Nevrosi o fobia?
Cari medici, ho sempre preferito non rivolgermi a voi ma oggi ho bisogno di risposte, o perlomeno informazioni, spero certezze.
Sono una ragazza di 18 anni, fedele freudiana, che sta cercando di scoprire qual'è la sua caratteristica. Sono sempre stata un pò strana, ho sofferto di depressione, di anoressia (dal 2008) e tutt'ora di una lieve forma di bulimia. Avvicinandomi nel corso degli anni alle dottrine e agli studi freudiani, sono arrivata a conclusioni incerte: non capisco esattamente se soffro di forme di nevrosi o di fobia. L'incertezza è sempre stata la mia caratteristica; nella mia mente sono tutto e il suo contrario, condivido tutto e niente, affermo una cosa ma anche l'opposto. Sono in uno stato confusionario che mi impedisce di affrontare una vita normale a mente lucida (i.e. tutto ciò che riguarda la scuola - un classico che mi affascina tremendamente, ma in cui non vado molto bene, anzi; l'altro sesso - tra il mio ragazzo, che amo ma controllo ossessivamente con paura, e gli altri uomini, da cui ho bisogno di moltissime attenzioni, quasi fossi l'unica donna al mondo; e me stessa - con cui ho un rapporto catastrofico di dubbi, paure, piccole ossessioni, sensi di colpa, rimproveri......).
Devo andare da uno psicanalista? Costa molto? Se non mi metto un po' d'ordine nella mia testa sento che potrei impazzire definitivamente.
Ps. vado da una psicologa da meno di un anno. Non mi sento tranquilla, non sento il cambiamento e, soprattutto, io non capisco i meccanismi contorti che mi girano nel cervello: voglio che qualcuno me li spieghi, non ho più tempo né voglia di perdermi in ulteriori, profonde e pesantissime elucubrazioni mentali!
PPs. Per quanto riguarda la scelta dell'argomento di questa lettera, ho preferito cliccare "altro" perché non so se sto parlando di dipendenze, di psicosi, d'umore, o di ansia: è TUTTO INSIEME!
Sono una ragazza di 18 anni, fedele freudiana, che sta cercando di scoprire qual'è la sua caratteristica. Sono sempre stata un pò strana, ho sofferto di depressione, di anoressia (dal 2008) e tutt'ora di una lieve forma di bulimia. Avvicinandomi nel corso degli anni alle dottrine e agli studi freudiani, sono arrivata a conclusioni incerte: non capisco esattamente se soffro di forme di nevrosi o di fobia. L'incertezza è sempre stata la mia caratteristica; nella mia mente sono tutto e il suo contrario, condivido tutto e niente, affermo una cosa ma anche l'opposto. Sono in uno stato confusionario che mi impedisce di affrontare una vita normale a mente lucida (i.e. tutto ciò che riguarda la scuola - un classico che mi affascina tremendamente, ma in cui non vado molto bene, anzi; l'altro sesso - tra il mio ragazzo, che amo ma controllo ossessivamente con paura, e gli altri uomini, da cui ho bisogno di moltissime attenzioni, quasi fossi l'unica donna al mondo; e me stessa - con cui ho un rapporto catastrofico di dubbi, paure, piccole ossessioni, sensi di colpa, rimproveri......).
Devo andare da uno psicanalista? Costa molto? Se non mi metto un po' d'ordine nella mia testa sento che potrei impazzire definitivamente.
Ps. vado da una psicologa da meno di un anno. Non mi sento tranquilla, non sento il cambiamento e, soprattutto, io non capisco i meccanismi contorti che mi girano nel cervello: voglio che qualcuno me li spieghi, non ho più tempo né voglia di perdermi in ulteriori, profonde e pesantissime elucubrazioni mentali!
PPs. Per quanto riguarda la scelta dell'argomento di questa lettera, ho preferito cliccare "altro" perché non so se sto parlando di dipendenze, di psicosi, d'umore, o di ansia: è TUTTO INSIEME!
[#1]
Gentile utente,
Le teorie non sono molto importanti di per sé. Se vuole una soluzione e una comprensione migliore dei meccanismi che sostengono alcuni disturbi, è bene far riferimento alle tradizioni scientifiche, non a quelle speculative basate su concetti non biologici.
La situazione attuale corrisponderebbe ad una lieve forma di bulimia, ma questo secondo una autovalutazione che non è equiparabile a diagnosi. Per quanto concerne i "meccanismi contorti" penso faccia riferimento ad altro, non al semplice comportamento alimentare.
Tenga presente che le spiegazioni contorte o meno di molte teorie che riguardano i fenomeni comportamentali non hanno alcun fondamento dimostrato e rischiano di inculcare delle convinzioni errate o di sollecitare una tendenza già presente all'eccessiva riflessione su se stessi.
Le teorie non sono molto importanti di per sé. Se vuole una soluzione e una comprensione migliore dei meccanismi che sostengono alcuni disturbi, è bene far riferimento alle tradizioni scientifiche, non a quelle speculative basate su concetti non biologici.
La situazione attuale corrisponderebbe ad una lieve forma di bulimia, ma questo secondo una autovalutazione che non è equiparabile a diagnosi. Per quanto concerne i "meccanismi contorti" penso faccia riferimento ad altro, non al semplice comportamento alimentare.
Tenga presente che le spiegazioni contorte o meno di molte teorie che riguardano i fenomeni comportamentali non hanno alcun fondamento dimostrato e rischiano di inculcare delle convinzioni errate o di sollecitare una tendenza già presente all'eccessiva riflessione su se stessi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Sono problemi abbastanza frequenti alla sua età. Rappresentano spesso insicurezza, inquietudine, insoddisfazione, ricerca.
Ne parli con la sua psicologa ed eventualmente valuti con lei la possibilità di continuare il suo percorso con un altro medico psicoterapeuta.
Non si preoccupi troppo di "catalogare" la sua "patologia", la sua non è una malattia in senso stretto, ma una condizione di malessere e di sofferenza profondi che meritano attenzione e rispetto e da cui, se affrontati in modo corretto, si può uscire (ri)trovando la propria identità e il senso della vita.
Ne parli con la sua psicologa ed eventualmente valuti con lei la possibilità di continuare il suo percorso con un altro medico psicoterapeuta.
Non si preoccupi troppo di "catalogare" la sua "patologia", la sua non è una malattia in senso stretto, ma una condizione di malessere e di sofferenza profondi che meritano attenzione e rispetto e da cui, se affrontati in modo corretto, si può uscire (ri)trovando la propria identità e il senso della vita.
Dr. Riccardo Battaglia
www.psichiatriapsicologiasanremo.it
www.studiomedicopsicologicosanremo.it
[#3]
Gentile utente,
la sua situazione ,a quanto scrive, appare piuttosto confusa e connotata da un forte senso di insicurezza,
Penso che il raggiungimento di una diagnosi certa potrebbe aiutarla a meglio definire i limiti della sua insicurezza,ed ad intrpprendere una terapia mirata dei suoi disturbi.La giovane età è anche un fattore positivo,le risorse psichiche sono ancora intatte e la natura può fornire valide capacità di reazione,se ben indirizzate.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
la sua situazione ,a quanto scrive, appare piuttosto confusa e connotata da un forte senso di insicurezza,
Penso che il raggiungimento di una diagnosi certa potrebbe aiutarla a meglio definire i limiti della sua insicurezza,ed ad intrpprendere una terapia mirata dei suoi disturbi.La giovane età è anche un fattore positivo,le risorse psichiche sono ancora intatte e la natura può fornire valide capacità di reazione,se ben indirizzate.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 21/06/2012.
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