Consulenza su farmaci idonei a diverse patologie psiconeuroliche!
gentilissimi Dottori, forse la mia richiesta potrà sembrarvi ambigua o complessa perchè, se pur di natura neuro psichiatrica, i miei sintomi vanno a a finire su gastrointestinale. sono un alcolista moderato, nel senso che non mi sbronzo mai, ma dopo un pò di tempo che sto bene e magari bevo un pò di più, cominciano la mancanza di appettito, nausea diarrea e commpleta inappettenza, che mi portano inevitabilmente alla disiditratazione,debolezza, e premetto che non posso prendere vitam. sopratutto di tipo b, perche ho avuto di recente una cordeoctmia(carcinoma maligno) alla corda vera sinistra curata con laser co2 di II grado, e mi dicono che le vitam. potrebber ravvivare anche il tumore. io prendevo il dobetin e stavo da dio ma ora non posso più.soffro da att. di panico da oltre dieci anni che però negli anni ho imparato a controll. almeno parzialmente.questi si accentuano nei periodi maggior consumo di alcol. altrevolte e proprio l'alcol a sedarmi. questa era solo una premessa. soffro fortemente di deppressione e ansia, ma ne il medico curante, ne gli specialisti, finora no hanno trovato una cura adeguata. ho provato di tutto, Xanax, zoloft, xerosat, serenase, En (questi due ultimi tra l'altro mihanno completamente azzerato la libido e sono diventato impotente per circa due anni) poi ziprexa ed altri,unitamente al neurontin ho preso lorazepam, diazepam , levoprai e campral con il pantoprazolo, che per un certo periodo mi hanno anche dato benficio. benchè l'operazione (cordeoctmia) sia andata bene io sono caduto in una ulteriore fortissima deppressione con tutti i sintomi che ho già descritto. al punto che completamente distidratato e debolissimo con disturbi dell umopre e del sonno, mi sono ricoverato in una clinica dove il reparto medicinae affiancata dalla neuro/psichiatria, quindi convinto di essere in buone mani, ho cominciato la degenza. la prima terapia che mi hanno dato, oltre a 7 gocce per pasto di alcover per l'astinenza, è stao proprio l'"EN" io ho reagito subito male dicendo alla dottssa che quel farmaco lo lo conoscevo benissimo, spiegando che mi davano, tristezza, ansia, depressione cronica, e piangevo come un bambino oltre a una fortissima agitazione e stordimento allo stesso tempo, dormivo ad ogni occasione. ma lei mi disse che al momento quel farmaco era l'ideale e che la mia ritrosità come già detto era dovuta la fatto che mi creava impotenza! A questo, la psichiatra ha anche aggiunto che non mi avrebbe dato alcun anti depressivo ma che i maschi sui 40 /50 sono ritrosi all'accettare i cambiamenti del nostro organismo, che è tutto normale che dobbiamo evolverci e che l'amore a questa età si fa in un altro modo e che noi siamo ancora legati all'apertura delle gambe e della penetraz.. Io le ho spiegato che le cose almeno nel mio caso non erano così e che io facevo felice la mia compagna almeno una volta prima di..pretendere la mia parte,che spesso non mi veniva ripagata , a causa dei miei problemi! ora prendo il rivotril, che fare?
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Gentile utente,
sarò troppo banale, ma tutte le Sue problematiche sono legati anche all'uso di alcool e alle conseguenze di ciò a livello delle condizioni generali organiche. Senza risolvere il problema dell'uso di alcool, si può pretendere solo di sopravvivere.
Di certo è importante tenere conto degli effetti collaterali dei determinati medicinali, gli effetti che fra l'altro Lei conosce e riferisce al medico, aiutando a lui di curarLa bene. Se alla fine sono riusciti a trovarLe una cura meglio tollerata, tanto meglio. Ma non è una soluzione.
Nelle problematiche della libido e nella "sensibilità" (nel senso negativo) ad alcuni medicinali può essere coinvolta anche la cronica assunzione di alcool, la quale di per sé peggiora la potenza e altera, a modo suo, la libido. Anche le problematiche di umore e d'ansia non è corretto vedere disgiunti dall'uso di alcool. Come Lei stesso nota, talvolta l'alcool La calma, ma succede che peggiora i sintomi psichici. Probabilmente, però, Lei si riferisce agli effetti di alcool sempre a breve termine o quasi nell'immediato. Aggiungo una "novità": che l'alcool ha effetti negativi sulla salute psichica anche a lungo termine. Anche se è discutibile la teoria che l'alcool "cambia la personalità" dell'individuo, di certo rende i nostri processi psichici più labili e possono subentrare anche le alterazioni di umore su base organica alcool-correlata.
Per cui, cercare una "cura adatta", mentre prosegue a fare l'uso di alcool è poco utile. L'alcool più altre medicinali ansiolitiche, depressive, neurolettiche aggiunte diventa un mix discutibile.
Rispetto alle vitamine, sono senz'altro importanti, ma, se non si tratta delle carenze irrecuperabili in un altro modo, ma piuttosto della profilassi, allora non sono salvavita. Le carenze vitaminiche derivano dall'uso di alcool e dalla dieta che risente di ciò.
