Ansia generalizzata e agorafobia

Buongiorno. Sono una ragazza di 25 anni (corporatura minuta) (1,60 e 43 kg). Il mio disturbo è iniziato circa un anno fa in seguito a un periodo forte di stress e ho iniziato ad avere ansia improvvisa (fuori di casa) e paura ad allontanarmi eccessivamente da casa con una forte sensazione di insicurezza e non protezione. Ho iniziato a frequentare uno psichiatra che inizialmente mi ha diagnosticato una agorafobia non comune in quanto non presentavo attacchi di panico ma solo quella forte sensazione di paura e insicurezza o ansia lontana da casa. Con lui ho iniziato (a febbraio 2012) lo XANAX a effetto immediato da 0.50 associato a lexotan (alcune gocce da me gestibili, non piu di 10) in previsione di un attacco di panico. Con questa terapia farmacologica mi trovavo bene. Tuttavia il medico ha insistito affinchè avessi una corpertura di base non solo immediata, e quindi dopo poche settimane mi ha sostituito lo xanax da 0,50 a effetto immediato con uno a RILASCIO PROLUNGATO (una pasticca da 0,50 al giorno la mattina). Quando mi è stata cambiata la terapia, pur essendo consapevole che ci sarebbero voluti alcuni giorni pero sortirne i primi effetti positivi, le cose sono andate peggiorando. A quel punto dopo altre due settimane allora il medico mi ha prescritto EN IN GOCCE (10 AL GIORNO) + UNA PASTICCA DI ZARELIS. Dopo il secondo giorno di assunzione di entrambi sono stata molto male fisicamentee sono andata al pronto soccorso e quindi sia il medico ospedaliero sia il mio psichiatra mi hanno indicato di abbandonare lo zarelis e di continuare solo con 10/20 gocce di en al giorno e al bisogno di una pasticca di xanax. Ho interrotto il rapporto con il mio psichiatra e ho continuato comunque per un paio di mesi con le 10 max 20 gocce di EN al giorno. Tuttavia la situazione a volte andava bene e riuscivo ad allontarmi, altre volte in situazioni in cui ero piu stressata non cela facevo. Ho iniziato quindi a seguire una terapia da uno psicologo e ho cercato un altro psichiatra. La psicologa mi ha parlato di ansia generalizzata che ultimamente si sta facendo più forte (ho avuto anche diversi attacchi di panico), dovuta principalmente a un problema di CONTROLLO e del fatto che la mancanza di controllo mi porti a queste crisi. Per quanto riguarda lo psichiatra mi ha visto solo due volte e mi ha "imposto" senza alternative di prendere il CYMBALTA associato in una prima fase all'EN. Alla mia richiesta di provare un farmaco più leggero, non SRNI, avendo avuto una brutta reazione con lo zarelis, mi ha risposto dicendo che potevo stare meglio solo con il CYMBALTA.
Vorrei specificare che non soffro di depressione o sbalzi d'umore.
Io ora chiedo, sarebbe possibile, avendo avuto fino ad ora solo una terapia blanda di benzodiazepine, cominciare con un farmaco più leggero del cymbalta? Pensate con un srri come il citopral possa fare al mio caso? Ribadisco che questo ultimo psichiatra mi ha fatto una diagnosi in 2 giorni non consecutivi.
Grazie
Cordiali saluti
Lar
[#1]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
salve,
Concordo con i suoi dubbi e mi spiace che lei non li abbia fatti presente allo Psichiatra.
Le sue deduzioni rispetto agli SNRI sono più che sensate. Se quindi non è convinta consulti un altro Psichiatra, ma stavolta gli parli di tutte le sue perplessitá in merito a determinate terapie.

