Facoltà mentali dopo psicosi
Salve. Da quando ho avuto una psicosi acuta durata un mese e mezzo da settembre a ottobre scorsi, con allucinazioni e delirio, non sono più riuscito a studiare (studio giurisprudenza); in particolare ho notato problemi di comprensione di testi peraltro già letti in passato. Per 6 mesi circa ho preso 10 mg di Abilify, da quasi 2 mesi ne prendo 5 e ancora risento di un rallentamento motorio che da quando ho avuto la malattia non mi ha più abbandonato. Mi chiedo se tale rallentamento e le suddette difficoltà a studiare con annessi problemi di comprensione siano una conseguenza della psicosi, del farmaco o di entrambi. Grazie.
[#1]
Gentile utente,
per cercare di rispondere alla Sua domanda, "la psicosi" è un termine troppo generico. Quale è la diagnosi più precisa ? Se non è stata fatta una diagnosi più precisa, bisogna chiedere allo specialista che La segue di formularla.
Per quanto riguarda il farmaco, con la riduzione della dose non è cambiato niente (né in positivo, né in negativo ?). I sintomi dell'episodio dell'autunno scorso non si sono più manifestati ?
Lo specialista che La segue è al corrente dell'attuale situazione ? Ha posto la Sua domanda anche a lui ?
per cercare di rispondere alla Sua domanda, "la psicosi" è un termine troppo generico. Quale è la diagnosi più precisa ? Se non è stata fatta una diagnosi più precisa, bisogna chiedere allo specialista che La segue di formularla.
Per quanto riguarda il farmaco, con la riduzione della dose non è cambiato niente (né in positivo, né in negativo ?). I sintomi dell'episodio dell'autunno scorso non si sono più manifestati ?
Lo specialista che La segue è al corrente dell'attuale situazione ? Ha posto la Sua domanda anche a lui ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
Ho avuto un disturbo schizofreniforme. I sintomi dell'episodio dello scorso autunno non si sono più manifestati, mentre per quanto riguarda il rallentamento motorio, diminuendo la dose del farmaco non è cambiato granché.
Per quanto riguarda lo studio, lo psichiatra che mi segue ha detto che sono in fase di convalescenza e di non pormi obiettivi concreti.
Per quanto riguarda lo studio, lo psichiatra che mi segue ha detto che sono in fase di convalescenza e di non pormi obiettivi concreti.
[#5]
Gentile utente
La presenza di accelerazione del pensiero precedente e la differente presenza di un sintomo diametralmente opposto possono far considerare un aspetto della stessa malattia.
Attualmente, la dose di farmaco potrebbe essere considerata insufficiente per il trattamento di entrambe le situazioni cliniche che possono presentarsi.
La considerazione di "convalescenza" dovrebbe apportare un dosaggio di farmaco a dosi terapeutiche e non viceversa.
Probabilmente, è più opportuno considerare che lei è in corso di valutazione per una definizione diagnostica più appropriata ed un conseguente trattamento farmacologico.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
http://www.psichiatra-psicoterapeuta.it
La presenza di accelerazione del pensiero precedente e la differente presenza di un sintomo diametralmente opposto possono far considerare un aspetto della stessa malattia.
Attualmente, la dose di farmaco potrebbe essere considerata insufficiente per il trattamento di entrambe le situazioni cliniche che possono presentarsi.
La considerazione di "convalescenza" dovrebbe apportare un dosaggio di farmaco a dosi terapeutiche e non viceversa.
Probabilmente, è più opportuno considerare che lei è in corso di valutazione per una definizione diagnostica più appropriata ed un conseguente trattamento farmacologico.
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[#6]
Gentile utente,
concordo con il collega intervenuto, in particolare spero che Lei sia in corso di valutazione per una definizione diagnostica più appropriata (con la rispettiva ottimizzazione della terapia).
Il termine "convalescenza" potrebbe essere fuorviante, invece non scarterei l'ipotesi che potrebbe trattarsi sempre dello stesso disturbo, ancora in atto, ma nella fase diversa. In tale ipotesi, la diagnosi di "Disturbo Schizofreniforme" dovrebbe essere rivalutata, perché presume la durata complesssiva della malattia non superiore a sei mesi (dunque, spesso è una diagnosi in itinere) e perché gli aspetti clinici della "accelerazione" e del "rallentamento" farebbero considerare anche le altre ipotesi diagnostiche (con la rispettiva, eventuale, rivalutazione della terapia).
concordo con il collega intervenuto, in particolare spero che Lei sia in corso di valutazione per una definizione diagnostica più appropriata (con la rispettiva ottimizzazione della terapia).
Il termine "convalescenza" potrebbe essere fuorviante, invece non scarterei l'ipotesi che potrebbe trattarsi sempre dello stesso disturbo, ancora in atto, ma nella fase diversa. In tale ipotesi, la diagnosi di "Disturbo Schizofreniforme" dovrebbe essere rivalutata, perché presume la durata complesssiva della malattia non superiore a sei mesi (dunque, spesso è una diagnosi in itinere) e perché gli aspetti clinici della "accelerazione" e del "rallentamento" farebbero considerare anche le altre ipotesi diagnostiche (con la rispettiva, eventuale, rivalutazione della terapia).
[#7]
Utente
Grazie innanzitutto per la risposta... Volevo chiederle, sta dicendo che potrei essere ancora malato, quindi la diagnosi sarebbe di schizofrenia? Ma io non ho più il delirio, non ho più allucinazioni da oltre 8 mesi e probabilmente non li avrò più, quindi non capisco che disturbo possa avere dato che ormai sono normale, a parte l'inconveniente che ho precisato. Potrei non guarire mai definitivamente, se davvero ancora sono malato?
[#8]
Gentile utente,
non bisogna leggere oltre a quello che è stato scritto letteralmente, né fare Lei stesso la diagnosi. La diagnosi non si fa via internet, è il compito dello specialista che La segue.
"..non capisco che disturbo possa avere, dato che ormai sono normale, a parte l'inconveniente che ho precisato.."
Se Lei pensasse che il Suo stato attuale fosse normale, credo che non ci avrebbe scritto.
In ogni modo, la valutazione rispetto alla "normalità psichica" e rispetto alla diagnosi psichiatrica non sono di competenza della persona interessata, ma di competenza dello specialista. Dunque, è lo specialista che La segue che bisogna porre la richiesta di rivalutazione.
non bisogna leggere oltre a quello che è stato scritto letteralmente, né fare Lei stesso la diagnosi. La diagnosi non si fa via internet, è il compito dello specialista che La segue.
"..non capisco che disturbo possa avere, dato che ormai sono normale, a parte l'inconveniente che ho precisato.."
Se Lei pensasse che il Suo stato attuale fosse normale, credo che non ci avrebbe scritto.
In ogni modo, la valutazione rispetto alla "normalità psichica" e rispetto alla diagnosi psichiatrica non sono di competenza della persona interessata, ma di competenza dello specialista. Dunque, è lo specialista che La segue che bisogna porre la richiesta di rivalutazione.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 8.2k visite dal 30/06/2012.
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