Personalità borderline?

Gentili Dottori,
Vi scrivo per avere un consiglio riguardo alcuni problemi di mio marito. Lui proviene da una famiglia "disturbata" nel senso che ha avuto un' infanzia difficile a causa dei problemi di alcolismo dei genitori, di cui non parla molto volentieri. Fino a poco tempo fa era schiavo del gioco d' azzardo, ma da un paio d' anni a questa parte, dopo la nascita del nostro figlio, ha deciso di cambiare vita, capendo che il suo nuovo ruolo di genitore era incompatibile con lo sperpero di denaro che quella vita imponeva. Da allora ha iniziato ad avere alcuni disturbi, che secondo me hanno origine psicologica, giramenti di testa, senso di svenimento, vertigine. Sta effettuando controlli medici (otorino, ecc.) ma stanno avendo esito negativo. Anche il nostro medico di base ha ipotizzato un disturbo ansioso ma lui nega che si possa trattare di questo (ma del resto negava anche di essere un giocatore d' azzardo finchè non si è trovato con le spalle al muro...). Inoltre (e queste altre caratteristiche le ha sempre avute, anche prima di smettere con il gioco) ha degli scatti d' ira eccessivi, per cose banali. Invece di discutere tranquillamente certe volte si mette a urlare senza motivo e a dare pugni e calci agli oggetti che trova. Non ho paura che alzi le mani su di me perchè so che non lo farebbe mai, ma naturalmente questo suo comportamento sta compromettendo il mio modo di relazionarmi con lui, perchè temo di dire qualcosa che potrebbe offenderlo e che scateni la sua reazione. Inoltre ha sempre pensieri negativi, dice che la vita fa schifo, che è meglio morire, ma non so se dice sul serio o se sono solo attimi di smarrimento. Ho letto qualcosa circa la personalità borderline e mi è sembrato proprio il suo ritratto. Premetto che so benissimo che se lui non ammette il suo problema e non chiede aiuto per primo non posso fare molto, ma non potete darmi qualche consiglio? A volte la situazione è veramente pesante da gestire, specialmente perchè abbiamo un bambino piccolo e vorrei farlo crescere in un ambiente sano, e non in un clima di continue tensioni. Inoltre quando ha gli scatti d' ira mi dice tante cose brutte che proprio non mi merito tipo: perchè si è messo con me, chi gliel' ha fatto fare, io sono la causa di tutti i suoi problemi, se gli gira se ne va con il nostro bambino e mi lascia... e cose del genere. Poi quando gli passa tutto mi chiede scusa e mi dice che quelle cose non le pensa ma le dice in momenti di rabbia per offendermi deliberatamente. Io cerco di non prendermela perchè ormai ho capito che è così, ma naturalmente è un pò difficile rimanere indifferenti riguardo a simili offese, specialmente se scaturite da liti che in una coppia "normale" dovrebbero essere all' ordine del giorno. In genere, quando non ha questi scatti d' ira, è una persona dolce e fantastica... Per favore, ho bisogno di un buon consiglio... Grazie mille anticipatamente.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Sembrerebbe che il ritratto di suo marito rientri abbastanza nelle descrizioni che fanno i manuali della personalità borderline (impulsività in aree quali sesso, alcolici o gioco, scatti d'ira eccessivi, insoddisfazione verso la propria condizione, rapide variazioni dell'umore etc. etc.). Cerchi di indirizzare suo marito verso un aiuto di tipo psicoterapeutico, magari insistendo sulla necessità di dare a vostro figlio una maggiore serenità familiare. Le faccio il mio in bocca al lupo.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta Dr. Vassilis, mi chiedo però come fare a indirizzarlo in questo senso visto che lui non ammette di avere alcun problema e parlare di psicoterapia per lui equivale a dire "sei matto"... Inoltre quando abbiamo parlato di cose del genere (gente che va dallo psicologo, ecc...) ha più volte ribadito di non aver fiducia in questo tipo di aiuto, che secondo lui è impossibile che una persona estranea possa risolvere i problemi così...
