Disturbo ossesivo compulsivo,farmaci e terapia cognitiva

Da circa 5 anni sto insieme ad un ragazzo affetto da doc omosessualita',dopo un periodo in cui credevo che lui fosse veramente tale sono oggi completamente convinta che la sua e' tuttora una malattia.Da quello che mi raccontano i genitori e' sempre stato un bimbo un po' fissato e pesante,intorno ai 15 anni aveva il terrore dell'aids,verso i 18 invece controllava di continuo le scarpe per vedere se per strada aveva calpestato aghi o siringhe infette fino a che a circa 21 anni e' esplosa quella che e ' ancora oggi la sua ossessione peggiore e cioe' la paura di essere omosessuale.
Immagina situazioni peccaminose,avverte sensazioni e nei periodi peggiori arriva addirittura a soffrire nel solo vedere dei ragazzi per strada o se magari siamo in una pizzeria con un semplice cameriere che ci serve al tavolo.Per circa un anno aveva superato la cosa ma a luglio per aver interrotto volontariamente la cura farmacologica(senza consenso del suo psichiatra)e' stato ricoverato in ospedale per una settimana.Oggi quel brutto periodo e' passato,ha ripreso la terapia farmacologica con seroquel e maveral da 300mg mattina e sera piu' 15mg di abilifly solo la sera;riesce a portare avanti una vita dignitosa ma tuttora vedo in lui la sofferenza del convivere quotidianamente con delle ossessioni cosi' dolorose.A tale proposito volevo sapere se la terapia che ho sopra elencata sembra adatta al suo disturbo poiche' appena ingerisce le pillole per ben due ore resta come in estasi quasi come fosse sotto gli effetti di un droga(giramenti di testa,ansia,bocca secca)che svanisce col tempo.Inoltre mi interessava sapere se c'e' una componente ereditaria per il doc in quanto mi racconta il mio ragazzo che sua nonna era ossessionata dalle malattie e a me nemmeno i suoi genitori sembrano estranei al fatto poiche' sia la mamma che il papa' sono estremi perfezionisti e maniaci della pulizia.C'e' pericolo che dalla nostra unione nasca un figlio affetto da doc e inoltre la sua terapia di farmaci puo' provocare un abbassamneto della capacita' riproduttiva qualora decisdessimo di avere un figlio?Ed infine come aiutarlo definitivamente?ho sentito parlare di terapia cognitivo comportamenteale come meraviglia delle meraviglie in caso di doc.
Chiedo scusa per la lunghezza della mia richiesta e per il numero delle mie domande ma sono spinta dall'immensa ansia e preoccupazione.
Grazie anticipatamente a chiunque voglia rispondermi.
Cordiali saluti.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
posto che una valutazione on line risulta sempre piuttosto discutibile, le posso in linea teorica dire che la terapia assunta è di per sè condivisibile, anche se non è chiaro il dosaggio del seroquel.
Molte tra le patologie psichiatriche hanno una familiarità (che non significa "certezza" di malattia) ed il DOC pare abbia suggestive ipotesi di una componente in tal senso.
Rispetto alle terapie psicoterapeutiche si faccia consigliare sulla necessità/opportunità e sulle diverse scelte trattamentali dal terapeuta che ha in carico il suo ragazzo.
Inoltre, sempre in quest'ottica, credo che la cosa più opportuna nel suo caso sia una valutazione "a tre" (lei, il suo compagno ed il terapeuta) sull'opportunità di poter essere sostenuti in modo globale, anche, quindi, nella possibilità di dar corso ad una gravidanza, considerando non solo gli aspetti legati alla prole ma anche il vostro contesto attuale.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#2]
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,la ringrazio vivamente per la sua celere ed esaustiva risposta.In verita'quel confronto a tre che mi consigliava tra me,il io ragazzo e il suo psichiatra c'e' gia' stato piu' di una volta e ad ogni occasione io personalmente ne uscivo abbastanza demoralizzata.E' vero le cose sono migliorate rispetto ai mesi passati ma sono atterrita soprattutto dalla possibilita' di mettere al mondo un figlio che erediti il doc o lo stesso carattere del padre,dalla sua incostanza e quindi dalla sua eventuale incapacita' di fare da padre ed inoltre in contrapposizione a tutto questo,sono spaventata dal desiderio di avere si un figlio e che a causa dei suoi farmaci possano esserci degli impedimenti in tal proposito.
A volte penso che a questo punto abbia bisogno anche io di un aiuto terapico.Per quanto riguarda il seroquel e' da 300mg.
Di nuovo grazie mille per la sua risposta.
Cordialmente
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
il doc può avere una predisposizione trasmissibile geneticamente, ma in genere è abbastanza rara una trasmissione diretta genitore-figlio in quanto si tratta di una ereditarietà poligenica e quindi molto più complessa rispetto ad altre patologie ereditarie (tipo emofilia o distrofia muscolare etc.). La terapia che il suo ragazzo assume può essere condivisibile, anche se amio giudizio e da quello che lei descrive, forse è eccessivamente sedativa (effetti soprattutto del seroquel e del maveral). Non posso che condividere l'opinione su un confronto aperto con il terapeuta sulla gestione della terpia farmacologica. In quanto alla terapia cognitiva è vero che può essere efficace nel Doc, anche se non esiste la bacchetta magica e comunque gli obiettivi vanno contestualizzati alla situazione clinica di partenza.
Le faccio il mio in bocca al lupo e resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr.ssa Maria Cristina Bivona Psicologo, Psicoterapeuta 81 3
Gentile utente, stare vicino ad una persona che soffre così come il suo ragazzo, non è per nulla facile; le sue preoccupazioni di ereditarietà e difficoltà di gestire un eventuale ruolo genitoriale con lui sembra che l'accompagnino in questo percorso. La possibilità, che ha gia lei paventato di rivolgersi ad un terapeuta tutto per lei, può a mio parere aiutarla a dare un senso a tutto ciò che sta provando.
Rispetto alla domanda sul'ereditariatà mi viene da dirle che, in ambito pscichiatrico, si eredita la predisposizione alla malattia, ma non la malattia stessa; a volte eventi di vita possono slattentizzare un patologia esistente al livello ereditario, altre volte ciò non accade.
Cordiali saluti

Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com

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Utente
Utente
Gentili dottori,ancora mille grazie per l'attenzione prestatami e per i vostri consulti.
In particolare al dott. Martiadis volevo chiedere se poteva indicarmi qualche riferimento terapico nella citta' di Napoli che e' la citta' dove vivo,qualche centro specializzato in terapia cognitiva comportamentale(non so se on-line e ' possibile dare questo tipo di informazioni).
Per quanto riguarda la difficolta' nello stare vicino al mio compagno,di cui parlava la dott.ssa Bivona,quella e ' costantemente presente nella mia vita ormai da 5 anni.
Ho paura per il mio futuro,per quella che sara' la mia vita accanto a lui,per quello che il perpetuarsi della sua terapia farmacologia puo' comportare(assuefazione,sintomi da astinenza al momento dell' interruzione),difficolta' lavorative e altro ancora insomma di tutto e di piu'.Davvero non so che fare in questo momento.
Rinnovo i miei ringraziaamenti e i miei cordiali saluti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
può consultare le pagine personali dei terapeuti che operano in questo sito oppure l'elenco dei terapeuti abilitati nella provincia di napoli sul sito www.sitcc.it (sito ufficiale della società italiana di terapia comportamentale e cognitiva).
Cordiali saluti
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