Un forte stress post traumatico
sono una ragazza di 28 anni ke studia come tecnico di radiologia all universita degli studi di Cagliari,per quanto abbia un'infarinatura di medicina(essendo figlia di medico)ancora ho dei dubbi sull uso di questo farmaco,il mio fidanzato ha subito un forte stress post traumatico(gli hanno rimosso un condrosarcoma dicendogli che gli sarebbe ritornato,cio ha causato il trauma secondo i medici,in piu dandogli del pazzo) assume quindi una compressa del suddetto farmaco da 20 mg.
io sono convinta che ne potrebbe fare a meno gia da ora(sono passati solo 3 mesi dall'inizio del trattamento e si consigliano minimo 6)TOTALE:
mi ha dato l'impressione che questo farmaco gli affatichi il corpo e la mente e gli fa avere delle paure,fobie assurde.
nonostante avendo approfondito l argomento su internet non sono soddisfatta.Chiedo un consiglio per convincere il mio fidanzato che puo fare a meno del farmaco e riprendere a vivere normalmente, anche essendo consapevoli che il tumore puo tornare
ragazza disperata
io sono convinta che ne potrebbe fare a meno gia da ora(sono passati solo 3 mesi dall'inizio del trattamento e si consigliano minimo 6)TOTALE:
mi ha dato l'impressione che questo farmaco gli affatichi il corpo e la mente e gli fa avere delle paure,fobie assurde.
nonostante avendo approfondito l argomento su internet non sono soddisfatta.Chiedo un consiglio per convincere il mio fidanzato che puo fare a meno del farmaco e riprendere a vivere normalmente, anche essendo consapevoli che il tumore puo tornare
ragazza disperata
[#1]
Concordo con lei nell'eccessiva e troppo precoce"farmacologizzazione" di un evento esistenziale che, a mio parere, andava gestito con maggior tatto e professionalità dagli oncologi. Riterrei molto più utile un intervento di tipo psicoterapico con operatori esperti nel settore, purtroppo ancora pochi ma che dovrebbero essere sempre presenti in un settore così delicato.Riguardo al farmaco consiglierei di scalare il dosaggio utilizzando le gocce, ad. es. 1 goccia ogni 3 giorni.
[#2]
Gentile utente, per il suo fidanzato la vita è completamente cambiata: il suo corpo, il suo futuro, le prospettive di vita, niente sarà più come prima. Non è solo un trauma da superare, è il problema di accettare una vita completamente diversa. Il farmaco non mi sembra il problema principale in questo momento, e gli effetti che lei descrive (paure, stanchezza) sono piuttosto imputabili alla sofferenza psicologica.
Concordo col collega sull'opportunità di trovare un terapeuta col quale il suo fidanzato si senta libero di parlare. Sarebbe utile (ma penso che lo stiate già facendo) anche documentarsi sulla patologia di cui soffre e sentire ulteriori pareri riguardo alla prognosi.
Cordiali saluti
Concordo col collega sull'opportunità di trovare un terapeuta col quale il suo fidanzato si senta libero di parlare. Sarebbe utile (ma penso che lo stiate già facendo) anche documentarsi sulla patologia di cui soffre e sentire ulteriori pareri riguardo alla prognosi.
Cordiali saluti
Franca Scapellato
[#3]
Gentile utente,
la domanda che mi sono posto e' se la prescrizione del farmaco e' stata fatta dagli oncologi o dagli psichiatri, per capire il tipo di valutazione fatta e la competenza a prescrivere uno psicofarmaco cosi' a breve da un evento traumatizzante.
In genere, infatti, e' preferibile attendere almeno 6 mesi dall'evento.
Ora, convincere il suo fidanzato che forse ha posto una speranza nel daparox per ridurre una serie di sintomi che lo fanno stare male, credo sia una cosa piuttosto ardua.
Sarebbe invece opportuno valutare un supporto di tipo psicoterapico, possibilmente con uno psichiatra, in modo che, quando sara' possibile, potra' anche essere gestita la riduzione del farmaco e tutti i sentimenti e le preoccupazioni relative ad esso.
la domanda che mi sono posto e' se la prescrizione del farmaco e' stata fatta dagli oncologi o dagli psichiatri, per capire il tipo di valutazione fatta e la competenza a prescrivere uno psicofarmaco cosi' a breve da un evento traumatizzante.
In genere, infatti, e' preferibile attendere almeno 6 mesi dall'evento.
Ora, convincere il suo fidanzato che forse ha posto una speranza nel daparox per ridurre una serie di sintomi che lo fanno stare male, credo sia una cosa piuttosto ardua.
Sarebbe invece opportuno valutare un supporto di tipo psicoterapico, possibilmente con uno psichiatra, in modo che, quando sara' possibile, potra' anche essere gestita la riduzione del farmaco e tutti i sentimenti e le preoccupazioni relative ad esso.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#5]
Il disturbo post traumatico da stress è una condizione profondamente invalidante, in cui lo stress provato in una situazone difficile del passato (ad esempio una diagnosi di malattia) torna in seguito anche per anni attraverso emozioni e pensieri negativi.
La più idonea terapia (che ovviamente va svolta dopo avere fatto diagnosi accuratamente) è una combinazione di farmaci come il daparox (categoria serotoninergici) e tecniche di psicoterapia volte a elaborare meglio il trauma (e ce ne sono diverse: dalla terapia cognitivo comportamentale, alle tecniche di mindfulness, all'emdr).
Il solo farmaco, dato senza altro supporto ed in assenza di sintomi precisi, non può avere un effetto pieno, anche perchè, almeno da ciò che lei scrive, non sta affatto funzionando sul piano delle fobie e dell'ansia.
Concordo quindi con i colleghi, e vi invito a rivolgervi ad un professionista in modo da fare il punto sulla situazione attuale e sulla necessità o meno di svolgere terapia farmacologica.
Saluti
La più idonea terapia (che ovviamente va svolta dopo avere fatto diagnosi accuratamente) è una combinazione di farmaci come il daparox (categoria serotoninergici) e tecniche di psicoterapia volte a elaborare meglio il trauma (e ce ne sono diverse: dalla terapia cognitivo comportamentale, alle tecniche di mindfulness, all'emdr).
Il solo farmaco, dato senza altro supporto ed in assenza di sintomi precisi, non può avere un effetto pieno, anche perchè, almeno da ciò che lei scrive, non sta affatto funzionando sul piano delle fobie e dell'ansia.
Concordo quindi con i colleghi, e vi invito a rivolgervi ad un professionista in modo da fare il punto sulla situazione attuale e sulla necessità o meno di svolgere terapia farmacologica.
Saluti
Claudia Ravaldi
www.psico-terapia.it
www.ciaolapo.it
www.matermundi.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.9k visite dal 29/03/2008.
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