Inoltre a causa della sua infanzia ha sviluppato una certa diffidenza verso il prossimo e una forte riservatezza causata da un senso di vergogna che l' essere figlio di gente con problemi di alcolismo gli ha causato. A volte fatica a parlarne anche con me...
Infine un altro problema nell' affrontare l' argomento consiste nelle sue reazioni...
Grazie ancora.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
magari dopo una delle sue sfuriate, quando poi si pente e chiede scusa, si può cercare di introdurre l'argomento affermando che insieme (così non pensa di essere matto) avete bisogno dell'aiuto di un professionista per evitare litigi e discussioni che possono minare il vostro rapporto e la serenità di vostro figlio (così si sente investito di una responsanilità). Potrebbe essere uno spunto per iniziare. Ci tenga informati
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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
La ringrazio molto, cercherò di trovare il modo e il momento più appropriato per proporre il tutto...
Non tralascerò di comunicare eventuali sviluppi.
Intanto grazie.
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Dr.ssa Maria Francesca Basoni Psicologo, Psicoterapeuta 32 6
Gentile utente,

è difficile effettuare una diagnosi senza vedere o conoscere suo marito, ma altrettanto difficile, mi rendo conto, è convincere qualcuno a sottoporsi a valutazioni psichiatriche o percorsi psicoterapici quando non è consapevole del proprio disagio, ergo del bisogno di cura. Potrebbe chiedere aiuto in questo senso al Medico di base, solitamente la persona preposta e più indicata per questo genere di situazioni: parlarne con lui e sentire il suo parere, rispetto ad un invio ai servizi psichiatrici della sua zona. Provi a consultarlo/a
Quello che mi colpisce però, dato che è lei a scriverci e chiederere pareri, è il suo stato bisogno, la sua difficoltà e la sua sofferenza, derivata dallo stare accanto ad una persona molto disturbata. Spesso sono proprio i familiari delle persone affette da disagio mentale a soffrire maggiormente ed ad avere altrettanto bisogno di sostegno, per gestire situazioni molto delicate e/o dolorose quali quella che lei sta vivendo. la sento per tutelare il più possibile vostro figlio: mi domando chi si prende cura di lei. A volte, quando siamo così assorbiti dal malessere di chi ci è caro tendiamo a dimenticarci di noi, dei nostri bisogni, anche affettivi.Ecco perchè è importante ce anche lei chieda aiuto per non dover gestire tutto quanto da sola.
Cordialmente

dott.sa Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Gentile Dr.ssa Basoni,
la ringrazio per le belle parole che mi ha scritto, sinceramente anch' io la penso come lei, nel senso che spesso mi sento impotente e bisognosa di aiuto (anche per questo ne ho parlato in questa sede, altrimenti non avrei saputo con chi...).
Per fortuna i momenti difficili non sono frequenti, a volte passa anche un mese tra una "crisi" e l' altra (anche perchè io cerco in ogni modo di evitarle...), inoltre io ho un carattere molto forte e un innato ottimismo, quindi sento di riuscire a reagire non dico benissimo, ma almeno forse meglio di tante altre persone che potrebbero trovarsi in una situazione come la mia.
Certo, a volte non è facile... Io ad esempio ho la lacrima facile, nel senso che basta poco per farmi reagire emotivamente e questo fa arrabbiare ancora di più mio marito perchè dice che così non riesce a "sfogarsi" come vorrebbe perchè così facendo lo faccio sentire un verme, ma io non posso farci niente, non sono abituata a certe scenate, per me non è un modo di vivere normale.
Lui dice che in una coppia bisogna esprimersi e discutere dei problemi, non temerli per se e in questo la penso come lui, ma penso anche che c' è modo e modo di discutere dei problemi e non bisogna arrivare a certi limiti. Mi mette nella condizione di non voler più discutere di nulla e di evitare qualunque dialogo possa minimamente portare alla lite...