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
La duloxetina, cymbalta nel suo caso, é indicata per il trattamento del disturbo d'ansia generalizzata. I farmaci non si suddividono in pesanti e leggeri, ma in indicati e non indicati. Se poi lei teme eventi avversi, allora lo specialista deve informarla sui possibili effetti collaterali, iniziare il trattamento in maniera graduale, in modo da limitare la possibilità, e fornire le indicazioni per gestirli.
Per inciso, la duloxetina non é comunque l'unico farmaco indicato in questo tipo di disturbi.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
Utente
Utente
Genti Dott. vassilis,
la ringrazio per la sua immediata risposta.
Avendomi visto solo due volte sono rimasta un po perplessa dalla diagnosi immediata del medico e dalla sua decisione di impormi di prendere il cymbalta, senza alternative. Nonostante io avessi manifestato dei dubbi sul medicinale relativi ai possibili effetti collaterali (e specialmente in seguito come ho accennato in precedenza alla brutta esperienza avuta con un altro srni ovvero lo Zarelis).
Sono cosciente del fatto che non esistano farmaci forti o meno, ma farmaci più adatti o meno adatti.
Di conseguenza, siccome lei stesso ha affermato che la duloxetina non è l'unico farmaco indicato per questo tipo di problema, pensa che visto che il mio psichiatria sia irremovibile sull'utilizzo del cymbalta non so per quale motivo, debba rivolgermi ad un ltro psichiatria e chiedere consiglio sull'eventuale utilizzo di un srri come un citalopram? Pensa che, ovviamente sotto consiglio medico, possa essere utile provare questo tipo di farmaco?
La mia idea è solo di voler partire da qualcosa che sia allo stesso tempo adatta al mio disturbo e magari con meno effetti collaterali causa motivi lavorativi e di studio che sono costretta ad affrontare. E' ovvio che se il mio psichiatra dopo l'uso di altre terapie senza risult riscontrasse l'esigenza di utilizzare la duloxetina io lo seguirei. Ma mi chiedo, perchè partire dal cymbalta con solo due giorni di visita se posso ottenere gli stessi risultati da un altro tipo si farmaco?


la ringrazio nuovamente

Cordiali saluti
Lara
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dr.Paterno,
la ringrazio per la sua risposta.
Mi rivolgerò di conseguenza a un altro psichiatra esponendogli i miei dubbi e spero di essere ascoltata.
Colgo l'occasione per ribadire la domanda che ho rivolto nel post precedent al Dott. Vassalis, pensa che potrei risolvere o comunque tentare di migliorare la situazione con un farmaco come il cilatopram o affini, o comunque con una ssri?

Grazie ancora
Cordiali saluti
Lara
[#5]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
Se ha dubbi sul fatto che il suo psichiatra non sia attento alle domande e alle perplessità da lei poste, allora può essere utile chiedere un secondo parere. Non deve però necessariamente vedere come soluzione quella del citalopram. Esistono diversi farmaci indicati per i disturbi d'ansia. Esponga allo specialista i suoi disturbi e le sue perplessità, ma lasci al medico la scelta del farmaco più adatto.
Cordiali saluti
[#6]
Dr. Federico Dazzi Psichiatra 17 1
gentile utente,
mi associo a quanto già detto dai colleghi, il cymbalta può essere indicato in una condizione come la sua e non è solitamente un farmaco "pesante" (nel senso che è spesso ben tollerato). Ad ogni modo, non mi sembra si tratti tanto del numero di incontri o del farmaco prescritto, ma del fatto che evidentemente non si è trovata in sintonia con il collega che l'ha presa in carico. Una buona relazione con il proprio psichiatra è senz'altro un presupposto molto importante per la costruzione di un buon progetto terapeutico.

Ci tengo a fare una precisazione: lo Zarelis così come molti antidepressivi può spesso dare nei primissimi giorni effetti indesiderati che risultano sgradevoli ma transitori e non gravi. Lei che sintomi ha avuto? Personalmente ritengo utile informare il paziente di questa evenienza cosicchè non si allarmi nel caso in cui si dovesse verificare.

