Ansia psicosomatica

Salve, “soffro” di ansia psicosomatica o meglio a detta dal mio psichiatra scarico il fattore ansioso nel corpo e quindi, ho una serie di disturbi quali: leggera sensazione di vuoto, pulsazioni all’interno delle orecchie, formicolii, tensioni ai muscoli del collo con conseguente verticalizzazione del medesimo, senso di disgusto e acidità, tosse nervosa ecc.. I fattori che in principio “tanti anni fa” hanno scatenato la mia ansia, non sono più presenti, conduco una vita normalissima, non ho problemi di alcun genere, ho una bella famiglia e tanta voglia di vivere e divertirmi. Prendo una pastiglia di fluoxetina da 20 la mattina, mezza compressa di sulamid da 0,50 la mattina e 3 quarti di xanax da 0,25 mattina e sera. Lo xanax è in fase di eliminazione progressiva sempre su consiglio del medico. Premesso che i fattori che mi creano “disturbo” non sono costanti, ma si attivano al momento che ho qualche variazione del mio stato sia fisico che mentale, mi spiego meglio: dopo l’attività fisica si attivano questi fenomeni penso dovuti al mutamento della condizione del momento, stanchezza, variazione del respiro sudorazione ecc. e a volte in modo apparentemente immotivato, (sono molto emotivo ma tante volte le circostanze sono futili, non ignoti ma ben conosciuti, ripetitivi cioè nulla di nuovo se non cose già fatte), la domanda che pongo è la seguente: perché tutto ciò? Sono cosciente del mio stato, sono cosciente che le motivazioni sono immotivate, sono cosciente di non avere problemi, perché devo convivere con questo disturbo? Può essere che invece è il contrario? Cioè che ho tutti i problemi che hanno i comuni mortali, stress, stanchezza, tensione, variazioni dell’umore e li trasformo in ansia? Può essere che la tensione causata dall’emotività contragga i muscoli del collo e quindi si scatenano tutti quei fenomeni dovuti alla cervicalgia che sono simili a quelli di cui soffro io? Grazie per la gentile risposta
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
il suo psichiatra ha ragione; emozionarsi non è per nulla negativo, ma nel suo caso potrebbe essere ridotta la capacità di elaborare mentalmente le emozioni che pertanto prendono una strada "privilegiata" come quella somatica e lei finisce così per "ascoltare" il corpo che parla il solo linguaggio che conosce, quello dei sintomi da lei lamentati.
Una psicoterapia che l'aiuti a sviluppare maggiormente la cognitività al posto della corporeità potrebbe essere utile.

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4
Gentile utente,
d'accordo con il collega e con il suo psichiatra, credo che l'ansia non sia un fattore negativo. L'ansia è quel fenomeno che spesso ci mette al riparo da brutte sorprese: se davanti ad un leone non avessi paura e non cercherei la fuga, sicuramente sarei sbranato. Il problema si pone nel momento in cui essa cessa di essere una risorsa per diventare una limitazione alla nostra vita lavorativa, familiare e/o sociale. In questo modo i fenomeni ansiosi sono semplicemente l'espressione di un disagio spesso non di natura personale ma di tipo relazionale. Credo che una psicoterapia che guardi in questa direzione possa risovere agevolmente il problema.

Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie ai Dr. INDELICATO e NICOLAZZO: La cosa strana, è che il fattore corporeo e quello psichici non sono allineati, mi spiego meglio: ho nello stesso istante entrambi i sintomi cioè il disagio corporeo e la volontà di divertirmi e di vivere. Inoltre, i fattori emotivi "posso capire se sconosciuti", creano disagio anche su cose futili ripetute tante volte. Posso capire un'esame di stato che, anche se già ripetuto, crea forte stress e emotività. Parlo invece di cose semplici, chiarire dei malintesi, recarmi ad una festa ecc. Le emozioni forti, quelle che non mi consentono di scaricare che ho avuto tanti anni fa e ultimamente circa 5 mesi fa, in quel momento si è scatenato un forte stato di ansia e di panico "sembravo uno zombi, tremavo, mi sentivo come se stessi vivendo in un sogno, mi sentivo svenire" a causa di contrasti sul lavoro, dove non potevo intervenire, accumulavo tanta tensione che comunque poi si sono risolti a mio favore. Questi mi hanno costretto a riprendere le medicine che ho descritto precedentemente. Prima di allora andavo avanti con una pastiglia di fluoxetina al mattino e basta. Sicuramente, oramai il mio Io è stato provato, e come un motore già riparato e non nuovo, risente di tutte le scosse a cui è soggetto. grazie per i consigli, sto cercando di sentire più "campane" per arrivare a tranquillizarmi ulteriormente. La cosa che mi fa rabbia, è che l'attività fisica che dovrebbe aiutare, mi scatena questi disagi. Comunque conduco una vita normalissima, non sono costanti e li controllo facilmente. Sono come un sasso nella scarpa. Grazie
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
E' attuale la tendenza a interpretare come sintomi di patologia comuni aspetti della vita quotidiana.
E' chiaro che stress, stanchezza etc. possono essere indicatori di un disagio, ma è anche vero che la vita frenetica che facciamo spesso ci obbliga a convivere con tali situazioni. Eventualmente dovesse avere ancora disagi può pensare di effettuare un consulto specialistico che la indirizzerà al meglio verso una risoluzione dei suoi problemi.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
grazie Dr. VASSILIS
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Gentile utente nella sua penultima risposta lei ha detto che: "La cosa che mi fa rabbia, è che l'attività fisica che dovrebbe aiutare, mi scatena questi disagi".
Se non interpreto male quanto scritto il sottoporsi ad uno sforzo fisico Le provoca un peggioramento dei cosiddetti sintomi somatici ?
Se la risposta è Sì, Le proporrei di fare alcuni accertamenti di ruotine, segnalando la cosa sia al Suo medico di base, sia allo specialista che La sta attualmente assistendo.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie Dr. TONELLI. I controlli che faccio periodicamente "analisi del sangue, pressione arteriosa ecc." rientrano tutti nella norma: Godo di ottima salute a parte qualche acciacco dovuto all'artrosi. Il mio medico, crede o meglio è quasi certo che il peggioramento è dovuto alla variazione dello stato emotivo, fiologico, aumento del battito ecc. che il mio cervello "legge" come un qualcosa di anomalo. La stranezza e la rabbia è dovuta semplicemente al fatto che nonostante sono cosciente del mio stato, della mia condizione non solo relativa al momento ma in generale "cioè non ho problemi" se non quelli di un comune mortale, ho questo processo di somatizzazione che scarica sul corpo delle ansie che non riesco a percepire quali siano, ho questi disaggi immotivati che non hanno motivo di esistere. grazie
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
La ringrazio per avere chiarito il mio piccolo dubbio. Purtroppo la debbo contraddire su un punto: ciò che esiste ha motivo di essere, ovvero se il Suo cervello interpreta in modo ansioso quelli che il Suo medico ritiene normali fenomeni fisiologici legati alla condizione di sforzo evidentemente un qualche motivo c'é.
Quello che intendo dire, mi scusi se la mia risposta potrebbe sembrarLe frustrante, è che non tutto quello che noi percepiamo viene elaborato con la parte razionale e consapevole della nostra coscienza. Moltissime delle cose che ci accadono vengono filtrate sulla base di assunti ed informazioni che sono contenuti nella parte inconscia della nostra psiche. E' questa la ragione del senso di inconsistenza che spesso si associa ai disagi psicologici, come per esempio gli attacchi di panico o i disturbi d'ansia in genere.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie Dr. TONELLI. Grazie alle vostre risposte "MEDICITALIA" ho aggiunto qualche altro pezzetto del puzzle. Spero di riuscire a tornare alla vita "normale" e affrontare le ansie ed i problemi come quelli di un comune mortale. Mi sono accorto che anche un piccolo caffè in meno mi cambia leggermente la vita.

