Ricaduta attacchi di panico
Buongiorno a tuttti,
sono un ragazzo di 27 anni che da ormai 5 anni soffre di DAP e agorafobia.
Il tutto inizia nel 2007 con un primo attacco di panico in auto mentre ero fermo in tangenziale poi altri episodi sempre più frequenti.
Fortunatamente mio padre capisce subito di cosa si tratta visto che ha sofferto anche lui del disturbo in passato e mi porta dallo stesso neurologo che lo aveva curato.
Inizio la terapia ad aprile 2007 con Eutimil 20 mg al gg che continuo fino a settembre 2008 con notevoli miglioramenti.
Ad ottobre 2008 mi rivolgo al neurologo che decide di tentare la riduzione del dosaggio a 10 mg al giorno. Purtroppo questa riduzione coincide con la fine di una relazione che mi porta a soffrire e ad avere una ricaduta. Infatti a novembre 2008 il neurologo decide di ritornare al dosaggio di 20 mg al giorno.
In quel periodo conosco una ragazza che diventerà la mia fidanzata che capisce il problema e cerca di starmi vicino ed aiutarmi.
Il primo periodo di terapia a 20 mg non sortisce l'effetto desiderato e a febbraio 2009 ho un nuovo attacco di panico in autostrada che mi vede costretto a ritornare dal neurologo il quale mi aumenta il dosaggio a 30 mg al giorno.
Per 7-8 mesi continuo con questo dosaggio con notevoli miglioramenti e senza alcun attacco di panico.
A ottobre 2009 sempre in accordo con il neurologo il dosaggio viene riportato a 20 mg al giorno fino a febbraio/marzo 2011 quando visto che non avevo avuto alcun problema e mi sentivo sereno e tranquillo il dosaggio viene diminuito a 10mg al giorno.
Aggiungo che ad agosto 2010 e a maggio 2011 ho preso l'aereo senza particolari problemi.
In febbraio di quest'anno torno dal neurologo che nonostante i miei progressi e la mia volontà di sospendere preferisce mantenere il dosaggio a 10 mg ancora per qualche mese.
Lo scorso luglio durante il viaggio per le vacanze improvvisamente mi viene nuovamente un attacco di panico...sono ugualmente andato in vacanza ma ho dovuto assumere tutti i giorni una decina di gocce di xanax che fortunatamente portavo con me.
Devo precisare due cose:a maggio ho dovuto affrontare la brutta esperienza del terremoto e tra luglio e agosto (anche durante le ferie) una crisi di coppia molto forte che ha portato da una decina di giorni alla fine della mia relazione dopo quasi 4 anni....
La scorsa settimana sono ritornato dal neurologo che mi ha aumentato il dosaggio a 20 mg al giorno... ora sto aspettando che l'aumento del dosaggio faccia il suo effetto....
Dopo aver raccontato la mia "storia" vi pongo la mia domanda: secondo voi la cura intrapresa è corretta o dopo tutti questi anni potrebbe essere modificata? è sufficente che io segua la terapia farmacologica o dovrei integrarla rivolgendomi ad uno psicologo?
Grazie per la vostra disponibilità
sono un ragazzo di 27 anni che da ormai 5 anni soffre di DAP e agorafobia.
Il tutto inizia nel 2007 con un primo attacco di panico in auto mentre ero fermo in tangenziale poi altri episodi sempre più frequenti.
Fortunatamente mio padre capisce subito di cosa si tratta visto che ha sofferto anche lui del disturbo in passato e mi porta dallo stesso neurologo che lo aveva curato.
Inizio la terapia ad aprile 2007 con Eutimil 20 mg al gg che continuo fino a settembre 2008 con notevoli miglioramenti.
Ad ottobre 2008 mi rivolgo al neurologo che decide di tentare la riduzione del dosaggio a 10 mg al giorno. Purtroppo questa riduzione coincide con la fine di una relazione che mi porta a soffrire e ad avere una ricaduta. Infatti a novembre 2008 il neurologo decide di ritornare al dosaggio di 20 mg al giorno.
