Chiarimenti sul disturbo d'ansia generalizzato

Sono un giovane di 36 anni. Soffro da circa 3 anni di una situazione di stress cronico legata al mio lavoro. Da qualche anno insegno infatti in un istituto professionale di periferia. Le circostanze che io e i miei colleghi ci troviamo a fronteggiare quotidianamente sono a dir poco problematiche. Le situazioni al limite e le forti "arrabbiature", per usare un eufemismo, sono all'ordine del giorno. Tra il gennaio e il marzo del 2008, in seguito ad un attacco di cervicale,
ho avuto un periodo di crisi, il cui sintomo principale era un perenne
senso di confusione mentale, di ubriachezza, e una continua mancanza di
lucidità, con estrema difficoltà di concentrazione e un senso di
distacco della realtà, come se fra me e questa si frapponesse un velo,
uno schermo (“dizziness”, derealizzazione). A questo si
univano tutta una serie di sintomi psicosomatici diversi e fluttuanti.Questi sintomi se ne sono gradualmente andati dopo un mese e mezzo circa, senza che io abbia seguito alcuna terapia, nonostante le difficoltà e le arrabbiature sul
lavoro continuassero, ma sono tornati a più di un anno di
distanza da questa prima crisi e in un periodo in cui probabilmente
stavo cercando di fare troppe cose, più di quante non ne potessi fare (un giorno mi sono svegliato stordito è tutto è riiniziato). Da quel momento, con
maggiore o minore intensità e con una decisa tendenza ad esacerbarsi
nei periodi di forte stress e quando mi arrabbio troppo, ho imparato a
convivere con questi sintomi, continuando a svolgere normalmente il lavoro e tutte le mie attività, anche se soprattutto nei periodi peggiori non è proprio il
massimo. Un neurologo qualche anno fa ha confermato l'origine psichica di questi sintomi. L’altro giorno sono andato da uno psichiatra (che è anche farmacologo, responsabile della ricerca in un’azienda farmaceutica) per vedere se esisteva qualche farmaco non particolarmente aggressivo in grado di ridurre i sintomi. Mi ha detto che ho un disturbo d’ansia generalizzato cronico con tratti ossessivi, e mi ha terrorizzato dicendomi con toni aggressivi che senza una terapia farmacologica non ne sarei mai uscito perché l’ippocampo e l’amigdala si rimpiccioliscono irreversibilmente a causa del cortisolo che io produco in continuazione. Questo suo discorso mi ha fatto salire l’ansia a mille e lo stordimento alle stelle come non mi succedeva da tempo, peggiorando di molto le mie condizioni. 1) È vero che senza un intervento farmacologico amigdala e ippocampo continueranno a rimpicciolirsi irreversibilmente (questa cosa mi ha
proprio terrorizzato e mi ha fatto stare male come non mi succedeva da tantissimo)? 2)È possibile intervenire con un cambiamento
di stile di vita (sono anni che non mi riposo nemmeno d'estate) e magari con psicoterapia, anche perché sono in un circolo vizioso (che va spezzato) in cui i sintomi stessi generano paura, e la paura (=cortisolo) perpetua i sintomi? Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
Le modifiche neutro anatomiche causate dallo stress cronico sono dimostrate da studi di neutro immagine. Se questo possa accadere anche nel suo caso non è possibile prevederlo. Tuttavia, se anche lei conferma che, allo stato, manifesta dei sintomi che configurano un disturbo d ansia, sarebbe opportuno iniziare un trattamento. La psicoterapia può essere molto efficace. I presidi farmacologici consentono risultati spesso più rapidi e indipendenti da variabili connesse al tipo di psicoterapia, al terapeuta,età.
Riguardo allo stile di vita, sarebbe opportuno modificarlo in maniera più salutare, al di la del problema correlato all ansia.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile dottore, la ringrazio per la celerità della risposta. Premetto che se deciderò di seguire una terapia farmacologica, non la seguirò di certo col detto psichiatra (che, per inciso, si è fatto pagare profumatamente...), che non mi ha ispirato fiducia e, soprattutto, mi ha aggredito e mi ha spaventato aumentando il mio stress e i miei sintomi. Comunque, il discorso che lui mi ha fatto è questo: man mano che si va avanti con lo stress, amigdala e ippocampo si rimpiccioliscono e non si rigenerano, innescando un processo irreversibile e aumentando lo stress. Il farmaco serve proprio a promuovere la neurogenesi e ricostituire il tessuto neuronale, invertendo questo processo. Per inciso, mi ha prescritto Alprazil, Cymbalta e Solian (che dà molti effetti collaterali perché fa ingrassare notevolmente). Il principio del Cymbalta è la duloxetina. Uno studio scientifico americano, attraverso uno studio condotto sui topi, ha dimostrato che
la duloxetina non favorisce la neurogenesi!!! La favorisce invece un farmaco come la fluoxetina e, soprattutto, l’attività fisica (questi topi venivano fatti correre), che pare sia il
fattore in grado di incrementarla maggiormente. Io, peraltro, faccio
attività fisica regolare e agonistica da anni. Insomma, le cose non tornano...
Quello che però vorrei capire è questo: il problema è ricosituire il tessuto neuronale tramite farmaci o, più semplicemente, bloccare il circolo vizioso di paura/stress - sintomi - paura/stress? In altre parole, riuscendo a vincere la paura e lo stress si possono controllare i sintomi e, soprattutto, il tessuto neuronale si ricostituirebbe (visto che è il cortisolo, a quanto pare, a inibire la neurogenesi)?
Un'ultima domanda. Perché il Buspar, che era specificamente indicato per il disturbo d'ansia generalizzato, è stato tolto dal commercio in Italia? Era un farmaco valido?
[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Credo che sia più utile per lei uscire da questa idea Dell amigdala e ippocampi rimpiccioliti e decidere se affidarsi o meno a uno specialista e a quale specialista. La terapia farmacologica ha il compito di controllare determinati sintomi di un disturbo, cercando di evitare, per quanto possibile, ricadute nel breve termine. Altro discorso è quello della riduzione dello stress, fattore sicuramente positivo, ma che da solo potrebbe non essere necessario per la risoluzione del problema, mentre potrebbe essere utile per evitare che si ripresenti in futuro. Riguardo al bus pitone, le dico sinceramente che non ricordo il motivo per il quale fu ritirato, personalmente non l ho mai usato e non ne ho esperienza diretta.
Cordiali saluti
[#4]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Intendeva "sufficiente" al posto di necessario, quando ha scritto "potrebbe non essere necessario"?
[#5]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Si, intendevo sufficiente. Mi scuso per l equivoco.
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