Depressione e uso di zarelis (venlafaxina) discontinuo
Cari Dottori,
dal 2010 curo la depressione con lo zarelis. Il primo episodio, il più grave, era stato diagnosticato come depressione maggiore. Da maggio 2010 a gennaio 2011 ho assunto zarelis, e Il miglioramento è cominciato dopo circa due settimane, partendo da 75 mg fino ad arrivare a 300 mg, per poi ritornare gradualmente a 75 mg. La cessazione della terapia era stata anticipata da 15 gg di assunzione a giorni alterni. Alcuni mesi dopo (aprile 2011) ho avuto la prima ricaduta. In questo caso il Medico mi ha fatto cominciare la terapia direttamente con 300 mg per poi diminuirla gradualmente fino a 75 mg, e mantenuto questo dosaggio per alcuni mesi.Anche in questo caso tutto ok, la terapia aveva fatto il suo effetto già dopo due settimane dall'inizio. A fine aprile 2012 ho nuovamente interrotto la terapia, sempre con 15-20 giorni di assunzione a giorni alterni. stavo benissimo.
Purtroppo, a fine maggio ho avuto nuovamente una graduale ricaduta, stavolta con sintomi ansiosi più forti. Quindi il Medico stavolta mi ha fatto iniziare la cura solo con 75 mg per non accentuare l'ansia già presente. Ho aumentato la terapia fino a 225 mg e ora la sto già diminuendo gradualmente (attualmente 150 mg). In più stavolta preondo anche un ansiolitico alla sera (EN da 0,5 una volta al giorno).
Arrivo finalmente al problema attuale che vi espongo, in questa seconda ricaduta lo zarelis non sta producendo lo stesso effetto "benefico", poco miglioramento e soprattutto poca reattività da parte mia. l'umore è sempre piuttosto depresso, mi sembra di non prendere lo stesso farmaco, Si sentono soltanto gli effetti negativi sulla sessualità, quelli purtroppo si.
Tutto questo può dipendere dal "tira e molla" con lo zarelis che ha abituato il mio corpo alla molecola? Sarebbe più opportuno cambiare farmaco? Ho letto che il Bupropione può essere usato come alternativa alla venlafaxina e non ha gli stessi effetti collaterali sulla sessualità, anzi, è un leggero stimolante, cosa di cui sento il bisogno sia fisicamente che sessualmente.
un grazie in anticipo a chi mi risponderà
dal 2010 curo la depressione con lo zarelis. Il primo episodio, il più grave, era stato diagnosticato come depressione maggiore. Da maggio 2010 a gennaio 2011 ho assunto zarelis, e Il miglioramento è cominciato dopo circa due settimane, partendo da 75 mg fino ad arrivare a 300 mg, per poi ritornare gradualmente a 75 mg. La cessazione della terapia era stata anticipata da 15 gg di assunzione a giorni alterni. Alcuni mesi dopo (aprile 2011) ho avuto la prima ricaduta. In questo caso il Medico mi ha fatto cominciare la terapia direttamente con 300 mg per poi diminuirla gradualmente fino a 75 mg, e mantenuto questo dosaggio per alcuni mesi.Anche in questo caso tutto ok, la terapia aveva fatto il suo effetto già dopo due settimane dall'inizio. A fine aprile 2012 ho nuovamente interrotto la terapia, sempre con 15-20 giorni di assunzione a giorni alterni. stavo benissimo.
Purtroppo, a fine maggio ho avuto nuovamente una graduale ricaduta, stavolta con sintomi ansiosi più forti. Quindi il Medico stavolta mi ha fatto iniziare la cura solo con 75 mg per non accentuare l'ansia già presente. Ho aumentato la terapia fino a 225 mg e ora la sto già diminuendo gradualmente (attualmente 150 mg). In più stavolta preondo anche un ansiolitico alla sera (EN da 0,5 una volta al giorno).
Arrivo finalmente al problema attuale che vi espongo, in questa seconda ricaduta lo zarelis non sta producendo lo stesso effetto "benefico", poco miglioramento e soprattutto poca reattività da parte mia. l'umore è sempre piuttosto depresso, mi sembra di non prendere lo stesso farmaco, Si sentono soltanto gli effetti negativi sulla sessualità, quelli purtroppo si.
