Depressione e desideri di suicidio
Ho 22 anni e mi sento già finito.
Vi descriverò in poche righe quella che è stata la mia vita fino ad ora e cosa secondo me mi ha portato oggi a stare in questa condizione.
Tutto ha inizio all'età dei 13-14 anni, insomma quando si iniziano le medie, mi separano da quelli che fino ad allora furono i miei migliori amici mettendomi in una classe diversa dalla loro e purtroppo da lì inizio tutto, iniziai a conoscere il mio carattere debole e fragile, venivo offeso, deriso ed emarginato, non so neanche io spiegarmi il perchè ma è così che andò, gli anni scorrono così fra alti e bassi, nel frattempo i dubbi sulla mia sessualità di tanto in tanto si facevano presenti facendomi soffrire non poco, perchè non capivo cos'ero e come la mia vita sentimentale sarebbe potuta essere serena.
Gli anni passano, le medie scorrono all'incirca nello stesso modo, a metà della seconda le cose migliorano e così anche nella terza, in effetti la mia vita in quel momento possiamo definirla abbastanza tranquilla.
Scuole superiori, scelgo un tecnico perchè mi viene detto che non sono all'altezza per un liceo, il mio desiderio era il Classico, ma anche io non mi sono ritenuto all'altezza e così nada, solo al terzo anno mi rendo conto di aver sbagliato indirizzo di studi, quando ormai è troppo tardi, le scuole superiori vanni avanti tra alti e bassi, la mia debolezza caratteriale e di reagire di fronte a chi mi ingiuria e si prende gioco di me resta ed a volte mi pensa non poco, ma gli anni scorrono così, iniziano ad arrivare i primi rimpianti di una scuola sbagliata, tuttavia completo gli studi e mi catapulto in quello che era il mio sogno, studiare lettere, qualche mese e butto tutto al vento in una notte, decidendo che non ce l'avrei potuta fare in quell'ateneo e che non era quello il posto in cui dovevo stare( primo fallimento ed attuale grande rimpianto), provo a riempire la delusione seguendo le orme del mio diploma iscrivendo alla Marina Mercantile, ero consapevole che era solo un rincalzo ma mi serviva per evadere dalla realtà di paese e conoscere gente nuova, anche qui viene fuori la mia impotenza contro chi da fastidio agli altri, spesso sono stato in crisi proprio perchè vittima degli scherzi e del divertimento altrui, tuttavia l'esperienza di studio prosegue bene fino a che non devo imbarcare per l'Indonesia e lì il crollo, panico, paura ed ansia mi bloccano e non riesco a partire, capisco che senza passione e voglia non si può fare un esperienza simile e rinuncio, e quindi eccomi qui ormai da qualche mese con due fallimenti sulle spalle( specie il primo) che pesano come macigni, un autostima sempre bassa ora completamente distrutta ed i rimpianti e le continue bastonate di sfiducia nei miei confronti di chi mi circonda che mi dilaniano l'anima, ormai da qualche tempo i pensieri di suicidio accarezzano la mia mente, l'impotenza di non poter far nulla in preda all'impossibilità economica ed al blocco mentale che via via mi sta murando vivo in casa. Che fare?
Vi descriverò in poche righe quella che è stata la mia vita fino ad ora e cosa secondo me mi ha portato oggi a stare in questa condizione.
Tutto ha inizio all'età dei 13-14 anni, insomma quando si iniziano le medie, mi separano da quelli che fino ad allora furono i miei migliori amici mettendomi in una classe diversa dalla loro e purtroppo da lì inizio tutto, iniziai a conoscere il mio carattere debole e fragile, venivo offeso, deriso ed emarginato, non so neanche io spiegarmi il perchè ma è così che andò, gli anni scorrono così fra alti e bassi, nel frattempo i dubbi sulla mia sessualità di tanto in tanto si facevano presenti facendomi soffrire non poco, perchè non capivo cos'ero e come la mia vita sentimentale sarebbe potuta essere serena.
