Paragone tossicodipendenza / amore ( pref. per il dr.pacini)
Gent.mi dottori,mi rivolgo in particolare al dr.Pacini (senza nulla togliere gli altri), perchè so che è esperto in tossicodipendenze.Vorrei porre una questione che forse risulterà strana.Ho a che fare da 15 anni ormai con una persona (ex fidanzato) affetta da disturbo bipolare (la diagnosi l'ho saputa solo ora).Ogni volta che frequento questa persona provo delle sensazioni molto forti,euforiche,che solo adesso mi rendo conto possano essere paragonate quasi ad una sostanza 'stupefacente' Questa persona puntualmente scompare ed io, dopo qualche inutile tentativo di ricevere spiegazioni, cado puntualmente in una depressione talmente intensa che mi viene da paragonare (prob. erroneamente)alla sofferenza psichica che possono provare dei soggetti in astinenza da stupefacenti: debbo chiudermi in una stanza,a letto e al buio,non posso vedere nessuno,non riesco a muovermi, non ho neanche lo stimolo della fame.E' come cadere in un buco nero e la sofferenza psichica è cosi' forte che vorrei gridare o sbattere la testa contro il muro, ma anche questo sarebbe inutile e resta solo il desiderio di morire per mettervi fine. Il desiderio di rivedere quella persona è abnorme,i ricordi delle emozioni provate,le immagini,il suono della voce, si inseguono inarrestabili ed è impossibile eliminarli, con tutta la buona volontà.Cio'che piu' fa disperare è la consapevolezza di non poter rivivere piu' quelle situazioni.E' difficile da descrivere un simile stato.Dopo due giorni circa cosi', riemergo lentamente.Pur se ancora stordita riesco ad alzarmi, mangiare qualcosa...ma tutto sembra sempre senza senso e senza speranza. Con il tempo riesco a riprendere a malapena le mie attività.Purtroppo il pensiero di quella persona rimane sempre fisso,ineliminabile,qualsiasi cosa io faccia,parte della mia mente è occupata da quella figura. Inoltre rimane costantemente una situazione 'disforica':una costante immotivata insoddisfazione e pseudotristezza si accompagnano ad un senso di irrequietezza.Vivo una situazione depressiva nel senso che le mie capacità cognitive sono spesso ridotte:pur essendo stata sempre una degli studenti piu' brillanti,la mia mente spesso si blocca,diventa incapace di leggere e memorizzare,diventa vuota.Sono anni che cerco di dare gli ultimi 2 esami alla laurea e a causa di questa situazione non ci riesco.Il corpo spesso si blocca e solo a fatica riesco a fare semplici movimenti.In passato ho assunto per piu' di un anno sertralina a dosaggio pieno senza mai un miglioramento.
La mia domanda è:per questo tipo di condizione che tipo di approccio avrebbe senso?
Il problema è questo: pur non vedendo piu' questa persona e perdendo progressivamente questa dipendenza,ho l'impressione che ormai la mia mente sia tarata al livello di 'euforia' provata con lui;tutto cio' che normalmente conferisce piacere (relazioni interpersonali,passione per lo studio, lavoro) non solo non mi gratifica minimamente ma è a malapena sopportabile.
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
La mia domanda è:per questo tipo di condizione che tipo di approccio avrebbe senso?
Il problema è questo: pur non vedendo piu' questa persona e perdendo progressivamente questa dipendenza,ho l'impressione che ormai la mia mente sia tarata al livello di 'euforia' provata con lui;tutto cio' che normalmente conferisce piacere (relazioni interpersonali,passione per lo studio, lavoro) non solo non mi gratifica minimamente ma è a malapena sopportabile.
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente
un comportamento di questo tipo andrebbe meglio inquadrato dauno psichiatra.
Il paragone cone l'uso di sostanze appare inappropriato sia perchè le sensazioni da sostanza sono differenziate sia perchè non assume alcuna sostanza in quel momento.
Tra l'altro se la persona è un ex fidanzato probabilmente lei non ha ancora metabolizzato che non è più il suo fidanzato e potrebbe essere ancora innamorata.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
http://www.psichiatra-psicoterapeuta.it
un comportamento di questo tipo andrebbe meglio inquadrato dauno psichiatra.
Il paragone cone l'uso di sostanze appare inappropriato sia perchè le sensazioni da sostanza sono differenziate sia perchè non assume alcuna sostanza in quel momento.
Tra l'altro se la persona è un ex fidanzato probabilmente lei non ha ancora metabolizzato che non è più il suo fidanzato e potrebbe essere ancora innamorata.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
http://www.psichiatra-psicoterapeuta.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gent.mo dr.Ruggiero,
grazie della risposta.