Tutto questo può dipendere dal "tira e molla" con lo zarelis che ha abituato il mio corpo alla molecola? Sarebbe più opportuno cambiare farmaco? Ho letto che il Bupropione può essere usato come alternativa alla venlafaxina e non ha gli stessi effetti collaterali sulla sessualità, anzi, è un leggero stimolante, cosa di cui sento il bisogno sia fisicamente che sessualmente.
un grazie in anticipo a chi mi risponderà
[#1]
Gentile utente,
sicuramente la minore efficacia del farmaco può riferirsi alla modalità discontinua della sua assunzione. Tale modalità influisce non sulle caratterstiche del farmaco, ma sulla malattia, che diventa più resistente alle cure nei periodi depressivi successivi, inoltre la periodicità stessa delle manifestazioni potrebbe essere in parte indotta dalla modalità discontinua della cura.
Se il Suo medico Le prescrive un antidepressivo nuovo (magari non di tutt'altra categoria, come il Bupropione, ma, anzi, uno che abbia il meccanismo più simile a quel farmaco che ha già funzionato), non escludo che questo possa essere efficace, ma non escludo neanche che lo stesso farmaco che si è già dimostrato efficace (Zarelis) possa essere sempre efficace, magari dopo un tempo di attesa maggiore. In generale, nel caso delle recidive degli episodi depressivi, il tempo di attesa dell'effetto dei farmaci è tendenzialmente maggiore rispetto al primo episodio.
Se, però, proseguite le cure con le vecchie modalità, tutto questo può avere vantaggi dubbi e comunqe non è un modo di fare.
Innanzittutto proporrei la rivalutazione della diagnosi.
Se si è trattato nel caso di tutti gli episodi degli Episodi Depressivi Maggiori, e dunque del Disturbo Depressivo Maggiore Ricorrente, già dopo il secondo episodio è indicata una cura antidepressiva da protrarrsi ininterrottamente per tempi lunghi, anche per anni, ma sotto monitoraggio specialistico periodico. Al farmaco antidepressivo può essere abinato, eventualmente, anche uno stabilizzatore di umore, il quale, oltre a poter prevenire la ciclicità, potrebbe dar beneficio dal punto di vista ansiolitico, evitando l'uso degli ansiolitici "classici" che sono più propensi a creare la dipendenza.
Consiglierei però di valutare anche le diagnosi differenziali (alternative):
fra le prime, un disturbo di umore "bipolare" (la periodicità degli episodi depressivi può mascherare l'alternanza delle fasi opposte: ad esempio le fasi depressive e ipomaniacali). In questo periodo o anche in passato Le è mai capitato di vivere i periodi di umore opposto a quello depresso ? In questo caso potrebbe essere indicato un approccio farmacologico differente (basato soprattutto su uno stabilizzatore di umore, mentre l'uso degli antidepressivi dovrebbe essere possibilmente limitato, perché possono dare benefici temporanei, ma peggiorare il disturbo in toto).
Fra le diagnosi differenziali metterei anche l'eventualità di un disturbo depressivo diverso dal Disturbo Depressivo Maggiore. Può trattarsi, ad esempio, dei cambiamenti di umore in reazione agli avvenimenti o alle circostanze della Sua vita ? In questo caso bisogna valutare con maggiore attenzione se la situazione effettivamente necessita della terapia antidepressiva o/e ansiolitica e prendere in considerazione anche gli approcci diversi da quello farmacologico. Potrebbe essere adatto il paragone con gli antibiotici (gli antibiotici, quando usati nel modo non mirato, possono comunque aiutare nel momento di bisogno, ma possono anche favorire le resistenze di alcune specie batteriche patogene, per questo motivo lo spettro dell'efficacia di questi farmaci col tempo può restringersi; e l'organismo della stessa persona possa avere più dificoltà a combattere gli stessi batteri; dunque non conviene curare ogni raffreddore con gli antibiotici): un discorso simile può valere anche per gli antidepressivi e per gli ansiolitici.
In un'altra ipotesi potrebbe trattarsi di un disturbo primariamente d'Ansia, cui riesacerbazioni periodiche potrebbero spiegarsi con le sospensioni periodiche della cura. Nel caso dei disturbi d'ansia bisognerebbe a maggior ragione valutare anche un approccio non farmacologico.
Di queste e di eventuali altre possibilità Le consiglio di parlare con il Suo medico.
L'ulltimo, ma forse il più importante dei commenti: il Medico che La segue per questa Sua problematica è uno specialista psichiatra ? (se no, consiglierei di farsi seguire da uno specialista, se sì, ritiro la domanda).
sicuramente la minore efficacia del farmaco può riferirsi alla modalità discontinua della sua assunzione. Tale modalità influisce non sulle caratterstiche del farmaco, ma sulla malattia, che diventa più resistente alle cure nei periodi depressivi successivi, inoltre la periodicità stessa delle manifestazioni potrebbe essere in parte indotta dalla modalità discontinua della cura.
