Abifly e insomnia

Buonasera a tutti,
scrivo per chiedere più consulti:1- è possibile che la mia terapia a base di abifly (mezza compressa la mattina, mezza a pranzo; da 5 mg) e altro (depakin 300 mg, una mattina, una alla sera; daparox una la mattina, mezza la sera : 20 mg) sia andata migliorando, quando me la ha abbassata il mio secondo psichiatra, per quanto riguarda la regolazione del sonno?
storia: quando ne prendevo una la mattina e una la sera, queste compresse mi mettevano sonnolenza, riducendo no. inoltre capitava che mi svegliavo prestissimo, ad esempio alle cinque o alle sei e poi dormivo troppo. Su grande spinta dei miei famigliari preoccupati, ma questa è una costante che preoccupa a ruota, senza via d' uscita (e voi mi direte, pensaci da te!) anche il mio psichiatra, per la mia salute, il fatto che loro siano eccessivamente preoccupati, ne ho parlato al mio psichiatra (ma si possono far nomi?, comunque della scuola di del dottor Cassano di Pisa) che mi ha dimunuito la dose, con l'effetto migliorativo del mio rapporto fra ore dormite e no ed quello personalissimo di svegliarmi presto la mattina. Prima dell' uso dell' abifly, che mi ha introdotto il secondo psichiatra, quello menzionato sopra, prendevo seroqueol ma sono stato quasi due anni e mezzo (bene) senza andare da medici perchè il mio primo e fino ad allora unico psichiatra era andato in pensione e non riteneva che necessitassi cure particolari.
Forse in seguito ad una ricaduta, che nel mio caso si trattava di apatia, situazioni di smascheramento pubblico: suonare in pubblico, guidare, parlare di me.... e il rapporto delle ore dormite e di riposo in generale su quelle di attività (notare che prima della mia terapia con il primo medico che chiamerò x per brevità, avevo avuto degli episodi depressione: litigi famigliari, difficoltà scolastiche, fughe dalla realtà, abuso di alcool e cannabis) mi portarono da il sostituto della usl che è capacissimo, per altro e con cui mi trovo benissimo(y).
Ora la cosa di svariare nel gg le ore dormite si è quasi azzerata.
Y mi tolse il seroquel ed introdusse il suddetto abifly, ora so che voi non conoscete la mia storia clinica, ma spero mi rispondiate. Lui dice che sto molto megio ora, per quanto riguardava quei problemi che cercando di analizzare singolarmente citerò, ma lo dicono anche i miei e lo penso anch'io, cmq mi interessava una vostra risposta.
Cordiali saluti a tutti!
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
quale diagnosi è stata fatta ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

oltre a indicare la diagnosi, potrebbe anche specificare meglio la durata delle terapie?

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Utente
Utente
Gentili Dottori,
la diagnosi è disturbo della personalità: ossessivo-compulsivo, unita a fobia sociale (guidare, suonare in pubblico, parlare di me stesso con persone che non conosco....) e disturbo bipolare.
La durata delle terapie è: 2003-2008 e 2010 ad ora.
Grazie per ora e aspetto risposte,
cordialmente utente 262659.
[#4]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
i maggiori benefici terapeutici dell'abilify (nome "chimico": aripiprazolo) non sempre sono correlati con una dose maggiore. Perciò non sorprende che il sonno ed il resto potevano migliorare con la riduzione della dose.

il farmaco ha le proprietà sia calmanti, sia anche attivanti, a secondo dello "stato di partenza" (condizioni di base) del sistema nervoso centrale dell'individuo. Per cui, è spesso necessario trovare la sua dose giusta adatta alla persona, perché del farmaco si possa giovare come di un "equilibratore".

il farmaco (sto parlando sempre dell'abilify) è stato inizialmente sviluppato e commercializzato come un "antipsicotico" che, a differenza dei farmaci già conosciuti di questa classe sia in grado di "adattarsi" all'organismo della persona, non solo inibendo gli aspetti patologici "in eccesso", ma anche stimolando lì dove la situazione è quella del relativo deficit. Oggi il farmaco non è utilizzato solo come un "antipsicotico", ma anche nel Disturbo Bipolare, come un "equilibratore", nei disturbi depressivi resistenti come un sostegno aggiuntivo alla terapia antidepressiva e ci sono anche alcuni studi nell'ambito dei disturbi ossessivo-compulsivi.

Personalmente, devo ammettere, non uso quasi questo farmaco, proprio perché può avere effetti opposti, richiede un aggiustamento molto individuale della dose, non sempre i suoi effetti sono prevedibili, ma non pochi dei miei colleghi lo usano, e spesso con beneficio.

Se parliamo del Disturbo Bipolare, ritengo importante che nella Sua terapia è comunque presente uno stabilizzatore di umore più "classico", di efficacia più nota (Depakin), e se parliamo del Disturbo di Personalità Ossessivo-Compulsivo e della Fobia Sociale, anche qui, non escludo che possa essere d'aiuto (a lungo termine) il Daparox. Nel frattempo, l'Abilify lo vedrei come una aggiunta alle suddette cure più "classiche", ma una aggiunta che potrebbe essere anche decisiva.

Sempre parlando del Disturbo di Personalità Ossessivo-Compulsivo e della Fobia Sociale, sarebbe da valutare anche l'approccio psicoterapeutico, il quale, in tali disturbi è considerato più radicale ed il più indicato. Le consiglio di discuterlo con il Suo psichiatra.
[#5]
Utente
Utente
Grazie del consulto, anche se devo dire che per quanto le cose vadano meglio le situazioni si ripetono a cicli lunghissimi o corti, in generale e sviare totalmente dalla prima fase iniziale di adattamentto al farmaco non è possibile... . Per esempio anche il prossimo anno farò tardi a Natale, per fare un esempio banale, andrò a messa e farò cene, sempre per dire, interroppendo la ritualità che il farmaco necessita.
Comunque a parte il fatto del dormire, per il mio caso la trovo una bella terapia da fare, ha senza dubbio aumentato le capacità cognitive, rispetto a prima che lo prendessi, sono più sciolto.
Oltre alla psicoterapia che gentilmente Lei mi consiglia, ci sono altri modi: dal 2003 al 2007 ho frequentato un laboratorio teatrale chiamato il gioco del sintomo, che mi ha aiutato parecchio, su consiglio dello psichiatra di allora. Inizia anche un percorso a una radio locale, con un gruppo di supporto, sempre supervisionato dallo psichiatra e dagli operatori sociali (qualche minuto a una radio, con riunoni infrasettimanali per decidere cosa fare...) e qualche partita di calcetto, sempre con utenti psichiatrici e sono tutte cose utilissime, certo bisogna averne il tempo, una famiglia che è pronta a accompagnarti nel tuo percorso e poi è molto individuale, poichè di tutti sono uscito abbastanza bene.
Grazie ancora,
utente 262xxx.
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