A volte mi dice che sono io ad avere dei problemi perchè piango subito (può anche darsi...).
Scusi lo sfogo, ne avevo bisogno.
Purtroppo ora devo andare, grazie mille per la sua risposta.
[#7]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Buongiorno a tutti, vorrei fare un piccolo aggiornamento della situazione... Ieri sera siamo stati dal nostro medico di base (sempre per la storia dei giramenti di testa) con i referti di tutti gli esami dell' otorino (negativi).
Lui ha subito optato per un problema psicologico (come ha fatto a intuirlo? Boh!) dicendo a mio marito che ne dice di provare con degli antidepressivi. Lui naturalmente ha negato nella maniera più assoluta che potrebbe trattarsi di questo e si è fatto prescrivere altri esami. Io ho detto al medico se prima di prescrivere degli antidepressivi non fosse il caso di avere una valutazione da un' esperto.
Una volta soli ne ho parlato (a grandi linee) con mio marito, cercando di avere un atteggiamento del tipo... potrebbe essere un' idea... perchè non provare... ma lui non ne vuole proprio sapere, dice che è il periodo più felice della sua vita e che i suoi malesseri sono reali e non immaginari. Ho cercato di spiegargli che nessuno pensa che non sono reali, semplicemente è la causa che non è di tipo fisico...
A parte ciò... ho capito che se fa un colloquio con uno psicologo lo fa solo per farmi piacere e quindi non gli racconterebbe nulla della sua infanzia, della sua famiglia disturbata, del vizio del gioco, ecc., quindi in ogni caso credo che non servirebbe...
E' una persona secondo la quale certe cose non si dicono, "i panni sporchi si lavano in famiglia" e cose del genere, anche con me si è confidato dopo quattro anni!
Oppure secondo voi un colloquio del genere può avere esiti positivi al di là di quanto lui si lasci andare?
Un' ultima domanda: non ricordo la differenza tra psicologo, psichiatra e psicoterapeuta, qual' è quello che fa accomodare su un lettino (per modo di dire...) e gli si racconta la propria vita?
Attendo un Vs. gentile risposta. Grazie mille.
[#8]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Attenzione agli antidepressivi prescritti dal medico curante. Non a tutti forse è noto che, specie nei primi tempi, possono avere un effette disinibente che può scatenare agiti aggressivi verso sè e verso gli altri. Concordo invece sulla necessità di rivolgersi a uno specialista, eventualmente anche come coppia, per avere un aiuto ad affrontare le situazioni -invero preoccupanti- che sorgono durante le "crisi", ed anche ad approfondire la situazione che, in una coppia, ha sempre più "punti di vista". Fa bene ad avere un atteggiamento di pazienza e sopportazione, in quei momenti, per evitare di scatenare ulteriormente la sua irascibilità, ma alla lunga non basta e può anche essere controproducente: è una situazione da affrontare, prima o poi, sempre con la dovuta attenzione a non urtare una suscettibilità molta alta, come sembra. Più che il tipo di specialista da consultare (psicologo, psichiatra, ecc), mi sembra importante rivolgersi a una persona esperta e che non si limiti a prescrivere dei farmaci. Il che non vuol dire che uno vada a raccontare "i fatti della propria infanzia": questa è una visione un po' ingenua, almeno. La psicoterapia -di qualunque tipo, individuale o di coppia, è una questione ben più complessa. Ma potrebbero essere utili anche delle consulenze periodiche che aiutino a trovare un miglior equilibrio.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#9]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
La ringrazio molto per la sua risposta Dott. Benedetti, anch' io la penso come lei riguardo agli psicofarmaci, e cioè che un buon medico non dovrebbe limitarsi a prescriverli, mi sembra una "scorciatoia" un pò semplicistica, ma deve cercare l' origine del disturbo...
Vedrò cosa riesco a fare, visto l' ostinazione di mio marito verso questo genere di cose...
Non mancherò di riportare eventuali sviluppi.
Per il momento grazie.
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