, anche se prima di arrivare ad una diagnosi e a una terapia
Salve dottore, le scrivo perchè sono arrivato alla disperazione più totale e trovare delle soluzioni sembra sempre più arduo.Ho una sorella che all'età di 17 anni fu ricoverata in s.p.d.c. con un T.S.O. mentre era a scuola e non sappiamo ancora cosa accadde realmente quel giorno e da quel momento è iniziato il nostro calvario.Ora ha 25 anni, ed in questo lasso di tempo ne abbiamo passate di cotte e di crude come potrà facilmente immaginare considerando la diagnosi di disturbo bipolare e disturbo di personalità N.A.S., anche se prima di arrivare ad una diagnosi e a una terapia(saranno le ultime?)ne sono precedute altre dopo ogni ricovero in s.p.d.c.,circa una ventina di volte in modo volontario dall'esordio della patologia, ad esempio disturbo schizo-affettivo e altri.Attualmente assume 1 cp di seroquel a rilascio prolungato da 300 mg al mattino e una la sera e una cp di depakin chrono da 500 mg la mattina e una la sera.Eppure nonostante venga seguita dal CIM e assuma la terapia indicata dalla sua psichiatra continua a rendere la nostra vita un inferno perchè sembra che abbia tutti i difetti e nessun pregio;diventa violenta, è viziata non lavora e a casa non fa nulla lascia tutto in disordine e se le si dice qualcosa minaccia di denunciarci tutti alle forze dell'ordine e lo fa senza pensarci due volte creando imbarazzi e problematiche non irrilevanti.E' egoista pensa solo ai suoi interessi,sempre gli stessi e sempre poco importanti ad esempio la ceretta le vitamine le creme per la pelle sono delle ossessioni, sembra non avere altri pensieri, solo cose futili, come una bambina capricciosa.Ma come è possibile che pochi concetti che se messi in pratica potrebbero aiutarla non vengono presi in considerazione, ad esempio un pò di impegno, di responsabilità, di rispetto per se stessa e per gli altri, perchè è così difficile!ricordo ancora il tentato omicidio coi farmaci, gli autolesionismi, le grida in mezzo alla gente e i problemi con la giustizia e i tribunali per colpa dei suoi deliri e altre "pazzie".Passa le sue giornate dormendo sul letto o sdraiata in poltrona a specchiarsi e ascoltare la radio, si mette a ridere senza motivo alcuno e pretende di essere servita e riverita,mangia male e difatti è obesa.Dottore vorrei porLe alcune domande che credo si facciano spesso anche i familiari di chi affronta questi problemi, ad esempio se cesserà o si attenuerà il suo umore, il comportamento etc., come mai ci sono tante persone che hanno una vita normale nonostante soffrano della stessa patologia e in percentuale non sono pochi eppure non si comportano come mia sorella?come fare per cambiare una situazione che sembra immodificabile?potrebbe vivere da sola e trovare un lavoro?dovrei portarla in una comunità per malati psichiatrici?e se non vuole stare la posso costringere per il suo e il nostro bene?le terapie hanno la cosiddetta aderenza, sono efficaci?ho la sensazione che la stiano peggiorando,dovrei rivolgermi ad uno psichiatra e una psicologa più esperti visto che lei dice che non va d'accordo con chi la segue perchè non le danno retta o perchè è lei che non vuole ascoltare quello che non gli va?noi familiari dovremmo spronarla infischiandocene delle sue minacce per fare in modo che sia meno viziata e più responsabile o dobbiamo ignorarla?spero che mi possa aiutare e che possa consigliarmi al meglio visto che da anni oramai non parlo più con mia sorella e non vado più dalla sua psichiatra perchè ho sofferto troppo,ho bisogno di un aiuto,di conforto,non so che fare.La ringrazio anticipatamente per una sua eventuale risposta alle mie domande che mi faccio ogni giorno.
[#1]
Gentile utente,
Lei dice di non parlare più con sua sorella ne con il suo specialista, ma chiede tutta una serie di informazioni che potrebbero venire solo dallo specialista curante, come informazioni sulla diagnosi, sulla terapia, sulla opportunità di fare riferimento ad una comunità terapeutico riabilitativa, etc.
Dal confronto con lo specialista quest ultimo può ricavare importanti informazioni sull andamento della patologia e della terapia, progettando eventuali modifiche.
Cordiali saluti
Lei dice di non parlare più con sua sorella ne con il suo specialista, ma chiede tutta una serie di informazioni che potrebbero venire solo dallo specialista curante, come informazioni sulla diagnosi, sulla terapia, sulla opportunità di fare riferimento ad una comunità terapeutico riabilitativa, etc.
Dal confronto con lo specialista quest ultimo può ricavare importanti informazioni sull andamento della patologia e della terapia, progettando eventuali modifiche.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Gentile utente,
le domande che lei si pone sono purtroppo molto comuni fra i famigliare di chi soffre di disturbi psichici.
L'andamento di queste patologia è spesso imprevedibile e capriccioso.Le conoscenze del mondo scientifico sono ancora piuttosto superficiali,e quindi anche le diagnosi vanno prese con una buona dose di inventario.Pertanto le storie di persone con diagnosi simili od identiche non sono spesso equiparabili.
In linea di principio comportamenti quali lei descrive si riscontrano con una certa frequenza e risultano di assai difficile gestione da parte del nucleo famigliare.
In situazioni simili pesnso possa essere di aiuto un sostegno psicoterapico famigliare da parte di un buon professionists con cui discutere nel tempo le strategie di reazione e di prevenzione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
le domande che lei si pone sono purtroppo molto comuni fra i famigliare di chi soffre di disturbi psichici.
L'andamento di queste patologia è spesso imprevedibile e capriccioso.Le conoscenze del mondo scientifico sono ancora piuttosto superficiali,e quindi anche le diagnosi vanno prese con una buona dose di inventario.Pertanto le storie di persone con diagnosi simili od identiche non sono spesso equiparabili.
In linea di principio comportamenti quali lei descrive si riscontrano con una certa frequenza e risultano di assai difficile gestione da parte del nucleo famigliare.
In situazioni simili pesnso possa essere di aiuto un sostegno psicoterapico famigliare da parte di un buon professionists con cui discutere nel tempo le strategie di reazione e di prevenzione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 08/07/2012.
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