Depressione: è possibile guarirne senza farmaci?

Ho 29 anni e da poco meno di un mese soffro di sintomatologie a quanto pare riconducibili ad uno stato depressivo latente.
In seguito ad un lunghissimo periodo molto stressante, in cui accusavo una stanchezza quasi cronica, continui mal di testa e poca voglia di relazionarmi e fare vita sociale, il primo segnale è sopraggiunto in maniera "visiva" con la manifestazione di un esantema cutaneo concentrato esclusivamente sul tronco e che in un primo momento ha fatto sospettare al mio medico curante una normalissima forma allergica. In realtà i succesivi esami non hanno rilevato alcuna anomalia ed il dermatologo ha finito per diagnosticare una "comunissima pitiriasi rosea di gilbert" dovuta a suo dire ad un eccessivo stato nervoso e con durata a "tempo dovuto".
Negli stessi giorni ho accusato i primi attacchi di panico che si sono presentati con vampate di calore, distorsioni percettive, tachicardia, difficoltà a respirare e la netta sensazione di venir meno. Dietro consiglio della mia famiglia e nonostante molto contraria, mi sono sottoposta ad un consulto presso uno psichiatra che nel giro di un'ora ha sentenziato a mio carico una sorta di "depressione congenita" e mi ha prscritto Fluoxetina nella dose di 20 mg (1/2 compressa al mattino)da assumere a tempo indeterminato e Championyl 200 da prendere solo in caso di bisogno e dopo consiglio medico.
Tengo a sottolineare che, nonostante lo scetticismo iniziale, reputo oltremodo competente lo specialista che mi ha visitato e non posso non confermare che molte fasi della mia vita, anche se non in maniera così violenta, hanno risentito di una condizione pschica affatto equilibrita e reattiva. Tuttavia permane a mie spese un grosso problema: non riesco ad assumere il medicinale prescrittomi. Ed il blocco interno a non volerne fare uso è più forte di qualsiasi malessere. Il solo pensiero di dover dipendere per un lungo (addirittura indeterminato!) periodo di tempo anche solo da 1/2 compressa di un qualsiasi psicofarmaco, mi mette in crisi e mi impedisce di iniziare la cura.
Chiedo pertanto se è possibile venir fuori da uno stato depressivo come il mio senza la suddetta se pur minima dose di Fluoxetina e se una preferibile assunzione di quest'ultima mi potrebbe in qualche modo comportare gravi effetti indesiderati ed una dipendenza senza possibilità di uscita.
Ringrazio in anticipo per l'attenzione che molto gentilmente vorrete accordarmi.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
il rapporto medico - paziente, per di più se psichiatra è qualcosa che va ben oltre la prescrizione di un farmaco, che rappresenta uno dei vari aspetti non marginale ma forse nemmeno sempre il più importante. Al medico ci si dovrebbe "affidare" in un "contratto" di fiducia e stima , pertanto se Lei ritiene valido il medico prescelto automaticamente dovrebbe seguirne i consigli. Se Le può essere di aiuto posso tranquillamente dirle che 1/2 compressa di un antidepressivo come quello prescritto non ha mai arrecato gravi danni a nessuno, piuttosto sarebbe utile una maggiore attenzione sul versante diagnostico atteso che la "depressione congenita" in senso psichiatrico non esiste.

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 342 10
Gentile Utente,
concordo con il collega che occorrerebbe effettuare una diagnosi più precisa in quanto la dizione di "depressione congenita" non appare in nosografia. effettuata una diagnosi più accurata, si potrebbe valutare se esistono le condizioni per una eventuale psicoterapia. In letteratura e nella esperienza clinica sono riportati numerosi casi di stati depressivi trattati unicamente con psicoterapia.

Cordiali saluti

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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Dr.ssa Maria Francesca Basoni Psicologo, Psicoterapeuta 32 6
Gentile utente,

vista la sua motivazione ad essere aiutata ad uscire dalla situazione di difficoltà in cui si trova, potrebbe essere utile abbinare al trattamento farmacologico un percorso di psicoterapia: solitamente si ottengono migliori risultati quando ci si affida ad entrambi i tipi di sostegno, che si integrano a vicenda. In particolar modo mi sembra di capire che ci sia in lei una certa resistenza ad assumere la terapia prescritta: anche in questo senso un sostegno psicologico la aiuterebbe a rendere più chiare e consapevoli per lei i suoi bisogni (tra cui lampante quello di essere sostenuta e aiutata). sono proprio i nostri bisogni, spesso frustrati o poco ascoltati persino da noi stessi, che ci portano a situazioni di dificoltà quale la sua. a volte, fermarsi un attimo e prendersi il tempo di ascoltarsi ci permette di capire cosa non funziona e come poter star meglio.
In bocca al lupo

dott.sa Maria Franesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it

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Utente
Utente
Gentili Dottori,

ringrazio sentitamente per i consigli ricevuti. Valuterò senz'altro la possibilità di ricorrere ad un sostegno di psicoterapia. Nel frattempo rinuncio ad "autoimpormi" qualsiasi genere di farmaco considerato che, da quando il fantasma della Fluoxetina si è affacciato alla mia porta, uno stato di angoscia mi opprime e quasi non mi consente di pensare ad altro. Se non fosse per la consapevolezza dell'assurdità di una simile affermazione potrei addirittura giurare che quella prescrizione ha persino aumentato il mio malessere.

Ancora grazie
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
la diagnosi di depressione congenita non è contemplata dalla moderna classificazione nosografica psichiatrica. Comunque sia, riguardo alla sua domanda sulla possibilità di guarigione senza farmaci posso dirle che il decorso naturale di un episodio depressivo è quello di raggiungere la guarigione dopo un tempo variabile da 6 mesi a 2 anni. Se un episodio persiste oltre i 2 anni alora la diagnosi di episodio depressivo deve essere messa in dubbio. Per quanto riguarda l'assunzione di farmaci mi sembra abbastanza allarmistico affermare che una terapia andrà protratta a tempo indeterminato. La moderna terapia della depressione si basa su cicli di terapia farmacologica oppure su una psicoterapia. I migliori risultati si ottengono dalla combinazione dei due trattamenti. Se è tanto difficile iniziare una terapia farmacologica rifletta sulla possibilità di iniziare un percorso di tipo psicoterapeutico che oltre a esserle di grande aiuto potrebbe in futuro, se ancora necessario, "sbloccarla rispetto alla possibilità di un approccio integrato Psicologico-farmacologico. In bocca al lupo.

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr.ssa Maria Cristina Bivona Psicologo, Psicoterapeuta 81 3
Caro utente, mi sembra di capire che la possibiltà di assumere farmaci per migliorare uno stato di malessere ha paradossalmete aumentato la condizione di disagio, manifesta attraverso un forte senso di angoscia. Mi unisco al consiglio dei colleghi di poter rivolgersi ad uno specialista in psicoterapia per poter stare su questo sentimento e poi valutare in un secodo momento la possibilità di assumenre farmaci; tutto in modo da rispettare i suoi tempi e la sua volontà. L'adesione al trattamento è un aspetto da non tracirare nel suo caso.
Cordiali saluti

Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com