Distinti saluti
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Il caffè è un forte stimolante, provi a contenere il numero di caffè che assume al giorno a non più di due, massimo tre tazzine, o anche ad una sola /die per qualche tempo e poi valuti se ha riscontrato dei cambiamenti.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Chiedo scusa se continuo a cercare risposte. In riferimento alla Sua precedente cioè quella riferita all'inconscio, premetto che i problemi esistono, so quali sono i miei disaggi. Il problema è che la risposta della mia psiche è eccessiva rispetto al reale problema. Es. "ho un chiarimento da fare con il mio capo, nulla di trascindentale, piccola sciocchezza,ottimi rapporti; incazzatura con un mio dipendendente protetto dal capo ma che comunque posso affrontare. Non ho altri problemi se non queste sciocchezze. Non ho mai avuto problemi di pressione, ho una sauna a disposizione "già fatta ai bei tempi un cui stavo bene" evito di entrare per il problema della variazione emotiva che può provocarmi l'eccesso di calore. Altra risposta che non ho ricevuto in precedenza anche se avevo già formulato la domanda: è possibile che il mio cervello sia come un motore, che una volta rotto "tanti anni fa quando ho avuto seri problemi e quindi si è scatenato un fortissimo stato di ansia e di panico" adesso risente di tutte le piccole buche che si trovano lungo la strada? Questa è da considerarsi somatizzazione? esistono alimenti che stimolano gli effetti che da la fluoxetina ed il sulamid, non per sostituirli ma per aumentarli in modo naturale?
grazie
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
ok, andiamo con ordine:
Premetto che è un Suo diritto cercare risposte, se non fosse nostro desiderio risponderLe basterebbe ignorare le Sue domande, cosa che ovviamente non facciamo per cui continui pure a chiedere, tantopiù che altri colleghi hanno la possibilità di fornire a Loro volta risposte, il che consente in poco tempo e spazio di integrare vari punti di vista e di approccio al problema.
Come dicevo nelle precedenti risposte la reazione di fronte allo stimolo può sembrare incongrua ed eccessiva, di fatto non lo è nella misura in cui lo stimolo funge solo da fattore scatenante del sintomo; per utilizzare un esempio tratto da altra branca è come se lei fosse allergico ad un determinato alimento (qui rappresentato da un dato stato relazionale/affettivo), nel momento che Lei assumesse questo alimento, che so dei gamberetti il Suo ogranismo reagirebbe on la comparsa di una crisi allergica più o meno grave fino alla crisi anafilattica. Ciò indipendentemente dalla quantità di alimento assunto.
Nel Suo caso, indipendentemente dalla banalità dello stimolo, la reazione sintomatica appare comunque rilevante, perché in certo qual modo assimilabile sempre ad una reazione "allergica" o di difesa ad una noxa patogena (ovvero riconosciuta come nociva dal Suo inconscio, o -dal punto di vista cognitivo- classificata come tale sulla base di una precendente esperienza xyz che ne ha determinato una classificazione negativa ecc. ecc.). Sostanzialmente quello che voglio dire è che la reazione (il sintomo) non è direttamente proporzionale allo stimolo scatenante, perché la sua comparsa (proprio come nel caso della reazione allergica) è basata su meccanismi a monte ed indipendenti dalla situazione attuale.
Il Suo cervello non si è rotto tanti anni fa, piuttosto i suoi disturbi si sono manifestati tanti anni fa per la prima volta sotto forma di un fortissimo stato di ansia e di panico; successivamente c'è stato evidentemente un periodo di scomparsa dei sintomi quindi ora una nuova riacutizzazione. Forse il percorso terapeutico che ha attuato all'epoca della prima comparsa dei sintomi le ha permesso di ottenere una riduzione/scomparsa della sintomatologia, ma non una sua completa risoluzione. Ecco allora che i sintomi possono ricomparire in forma più o meno intensa sulla base di meccanismi scatenanti più o meno similari. Paradossalmente i sintomi (come la febbre) non sono di per sé espressione di patologia, essi rappresentano solo epifenomeni di un determinato stato di equilibrio più o meno funzionale. I sintomi diventano patogeni solo nella misura in cui possono costituire fonte di invalidazione funzionale, per tutto il resto non esiste persona al mondo che sia totalmente priva di sentimenti/pensieri o azioni riconduibili in qualche misura al concetto di sintomo.