In quel periodo conosco una ragazza che diventerà la mia fidanzata che capisce il problema e cerca di starmi vicino ed aiutarmi.
Il primo periodo di terapia a 20 mg non sortisce l'effetto desiderato e a febbraio 2009 ho un nuovo attacco di panico in autostrada che mi vede costretto a ritornare dal neurologo il quale mi aumenta il dosaggio a 30 mg al giorno.
Per 7-8 mesi continuo con questo dosaggio con notevoli miglioramenti e senza alcun attacco di panico.
A ottobre 2009 sempre in accordo con il neurologo il dosaggio viene riportato a 20 mg al giorno fino a febbraio/marzo 2011 quando visto che non avevo avuto alcun problema e mi sentivo sereno e tranquillo il dosaggio viene diminuito a 10mg al giorno.
Aggiungo che ad agosto 2010 e a maggio 2011 ho preso l'aereo senza particolari problemi.
In febbraio di quest'anno torno dal neurologo che nonostante i miei progressi e la mia volontà di sospendere preferisce mantenere il dosaggio a 10 mg ancora per qualche mese.
Lo scorso luglio durante il viaggio per le vacanze improvvisamente mi viene nuovamente un attacco di panico...sono ugualmente andato in vacanza ma ho dovuto assumere tutti i giorni una decina di gocce di xanax che fortunatamente portavo con me.
Devo precisare due cose:a maggio ho dovuto affrontare la brutta esperienza del terremoto e tra luglio e agosto (anche durante le ferie) una crisi di coppia molto forte che ha portato da una decina di giorni alla fine della mia relazione dopo quasi 4 anni....
La scorsa settimana sono ritornato dal neurologo che mi ha aumentato il dosaggio a 20 mg al giorno... ora sto aspettando che l'aumento del dosaggio faccia il suo effetto....
Dopo aver raccontato la mia "storia" vi pongo la mia domanda: secondo voi la cura intrapresa è corretta o dopo tutti questi anni potrebbe essere modificata? è sufficente che io segua la terapia farmacologica o dovrei integrarla rivolgendomi ad uno psicologo?
Grazie per la vostra disponibilità
[#1]
<<..la cura intrapresa è corretta o dopo tutti questi anni potrebbe essere modificata?..>>
<<..è sufficente che io segua la terapia farmacologica o dovrei integrarla rivolgendomi ad uno psicologo?..>>
Gentile utente,
posso risponderLe, coi limiti che ha un consulto a distanza (in internet, senza visitarLa), che il farmaco è indcato per il trattamento del DAP, ed anche la dose, ma sarebbe stato ottimale se quella dose massima raggiunta e che si è rilevata efficace, fosse mantenuta senza modifiche per un periodo abbastanza lungo da permettere un'osservazione sufficientemente obbiettiva dell'evoluzione, senza la modalità "oscillante" (aumentare e diminuire la dose a secondo del "periodo"). Inoltre, trattandosi del DAP e agorafobia, l'integrazione con la psicoterapia mirata sarebbe stata indicata già prima. La psicoterapia sarebbe utile anche per lavorare sugli altri aspetti fragili di Lei, che probabilmente condizionano sia le reazioni agli eventi, sia la gestione del percorso di farmacoterapia, e predispongono alle manifestazioni dello stesso DAP con agorafobia. Il piano di mantenimento e di futura eventuale sospensione programmerei non solo in base all'osservazione di un periodo sufficiente di asintomaticità, ma anche in funzione dei risultati di tale psicoterapia. Sempre coi limiti di un consulto a distanza, nel Suo caso, posso ipotizzare che altrimenti, alla riduzione della dose o alla sospensione del farmaco, i problemi possono ripresentarsi.
