Depressione maggiore

Buonasera, sono un giovane di 21 anni ; non ho mai avuto problemi in famiglia, a scuola-università o con gli amici e la mia vita è sempre trascorsa a gonfie vele.
L'anno scorso , dopo un periodo di 3-4 mesi di insonnia e di conseguente ipocondria che mi ha portato ad effettuare un sacco di visite tutte di parere negativo ( tac,risonanza magnetica, ecografia , potenziali evocati, gastroscopia) entro in una fase in cui la testa mi gira sempre, mi sento distaccato dalle situazioni quotidiane , piango spesso e non ho più voglia di fare niente (facendo fatica ad alzarmi addirittura dal letto) . Incomincio a perdere peso, (nell'arco di sei mesi perdo 14 kg) e arrivo al punto di ricovero dove finalmente mi viene diagnosticata la depressione maggiore. Inizio la cura con Citalopram, in via endovenosa, prima 40 mg al giorno poi 20.

Una volta dimesso, i problemi continuano nonostante vada avanti ad assumere citalopram, e prima di vedere qualche risultato positivo (cioè superamento dei vari giramenti e ritorno di un pò di voglia nel fare le cose che ho sempre amato fare) passano altri due mesi. Dopo circa tre mesi decido di abbassare il dosaggio da 40 a 20 mg al giorno, non accusando particolari problemi.
In tutti questi mesi i sintomi sono diminuiti, assopiti ma MAI completamente risolti.
Dopo circa 7 mesi decido che sono guarito, smetto di prendere il farmaco e dopo un mese di relativo benessere (perchè ogni mattina mi sveglio con la paura che nella giornata abbia pensieri negativi ) ricado in una nuova crisi. Ricomincio immediatamente a prendere il farmaco (che nel frattempo mi ha fatto ritornare l'appetito e mi ha permesso di riacquistare ben 14 kg) e dopo il solito periodo di 1-2 mesi di effetti collaterali (ansia raddoppiata, tensione muscolare ecc) i sintomi diminuiscono leggermente ma continuo ad avere momenti positivi (ma vorrei precisare, mai come i momenti positivi che avevo prima dell'inizio di questa malattia) e momenti negativi in cui nella mia testa girano i pensieri più brutti ( inutilità della vita perchè alla fine si deve morire, svogliatezza nel fare le cose e momenti di ansia generalizzata , pur non ricadendo mai nella fase avuta agli esordi in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto).

Ora la mia domanda è, ma è possibile che dopo un anno, nonostante qualche periodo positivo e altrettanti periodi negativi, io continui a prendere citalopram senza avere beneficio concreto? Mi devo rassegnare ad una vita di alti e bassi senza poter godere più appieno e stare bene come prima?Quando mi vengono i periodi brutti sono apatico, faccio fatica a parlare con tutti e io non sono mai stato un ragazzo introverso. Potete indicarmi quale secondo voi è la strada migliore da intraprendere? ho provato anche con sedute di psicoterapia ( 3) ma con scarsi se non nulli risultati.
Ho paura che la mia vita non posso più tornare come prima, e che sia destinato ad avere per sempre questi brutti pensieri nella testa.
Grazie
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
La strategia migliore è quella di seguire le indicazioni dello specielista psichiatra, senza autogestire la terapia, cosa che lei ha invece preferito fare modificando o sospendendo la terapia autonomamente.
Se la terapia comporta fastidi o disagi questi vanno segnalati allo specialista che può prevedere gli opportuni accorgimenti o modifiche.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Dr. Francesco Botti Psichiatra 46
Caro paziente,

i farmaci come il citalopram benchè scevri da effetti collaterali importanti, nella maggior parte dei casi, non sempre sono risolutivi nei disturbi dell'umore, non si tratta di un errore terapeutico a mio avviso, quanto piuttosto un passo, risultato solo parzialmente efficace, nel suo percorso terapeutico, ogni altra considerazione online si ferma qui, ne parli col suo psichiatra di fiducia.
Cordiali saluti

Dr. Francesco Botti
Spec. in Psichiatria

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