In poche parole, bisogna smettere di usare l'alcool e riabilitarsi dall'uso di alcool. Ciò comprende anche il lavoro sul piano psicoeducazionale e psicoterapeutico, al quale sembra non che si è lasciato molto spazio; Lei non lo menziona proprio fra le cure.
sarò troppo banale, ma tutte le Sue problematiche sono legati anche all'uso di alcool e alle conseguenze di ciò a livello delle condizioni generali organiche. Senza risolvere il problema dell'uso di alcool, si può pretendere solo di sopravvivere.
Di certo è importante tenere conto degli effetti collaterali dei determinati medicinali, gli effetti che fra l'altro Lei conosce e riferisce al medico, aiutando a lui di curarLa bene. Se alla fine sono riusciti a trovarLe una cura meglio tollerata, tanto meglio. Ma non è una soluzione.
Nelle problematiche della libido e nella "sensibilità" (nel senso negativo) ad alcuni medicinali può essere coinvolta anche la cronica assunzione di alcool, la quale di per sé peggiora la potenza e altera, a modo suo, la libido. Anche le problematiche di umore e d'ansia non è corretto vedere disgiunti dall'uso di alcool. Come Lei stesso nota, talvolta l'alcool La calma, ma succede che peggiora i sintomi psichici. Probabilmente, però, Lei si riferisce agli effetti di alcool sempre a breve termine o quasi nell'immediato. Aggiungo una "novità": che l'alcool ha effetti negativi sulla salute psichica anche a lungo termine. Anche se è discutibile la teoria che l'alcool "cambia la personalità" dell'individuo, di certo rende i nostri processi psichici più labili e possono subentrare anche le alterazioni di umore su base organica alcool-correlata.
Per cui, cercare una "cura adatta", mentre prosegue a fare l'uso di alcool è poco utile. L'alcool più altre medicinali ansiolitiche, depressive, neurolettiche aggiunte diventa un mix discutibile.
Rispetto alle vitamine, sono senz'altro importanti, ma, se non si tratta delle carenze irrecuperabili in un altro modo, ma piuttosto della profilassi, allora non sono salvavita. Le carenze vitaminiche derivano dall'uso di alcool e dalla dieta che risente di ciò.
In poche parole, bisogna smettere di usare l'alcool e riabilitarsi dall'uso di alcool. Ciò comprende anche il lavoro sul piano psicoeducazionale e psicoterapeutico, al quale sembra non che si è lasciato molto spazio; Lei non lo menziona proprio fra le cure.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Gent.mo dott.Alex, intanto la ringrazio per la premura e la sollecitudine con la quale mi ha risposto. Acausa del poco spazio a disposizione (benchè lungo) non ho potuto parlare di tutto.infatti come già detto soffro di diverse patologie e per la maggior parte di queste l'alcol è stata una conseguenza, un auto terapia. tuttora, quando le cose non vanno bene ( i rapporti sessuali) con l'assunzione di qualche bicchiere di vino rosso, tutto torna a funzionare, !Inoltre, noto che lei ha basato tutta la sua diagnosi sull'alcol.mentre io soffro anche di ansia e deppresione e anche in questo caso l'alcol è una conseguenza. da 10 anni curo gli attacchi di panico, dal 2005 ho fatto una cura drastica perl'alcol, due flebo di metadozxil e qualche goccia di alcover per l'astinenza, per circa una settimana! prodotti che tra l'altro non si trovano in commercio senza unga e diffficcile fila burocratica! ho retto per due anni, ma proprio in quel periodo mi sono accorto dei miei problemi sessuali, fino al giorno prima facevo l'amore tre volte al giorno dopo qualche altro , il pisellino serviva a fare solo la pipì! ora io capisco che se non smetto di bere, ma lo faccio sovente sto anche 3 o 4 mesi senza bere, sperando di diventare un moderato, ma ho scoperto che è quasi impossibile! dopo queste cose già dette le volevo dire, si ricorda che io le ho anche parlato con i medici? e che data la mia esperienza ho cercato di coadiuvare nella scelta dei farmaci? si ricorda il trattamento che mi è stato riservato?e poi se in venti giorni di degenza non trovi una soluzione solo perchè io paziente sono solo un burattino nelle tue mani, perchè non si arriva a un compromesso?a una mediazione o coadiuvazione tra noi? perchè non mi vuoi dare una anti deppressivo anche in dosi minime associato a un leggero ansiolittico e stabilizatore dell'umore? in questo caso io riuscirei a togliermi del tutto l'alcol, avendo già un buon umore, stabile! ma non si può smetere senza l'aiuto di una buona cura mirata a riportare a livelli psico neurolettici un paziente! malgrado la sua buona volontà! e in in più una cura psico terapeuta che aiuti anche a sfogarsi e tirare fuori magari la rabbia che hai dentro, nascosta e non va via. io già faccio questo e pago una neuro psicologa e una psichiatra (gratis) del serd bravissima e che infatti ogni volta che racconto le mie vicissitudini restano allibite! tra l'altro, la psicologa è la stessa della clinica dove ero ricoverato, il mio referto , anche se ho avuto occasione di leggerlo, mi dava ragione su tuttto, ma è scomparso anche dalla cartella clinica! ( perchè contraddiceva in tutto e per tutto l'operato della dottoressa che mi aveva in carico, una gastrro enterologa!)perchè non mi vogliono dare un po di zoloft? mica 30 gocce gg ma due, tre, associate ad un ansiolittico ed uno stabilizzatore dell'umore! è facile dire smetti di bere o accontati di sopravvivere!a me questa voglia, (sana), invece sta venendo a mancare malgrado una moglie dolcissima ed un bambino di quasi di 10 bello come il sole! che dire? tra l'altro io in mezzo all'alcol ci sono nato, all'età di mio figlio avevo già il mio bicchiere di vino a tavola e piùtardi anche in seminario! dopo sono diventato un Maresciallo di Marina e anche li non si scherzava, finite le esercitazioni ed i turni di guardia, feste e bagordi anche improvvistai soppratutto nei giorni di natale e pasqua in mezzo al mare o dopo 5 mesi di navigazione! oggi non starò a tediarla, in breve ormai conosce tutta la mia storia! ma se mi volesse rispondere ancora. la prego di non usare quella frase della barzelletta che dice: ha detto il dottore che devi morire! l'alcol è una terribile bestia, dove spesso si ricade( nel mio caso già tre volte) ma perchè non ho mai avuto nessun'aiuto! lo psiciatra, stavolta uomo, mi ha detto.....prendi il cialis, tanto a parte il resto sei sano?????????? o l'altra psichiatra che mi ha fatto un corso gratuito di sessuologia? dopo 23 anni di Marina, forse ne saprò anche più di lei e la donna di neanderthal è lei!
