Forma di depressione con ansia con citalopram 40 mg alla sera, purtroppo ultimamente avverto una

Sono in terapia per una forma di depressione con ansia con citalopram 40 mg alla sera, purtroppo ultimamente avverto una forma di abulia e apatia forte. Mi capita anche di svegliarmi al mattino con l'ansia. Sapendo che gli ssri nel lungo periodo ( il mio caso li prendo ormai da 5 anni continuativamente) danno apatia ho provato a diminuire a 30 mg ma con scarsi risultati. Cosa mi consigliate?
Grazie.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
Lei scrive:

<<..ultimamente avverto una forma di abulia e apatia forte. Mi capita anche di svegliarmi al mattino con l'ansia..>>

Da quanto tempo ha questi disturbi ? Scrive "ultimamente". Può essere più preciso ? Grazie.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
Utente
Circa da tre mesi.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
nella mia pratica non mi risulta che gli SSRI causino a lungo termine l'apatia. Ma, anche se risulta a Lei dalle Sue conoscenze, la modalità di insorgenza dei Suoi attuali sintomi (non insidiosa, ma relativamente improvvisa: nell'arco di tre mesi) comunque non fa pensare alla correlazione con un farmaco che assume da più anni. Da un effetto a lungo termine aspetterei una dinamica di comparsa molto più graduale.

Comunque, se già stiamo parlando degli effetti collaterali degli SSRI, questi vanno periodicamente e regolarmente sondati e monitorati, ad esempio anche con esami di laboratorio. In particolare andrebbe monitorata la funzionalità del fegato. Alcune malattie del fegato, anche non dovute, all'origine, ai farmaci, possono essere da questi peggiorati, e possono manifestarsi con uno stato generale che assomiglia allo stato depressivo. Anche lo squilibrio degli elettroliti, subentarta per qualsiasi causa, può essere peggiorata da SSRI; anche l'anemia, se ci sono i disturbi di emostasi; anche alcuni problematiche ormonali. In tutte queste problematiche il citalopram difficilmente rivestirebbe il primo ruolo, ma se tali problematiche sono presenti bisogna avere più cautela con i farmaci, indagare il disturbo meglio, e, sicuramente, non limitarsi a questo, ma curare tale disturbo fisico.

Prima però di pensare di avere una delle problematiche del genere bisogna fare i controlli di routine dei rispettivi parametri, perché sono delle problematiche ipotetiche. Senza la prova sono soltanto un motivo dei pensieri negativi.

Se si assume uno psicofarmaco, i controlli, almeno dei parametri di routine, di buona regola dovrebbero farsi regolarmente, a periodi prestabiliti.

Comunque, da quello che Lei descrive, l'ipotesi più plausibile che posso avere è che Lei possa avere in corso una ricaduta della Sua malattia psichica di base, la quale si manifesta con uno stato depressivo. In tale situazione noon ha senso ridurre la dose dell'antidepressivo autonomamente (non bisogna mai cambiare da soli i dosaggi), ma rivolgersi allo specialista psichiatra (meglio quello che L'ha seguito prima), farlo valutare il Suo stato psichico e decidere assieme cn lui il da farsi, il che potrebbe riguardare anche l'aumento della dose dell'antidepressivo (anziché la riduzione), l'aggiunta o la sostituzione con un altro farmaco, o un'altra soluzione terapeutica.

E' anche importante portare allo psichiatra i risultati degli esami di controllo, ai quali ho accennato prima, perché lui possa con un mezzo in più, valutare la diagnosi differenziale di una eventuale condizione di carattere organico.

Dunque, sospettando soprattutto uno stato depressivo, il mio consiglio è in ogni modo di fare la visita dallo psichiatra.

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