Posso chiederLe perché la scelta del Suo padre è stata di un neurologo e non di uno psichiatra ?
Che cosa ha portato alla separazione fra Lei e la Sua fidanzata ?
<<..è sufficente che io segua la terapia farmacologica o dovrei integrarla rivolgendomi ad uno psicologo?..>>
Gentile utente,
posso risponderLe, coi limiti che ha un consulto a distanza (in internet, senza visitarLa), che il farmaco è indcato per il trattamento del DAP, ed anche la dose, ma sarebbe stato ottimale se quella dose massima raggiunta e che si è rilevata efficace, fosse mantenuta senza modifiche per un periodo abbastanza lungo da permettere un'osservazione sufficientemente obbiettiva dell'evoluzione, senza la modalità "oscillante" (aumentare e diminuire la dose a secondo del "periodo"). Inoltre, trattandosi del DAP e agorafobia, l'integrazione con la psicoterapia mirata sarebbe stata indicata già prima. La psicoterapia sarebbe utile anche per lavorare sugli altri aspetti fragili di Lei, che probabilmente condizionano sia le reazioni agli eventi, sia la gestione del percorso di farmacoterapia, e predispongono alle manifestazioni dello stesso DAP con agorafobia. Il piano di mantenimento e di futura eventuale sospensione programmerei non solo in base all'osservazione di un periodo sufficiente di asintomaticità, ma anche in funzione dei risultati di tale psicoterapia. Sempre coi limiti di un consulto a distanza, nel Suo caso, posso ipotizzare che altrimenti, alla riduzione della dose o alla sospensione del farmaco, i problemi possono ripresentarsi.
Posso chiederLe perché la scelta del Suo padre è stata di un neurologo e non di uno psichiatra ?
Che cosa ha portato alla separazione fra Lei e la Sua fidanzata ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Gentile utente,
a rinforzo di quanto già espresso dal collega, le posso confermare che i migliori risultati terapeutici nei disturbi come il suo (considerata anche la sua giovane età) sono l'associazione di terapie farmacologiche con terapie psicoterapiche.
Non necessariamente per quest'ultimo aspetto deve rivolgersi ad uno psicologo in quanto molti psichiatri hanno competenze psicoterapiche.
a rinforzo di quanto già espresso dal collega, le posso confermare che i migliori risultati terapeutici nei disturbi come il suo (considerata anche la sua giovane età) sono l'associazione di terapie farmacologiche con terapie psicoterapiche.
Non necessariamente per quest'ultimo aspetto deve rivolgersi ad uno psicologo in quanto molti psichiatri hanno competenze psicoterapiche.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#3]
Utente
Gentile Dott. Gukov, grazie per la sua celere risposta.
No so dirle esattamente il motivo della scelta di mio padre, ma il perchè di essere tornati dallo stesso specialista è stato dettato dal fatto che con quest'ultimo mio padre aveva risolto in tempi relativamente brevi il suo problema (che è lo stesso mio).
La separazione tra me e la mia fidanzata è stata causata principalmente dalla mia scarsa voglia di viaggiare, di affrontare nuove situazioni. Il fatto di dover sempre programmare bene dove e come andare in un luogo e con chi.
Sicuramente dal 2007 nonostante abbia avuto periodi in cui stavo meglio la mia dinamicità e voglia di fare è scesa notevolmente rispetto a prima e la mia vita è diventata più monotona.
Lei quindi pensa che con la psicoterapia possa arrivare a risultati migliori
di quelli ottenibili con solo la farmacoterapia?
No so dirle esattamente il motivo della scelta di mio padre, ma il perchè di essere tornati dallo stesso specialista è stato dettato dal fatto che con quest'ultimo mio padre aveva risolto in tempi relativamente brevi il suo problema (che è lo stesso mio).