per concludere, siamo gente che ha bisogno di aiuto e la sua frase o basta alcol o soppravvivi la ritengo sbagliata, abbiamo bisogno di aiuto, di conforto e anche di affetto, cosa che spesso non avviene: lo psichiatra scrive appunta non ti guarda negli occhi, non ti parla, e poi ti da la terapia cercando di tenerti nel profilo più basso, stordito, succube, che non si vada a disturbarlo in studio! quando anche tu smetti senza ogni speranza di guardarlo in faccia e non osi contraddire o ribattere le sue posologie, allora ti dimette, mezzo drogato, imbeccille con almeno 14 farmaci da prendere, quasi tutti non mutuabili, una visita privata, sempre in clinica a pagamento dopo una settimana (85 euro)e così via per il futuro. una persona che nemmeno ti guarda in faccia! per fortuna anche se dipendente della ASL ho una ottima psichiatra che mi vuole bene e mi capisce! ultimamente, dato che mi stava convincendo a non bere più e lo ho fatto, mi aveva portato la cura a livelli pediatrici e stavo bene comunque! ma sono ricaduto per via del cancro alla gola e del fatto che mi affatticavo a parlare, ma ora sono migliorato, e a parte l'alcol, spero di rimettermi in fretta! (con il suo e se possibile, con vostro aiuto) spero di uscirne del tutto, ma ogni volta si deve rincomiciare da capo e gli sforzi già fatti, vani! tutto cio è molto umiliante sopratutto quando chi ti giusdica e non ti conosce bene, non sa che vita hai passato, quanti sacrifici fatti anche per salvare la famiglia e cercare di mostrarsi allegri e disposti a tutto, ma appena esci di casa cominci a sbaraellare <8 per i farmaci e non per l'alcol) allora anche loro perdono la fiducia perchè pensano che di sicuro ho bevuto una bottigia di vino di nascosto e poi mi sono sciaquato la bocca........non ne posso più, se non sapessi di dare un grande dolore alla mia famiglia, in particolare al mio bambino che mi adora, vorrei morire! la ringrazio per il suo messaggio e spero di risentirla, se le farà piacere! Buona serata , Domenico!
per concludere, siamo gente che ha bisogno di aiuto e la sua frase o basta alcol o soppravvivi la ritengo sbagliata, abbiamo bisogno di aiuto, di conforto e anche di affetto, cosa che spesso non avviene: lo psichiatra scrive appunta non ti guarda negli occhi, non ti parla, e poi ti da la terapia cercando di tenerti nel profilo più basso, stordito, succube, che non si vada a disturbarlo in studio! quando anche tu smetti senza ogni speranza di guardarlo in faccia e non osi contraddire o ribattere le sue posologie, allora ti dimette, mezzo drogato, imbeccille con almeno 14 farmaci da prendere, quasi tutti non mutuabili, una visita privata, sempre in clinica a pagamento dopo una settimana (85 euro)e così via per il futuro. una persona che nemmeno ti guarda in faccia! per fortuna anche se dipendente della ASL ho una ottima psichiatra che mi vuole bene e mi capisce! ultimamente, dato che mi stava convincendo a non bere più e lo ho fatto, mi aveva portato la cura a livelli pediatrici e stavo bene comunque! ma sono ricaduto per via del cancro alla gola e del fatto che mi affatticavo a parlare, ma ora sono migliorato, e a parte l'alcol, spero di rimettermi in fretta! (con il suo e se possibile, con vostro aiuto) spero di uscirne del tutto, ma ogni volta si deve rincomiciare da capo e gli sforzi già fatti, vani! tutto cio è molto umiliante sopratutto quando chi ti giusdica e non ti conosce bene, non sa che vita hai passato, quanti sacrifici fatti anche per salvare la famiglia e cercare di mostrarsi allegri e disposti a tutto, ma appena esci di casa cominci a sbaraellare <8 per i farmaci e non per l'alcol) allora anche loro perdono la fiducia perchè pensano che di sicuro ho bevuto una bottigia di vino di nascosto e poi mi sono sciaquato la bocca........non ne posso più, se non sapessi di dare un grande dolore alla mia famiglia, in particolare al mio bambino che mi adora, vorrei morire! la ringrazio per il suo messaggio e spero di risentirla, se le farà piacere! Buona serata , Domenico!