Dr. Federico Dazzi

[#7]
Utente
Utente
Gentile Dr. Dazzi,
La ringrazio per la sua risposta.
Prima di tutto i problemi sono due: quando ho preso lo Zarelis avevo piena fiducia nel mio psichiatria con cui ero in cura in quel momento e quindi essendo ovviamente motivata a superare questa situazione di ansia e del non potere allontanarmi da casa che mi rendeva e mi rende la vita impossibile lo presi immediatamente. Ci tengo a specificarlo solo perchè non sono una persona restia a farmaci o alle cure. Purtroppo la mia reazione è stata un vomito continuo durato 6 ore irrefrenabile con annesso svenimento, e dopo essere stata portata in ambulanza all'ospedale mi hanno parlato di allergia al farmaco e quindi il medico ospedaliero e il mio psichiatra mi hannno detto di interromperlo. Se si fosse trattato di nausea, diarrea cefalea o quant'altro avrei sicuramente resistito data la voglia di uscire da questa situazione.Detto questo ho interrotto con lui le sedute e mi sono rivolta dopo circa 2 mesi (continuando solo con l'en che da lui stesso mi era stato consigliato insieme allo zarelis, sapendo che non era sufficiente ma visto che avevo necessita per uscire di 10 gocce quasi quotidianamente).
Trovato un altro psichiatra, questa volta in una seduta gli raccontai i miei problemi di allontanamento (era maggio e avevo solo ansia fuoiri d casa e agorafobia, nessun attacco di panico ancora o altri problemi ne depressione) lui già dalla prima seduta mi disse che dovevo prendere il Cymbalta. Ora io inizialmente accettai in quanto ero fortemente motivata come le ho detto ad uscirne, ma riflettendo con la mia famiglia dopo 1 mese nella seconda e ultima volta ke ci siamo visti gli chiesi se vista la reazione pesante allo zarelis, e visto che non avevo provato ancora nient'altro potessi usare qualcosa di diverso, ovviamente scelto da lui, che non fosse una snri. E lui urlandomi mi disse che avrei dovuto prendere quello e solo quello. E' ovvio che ora anche il rapporto con quest'altro dott. è stato interrotto. Ora io mi chiedo è posSIBILE fare una diagnosi in una seduta e mezza? E obbligare un paziente a prendere un medico senza ascoltare i suoi dubbi, almeno in parte fondati dovuti alla reazione allergica precedente, e provare un farmaco di tipo meno invadente o di origine diversa visto che fino ad ora ho usato solo benzodiazepine? Non mi pare di stare chiedendo tanto.Io non voglio decidere da sola la cura per me, ma essendo debilitata fisicamente e ovviamente ancora non depressa ma esausta di quiesta situazione alla mia età vorrei solo qualcuno che mi ascoltasse e che mi facesse partire da un altro tipo di farmaco a cui potrei essere piu tollerante all'inizio e che mi permette almeno ancora di uscire nella mia zona di quartiere. Poi se un farmaco di tipo diverso, io avevo citato precedentemente il citalopram ma era solo per fare capire a cosa mi riferivo, non dovesse bastare allora ovviamente continuerei con qualcosa di diverso come mi verrebbe indicato.

Spero abbia capito ilmio problema.
Grazie
[#8]
Dr. Federico Dazzi Psichiatra 17 1
Si, credo di aver capito. Non intendevo mettere in dubbio la sua motivazione o sostenere che non avesse tollerato il farmaco per una sua suggestione. Al contrario, mi sembra sensato sentire un secondo parere se con quest ultimo psichiatra non si è trovata bene, proprio perché una relazione di fiducia è un presupposto fondamentale, a prescindere dalla scelta del farmaco.
[#9]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
vi rubo altro tempo per chiedervi una delucidazione o un consiglio.
Vorrei sapere se è consigliabile e fattibile passare senza scalare da 20 gocce di en giornaliere (la quantità che prendo al momento) a 6 gocce di prazene due volte al giorno mischiate a una srri senza scalare prima l'en. potrei avere effetti dovuti al cambiamento improvviso di benzodiazepina? L'en lo prendo da circa 6 mesi. prima prendevo 10-15 giocce e solo da 10 giorni sono passata a 20 gocce giornaliere. Posso procedere a questo cambiamento senza dover scalare prima per un periodo le gocce di en?
grazie
[#10]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
mi scuso ma devo correggere quello che ho scritto.
Per andare nei dettagli:
Attualmente sto prendendo SOLO 20 gocce di En giornaliere. visto che il disturbo come scritto in precedenza non passa poichè non si puo curare solo con benzodiazepina mi è stato prescritto come dose iniziale:

CITALOPRAM: 6 al mattino e 6 alla sera
PRAZENE: 12 al mattino 12 alla sera da mischiare al citalopram
il medico mi ha anche detto in caso di bisohno di poter prendere 13 gocce di en se ho crisi d'ansia

Ho due domande:
-l'interruzione/sostituzione improvvisa di en con prazene senza scalare prima l'en puo darmi problemi di astinenza?
non sarebbe meglio prima scalare l'en e poi introdurre questa nuova terapia?Oppure le24 gocce totali di prazene coprono completamente l'assenza dell'EN anche se le cambio dall'oggi al domani?

- Ho letto sul bugiardino che per il citalopram si consiglia di iniziare con dosi più basse come 4 gocce al giorno x la prima settimana, e poi aumentare la seconda settimana a 8. non è esagerato per me iniziare direttamente con 12 dal primo giorno?
idem per prazene ho letto che il dosaggio consigliato è di 4 gocce al giorno e poi seconda settimana 8 gocce. mentre io ne prenderei in totale 24 da subito.
premetto che attualmente i miei problemi sono agorafobia con saltuari attacchi di panico lontana da casa e leggera ansia generalizzata.

Non ripeto i dettagli del mio disturbo in quanto li ho scritti dettagliatamente nei msg precedenti.
Grazie in anticipo per la vostra opinione.

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