Presunta depressione: Psichiatra o psicologo?

Buongiorno,
nel corso degli ultimi 3 anni ho assunto, per dei periodi, Elopram e Alprazolam su indicazione del medico di base per uno stato depressivo riscontrato a seguito di una separazione. Ho smesso da circa un paio di settimane di prendere l' Elopram, ho deciso da sola e ho diminuito gradualmente il dosaggio di 8 gocce al giorno fino a 4 in circa 3 settimane, dopo di che ho fatto una settimana con giorni alternati, e poi stop. Sono consapevole che è sempre consigliabile chiedere al medico che ha prescritto la cura, ma anche le volte precedenti la procedura è sempre stata questa, del resto, non essendo del campo (il mio medico di base è pneumologo) la sua indagine sul mio stato di salute psichico si è sempre limitata al chiedermi come mi sentissi. L' ultima cura è stata perpetrata per un anno.
Non sono soddisfatta della cura, e principalmente ho smesso perchè mi sembrava inutile e limitante dal punto di vista emozionale. Non sono nemmeno certa di aver sofferto o di soffrire di depressione. Devo però constatare che ho al momento delle reazioni eccessive anche se non preoccupanti, che mi danno da pensare, ovvero degli attacchi di rabbia immotivati, un innalzamento della libido forte (mai provata una cosa così, sembra quasi di essere ninfomane), pensieri autodistruttivi, difficoltà a dormire, ecc. Vorrei fare un pò di chiarezza su tutta questa faccenda e richiede un consulto ad uno specialista, ma non riesco a capire se sia meglio rivolgermi ad uno psichiatra o ad uno psicologo. Vorrei un consiglio in merito.
Nel mio passato adolescenziale c'è stato un tentativo di suicidio, ed essendo all' epoca minorenne ho avuto dei colloqui sia con psichiatri che con psicologi. I primi non hanno, a quanto ne sappia ma purtroppo devo fidarmi dei miei genitori, riscontrato patologie o malattie psichiche (bipolarismo, schizofrenia, ecc.) ed in effetti ho condotto poi una vita normale; con gli psicologi ho sempre avuto un rapporto di diffidenza, sono stata in cura all' epoca per uno o due anni, ma non ricordo di particolari effetti positivi. In sintesi: meglio se chiedo un parere ad uno psichiatra, dato che si parla anche di cure farmacologiche (sebbene molto blande), o meglio uno psicologo, e nel caso come e dove posso informarmi sui diversi approcci ? Come faccio a scegliere quello giusto? Esistono diversi tipi di analisi, e non solo non li conosco tutti, ma come faccio a capire quello che fa per me? Perchè in tutta onesta, lo stare in una stanza con una persona che ascolta e non dice mai niente, mi sembra una perdita di tempo e soprattutto di soldi, preferirei sperimentare altri tipi di cura.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
le consiglierei intanto una visita presso uno psichiatra, per valutare se c'è una patologia psichica e qual è il livello di gravità. Una volta chiarito questo punto, lo psichiatra le prospetterà le varie possibilità, non necessariamente e non solo farmacologiche.
"stare in una stanza con una persona che ascolta e non dice mai niente" è un'immagine caricaturale della psicanalisi. Anche nella psicoterapia dinamica, cioè di ispirazione psicanalitica, il terapeuta è tutt'altro che passivo, anche se lascia spazio alle parole del paziente.
Come scegliere la persona (e la terapia) giusta? Ha ragione, non è facile. E' fondamentale che durante e dopo i colloqui si senta accolta, appoggiata, aiutata (e gradualmente indirizzata verso l'autonomia).
La tecnica a mio parere è meno importante; se occorrono farmaci naturalmente ci vuole la supervisione dello psichiatra, che può essere anche psicoterapeuta no.

Le suggerisco questo articolo dei colleghi psicologi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html-
la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico

Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentle utente,

le consiglio di rivolgersi ad uno psichiatra (che parli ^__^)

Farmaci a parte, va inquadrato prima il problema e fatta una diagnosi o ipotesi diagnostica e dopo valutare quale trattamento adottare che sia farmacologico o psicoterapeutico o entrambi, ma questo lo vedrà il collega.

Prenda un appuntamento e poi ci faccia sapere se crede

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

[#3]
Utente
Utente
Gent.li Dottori,
vi invio gli aggiornamenti in merito alla mia richiesta.
Premettendo che ho avuto anche episodi di forte pianto, disperazione, difficoltà nel controllo della rabbia ed isteria, sono attualmente in cura da una Psichiatra.
In realtà abbiamo fatto solo un primo incontro, dal quale Lei stessa non ha voluto sbilanciarsi con una diagnosi, ritenendolo troppo presto.
Non sono molto soddisfatta dell' incontro, perchè mi è sembrato molto psicoterapeuta (che tra l' altro è) che psichiatra. A fine della visita provavo forte rabbia e voglia di sfogarmi attraverso il pianto.
Mi ha prescritto Olanzapina Lilly 2,5 mg prima di dormire e Delorazepam 1mg/ml al bisogno oltre a 26 gocce prima di dormire.
Ho idea che non facciano altro che farmi venire un pò di sonno, e che non aiutino nel caso dell' umore -(difatti sempre più basso) e nella prevenzione di ulteriori attacchi di rabbia. Sono solo due giorni di cura, e forse è presto.
Ma io mi sento in sofferenza e per questo arrabbiata.
La rivedo tra 3 giorni, e nel caso discuteremo anche della terapia.
Ma non mi fido tanto, vediamo come reagisco nel week end, al momento mi sento presa in giro, che mi abbiano dato del placebo camuffato.

Se qualcuno avesse suggerimenti per cambiare l' Olazapina lilly 2,5 mg compresse, poichè contiene lattosio e io ne sono intollerante.

Non ho capito questa cura, su cosa stia puntando.

[#4]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
le consiglio di rivolgere queste domande alla psichiatra al prossimo incontro. Se si è portata a casa la rabbia, gliela riporti in studio, ne dovete parlare.
Non mi sorprende che la collega non abbia ancora formulato una diagnosi, il suo caso non è semplice né come diagnosi né come terapia. Anche se le sembra strano, l'umore basso non sempre è sinonimo di depressione, soprattutto se c'è questa irritabilità.
Olanzapina è un tranquillante maggiore che agisce sulla rabbia e quello che lei definisce "isteria". E' tutt'altro che un placebo; nei primi giorni di cura può dare sonnolenza, ma è un effetto collaterale che poi passa.
Ci sono parecchie formulazioni generiche di olanzapina che non contengono lattosio, ma aspartame (anche se in genere l'intolleranza si manifesta con quantitativi più elevati di lattosio, misurabili in alcuni grammi).
Conceda un po' di tempo a se stessa e alla terapeuta; sta male da anni, non si può risolvere tutto in poco tempo.
Cordiali saluti
[#5]
Utente
Utente
Buongiorno,
vorrei giustamente dare un epilogo alla mia richiesta. Sono attualmente in cura presso la Psichiatra incontrata ad agosto. I miei disturbi sono legati a disturbo della personalità. Oltre a due incontri settimanali con la dottoressa, seguo anche una cura farmacologica composta da en, venlafaxina e olanzapina secondo le indicazioni mediche fornite.
Sto meglio, ma la cura è molto lunga.
Comunque ci tenevo a ringraziare per i consigli e invito chiunque si senta in difficoltà ad affidarsi sempre ai professionisti, non solo via internet ma dal vivo.

Grazie
Saluti
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Sono contenta che stia meglio, e la ringrazio di cuore per le parole gentili e per averci informato.
Cordiali saluti
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