[#3]
Ex utente
del piano psico educazionale e psico terapeutico, ieri non ne ho potuto parlare, per via dello spazio a disposizione,ma ne ho parlato oggi! come già detto frequento anche due o tre volte al mese la psicologa psico- terapetuta che è la stessa della clinica dove sono stato ricoverato) e della quale hanno nascosto il referto, ma non importa , (io la vedo lo stesso anche più volte al mese anche se fuori dalla clinica è a pagamento , il prezzo è modico e poi mi da un gran sollievo. Inoltre , a Cagliari il vecchio serd è stato diviso in due parti, centro di abusi legali (alcool gioco, tabagismo) e quelli illegai. io sono seguito dalla psichiatra che è capo <reparto della prima, che è una donna fine ,professionale bella e paziente che mi conosce da anni,e sopratutto ti ascolta, ti parla e interagisce in tutta la seduta (alla quale non mette orari!) compresa la scelta dei farmaci. anche lei è contraria agli anti deppressivi, e cerca di usare anti epilettici ansiolittici! anche se resto dell'idea che un buon dosaggio (minimo) anche di antidepressivi come lo zoloft che su di me ha un effetto miracoloso, ha paura che alla fine del trattamento cadrei ulteriormente o che potrei avere un eccesso di euforia ( non ricordo il termine esatto)c' è da dire che il mio medico di base non è molto entusiasta di tutti questi farnaci e spesso ho problemi a farmi fare le ricette , così sono sempre li a fare ore di fila , cosa che non aiuta certamente l'entusiasmo! anche se è un caro amico che conosco da anni! tutto ciò mi sconvolge un pò la situazione, insomma, tutta questa gente mi conosce da anni, ma alcuni mi trattano con superficialità e altri con affetto!tra l'altro fumo (malgrado il tumore e quando sono giù mi metto a guardare la tv di primo masttino , bevendo e fumando, inoltre l'erratta diagnosi di infiammazione alla laringe prima e poi al polipo mi ha costratto a fare una cura di antistaminici e bentelan che mi hanno mandato in sovvrappeso di 12 kg ( è vero che ero entrato in ospedake che pesavo 62 kg e da quando sono uscito , cure comprese, oscilllo tra 84 e 87 kg che non riesco a mandar giù,
tra l'altro sono un buon gustaio ma non una buona forchetta, ma bevo anche molta aranciata, per evitare gli alcolici e anche questo mi rattrista io sono sempre stato una silouette invidiato da tutti ,in oltre canto e suono la chitarra quindi mi invitano spesso anche a feste private o di beneficienza ( riesco sempre a raddoppiare gli incassi) e ho un carattere giovale e molto estroverso, ma adesso anche per via della voce mi viene a mancare! ora questi sfottò, dovuti ( dicono all'età mi infastiscono, ma sono anche diventato pigro e non ho voglia di andare a correre, con questo caldo poi.......ecco ora sà davvero quasi tutto, spero possa farmi una diagnosi più accurata, la ringrazio ancora, buona serata, Domenico
tra l'altro sono un buon gustaio ma non una buona forchetta, ma bevo anche molta aranciata, per evitare gli alcolici e anche questo mi rattrista io sono sempre stato una silouette invidiato da tutti ,in oltre canto e suono la chitarra quindi mi invitano spesso anche a feste private o di beneficienza ( riesco sempre a raddoppiare gli incassi) e ho un carattere giovale e molto estroverso, ma adesso anche per via della voce mi viene a mancare! ora questi sfottò, dovuti ( dicono all'età mi infastiscono, ma sono anche diventato pigro e non ho voglia di andare a correre, con questo caldo poi.......ecco ora sà davvero quasi tutto, spero possa farmi una diagnosi più accurata, la ringrazio ancora, buona serata, Domenico
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Gentile utente,
mi rendo conto di essere stato "severo" con Lei e che ho anche "ribaltato la palla" e non dovevo aspettare altro che vedermela restituita. Questo è un segno che Lei "non si arrende", dunque è un segno positivo.
Non posso fare altro che purtroppo condividere la Sua insoddisfazione del nostro sistema sanitario, il quale ha comunque anche i preggi (ad esempio, di essere "nostro").
Comunque, l'ho fatto apposta a sottolineare la problematica dell'alcool (anche a scapito degli altri problemi), perché, in base all'esperienza con altri casi, posso dire che col tempo, nei casi cronici, l'alcool dalla "conseguenza" diventa la "causa". Per cui, anche i disturbi psichici antecedenti all'inizio di abuso di alcool con anni di suo uso ne diventano in parte co-determinate.
Sono d'accordo che una terapia psicofarmacologica ben trovata possa aiutare molto nel mantenimento dei progetti anche psicoterapeutici, degli impegni, compresa la condotta d'astinenza.
Posso confermare che la sertralina (zoloft) è uno dei farmaci più usati in questo contesto. Sono usati anche gli altri farmaci della stessa classe (SSRI). Uno degli svantaggi di questa categoria dei farmaci è però proprio la tendenza agli effetti collaterali nella sfera sessuale (non in tutte le persone, ma come tendenza), e, se avessi un paziente come Lei, ci penserei due volte prima di prescriverLe uno di questi farmaci, viste le Sue problematiche. Se sta già assumendo lo zoloft e questo dà beneficio ed è ben tollerato, non appresterei communque di cambiarlo, visto che è difficile trovarLe una cura.
