Dap: la ricaduta
Gentilissimi,
ho 40 anni. Ho avuto il mio primo attacco di panico circa 7 anni fa. Sono stato in cura presso una struttura di day hospital psichiatrico in due diversi momenti: seroxat e xanax (e tavor expidet al bisogno) sono stati i miei compagni a lungo. Alla fine del 2004, dietro consulto medico, ho interrotto gradualmente il Seroxat (lo Xanax lo avevo interrotto da tempo): in effetti gli attacchi di panico erano diventati molto radi e di bassa intensità, quasi assenti. Da qualche tempo sono ripiombato in una situazione seria, il panico è tornato ad essere un compagno quotidiano: venire al lavoro mi costa fatica, puntualmente quando arrivo in ufficio, vertigini, sbandamenti, gambe molli, voglia di fuggire, paura di perdere il controllo, sentirsi in una situazione quasi irreale, diventano i miei compagni. Ho sempre a portata di mano le compresse "amiche" di Tavor (non esco mai di casa senza) e da qualche giorno ho iniziato ad assumere nuovamente lo Xanax (0,25 al mattino e al bisogno - dietro prescrizione medica). A volte in macchina mi sembra di impazzire: a chi chiedo aiuto? Dove vado?
La situazione è pesante, non so come uscirne, pensavo di aver superato quella fase della mia vita, e invece sono di nuovo in uno stato critico. Adesso vorrei andare via, ma non posso. Non riesco a confidare a nessuno le mie sensazioni, ma d´altronde non è facile spiegare questi stati d'animo. Che fare? Di nuovo seroxat? Altri farmaci......Ho una paura continua che possa accadere qualcosa eppure sembrava tutto risolto.
Grazie.
ho 40 anni. Ho avuto il mio primo attacco di panico circa 7 anni fa. Sono stato in cura presso una struttura di day hospital psichiatrico in due diversi momenti: seroxat e xanax (e tavor expidet al bisogno) sono stati i miei compagni a lungo. Alla fine del 2004, dietro consulto medico, ho interrotto gradualmente il Seroxat (lo Xanax lo avevo interrotto da tempo): in effetti gli attacchi di panico erano diventati molto radi e di bassa intensità, quasi assenti. Da qualche tempo sono ripiombato in una situazione seria, il panico è tornato ad essere un compagno quotidiano: venire al lavoro mi costa fatica, puntualmente quando arrivo in ufficio, vertigini, sbandamenti, gambe molli, voglia di fuggire, paura di perdere il controllo, sentirsi in una situazione quasi irreale, diventano i miei compagni. Ho sempre a portata di mano le compresse "amiche" di Tavor (non esco mai di casa senza) e da qualche giorno ho iniziato ad assumere nuovamente lo Xanax (0,25 al mattino e al bisogno - dietro prescrizione medica). A volte in macchina mi sembra di impazzire: a chi chiedo aiuto? Dove vado?
La situazione è pesante, non so come uscirne, pensavo di aver superato quella fase della mia vita, e invece sono di nuovo in uno stato critico. Adesso vorrei andare via, ma non posso. Non riesco a confidare a nessuno le mie sensazioni, ma d´altronde non è facile spiegare questi stati d'animo. Che fare? Di nuovo seroxat? Altri farmaci......Ho una paura continua che possa accadere qualcosa eppure sembrava tutto risolto.
Grazie.
[#1]
Neurologo
Caro utente,
e' abbastanza ovvio che i suoi attacchi di panico sono ritornati e, purtroppo, questa non e' una situazione cosi' rara ma, al contrario, molto frequente.
Lei ha fatto benissimo a tentare una sospensione della terapia di profilassi con la paroxetina (seroxat) ma evidentemente e' necessario ripetere un ulteriore ciclo. Al momento infatti non sono solo presenti i sintomi autonomici dell'attacco (vertigini e gambe molli) ma anche depersonalizzazione (sensazione di perdere il controllo e sentirsi in una situazione irreale). Questi sintomi sono estremamente frequenti ma sono indicativi della necessita' di un trattamento di profilassi adeguato prima che si instaurino condotte di evitamento (non uscire di casa, non guidare la macchina, non andare al lavoro, non andare in vacanza per paura degli attacchi).
Considerando l'ottima risposta alla paroxetina la cosa migliore e' ritornare dallo specialista che l'ha seguita in passato e riprendere la terapia di profilassi cercando di usare l'alprazolam (Xanax) il minimo indispensabile e comunque solo per un periodo limitato di tempo).
Inoltre, considerando che i suoi attacchi compaiono soprattutto al lavoro (questo e' quanto traspare dal suo messaggio) potrebbe essere utile associare una psicoterapia. La scelta del tipo dipende molto dalla esperienza del suo curante ma credo che nel suo caso specifico potrebbe essere utile una terapia cognitivo-comportamentale da associare alla terapia farmacologica di profilassi.
Cordiali saluti
Marco Mula
e' abbastanza ovvio che i suoi attacchi di panico sono ritornati e, purtroppo, questa non e' una situazione cosi' rara ma, al contrario, molto frequente.
Lei ha fatto benissimo a tentare una sospensione della terapia di profilassi con la paroxetina (seroxat) ma evidentemente e' necessario ripetere un ulteriore ciclo. Al momento infatti non sono solo presenti i sintomi autonomici dell'attacco (vertigini e gambe molli) ma anche depersonalizzazione (sensazione di perdere il controllo e sentirsi in una situazione irreale). Questi sintomi sono estremamente frequenti ma sono indicativi della necessita' di un trattamento di profilassi adeguato prima che si instaurino condotte di evitamento (non uscire di casa, non guidare la macchina, non andare al lavoro, non andare in vacanza per paura degli attacchi).
Considerando l'ottima risposta alla paroxetina la cosa migliore e' ritornare dallo specialista che l'ha seguita in passato e riprendere la terapia di profilassi cercando di usare l'alprazolam (Xanax) il minimo indispensabile e comunque solo per un periodo limitato di tempo).
Inoltre, considerando che i suoi attacchi compaiono soprattutto al lavoro (questo e' quanto traspare dal suo messaggio) potrebbe essere utile associare una psicoterapia. La scelta del tipo dipende molto dalla esperienza del suo curante ma credo che nel suo caso specifico potrebbe essere utile una terapia cognitivo-comportamentale da associare alla terapia farmacologica di profilassi.
Cordiali saluti
Marco Mula
[#2]
Gentile utente,
la terapia prescritta è adatta al tipo di sintomi descritti.
Sarebbe utile per il suo caso sia reintrodurre dietro consulto medico psicofarmaci adatti alla situazione ed eventualmente valutare la possibilità di una psicoterapia, possibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale.
Se volesse ulteriori informazioni può contattarmi per fornirle i numeri telefonici di un centro di psicoterapia cognitiva di Roma.
Saluti
Dr. Francesco Saverio Ruggiero
www.francescoruggiero.it
la terapia prescritta è adatta al tipo di sintomi descritti.
Sarebbe utile per il suo caso sia reintrodurre dietro consulto medico psicofarmaci adatti alla situazione ed eventualmente valutare la possibilità di una psicoterapia, possibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale.
Se volesse ulteriori informazioni può contattarmi per fornirle i numeri telefonici di un centro di psicoterapia cognitiva di Roma.
Saluti
Dr. Francesco Saverio Ruggiero
www.francescoruggiero.it
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.1k visite dal 18/07/2005.
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