La separazione tra me e la mia fidanzata è stata causata principalmente dalla mia scarsa voglia di viaggiare, di affrontare nuove situazioni. Il fatto di dover sempre programmare bene dove e come andare in un luogo e con chi.
Sicuramente dal 2007 nonostante abbia avuto periodi in cui stavo meglio la mia dinamicità e voglia di fare è scesa notevolmente rispetto a prima e la mia vita è diventata più monotona.
Lei quindi pensa che con la psicoterapia possa arrivare a risultati migliori
di quelli ottenibili con solo la farmacoterapia?
[#4]
Utente
Gentile Dott. Garbolino,
grazie per la sua risposta.
Non ero a conoscenza che anche lo psichiatra avesse competenze psicoterapiche.
Lei mi consiglia di aspettare l'evolversi della farmacoterapia o è meglio chiedere al mio specialista la possibilità di affiancare la psicoterapia...
Le preciso che lui tranne qualche accenno alla Terapia Cognitivo Comportamentale e quindi farmi lavorare su di me non mi ha mai parlato di psicoterapia.
grazie per la sua risposta.
Non ero a conoscenza che anche lo psichiatra avesse competenze psicoterapiche.
Lei mi consiglia di aspettare l'evolversi della farmacoterapia o è meglio chiedere al mio specialista la possibilità di affiancare la psicoterapia...
Le preciso che lui tranne qualche accenno alla Terapia Cognitivo Comportamentale e quindi farmi lavorare su di me non mi ha mai parlato di psicoterapia.
[#5]
Gentile utente,
il trattamento di tali disturbi dovrebbe essere gestito da psichiatri (e non da neurologi che si occupano di altre problematiche):
Il mio consiglio è di parlarne con il suo curante attuale ipotizzando però anche una consulenza psichiatrica in cui affrontare il tema della psicoterapia (ne esistono di efficaci e anche di relativamente breve durata).
il trattamento di tali disturbi dovrebbe essere gestito da psichiatri (e non da neurologi che si occupano di altre problematiche):
Il mio consiglio è di parlarne con il suo curante attuale ipotizzando però anche una consulenza psichiatrica in cui affrontare il tema della psicoterapia (ne esistono di efficaci e anche di relativamente breve durata).
[#7]
Gentile utente,
dipende da caso a caso.
Nella mia esperienza pratico con beneficio trattamenti del tipo focusing e emdr.
Se intende conoscere maggiori informazioni può visitare www.focusing.it e www.emdritalia.it
dipende da caso a caso.
Nella mia esperienza pratico con beneficio trattamenti del tipo focusing e emdr.
Se intende conoscere maggiori informazioni può visitare www.focusing.it e www.emdritalia.it
[#9]
Gentile utente,
confermo che, come ha già scritto il mio collega, il disturbo in questione dovrebbe essere gestito da psichiatri e non da neurologi.
All'epoca nella quale si è ammalato il Suo padre gli stereotipi rispetto alle professioni del neurologo e dello psichiatra potevano essere più forti, con la tendenza erronea (presente purtroppo tuttora) ad evitare lo psichiatra, pensando che si occupa solo delle malattie psichiche gravi, "incurabili", mentre è il neurologo che si occupa "dei nervi" (e, nella percezione popolare, dunque anche dei disturbi "d'ansia"), però si trattava in gran parte degli stereotipi e delle concezioni popolari. A tale confusione poteva contribuire anche il fatto che ancora prima, per un certo periodo, le due specialità in Italia non erano nemmeno distinte, ma si trattava dello stesso specialista.
Sono contento che il Suo padre è riuscito a superare la sua malattia grazie a questo neurologo, ma oggi, se parliamo della Sua malattia, è maggiormente chiaro che è di competenza psichiatrica, e, secondo me, è anche discutibile quanto si tratta della stessa malattia del Suo padre. Presumendo che si tratta della stessa malattia, si fa un po' una "diagnosi in famiglia", mentre questa va fatta dallo specialista. In effetti, il decorso dei due casi è risultato diverso.
