Disturbo distimico

Buongiorno Dottore,
circa 2 mesi orsono, mi è stato diagnosticato da uno psichiatra un disturbo distimico, per il quale il medico mi ha prescritto 1/2 pasticca di prazene al mattino ed una la sera , levopraid 15 gocce (solo per 15 gg) mentre dopo pranzo un capsula di xeristar da 60 mg.
Nei primi gironi di cura ho ricevuto notevoli benefici dovuto (come mi ha confermato lo specialista) all'utilizzo del prazene. Dopo circa 1 mese, vista la sonnolenza che comportava la mezza pasticca di prazene al mattina il medico mi ha consigliato di sospenderla , ma continuare a prenderla la sera.
Purtroppo la sospensione dell'utilizzo del prazene al mattino mi ha rigettato in uno discreto stato di malessere che si evidenzia soprattutto in ansia e intolleranza al lavoro, ai colleghi e soprattutto agli affetti. Proprio questo è il punto, nei rapporti affettivi (genitori e fidanzate) provo sempre un certo disagio, come se mi sentissi fuori luogo ed effettivamente intollerante. La situazione peggiora nei rapporti di coppia, ove l'aumento del consolidamento del rapporto è direttamente proporzionale all'ansia che provoca la compagna ed al malessere generale che nutro verso l'idea del rapporto stesso. Conclusa questa parentesi descrittiva, passo alla domanda. Oggi è il 60 giorno che assumo xeristar, ma apparrebbe che non abbia alcun effetto sulla mia condizione. Insomma se prendo il prazene al mattino trascorro una giornata accettabile, altrimenti....
Considerato che lo xeristar dovrebbe mostrare i primi effetti dopo 2-3 settimane, a distanza di 2 mesi, apparrebbe che non sia di fatto efficace. La scorsa settimana lo psichiatra, da me interpellato, ha detto di continuare la cura e di non preoccuparmi, ma a tal punto mi pare che il farmaco non abbia gli effetti sperati su di me. E' possibile che dopo 60 giorni lo xeristar non abbia alcun effetto (si consideri che non ho avuto nessun effetto collaterale negativo dal primo giorno di assunzione).
Grazie.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Come si manifesterebbe il suo disturbo distimico?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Buonasera. In line adi massima ho un umore generalmente depresso, mi sento abbattuto e privo di forze, anche nelle cose quotidiane che mi pesano molto (sento un po' tutto come un dovere non trovando il piacere nelle cose che in genere faccio). Ho uno scarsa autostima in me, ogni scelta che devo fare non è mai facile e la paura di sbagliare mi porta a rimuginare decine di volte sulla stessa cosa, alla ricerca della soluzione perfetta. Sono molo critico nei miei riguardi, ma anche nei riguardi del prossimo, ne vedo, in genere solo di difetti, soprattutto del partner. Ho difficoltà nel concentrarmi ed a volte anche leggere una pagina di un libro crea un nodo alla gola come se una vocina dentro di me dicesse: tanto non capirai ciò che stai leggendo. Cerco sempre l'approvazione degli altri ed anche se durante il lavoro vado al bagno lo dico sempre, qusi alla ricerca di una autorizzazione. Anche nel rapporto di coppia ciò che appare libertà in realtà è solo una concessione che ottengo, perchè tutto ciò che faccio, lo comunico sempre (alla ricerca di approvazione) camuffandola come una notizia generica. Concludo con un esempio che dimostra la poca fiducia che ho in me. Quando mi viene assegnato un compito, ad esempio in ambito lavorativo, sono sempre molto ansioso, benchè razionalmente sappia di poterlo portare a termine, ho sempre il timore di aver sbagliato e di essere richiamato (soprattutto da chi è superiore a me di livello o rappresenta una autorità perchè più adulto) perchè io non valgo e non sono capace e di sicuro sbaglio.
Grazie.
[#3]
Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.8k 57
Gentile utente,
talvolta,in casi particolari,l'efficacia degli antidepressivi può anche richiedere qualche tempo in più di quanto normalmente ci si aspetti.Tuttavia se sono trascorsi ormai due mesi penso che possa essere utile ricontattare il suo Psichiatra curante per fare il punto dell'evoluzione della sua situazione.Eventualmente potrebbe anche valutare assieme a lui un eventuale supporto psicoterapico alla terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.

Allergia alimentare

L'allergia alimentare è una reazione eccessiva e immediata scatenata dal sistema immunitario verso un alimento: come si manifestano e quali sono i cibi responsabili.

Leggi tutto