Somatizzazione è quel fenomeno in base al quale il corpo diventa attore di un determinato stato psichico, che non può essere mentalizzato. Esempi di questo genere si trovano nell'isteria, nella sindrome da colon irritabile, in alcune patologie autoimmuni ecc. Nelle sindromi ansiose spesso si hanno fenomeni neurovegetativi (sudorazione, palpitazioni, tachicardia, lipotimie ecc.) anche questi sono fenomeni di somatizzazione.
Per quanto riguarda i cibi la rimando a titolo informativo a questo link
http://www.riza.it/interna.asp?ln=3&sez=59&info=182
Tenga però presente che la validità degli assunti della rivista a mio parere è assai dubbia, diverso è il meccanismo di un farmaco che inibisce la ricaptazione della serotonina a livello dello spazio intersinaptico, diverso quello dell'assunzione di alimenti ricchi di triptofano (aminoacido precursore della serotonina); fatto salvo, ovviamente, il caso di un insufficiente apporto con la dieta.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Ieri,stavo facendo attività fisica con degli amici "corsa", ad un tratto sento come un gonfiore all'interno dell'orecchio sx (fatti i controlli non ho problemi all'orecchio) e da li una leggera "sensazione" di giramento di testa che andava via via aumentando. Con una banale scusa mi sono ritirato e dopo un po tutto ok. Successivamente ho sentito una forte contrazione muscolare al collo, un misto di dolore e bruciore e questi giramenti di testa che mi davano e danno la sensazione di lievitare, mi do una sgrullata come il cane che si bagna e scompare. A questi si aggiunge anche un leggero annebiamento della vista. Cerco di dare la colpa alla cervicalgia, (problemi al collo) che a sentire chi ne soffre da sintomi simili, quali: senso di disgusto, giramenti di testa, senso di malessere generale ecc..peraltro non mi è mai stata riscontrata se non la rettilinizzazione del collo, che comunque so che da problemi e so anche che questa rigidità è provocata da fattori emotivi. Anche adesso mentre sto scrivendo ogni tanto ho questa sensazione, il fatto è che mentre avviene sto bene, sto moralmente a posto, ho tanta vitalità e sprizzo gioia anche se dopo un po comincio a pensare cosa è che mi crea disturbo è sopratutto perchè. Per questo mi pongo sempre la solita domanda, che magari un fattore naturale lo trasformo in un problema ansioso. Inoltre, faccio bene a contrastarla o la devo assecondare "l'ansia"? forse non avrei dovuto fermarmi, come era già successo poteva scomparire da sola. Questo succede spesso, ma il morale e la voglia di divertirmi non mi manca anche se questa sensazione è molto fastidiosa e mi crea disaggio.

distinti saluti e grazie
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Chiedo scusa. Il fatto di non ricevere risposta mi fa pensare che ciò che ho esposto non è importante e/o comunque la "patologia" non è da ritenersi grave o degna di essere presa in considerazione. Spero sia dovuto al fatto che non sia grave.

distinti saluti e grazie
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Affatto, il problema, piuttosto è che quanto da Lei elencato non è dissimile da quanto già riferito in precedenza e che (almeno per quanto riguarda me) non sono in grado (per sola via telematica) di darLe ulteriori risposte rispetto a quanto già fatto in precedenza.
Purtroppo la consultazione a distanza, per quanto mi riguarda, ha dei limiti oltre i quali io non sono più in grado di andare.
Mi spiace.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
gentilissimo Dr. TONELLI
SAluti
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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