Un'altra categoria dei farmaci (dei "benzamidi sostituiti") che sono antidepressivi-neurolettici, ai quali appartiene anche il Levopraid (levosulpiride), il quale Lei ha già assunto (non so se come un "calmante gastro-intestinale" o come uno psicofarmaco, perché ha entrambe le proprietà), ed anche il Tiapride e l'Amisulpiride. Questi farmaci ad alto dosaggio hanno un effetto sedativo-ansiolitico e spesso sono usati come anti-craving (per neutralizzare la voglia di bere), ma ad alti dosaggi possono avere gli effetti ancheormonali e inibenti su libido, mentre a dosaggi relativamente bassi hanno un potenziale quasi opposto: antidepressivo. A dosaggi troppo bassi possono manifestarsi addirittura anche gli effetti eccitanti. La dose è individuale, bisogna trovarla. Il tempo di latenza dell'effetto antidepressivo con questi farmaci è tendenzialmente più lungo rispetto agli antidepressivi classici. Dall'esperienza, a bassi dosaggi questi farmaci sono tollerati complessivamente meglio rispetto a molti altri.
Gli stabilizzatori di umore (soprattutto l'acido valproico: il Depakin) sono ampiamente utilizzati nella cura delle persone con le problematiche alcool-correlati, fra l'altro perché, come in parte anche gli antidepressivi, hanno un effetto sostitutivo dell'alcool. Nei casi dell'alcoolismo cronico bisogna essere però molto cauti, perché proprio questa categoria dei farmaci è fra le più problematiche a livello epatico (del fegato).
Con gli ansiolitici, come lo stesso Rivotril, è presente un problema simile (della tossicità epatica), ma in una maniera più subdola (in seguito all'assunzione cronica). In genere, i farmaci con un prevalente effetto ansiolitico andrebbero riservati per periodi limitati (scalandoli però solo molto gradualmente e sempre sotto il controllo medico), e, soprattutto nei casi di dipendenza da una sostanza, compresa anche quella da l'alcool, è maggiore il rischio di svilupparne la dipendenza, aggiungendo una nuova dipendenza a quella che c'è già, ed anche il ricorso a tali farmaci a lungo termine secondo me in questi casi è diseducativo.
Torno però al problema che considero "di fondo": anche con una cura farmacologica ben trovata è possibile una ricaduta, determinata spesso dalle circostanze di vita, dagli schemi mentali e comportamentali che hanno le radici profondissime. E su questa fronte è indispensabile la psicoterapia. Non è importante solo che ci sia, ma anche come viene condotta. Ho rispetto verso i Suoi curanti, e non penso che sia percepito come un'offesa se dirò che anche l'approccio psicoterapeutico va migliorato, ottimizzato. Non posso avere la presunzione di dire come va ottimizzato, anche perché è abbastanza individuale, e loro conoscono il Suo caso molto meglio di me. Posso però ripetere che l'intuito mi dice che è un aspetto da ottimizzare.
Perché il mio intuito me lo dice ? Forse perché percepisco nelle Sue lettere fin dall'inizio la necessita di "svuotare" effettivamente "il sacco" e percepisco che le figure dei curanti hanno l'importanza per Lei anche umana, delle persone che almeno La capiscono, credono in Lei. Tutto questo è importante. Anzi, molto importante. Tuttavia, è una psicoterapia nelle sue fasi ancora preliminari. Vorrei sperare che arrivi il momento quando ci si riuscirà a passare da una psicoterapia che ti accoglie e che dà il sollievo ad una che focalizza di più sugli schemi e sugli abitudini mentali che per ora tendiamo ancora a dare per scontati, ma sono questi il problema. E' un approccio che richiede la capacità di sopportare la critica (la quale può essere anche l'autocritica, senza che il terapeuta ti dica nulla, ma che deriva dal cambio di atteggiamento verso sé stesso, inevitabile se si vuole cambiare).
Forse ho avuto una impressione sbagliata, ma ho scritto quella che ho avuto. Lei mi correggerà.
Una nota particolare:
Il vino rosso nelle quantità veramente piccole può essere anche curativo, contenendo sostanze antiossidanti, capillaroprotettrici, nutritive ecc. (ovviamente bisogna discuterlo con i Suoi curanti), ma il problema è il non riuscire a stare sui limiti, quanto meno in alcuni periodi.
Per molte persone è più facile non bere proprio piuttosto che bere "nei limiti": il "piacere" diventa "dosato" e non è più un "piacere", inoltre per molte persone con le problematiche di dipendenza il sentire il limite, stare al limite è una delle difficoltà più grosse. Richiede sforzi mentali e comportamentali spesso maggiori rispetto all'astinenza completa e molti possono percepirlo perfino come un messaggio contradditorio (allora bere o non bere ?), proprio a causa della tendenza a non volere a che fare coi limiti ed a preferirne una posizione massimalista.
Anche di questi ultimi aspetti può parlare con i Suoi curanti.
mi rendo conto di essere stato "severo" con Lei e che ho anche "ribaltato la palla" e non dovevo aspettare altro che vedermela restituita. Questo è un segno che Lei "non si arrende", dunque è un segno positivo.
Non posso fare altro che purtroppo condividere la Sua insoddisfazione del nostro sistema sanitario, il quale ha comunque anche i preggi (ad esempio, di essere "nostro").
