 non prendo più farmaci, sono dimagrita di 6 kg ma ho ricominciato a stare male, con tendenza all'aggressività verbale. Per me tutto nasce da una situazione familiare molto pesante (e sicuramente anche una predisposizione familiare, mia sorella è schizofrenica, mio fratello ha sofferto di crisi di panico, mia madre non è mai stata in cura ma ne avrebbe avuto bisogno). Con la psicoterapia ero arrivata ad un punto morto.
Da settembre ho ricominciato la psicoterapia ma nonostante non stia per niente bene, questa volta non voglio ricorrere al farmaco per i motivi di cui sopra. Mi rendo conto però che nelle mie difficoltà sono a capo come nel 2004, non sono minimamente attrezzata a difendermi e/o accettare la mia situazione familiare.
Domanda: io credo nella psicoterapia, nella potenza della parola e dello scambio paziente/terapeuta ma ci sta che dopo8 anni mi ritrovo al punto di partenza (anafettiva, asociale, ansiosa a palla in via continuativa, depressa a fasi alterne?). Forse la psicoterapia non è la terapia idonea? Forze dovrei cambiare psicoterapeauta? Preciso che ne ho parlato con la dott.ssa, dice che sono cose lunghe, fino ad oggi abbiamo gestito le emergenze, incontrandoci 1 volta a settimana, ora abbiamo concordato di trovarci 2 volte, cercare di accantonare l'emergenza perenne e concentrarmi solo su di me.
Grazie per l'attenzione,....sono stata un pò lunghetta.
[#1]
Gentile utente,
dipende molto dalla diagnosi e dalla fase della malattia. Se con la psicoterapeuta gestisce le urgenze è chiaro che non può affrontare un lavoro mirato ad altro.
Le due terapie farmacologica e psicoterapica possono essere usate insieme ma da quello che descrive sembra che abbia comunque bisogno di quella farmacologica scegliendo farmaci che la facciano aumentare poco di peso.
Inoltre in entrambi i casi le terapie non cambiare la sua situazione di vita, possono solo cambiare il suo stato per cercare di affrontare meglio i problemi.
Ancora consideri che se i farmaci la fanno stare meglio, sarà possibile un approccio psicoterapeutico senza pensare alle urgenze.
cordiali saluti
dipende molto dalla diagnosi e dalla fase della malattia. Se con la psicoterapeuta gestisce le urgenze è chiaro che non può affrontare un lavoro mirato ad altro.
Le due terapie farmacologica e psicoterapica possono essere usate insieme ma da quello che descrive sembra che abbia comunque bisogno di quella farmacologica scegliendo farmaci che la facciano aumentare poco di peso.
Inoltre in entrambi i casi le terapie non cambiare la sua situazione di vita, possono solo cambiare il suo stato per cercare di affrontare meglio i problemi.
Ancora consideri che se i farmaci la fanno stare meglio, sarà possibile un approccio psicoterapeutico senza pensare alle urgenze.
cordiali saluti
Massimo Lai, MD
[#2]
Utente
grazie per la celerità della risposta,
la questione del farmaco antidepressivo (diagnosi depressione) e del conseguente aumento di peso x me non è un problema da poco, c'è un limite a tutto e in questo mom non accetterei di aumentare oltre;
non ho ancora capito il perchè dell'aumento di peso, se perchè le benzodiazepine rallentano il metabolismo, oppure perche' mi viene molta più fame, oppure entrambe le cose; una cosa e' certa nel cibo trovo molta siddisfazione, sia nel prepararlo che nel consumarlo...
se trovassi un farmaco che non mi fa ingrassare oltre, lo potrei anche prendere ma c'è da dire che dopo tanta sofferenza, quando inizio a star meglio per la copertura dell'antidepressivo, le sedute di psicoterapia diventano prive di senso per me, non riesco più a parlare delle mie difficoltà perchè mi pare che tutto si sia assestato in maniera decente, cioè l'essere asociale, non avere alcun progetto per il futuro, il rapporto con mia mamma molto problematico e doloroso, sono tutte problematiche che vengono messe in stand by, non riesco più a lavorarci sopra, come se togliendo la componente depressiva e ansiosa non riconoscessi più le mie difficolta' come tali; lo so che puo' sembrare un controsenso, ma funziono cosi'
la questione del farmaco antidepressivo (diagnosi depressione) e del conseguente aumento di peso x me non è un problema da poco, c'è un limite a tutto e in questo mom non accetterei di aumentare oltre;
non ho ancora capito il perchè dell'aumento di peso, se perchè le benzodiazepine rallentano il metabolismo, oppure perche' mi viene molta più fame, oppure entrambe le cose; una cosa e' certa nel cibo trovo molta siddisfazione, sia nel prepararlo che nel consumarlo...
se trovassi un farmaco che non mi fa ingrassare oltre, lo potrei anche prendere ma c'è da dire che dopo tanta sofferenza, quando inizio a star meglio per la copertura dell'antidepressivo, le sedute di psicoterapia diventano prive di senso per me, non riesco più a parlare delle mie difficoltà perchè mi pare che tutto si sia assestato in maniera decente, cioè l'essere asociale, non avere alcun progetto per il futuro, il rapporto con mia mamma molto problematico e doloroso, sono tutte problematiche che vengono messe in stand by, non riesco più a lavorarci sopra, come se togliendo la componente depressiva e ansiosa non riconoscessi più le mie difficolta' come tali; lo so che puo' sembrare un controsenso, ma funziono cosi'
[#3]
Gentile utente,
la reazione che lei riferisce quando la terapia farmacologica mostra una certa efficacia,può essere considerata non rara.Penso tuttavia che sarebbe per lei importante trovare , con l'aiuto del suo terapeuta ,le motivazioni del suo percorso psicoterapico prevalentemente dentro di sè,che non come reazione ad uno stato di disagio legato ad agenti esterni.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
la reazione che lei riferisce quando la terapia farmacologica mostra una certa efficacia,può essere considerata non rara.Penso tuttavia che sarebbe per lei importante trovare , con l'aiuto del suo terapeuta ,le motivazioni del suo percorso psicoterapico prevalentemente dentro di sè,che non come reazione ad uno stato di disagio legato ad agenti esterni.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 20/10/2012.
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