Se il Suo medico Le prescrive un antidepressivo nuovo (magari non di tutt'altra categoria, come il Bupropione, ma, anzi, uno che abbia il meccanismo più simile a quel farmaco che ha già funzionato), non escludo che questo possa essere efficace, ma non escludo neanche che lo stesso farmaco che si è già dimostrato efficace (Zarelis) possa essere sempre efficace, magari dopo un tempo di attesa maggiore. In generale, nel caso delle recidive degli episodi depressivi, il tempo di attesa dell'effetto dei farmaci è tendenzialmente maggiore rispetto al primo episodio.
Se, però, proseguite le cure con le vecchie modalità, tutto questo può avere vantaggi dubbi e comunqe non è un modo di fare.
Innanzittutto proporrei la rivalutazione della diagnosi.
Se si è trattato nel caso di tutti gli episodi degli Episodi Depressivi Maggiori, e dunque del Disturbo Depressivo Maggiore Ricorrente, già dopo il secondo episodio è indicata una cura antidepressiva da protrarrsi ininterrottamente per tempi lunghi, anche per anni, ma sotto monitoraggio specialistico periodico. Al farmaco antidepressivo può essere abinato, eventualmente, anche uno stabilizzatore di umore, il quale, oltre a poter prevenire la ciclicità, potrebbe dar beneficio dal punto di vista ansiolitico, evitando l'uso degli ansiolitici "classici" che sono più propensi a creare la dipendenza.
Consiglierei però di valutare anche le diagnosi differenziali (alternative):
fra le prime, un disturbo di umore "bipolare" (la periodicità degli episodi depressivi può mascherare l'alternanza delle fasi opposte: ad esempio le fasi depressive e ipomaniacali). In questo periodo o anche in passato Le è mai capitato di vivere i periodi di umore opposto a quello depresso ? In questo caso potrebbe essere indicato un approccio farmacologico differente (basato soprattutto su uno stabilizzatore di umore, mentre l'uso degli antidepressivi dovrebbe essere possibilmente limitato, perché possono dare benefici temporanei, ma peggiorare il disturbo in toto).
Fra le diagnosi differenziali metterei anche l'eventualità di un disturbo depressivo diverso dal Disturbo Depressivo Maggiore. Può trattarsi, ad esempio, dei cambiamenti di umore in reazione agli avvenimenti o alle circostanze della Sua vita ? In questo caso bisogna valutare con maggiore attenzione se la situazione effettivamente necessita della terapia antidepressiva o/e ansiolitica e prendere in considerazione anche gli approcci diversi da quello farmacologico. Potrebbe essere adatto il paragone con gli antibiotici (gli antibiotici, quando usati nel modo non mirato, possono comunque aiutare nel momento di bisogno, ma possono anche favorire le resistenze di alcune specie batteriche patogene, per questo motivo lo spettro dell'efficacia di questi farmaci col tempo può restringersi; e l'organismo della stessa persona possa avere più dificoltà a combattere gli stessi batteri; dunque non conviene curare ogni raffreddore con gli antibiotici): un discorso simile può valere anche per gli antidepressivi e per gli ansiolitici.
In un'altra ipotesi potrebbe trattarsi di un disturbo primariamente d'Ansia, cui riesacerbazioni periodiche potrebbero spiegarsi con le sospensioni periodiche della cura. Nel caso dei disturbi d'ansia bisognerebbe a maggior ragione valutare anche un approccio non farmacologico.
Di queste e di eventuali altre possibilità Le consiglio di parlare con il Suo medico.
L'ulltimo, ma forse il più importante dei commenti: il Medico che La segue per questa Sua problematica è uno specialista psichiatra ? (se no, consiglierei di farsi seguire da uno specialista, se sì, ritiro la domanda).
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore,
Innanzitutto la ringrazio per la solerte consulenza. Rispondo per quanto possibile ai suoi quesiti.
il Medico che La segue per questa Sua problematica è uno specialista psichiatra ?
Sono stato seguito fin dall’inizio da uno specialista psichiatra dell’Asl. Purtroppo come può immaginare gli incontri non sono così frequenti e talvolta tra l’uno e l’altro passa più di un mese. Per questo, anche se a malincuore mi sto chiedendo se è il caso di cambiare specialista, soprattutto in un momento delicato come questo visto quello che sto passando.
In questo periodo o anche in passato Le è mai capitato di vivere i periodi di umore opposto a quello depresso ?
In passato mi è capitato di alternare fasi di umore depresso (sempre brevi e mai significative quanto ora) a fasi di umore ottimo.