Comunque, l'ho fatto apposta a sottolineare la problematica dell'alcool (anche a scapito degli altri problemi), perché, in base all'esperienza con altri casi, posso dire che col tempo, nei casi cronici, l'alcool dalla "conseguenza" diventa la "causa". Per cui, anche i disturbi psichici antecedenti all'inizio di abuso di alcool con anni di suo uso ne diventano in parte co-determinate.
Sono d'accordo che una terapia psicofarmacologica ben trovata possa aiutare molto nel mantenimento dei progetti anche psicoterapeutici, degli impegni, compresa la condotta d'astinenza.
Posso confermare che la sertralina (zoloft) è uno dei farmaci più usati in questo contesto. Sono usati anche gli altri farmaci della stessa classe (SSRI). Uno degli svantaggi di questa categoria dei farmaci è però proprio la tendenza agli effetti collaterali nella sfera sessuale (non in tutte le persone, ma come tendenza), e, se avessi un paziente come Lei, ci penserei due volte prima di prescriverLe uno di questi farmaci, viste le Sue problematiche. Se sta già assumendo lo zoloft e questo dà beneficio ed è ben tollerato, non appresterei communque di cambiarlo, visto che è difficile trovarLe una cura.
Un'altra categoria dei farmaci (dei "benzamidi sostituiti") che sono antidepressivi-neurolettici, ai quali appartiene anche il Levopraid (levosulpiride), il quale Lei ha già assunto (non so se come un "calmante gastro-intestinale" o come uno psicofarmaco, perché ha entrambe le proprietà), ed anche il Tiapride e l'Amisulpiride. Questi farmaci ad alto dosaggio hanno un effetto sedativo-ansiolitico e spesso sono usati come anti-craving (per neutralizzare la voglia di bere), ma ad alti dosaggi possono avere gli effetti ancheormonali e inibenti su libido, mentre a dosaggi relativamente bassi hanno un potenziale quasi opposto: antidepressivo. A dosaggi troppo bassi possono manifestarsi addirittura anche gli effetti eccitanti. La dose è individuale, bisogna trovarla. Il tempo di latenza dell'effetto antidepressivo con questi farmaci è tendenzialmente più lungo rispetto agli antidepressivi classici. Dall'esperienza, a bassi dosaggi questi farmaci sono tollerati complessivamente meglio rispetto a molti altri.
Gli stabilizzatori di umore (soprattutto l'acido valproico: il Depakin) sono ampiamente utilizzati nella cura delle persone con le problematiche alcool-correlati, fra l'altro perché, come in parte anche gli antidepressivi, hanno un effetto sostitutivo dell'alcool. Nei casi dell'alcoolismo cronico bisogna essere però molto cauti, perché proprio questa categoria dei farmaci è fra le più problematiche a livello epatico (del fegato).
Con gli ansiolitici, come lo stesso Rivotril, è presente un problema simile (della tossicità epatica), ma in una maniera più subdola (in seguito all'assunzione cronica). In genere, i farmaci con un prevalente effetto ansiolitico andrebbero riservati per periodi limitati (scalandoli però solo molto gradualmente e sempre sotto il controllo medico), e, soprattutto nei casi di dipendenza da una sostanza, compresa anche quella da l'alcool, è maggiore il rischio di svilupparne la dipendenza, aggiungendo una nuova dipendenza a quella che c'è già, ed anche il ricorso a tali farmaci a lungo termine secondo me in questi casi è diseducativo.
Torno però al problema che considero "di fondo": anche con una cura farmacologica ben trovata è possibile una ricaduta, determinata spesso dalle circostanze di vita, dagli schemi mentali e comportamentali che hanno le radici profondissime. E su questa fronte è indispensabile la psicoterapia. Non è importante solo che ci sia, ma anche come viene condotta. Ho rispetto verso i Suoi curanti, e non penso che sia percepito come un'offesa se dirò che anche l'approccio psicoterapeutico va migliorato, ottimizzato. Non posso avere la presunzione di dire come va ottimizzato, anche perché è abbastanza individuale, e loro conoscono il Suo caso molto meglio di me. Posso però ripetere che l'intuito mi dice che è un aspetto da ottimizzare.
Perché il mio intuito me lo dice ? Forse perché percepisco nelle Sue lettere fin dall'inizio la necessita di "svuotare" effettivamente "il sacco" e percepisco che le figure dei curanti hanno l'importanza per Lei anche umana, delle persone che almeno La capiscono, credono in Lei. Tutto questo è importante. Anzi, molto importante. Tuttavia, è una psicoterapia nelle sue fasi ancora preliminari. Vorrei sperare che arrivi il momento quando ci si riuscirà a passare da una psicoterapia che ti accoglie e che dà il sollievo ad una che focalizza di più sugli schemi e sugli abitudini mentali che per ora tendiamo ancora a dare per scontati, ma sono questi il problema. E' un approccio che richiede la capacità di sopportare la critica (la quale può essere anche l'autocritica, senza che il terapeuta ti dica nulla, ma che deriva dal cambio di atteggiamento verso sé stesso, inevitabile se si vuole cambiare).
Forse ho avuto una impressione sbagliata, ma ho scritto quella che ho avuto. Lei mi correggerà.
Una nota particolare:
Il vino rosso nelle quantità veramente piccole può essere anche curativo, contenendo sostanze antiossidanti, capillaroprotettrici, nutritive ecc. (ovviamente bisogna discuterlo con i Suoi curanti), ma il problema è il non riuscire a stare sui limiti, quanto meno in alcuni periodi.
