Efficacia cipralex

Gentili Dottori, soffro sin da ragazzo, a causa di problemi tra i miei genitori, di stati d'ansia con depressione reattiva, sintomi che in adolescenza si sono presentati un paio di volte per un periodo circa di un anno l'uno e da adulto dopo una grave malattia di mia moglie, il che ha aggiunto alla sintomatologia un grave disturbo da attacchi di panico. Stanco di star male mi sono rivolto finalmente ad uno psichiatra, il quale mi ha prescritto cipralex 10 mg. Dopo circa un mese ho cominciato a stare meglio, l'ansia di base c'era sempre ma sapevo perfettamente come mandare via i pensieri intrusivi ed ossessivi che mi preoccupavano ed in effetti riuscivo sempre a stare bene. Nel marzo di quest'anno, dopo quasi due anni, d'accordo con il mio medico, ho iniziato a scalare la terapia sino ad eliminarla nel giugno scorso. I primi di Agosto, tuttavia, dopo un leggero attacco di panico la sintomatologia si ripresenta magicamente in tutto il suo splendore, mi demoralizzo, aspetto che passi ed a metà settembre ricontatto il mio curante che mi riprescrive il cipralex 10 mg e xanax retard 0.50 da assumere la sera. E' passato un mese ma apparte qualche giorno un pò più spensierato sto ancora male, risvegli precoci, crisi di pianto, nausea, continue ed esasperanti richieste di rassicurazioni a mia moglie ed ai miei famigliari (mio padre ahimè è un medico) ad ogni ora del giorno, ricerche continue di sintomi su internet, pensieri esistenziali, insomma le solite cose a cui probabilmente sarete abituati. Solo due domande.. è possibile che questa volta il cipralex non stia facendo il suo dovere? Durante il giorno ho una sonnolenza fortissima ed un senso di rimbecillimento totale, i miei figli mi guardano come un alieno. Potrebbe essere lo xanax? Lo prendo alla sera ma non penso mi aiuti molto. Visto che è un mese ormai che lo assumo potrei scalarlo usando le gocce? Con quale frequenza. Il mio psichiatra è all'estero e non posso contattarlo per le prossime tre settimane. Mi ha comunque consigliato di iniziare una psicoterapia che ho intenzione di intraprendere. In passato ne ho affrontata una prima che però, concentrandosi sulle cause per le quali ho sviluppato la mia patologia, non mi ha per nulla insegnato come affrontarla o, per lo meno, come contenerla. Vi ringrazio in anticipo per ciò che risponderete.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
Dopo solo un mese di terapia é normale avere ancora effetti soltanto parziali e discontinui. É necessario attendere ancora qualche settimana prima di rivalutare la situazione ed eventualmente la terapia stessa. La dismissione delle benzodiazepine va effettuata sotto la supervisione del suo specialista di fiducia o comunque di un medico che possa seguirla direttamente. Riguardo la psicoterapia, per i disturbi d'ansia trova proficua applicazione la terapia cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
La ringrazio moltissimo per la disponibilità e la puntualità nel rispondere. E' che sono "esausto" di questa mia condizione. E' tutto difficile, anche le cose più semplici, che di solito affronto con sicurezza, sono enormi macigni. Al mattino mi sveglio con la convinzione che non riuscirò ad affrontare la giornata, con nuove fobie, nuovi dolorini, nuove richieste di rassicurazioni. Mi rendo conto di essere diventato una persona pesante, io che a metà luglio andavo in giro per la grecia alla ricerca dei posti più impervi ed isolati. Mi chiedo, stavolta "risorgerò" nuovamente. Avrei tante domande ma mi rendo conto che si tratta soltanto di inutili rassicurazioni.
Dinuovo, grazie mille!
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Se vuole ci tenga aggiornati sulla situazione. Spesso per chi legge i consulti può essere di grande aiuto ritrovare anche situazioni che si risolvono positivamente oltre che richieste di aiuto nei momenti di difficoltà.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Grazie ancora. Certamente le faro' sapere quando le cose andranno meglio. Soprattutto se ciò può essere di aiuto a chi si verrà a trovare nella mia stessa situazione. Noi ansiosi leggiamo continuamente su internet di consulti e patologie ed in effetti troviamo sempre gente che lamenta i suoi disagi, con la conseguenza che ci preoccupiamo ancora di più. In questo momento mi trovo al piano di sopra di casa mia. Sotto ci sono i miei figli che giocano e scherzano. Vorrei essere con loro ed invece sono qui "nascosto" a piangere in preda all'agitazione ed al desiderio di essere un padre alla loro altezza. Li amo tantissimo. Scusi lo sfogo.
Cordiali saluti e grazie.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Forse basterebbe andare anche solo andare a stare con loro, mostrandosi interessato ai loro giochi. Probabilmente é più semplice di quello che possa sembrare in partenza. I bambini si accontentano di molto poco. Non stia troppo a rimuginare su quello che dovrebbe o potrebbe fare. Faccia qualcosa, anche di piccolo e semplice e vedrà che la aiutera a sentirsi meglio.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Mille grazie. Pensi che quanto mi ha scritto ha fatto commuovere anche mia moglie, che mi stava vicino e consolava il mio pianto quotidiano. Insomma ora piangiamo tutti!
Grazie davvero per la sua sensibilità, dote rara.