Può trattarsi, ad esempio, dei cambiamenti di umore in reazione agli avvenimenti o alle circostanze della Sua vita ?
Si, effettivamente in questi ultimi tre anni ho affrontato avvenimenti piuttosto importanti e cambiamenti nella mia vita, alcuni piuttosto pesanti, e in questo periodo ne dovrei affrontare altri.Dico dovrei proprio perché il mio stato attuale mi impedisce di affrontare la realtà e fare passi avanti. Forse è questa la causa principale dei miei problemi.
In un'altra ipotesi potrebbe trattarsi di un disturbo primariamente d'Ansia, cui riesacerbazioni periodiche potrebbero spiegarsi con le sospensioni periodiche della cura.
L’ansia, c’è e la reprimo. Somatizzo, accumulo tensioni fino al punto di cedere, quando poi vado in crisi.
Aggiungo che ho iniziato su consiglio dello Psichiatra anche un percorso psicologico, ma per ora lo ritengo poco utile e soddisfacente, probabilmente per il poco feeling che si è creato con la psicoterapista.
Vorrei farle una ulteriore osservazione. Per quanto abbia in passato benedetto lo zarelis per la sua azione benefica (mi sembrava davvero di non essere mai stato cosi bene) oggi sono un po’ deluso dagli effetti degli psicofarmaci. In passato ho avuto alti e bassi ma mai come ora! Inoltre i disturbi sessuali che provocano questi farmaci non mi permettono di avere una tranquilla vita di coppia. E’ frustrante per un uomo della mia età provare queste “limitazioni”. Come Lei mi ha fatto notare potrebbe non essere necessario procedere con un antidepressivo ma con altri tipi di terapia. Cosa ne pensa al riguardo?
Spero di essere stato abbastanza chiaro, sono molto confuso, faccio fatica a scrivere quello che provo.
Ringrazio ancora infinitamente Lei e chiunque altro vorrà rispondere.
Innanzitutto la ringrazio per la solerte consulenza. Rispondo per quanto possibile ai suoi quesiti.
il Medico che La segue per questa Sua problematica è uno specialista psichiatra ?
Sono stato seguito fin dall’inizio da uno specialista psichiatra dell’Asl. Purtroppo come può immaginare gli incontri non sono così frequenti e talvolta tra l’uno e l’altro passa più di un mese. Per questo, anche se a malincuore mi sto chiedendo se è il caso di cambiare specialista, soprattutto in un momento delicato come questo visto quello che sto passando.
In questo periodo o anche in passato Le è mai capitato di vivere i periodi di umore opposto a quello depresso ?
In passato mi è capitato di alternare fasi di umore depresso (sempre brevi e mai significative quanto ora) a fasi di umore ottimo.
Può trattarsi, ad esempio, dei cambiamenti di umore in reazione agli avvenimenti o alle circostanze della Sua vita ?
Si, effettivamente in questi ultimi tre anni ho affrontato avvenimenti piuttosto importanti e cambiamenti nella mia vita, alcuni piuttosto pesanti, e in questo periodo ne dovrei affrontare altri.Dico dovrei proprio perché il mio stato attuale mi impedisce di affrontare la realtà e fare passi avanti. Forse è questa la causa principale dei miei problemi.
In un'altra ipotesi potrebbe trattarsi di un disturbo primariamente d'Ansia, cui riesacerbazioni periodiche potrebbero spiegarsi con le sospensioni periodiche della cura.
L’ansia, c’è e la reprimo. Somatizzo, accumulo tensioni fino al punto di cedere, quando poi vado in crisi.
Aggiungo che ho iniziato su consiglio dello Psichiatra anche un percorso psicologico, ma per ora lo ritengo poco utile e soddisfacente, probabilmente per il poco feeling che si è creato con la psicoterapista.
Vorrei farle una ulteriore osservazione. Per quanto abbia in passato benedetto lo zarelis per la sua azione benefica (mi sembrava davvero di non essere mai stato cosi bene) oggi sono un po’ deluso dagli effetti degli psicofarmaci. In passato ho avuto alti e bassi ma mai come ora! Inoltre i disturbi sessuali che provocano questi farmaci non mi permettono di avere una tranquilla vita di coppia. E’ frustrante per un uomo della mia età provare queste “limitazioni”. Come Lei mi ha fatto notare potrebbe non essere necessario procedere con un antidepressivo ma con altri tipi di terapia. Cosa ne pensa al riguardo?
Spero di essere stato abbastanza chiaro, sono molto confuso, faccio fatica a scrivere quello che provo.
Ringrazio ancora infinitamente Lei e chiunque altro vorrà rispondere.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 50.3k visite dal 07/08/2012.
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