Per molte persone è più facile non bere proprio piuttosto che bere "nei limiti": il "piacere" diventa "dosato" e non è più un "piacere", inoltre per molte persone con le problematiche di dipendenza il sentire il limite, stare al limite è una delle difficoltà più grosse. Richiede sforzi mentali e comportamentali spesso maggiori rispetto all'astinenza completa e molti possono percepirlo perfino come un messaggio contradditorio (allora bere o non bere ?), proprio a causa della tendenza a non volere a che fare coi limiti ed a preferirne una posizione massimalista.
Anche di questi ultimi aspetti può parlare con i Suoi curanti.
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Ex utente
gentilissimo Dott, Alex, se voleva stupirmi, oggi ci è riuscito in pieno, ci ha azzeccato davvero in toto e per questo oltre che ringraziarla, vorrei porgerle i miei più vividi complimenti! in un solo giorno, anzi, una lettera, è riuscito a capire in pieno sia le mie esigenze psicologiche che terapeutiche ed inoltre mi ha dato anche dei buoni consigli, questo significa che lei non è il classico psichiatra che scrive e perscrive medicinali ai pazienti senza nemmeno guardarli in faccia o portarli ad un profilo basso che li stordisce in modo che non diano fastidio. Infatti si dice come dal prete, dal dottore. questo, non sta solo ad indicare la sincerità e la comprensione reciproca ma anche una sorta di affetto, di confidenzialità che è indispensabile per poter arrivare alla scelta di una buona terapia, coadiuvandosi anche con le esperienze del paziente! infatti un altro detto detto , dice" ognuno, è medico di se stesso"e invece come le ho già raccontato gli ultimi medici di qualiasi specialità, incontrati negli ultimi 20 giorni di degenza ,sono stato trattato peggio di un ebreo in un lager, malgrado falsi sorrrisi e sguardi ammicanti! sono anche stato definito come un uomo di neandertal e che non mi adeguo o non accetto nessuna regola del cosidetto nuovo modo di fare sesso...ma è inutile continuare a parlare di questo! Forse quella psichiatra era semplicemente lesbica! o ha una grande avversione contro i maschietti !o anche per lei è normale essere impotenti a 46 anni? io ero ero convinto che sarebbero stati i miei anni d'oro, anche il bambino ha compiuto quasi dieci anni e ci lascia un po di libertà in più! in effetti quando invece era piccolo, io stesso avevo rallentato molto i miei rapporti con mia moglie, ma non perchè non piacesse più, ma semplicenmente perchè in quel momento io la vedevo quasi esclusivamente come mamma e non come la mia amnte o compagna.....in quel momento era tutta per il bambino, lo ha allattato per due anni e mezzo! e ne è geloso ancora, ma è altrettanto dolce con me! scusi questa piccola parentesi!infatti la pseudopsichiatra neo specializzanda giocava molto su questo, lei non ha un calo della libido ma di desiderio nei confronti della moglie o delle altre donne. le assicuro che non è davvero così!per tutta risposta dopo lo scoppio d'ira dovuto ai malefici effetti dell'EN, allo stordimento alla labilità momentanea della mia psiche, pianti irreffrenabili e allo stesso tempo, rabbia, confusione, incertezza e la consapevolezza del post terapia! sembrava un terno al lotto: le levopraid e neurontin.....e fin quà ci sarei potuto anche stare ma io invece volevo l'assoluta certezza di un una cura molto più mirata e sopratutto non cercata come un terno al lotto......ziprexa????''' ma come non mi vuoi dare due gocce di zoloft? ora tenga da conto che il levopraid lo prendevo non come ansiolittico ma come stimolatore dell'appettito e calmante della nausea, per ciò, quanto mi ha detto in proposito mi ha fatto molto piacere, le dosi che assumevo prima di entrare in ospedale erano di una compressina al giorno di 50 mg ( non se è tanto o poco,) manon mi sono mai accorto di grossi disagi ne di grandi benefici e praticamente lo prendo da circa dieci anni, prima in gocce, ma non ricordo la dose. Zoloft lo ho ripreso per un piccolo periodo solo in ospedale ma lo psichiatra primario me lo ha tolto subito, (malgrado, a mio parere il grande beneficio che mi dava) parlando di una eventuale ricaduta disastrosa o di un eccesso di euforia!poi passò al solian, al tranquirit e molti altri, che non mi hanno mai dato un grande beneficio. questi poi vennero sostituiti in lorazepam, e poi di nuovo in diazepam e neurontin. il panto prazolo in pariet e poi riaggiunse anche il levopraid sempre da 50. l'ultima terapia, con l'intento della mia psichiatra di fiducia di ridurre tutti i farmaci pian piano fino ad azzerarli anche perchè stavo bene, prima del cancro, e anche i rapporti sessuali si stavano stabilizzando , oltre a una normale quiete familiare, era composta dal campral, 3 pastiglie al giorno,di nuovo levopraid e diazepam 10 gocce tre volte al giorno. le vorrei chiedre, gentile dottore cosa pensa di quest'ultima terapia ed in particolare del campral che prendevo solo di recente....non ho fatto in tempo a riconoscerne i benefici, tra l'altro mi è stato detto che è anche un ottimo stabilizzatore dell'umore e ottimo anche per le crisi di astinenza senza ricorrere aal'alcover, esclusivo presidio ospedaliero! mentre a quando pare il rivotril, è ancora più pericoloso dell'EN e quindi questa valchiria in camice mi ha preso in giro ancora una volta, ho scoperto dal mio medico che sono