Gli anni passano, le medie scorrono all'incirca nello stesso modo, a metà della seconda le cose migliorano e così anche nella terza, in effetti la mia vita in quel momento possiamo definirla abbastanza tranquilla.
Scuole superiori, scelgo un tecnico perchè mi viene detto che non sono all'altezza per un liceo, il mio desiderio era il Classico, ma anche io non mi sono ritenuto all'altezza e così nada, solo al terzo anno mi rendo conto di aver sbagliato indirizzo di studi, quando ormai è troppo tardi, le scuole superiori vanni avanti tra alti e bassi, la mia debolezza caratteriale e di reagire di fronte a chi mi ingiuria e si prende gioco di me resta ed a volte mi pensa non poco, ma gli anni scorrono così, iniziano ad arrivare i primi rimpianti di una scuola sbagliata, tuttavia completo gli studi e mi catapulto in quello che era il mio sogno, studiare lettere, qualche mese e butto tutto al vento in una notte, decidendo che non ce l'avrei potuta fare in quell'ateneo e che non era quello il posto in cui dovevo stare( primo fallimento ed attuale grande rimpianto), provo a riempire la delusione seguendo le orme del mio diploma iscrivendo alla Marina Mercantile, ero consapevole che era solo un rincalzo ma mi serviva per evadere dalla realtà di paese e conoscere gente nuova, anche qui viene fuori la mia impotenza contro chi da fastidio agli altri, spesso sono stato in crisi proprio perchè vittima degli scherzi e del divertimento altrui, tuttavia l'esperienza di studio prosegue bene fino a che non devo imbarcare per l'Indonesia e lì il crollo, panico, paura ed ansia mi bloccano e non riesco a partire, capisco che senza passione e voglia non si può fare un esperienza simile e rinuncio, e quindi eccomi qui ormai da qualche mese con due fallimenti sulle spalle( specie il primo) che pesano come macigni, un autostima sempre bassa ora completamente distrutta ed i rimpianti e le continue bastonate di sfiducia nei miei confronti di chi mi circonda che mi dilaniano l'anima, ormai da qualche tempo i pensieri di suicidio accarezzano la mia mente, l'impotenza di non poter far nulla in preda all'impossibilità economica ed al blocco mentale che via via mi sta murando vivo in casa. Che fare?
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Direi che deve trovare qualcuno con cui poter riguardare tutti questi temi che ha espresso in modo da vederli da più punti di vista e non solo da quello che è abituato a usare Lei.
La realtà,anche della vita delle persone non è mai semplice e univoca e dipende molto dai punti di vista da cui la si considera.
Le consiglierei caldamente di sospendere il giudizio che sta dando, quasi fosse un Tribunale chiamato a condannare un colpevole per un delitto, perchè probabilmente non si tratta di un delitto e comunue probabilmente il colpevole non sarebbe lei... E nemmeno, da utltimo, Lei non è titolato ed autorizzato ad ergersi a giudice.
Quindi si fermi e riconsideri le cose diversamente, uscendo dal circolo vizioso in cui sembra essersi infilato, Ovviamente un aiuto psicologico ad affrontare tutto ciò sembra molto consigliabile.
La realtà,anche della vita delle persone non è mai semplice e univoca e dipende molto dai punti di vista da cui la si considera.
Le consiglierei caldamente di sospendere il giudizio che sta dando, quasi fosse un Tribunale chiamato a condannare un colpevole per un delitto, perchè probabilmente non si tratta di un delitto e comunue probabilmente il colpevole non sarebbe lei... E nemmeno, da utltimo, Lei non è titolato ed autorizzato ad ergersi a giudice.
Quindi si fermi e riconsideri le cose diversamente, uscendo dal circolo vizioso in cui sembra essersi infilato, Ovviamente un aiuto psicologico ad affrontare tutto ciò sembra molto consigliabile.
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 08/08/2012.
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