Da quello che Lei scrive, anche con il sostegno della terapia farmacologica, la Sua vita non è stata come prima, e, da quanto ho capito, ciò ha contribuito anche alle tensioni con la Sua fidanzata. Dall'altra parte, dalla farmacoterapia Lei ha comunque avuto i benefici, e abbandonare questa strada prematuramente non avrebbe senso (come ho accennato nella mia replica precedente), ma è probabile che non bisogna sperare di risolvere il problema solo con questa, e non escludo che l'abinazione alla farmacoterapia (a dosi giuste) anche di psicoterapia può dare i risultati migliori (benché, secondo me, non proprio da subito).
Dunque, sono d'accordo con il collega che avrebbe senso una consulenza psichiatrica (dal vivo) in cui affrontare anche il tema della psicoterapia.
confermo che, come ha già scritto il mio collega, il disturbo in questione dovrebbe essere gestito da psichiatri e non da neurologi.
All'epoca nella quale si è ammalato il Suo padre gli stereotipi rispetto alle professioni del neurologo e dello psichiatra potevano essere più forti, con la tendenza erronea (presente purtroppo tuttora) ad evitare lo psichiatra, pensando che si occupa solo delle malattie psichiche gravi, "incurabili", mentre è il neurologo che si occupa "dei nervi" (e, nella percezione popolare, dunque anche dei disturbi "d'ansia"), però si trattava in gran parte degli stereotipi e delle concezioni popolari. A tale confusione poteva contribuire anche il fatto che ancora prima, per un certo periodo, le due specialità in Italia non erano nemmeno distinte, ma si trattava dello stesso specialista.
Sono contento che il Suo padre è riuscito a superare la sua malattia grazie a questo neurologo, ma oggi, se parliamo della Sua malattia, è maggiormente chiaro che è di competenza psichiatrica, e, secondo me, è anche discutibile quanto si tratta della stessa malattia del Suo padre. Presumendo che si tratta della stessa malattia, si fa un po' una "diagnosi in famiglia", mentre questa va fatta dallo specialista. In effetti, il decorso dei due casi è risultato diverso.
Da quello che Lei scrive, anche con il sostegno della terapia farmacologica, la Sua vita non è stata come prima, e, da quanto ho capito, ciò ha contribuito anche alle tensioni con la Sua fidanzata. Dall'altra parte, dalla farmacoterapia Lei ha comunque avuto i benefici, e abbandonare questa strada prematuramente non avrebbe senso (come ho accennato nella mia replica precedente), ma è probabile che non bisogna sperare di risolvere il problema solo con questa, e non escludo che l'abinazione alla farmacoterapia (a dosi giuste) anche di psicoterapia può dare i risultati migliori (benché, secondo me, non proprio da subito).
Dunque, sono d'accordo con il collega che avrebbe senso una consulenza psichiatrica (dal vivo) in cui affrontare anche il tema della psicoterapia.
[#11]
Gentile utente,
può consultare gli elenchi delgi specialisti iscritti a questo sito.
Cliccando su questo link, trova la pagina dalla quale è possibile cercare gli specialisti secondo la provincia (immetendo il nome della provincia nella finestra del motore di ricerca):
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Arrivati sulla pagina della provincia, appaiono i nomi di diversi specialisti, fra di loro anche gli psichiatri. Cliccando sul nominativo, si accede alla pagina personale.
può consultare gli elenchi delgi specialisti iscritti a questo sito.
Cliccando su questo link, trova la pagina dalla quale è possibile cercare gli specialisti secondo la provincia (immetendo il nome della provincia nella finestra del motore di ricerca):
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Arrivati sulla pagina della provincia, appaiono i nomi di diversi specialisti, fra di loro anche gli psichiatri. Cliccando sul nominativo, si accede alla pagina personale.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 7.3k visite dal 28/08/2012.
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