due prodotti piuttosto simili! tra l'altro, convinto di questo e nervoso come una mina innescata appena uscito dall'ospedale sono andato a comprami subito una cassetta di birra e questi giorni sto bevendo di nuovo, ma prima che ridiventi un abitudine domani stesso chiederò appuntamento ( malgrado sia già al corrente di tutti i miei problemi) alla mia psichiatra di fiducia e faremo un nuovo piano di battaglia, dopo questa mia ulteriore sconfitta! considerando anche che con le nuove leggi e le prassi che i medici devono seguire non è più così facile prendere dei farmaci! riguardo invece al migliorare la psicoterapia, il problema è che a causa dell 'intervento alle corde vocali potevo parlare solo con un filo di voce e anche un semplice colloquio mi stancava tantissimo, inoltre una terapia ottimale sarebbe stata di un un incontro (almeno ) a settimana ma le sedute erano a pagamento ed io non me le potevo permettere, mentre la psichiatra mi vedeva, anche se su appuntamento, quando lei era libera, ogni volta che volevo. ora mi dicono che al CSM hanno aperto un altro centro psicoterapeutico e che sono molo bravi, ed è del tutto gratuito. augurandomi di non trovare altre ammazzoni in camice, credo che questa sarà la nuova strategia per il futuro oltre alla terapia che la mia psichiatra mi assegnerà alla luce dei nuovi eventi!mi piacerebbe un suo uteriore parere su queste ultime domande che le ho rivolto, sopratutto in merito al campral ed al levopraid e neurontin, o cosa mi darebbe lei malgrado queste informazioni spicciole, ma in realtà oltre a quello che le ho già detto c'è ben poco una appendicite pregressa,diverticolite acuta, reflussi gastrici, intestino bucato dalla asportazione di un polipo, colite e colon irritabile! come vede non mi sono mai fatto mancare niente! nell'ansiosa attesa di sue nuove, la lascio con una buona notte! e grazie per tutto! la sua lettera di oggi mi ha tirato parecchio su! Grazie Dottore!
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Gentile utente,
personalmente non ho mai utilizzato l'acamprosato ("campral" è il nome commerciale dello stesso farmaco). Nonostante ciò, penso che possa essere una strada valida, e, se il farmaco è stato ben tollerato, poteva aver senso proseguire. Del Levopraid ho già scritto. Anche il neurontin potrebbe essere utile.
Tutti questi farmaci non hanno controindicazioni nelle condizioni organiche che Lei ha segnalato, mentre hanno, ciascuno a modo suo, un'azione ansiolitica e possono aiutare a ridurre il ricorso alle benzodiazepine (en, rivotril, diazepam, ecc.) che andrebbero riservate ai periodi più critici, che col tempo tendono a perdere l'efficacia e che a lungo andare, oltre alla prospettiva della dipendenza da tali farmaci, possono essere anche più tossiche rispetto ai farmaci menzionati prima.
Certamente, le scelte a livello della terapia farmacologica bisogna discutere con la Sua psichiatra.
Rimango in ogni modo del parere che la terapia psicofarmacologica debba essere vista nel Suo caso come quel ponte che aiuta ad arrivare ad una stabilità che permetta un lavoro psicoterapeutico più progredito (vedi la mia replca precedente) ed un apprccio socio-lavorativo più pensato (può aver senso discutere al SerT anche questo aspetto). Senza questi ultimi elementi, basta una frustrazione come quella in seguito al contatto coi medici dell'ospedale e si ricade nella malattia a prescindere di quale sia la cura.
Le auguro di non arrendersi
e di distinguere fra quello che sono i veri problemi ed i disaggi che derivano dalle confrontazioni con le persone e che non devono dominare lo stato d'animo.
personalmente non ho mai utilizzato l'acamprosato ("campral" è il nome commerciale dello stesso farmaco). Nonostante ciò, penso che possa essere una strada valida, e, se il farmaco è stato ben tollerato, poteva aver senso proseguire. Del Levopraid ho già scritto. Anche il neurontin potrebbe essere utile.
Tutti questi farmaci non hanno controindicazioni nelle condizioni organiche che Lei ha segnalato, mentre hanno, ciascuno a modo suo, un'azione ansiolitica e possono aiutare a ridurre il ricorso alle benzodiazepine (en, rivotril, diazepam, ecc.) che andrebbero riservate ai periodi più critici, che col tempo tendono a perdere l'efficacia e che a lungo andare, oltre alla prospettiva della dipendenza da tali farmaci, possono essere anche più tossiche rispetto ai farmaci menzionati prima.
Certamente, le scelte a livello della terapia farmacologica bisogna discutere con la Sua psichiatra.
Rimango in ogni modo del parere che la terapia psicofarmacologica debba essere vista nel Suo caso come quel ponte che aiuta ad arrivare ad una stabilità che permetta un lavoro psicoterapeutico più progredito (vedi la mia replca precedente) ed un apprccio socio-lavorativo più pensato (può aver senso discutere al SerT anche questo aspetto). Senza questi ultimi elementi, basta una frustrazione come quella in seguito al contatto coi medici dell'ospedale e si ricade nella malattia a prescindere di quale sia la cura.
Le auguro di non arrendersi
e di distinguere fra quello che sono i veri problemi ed i disaggi che derivano dalle confrontazioni con le persone e che non devono dominare lo stato d'animo.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 6k visite dal 05/08/2012.
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