Diagnosi al paziente.
Buongiorno Egregi Dottori,
volevo porre una questione che non è tanto una richiesta pratica quanto piuttosto una riflessione.
Come si nota da qualche mia vecchia richiesta di consulto, è da un po' di tempo che fronteggio problemi della sfera psichiatrica, per mia moglie (i vecchi consulti), ma anche mia cognata e mio padre. Costoro hanno (chi più, chi meno) problemi psicologici e tutti mi hanno coinvolto (chi più, chi meno) in quanto sono da loro considerato come uno che "sa dar loro una mano". In realtà è anche perchè gli altri componenti della famiglia non capiscono e non accettano questi tipi di problematiche. Vengo al punto: su questo validissimo sito, noto che Voi Medici insistete molto nel chiedere agli utenti già in cura presso qualcuno, la diagnosi esatta che è stata loro fatta. Io sono al 100% di questa idea anche perchè coi miei famigliari è capitato di sentire specialisti diversi i quali come prima domanda ponevano: "Che diagnosi Le è stata fatta?".
Detto questo -però- devo aggiungere che le mie esperienze mi hanno spesso spiazzato. TUTTI gli psichiatri coi quali mi è capitato di avere un contatto (sono 6 mi pare) non hanno mai formulato una diagnosi chiara tranne uno, dopo alcune insistenze. Anche i due medici che volevano sapere la diagnosi pregressa, poi non ne hanno formulata una a loro volta. Questo non solo perchè magari non avevano ancora raccolto elementi sufficienti, ma soprattutto perchè -come ci è stato detto più volte- la diagnosi non serve al paziente, che anzi potrebbe trarne delle indicazioni o conclusioni negative. Spesso è stato detto "Non importa che lei sappia se soffre di depressione con ossessioni o DOC" oppure "Depressione unipolare, bipolare, sono dettagli che al paziente non interessano" o anche "Il paziente deve riferire i sintomi e applicarsi nel seguire la cura. La diagnosi serve ai medici.". Questo è capitato da pare di tutti i dottori incontrati sia da mia cognata, che da mio padre che da mia moglie (da miei vecchi consulti si notava la difficoltà a capire che cosa si stesse curando!).
Dite che è "sfortuna"? Oppure che ha senso quanto ci è stato detto? Io sono dell'idea che il paziente debba sempre avere una diagnosi. Il medico chiaramente deve essere il fulcro di tutta la terapia e quindi bisogna seguire tutte le sue indicazioni, ma questo è ovvio, non sarebbe nemmeno necessario dirlo. Ma avere una diagnosi è un punto fondamentale. Sono giuste le mie riflessioni?
volevo porre una questione che non è tanto una richiesta pratica quanto piuttosto una riflessione.
Come si nota da qualche mia vecchia richiesta di consulto, è da un po' di tempo che fronteggio problemi della sfera psichiatrica, per mia moglie (i vecchi consulti), ma anche mia cognata e mio padre. Costoro hanno (chi più, chi meno) problemi psicologici e tutti mi hanno coinvolto (chi più, chi meno) in quanto sono da loro considerato come uno che "sa dar loro una mano". In realtà è anche perchè gli altri componenti della famiglia non capiscono e non accettano questi tipi di problematiche. Vengo al punto: su questo validissimo sito, noto che Voi Medici insistete molto nel chiedere agli utenti già in cura presso qualcuno, la diagnosi esatta che è stata loro fatta. Io sono al 100% di questa idea anche perchè coi miei famigliari è capitato di sentire specialisti diversi i quali come prima domanda ponevano: "Che diagnosi Le è stata fatta?".
Detto questo -però- devo aggiungere che le mie esperienze mi hanno spesso spiazzato. TUTTI gli psichiatri coi quali mi è capitato di avere un contatto (sono 6 mi pare) non hanno mai formulato una diagnosi chiara tranne uno, dopo alcune insistenze. Anche i due medici che volevano sapere la diagnosi pregressa, poi non ne hanno formulata una a loro volta. Questo non solo perchè magari non avevano ancora raccolto elementi sufficienti, ma soprattutto perchè -come ci è stato detto più volte- la diagnosi non serve al paziente, che anzi potrebbe trarne delle indicazioni o conclusioni negative. Spesso è stato detto "Non importa che lei sappia se soffre di depressione con ossessioni o DOC" oppure "Depressione unipolare, bipolare, sono dettagli che al paziente non interessano" o anche "Il paziente deve riferire i sintomi e applicarsi nel seguire la cura. La diagnosi serve ai medici.". Questo è capitato da pare di tutti i dottori incontrati sia da mia cognata, che da mio padre che da mia moglie (da miei vecchi consulti si notava la difficoltà a capire che cosa si stesse curando!).
Dite che è "sfortuna"? Oppure che ha senso quanto ci è stato detto? Io sono dell'idea che il paziente debba sempre avere una diagnosi. Il medico chiaramente deve essere il fulcro di tutta la terapia e quindi bisogna seguire tutte le sue indicazioni, ma questo è ovvio, non sarebbe nemmeno necessario dirlo. Ma avere una diagnosi è un punto fondamentale. Sono giuste le mie riflessioni?
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Gentile utente,
riflessioni sacrosante!
Sapere e farsi spiegare nel dettaglio il disturbo di cui una persona è affetta appare, a mio modo di vedere, un punto fondamentale nella riuscita stessa della terapia.
riflessioni sacrosante!
Sapere e farsi spiegare nel dettaglio il disturbo di cui una persona è affetta appare, a mio modo di vedere, un punto fondamentale nella riuscita stessa della terapia.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 09/10/2012.
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