Ma qual'è la mia diagnosi?
sono un ragazzo di 23 anni. in seguito a delle delusioni affettive e all' università ho cominciato a sentirmi perseguitato da tutti eccetto la mia famiglia. sono andato da uno Psichiatra che dopo avermi visitato mi ha prescritto EN e TEGRETOL e in seguito una puntura di MODITEN ogni 21 giorni. sentendomi meglio nell' arco di mesi ho deciso di sospendre la cura. passato un anno senza problemi la situazione è precipitata in una settimana dopo un colloquio di lavoro andato male tanto che ho tentato il suicidio per avvelenamento da caustici. tornato dal mio Psichiatra, dopo 6 giorni di coma farmacologico e 20 di ricovero in ospedale,questi mi ha prescritto una compressa di CYPRALEX, due di ZYPREXA e due di TEGRETOL. in un anno di cura, nonostante i progressi e le dosi che scendevano, sono ingrassto di 35 kg e abbiamo sostiuito lo ZYPREXA con il RISPERDAL. ora sono tornato di nuovo a prendere il MODITEN ogni 21 giorni. la mia domanda è QUAL' è LA MIA DIAGNOSI? ho qualcosa o sono solo un debole? smetterò mai di prendere gli psicofarmaci? Vi ringrazio anticipatamente e vi porgo i miei cordiali saluti.
[#1]
Gentile Utente,
la diagnosi compete al medico specialista che lo ha in cura, avendo lui una serie di elementi derivanti dalla valutazione clinica, anamnestica ed eventualmente psicodiagnostica che certamente sono più completi di quanto da lei riferito.
Le consiglio di non modificare o peggio sospendere le cure senza il parere del suo psichiatra.
La terapia farmacologica non va vissuta come una "condanna a vita", ma qualcosa che le permette, se corretta e adeguata, di stare meglio e di poter vivere una vita normale; sarà il suo medico che stabilirà se ad un certo punto ci saranno le condizioni per modificare, ridurre o sospendere la terapia; pertanto cerchi di considerare il "fattore tempo" a lei favorevole e non una "perdita irreverisibile".
la diagnosi compete al medico specialista che lo ha in cura, avendo lui una serie di elementi derivanti dalla valutazione clinica, anamnestica ed eventualmente psicodiagnostica che certamente sono più completi di quanto da lei riferito.
Le consiglio di non modificare o peggio sospendere le cure senza il parere del suo psichiatra.
La terapia farmacologica non va vissuta come una "condanna a vita", ma qualcosa che le permette, se corretta e adeguata, di stare meglio e di poter vivere una vita normale; sarà il suo medico che stabilirà se ad un certo punto ci saranno le condizioni per modificare, ridurre o sospendere la terapia; pertanto cerchi di considerare il "fattore tempo" a lei favorevole e non una "perdita irreverisibile".
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
La sua diagnosi può essere formulata solo dal suo specialista. Ne discuta liberamente con lui, ma soprattutto si tenga alla larga dalla tentazione di autogestire le terapie.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#3]
Gentile utente, quello che descrive potrebbe essere un serio disturbo bipolare che si aggrava in reazione agli eventi stressanti, fino a ragiungere livelli estremamente pericolosi, come il tentato suicidio.
Questi sintomi, a prescindere dall'etichetta diagnostica, che va sempre discussa e approfondita col proprio curante perchè dipende dal quadro generale e non può basarsi solo su poche caratteristiche, sono sintomi da tenere in considerazione e da curare adeguatamente, perchè interferiscono molto con la sua qualità della vita e con il suo benessere.
Lei non è una persona debole, è una persona anzi che si sta impegnando da tempo per curare i suoi disturbi.
In questi casi la determinazione e la costanza nelle terapie sono importantissime.
Saluti
Questi sintomi, a prescindere dall'etichetta diagnostica, che va sempre discussa e approfondita col proprio curante perchè dipende dal quadro generale e non può basarsi solo su poche caratteristiche, sono sintomi da tenere in considerazione e da curare adeguatamente, perchè interferiscono molto con la sua qualità della vita e con il suo benessere.
Lei non è una persona debole, è una persona anzi che si sta impegnando da tempo per curare i suoi disturbi.
In questi casi la determinazione e la costanza nelle terapie sono importantissime.
Saluti
Claudia Ravaldi
www.psico-terapia.it
www.ciaolapo.it
www.matermundi.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 17/03/2008.
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