Il paragone con la sostanza mi era venuto in mente non relativamente alle sensazioni piacevoli provate con questa persona, che appartengono alla sfera amorosa e ad un vissuto comune a tutti o quasi, ma per il fatto che la brusca interruzione di queste esperienze piacevoli (dovuta al suo repentino cambio di comportamento e al suo successivo allontanamento), mi provoca un desiderio di riprovarle e una sofferenza psichica cosi' intense , che mi sembrano simili alla tossicodipendenza: passare tutto il proprio tempo a pensare a questo,a trovare situazioni possibili per poterlo incontrare anche in un lontano futuro, soprattutto non riuscire a far niente durante il giorno a causa di tutto questo.Parlo di mesi, non di qualche giorno, in una situazione che si ripete ciclicamente a scadenze annuali. Facendo un paragone con persone che vivono comunque una situazione di sofferenza per questo o altri motivi, la mia mi sembra una situazione assurda: non riesco a controllarmi perchè la mente si occupa solo del desiderio di rivedere questa persona e di come fare per rivederla.
Sicuramente sono innamorata di questa persona.
I problemi di studio,lavorativi e sociali che questa situazione mi ha portato mi hanno indotto a cercare di guardare a tutto questo con piu' cinismo per capire che tipo di problema ho, non soltanto come una semplice delusione d'amore.
L'unica cosa che mi consola e rende almeno un po' giustificabile la mia condizione è l'aver letto che situazioni di disagio psichico investono spesso partner o familiari di persone bipolari.
L'aver appreso questa diagnosi sicuramente cambia le cose. Avere consapevolezza che il comportamento di una persona è riconducibile ad un disturbo con nome e cognome, consente un certo distacco da quel comportamento, che prima non avevo avuto. Se 'crisi' depressive grazie a questo non mi capiteranno piu',
cio' che mi preoccupa è questo persistente stato di tristezza, riduzione della concentrazione, dell'attività motoria e il fatto di reputare tutto pesante e insopportabile perchè imparagonabile alla 'felicità' provate stando con questa persona, il cui pensiero permane costantemente contro la mia volontà.
Sono stata prolissa e questa non è certamente la sede per risolvere un problema.
Avevo scritto solo per avere un'opinione.
La ringrazio ancora per la cortese risposta.
Cordiali saluti.
grazie della risposta.
Il paragone con la sostanza mi era venuto in mente non relativamente alle sensazioni piacevoli provate con questa persona, che appartengono alla sfera amorosa e ad un vissuto comune a tutti o quasi, ma per il fatto che la brusca interruzione di queste esperienze piacevoli (dovuta al suo repentino cambio di comportamento e al suo successivo allontanamento), mi provoca un desiderio di riprovarle e una sofferenza psichica cosi' intense , che mi sembrano simili alla tossicodipendenza: passare tutto il proprio tempo a pensare a questo,a trovare situazioni possibili per poterlo incontrare anche in un lontano futuro, soprattutto non riuscire a far niente durante il giorno a causa di tutto questo.Parlo di mesi, non di qualche giorno, in una situazione che si ripete ciclicamente a scadenze annuali. Facendo un paragone con persone che vivono comunque una situazione di sofferenza per questo o altri motivi, la mia mi sembra una situazione assurda: non riesco a controllarmi perchè la mente si occupa solo del desiderio di rivedere questa persona e di come fare per rivederla.
Sicuramente sono innamorata di questa persona.
I problemi di studio,lavorativi e sociali che questa situazione mi ha portato mi hanno indotto a cercare di guardare a tutto questo con piu' cinismo per capire che tipo di problema ho, non soltanto come una semplice delusione d'amore.
L'unica cosa che mi consola e rende almeno un po' giustificabile la mia condizione è l'aver letto che situazioni di disagio psichico investono spesso partner o familiari di persone bipolari.
L'aver appreso questa diagnosi sicuramente cambia le cose. Avere consapevolezza che il comportamento di una persona è riconducibile ad un disturbo con nome e cognome, consente un certo distacco da quel comportamento, che prima non avevo avuto. Se 'crisi' depressive grazie a questo non mi capiteranno piu',
cio' che mi preoccupa è questo persistente stato di tristezza, riduzione della concentrazione, dell'attività motoria e il fatto di reputare tutto pesante e insopportabile perchè imparagonabile alla 'felicità' provate stando con questa persona, il cui pensiero permane costantemente contro la mia volontà.
Sono stata prolissa e questa non è certamente la sede per risolvere un problema.
Avevo scritto solo per avere un'opinione.
La ringrazio ancora per la cortese risposta.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 27/06/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.