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Gentile dottore, è passato un pò di tempo e come promesso torno a scrivere. Ci sono state giornate terribili, altre migliori ed attualmente oscillo tra sensazioni positive e negative. Di certo non ho più la nausea, l'appetito è tornato, le crisi di pianto sono molto più rare e riesco addirittura a divertirmi con gli amici quando di sera a volte ci riuniamo. Anzi tutti loro, che conoscono perfettamente il mio disturbo e sanno che sto facendo una terapia, mi vedono come l'anima della serata, quello che li fà ridere e divertire. Quello che permane è quest'ansia piuttosto "mentale", questo continuare a a controllare sempre i miei sintomi, questa paura della paura, questo scorrazzare tra i siti internet a cercare rassicurazioni che non rassicurano mai. Mi spiego meglio, penso sempre a questo disturbo, dalla mattina alla sera, penso sempre alle paure ed alle fobie che potrebbero venirmi e magari lo faccio mentre sto lavorando tranquillamente, mentre sto ridendo con gli amici, mentre svolgo una qualsiasi attività. Il pensiero di questo problema è sempre lì fino a smorzarsi poi alla sera quando il sonno rende tutto più confuso. La mia psichiatra, splendida persona, dice che è una fase di passaggio, altalenante, che ci vuole altro tempo. Sono circa due mesi che ormai prendo il cipralex 10 mg e presto inizierò una psicoterapia cognitivo comportamentale. Pensa che l'introduzione di tale terapia possa aiutarmi a dare un'ulteriore svolta? E' "normale" che io provi ancora questi sintomi sopra descritti e sia ancora completamente concentrato sul mio problema? Aggiungo che circa tre settimane fa, in un momento di benessere, ho prenotato un viaggio all'estero con mia moglie. Ho avuto molta paura nei giorni successivi ed invece il viaggio è stato bellissimo, mi sono distratto, ho preso aerei, treni, ho dormito in un posto sconosciuto, sempre con il pensiero dell'ansia di sottofondo ed a volte addirittura scordandomene! Rientrato in Italia riecco che ho paura di tutto, ma sempre a livello mentale, perchè poi, sforzandomi, riesco a svolgere il mio lavoro, a ridere con i miei figli ed a fare anche altre attività. La ringrazio in anticipo, come sempre, per la sua disponibilità e per quello che vorrà rispondermi.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
Sono contento per lei; i migliormanenti sono evidenti e dovrebbero continuare considerato che ha iniziato la terapia da appena due mesi. L'associazione con una psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere di grande vantaggio. Le faccio il mio in bocca al lupo.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Un'ultima domanda: questo fatto di pensare sempre all'ansia, alle fobie, di rimuginare 24 ore su 24 e' tipico dello stare in ansia? Dovrebbe dissolversi con il progredire della terapia? È' veramente troppo fastidioso, impegna la mia mente tutto il giorno e non mi fa godere delle cose piacevoli. In passato si è' dissolto ma non ricordo come... C'è qualcosa che dovrei fare o non fare in tal senso? Grazie.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Il prosieguo della terapia dovrebbe attenuare questi fenomeni. La psicoterapia può fornire ulteriori validi strumenti.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Grazie per la sua consueta disponibilità e per il servizio che offre.
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Gentile dottore, sono stato oggi dalla mia psichiatra dopo circa un mese. Dopo averle mostrato un "video" che mia moglie ha registrato durante una mia crisi di ansia acuta (o probabilmente attacco di panico), la stessa mi ha consigliato di portare il cipralex a 15 mg, anche allo scopo di essere più tranquillo in vista dell'imminente inizio della psicoterapia. In effetti vado ancora a periodi, certamente meglio degli inizi, ma quotidianamente vivo la costante "attesa penosa" tipica di chi soffre di ansia patologica, per essere un pò più rilassato alla sera. Pensa che a causa di un aumento della dose dovrei fare dinuovo i conti con i tipici effetti collaterali di inizio terapia? Fattori come il peso, la sonnolenza e la libido (tre elementi di cui attualmente non soffro gli effetti collaterali), potrebbero risentirne con l'aumento della dose? Sono spaventato.
Grazie per la risposta.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Se allo stato tollera bene la terapia non ci dovrebbero essere variazioni di rilievo. All'inizio potrebbe manifestarsi qualche lieve sintomo d'ansia. Ne parli con lo specialista.
Cordiali saluti
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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Gentile Dottore, intanto grazie. Seguendo il suo consiglio ho parlato ieri con il mio specialista, il quale mi ha consigliato di aumentare gradatamente la dose usando le gocce ed aggiungendone una ogni cinque giorni, in questo modo eventuali effetti collaterali dovrebbero ridursi a zero. In ogni caso, in merito ad un eventuale aumento ponderale, ritiene che controllandomi e facendo attività fisica potrei ovviare oppure è un aumento dato dal farmaco che non può essere contrastato da mie contromisure?
Da quando assumo cipralex ho notato la comparsa di una leggera sinusite, di cui oggi ho avuto conferma da un otorino nonchè la comparsa di dolori alle articolazioni ed al tratto cervicale. Pensa che possa esservi una correlazione? In questo caso l'aumento di dosaggio del cipralex potrebbe peggiorare la situazione?
Se decidessi di non effettuare questo aumento posologico il cipralex curerebbe lo stesso?
Ok basta domande, come avrà capito questo aumento della dose della terapia ha aumentato la mia ansia.
La ringrazio e le auguro buona giornata.
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