Ansia con paroxetina
buonasera, dopo 4 anni di tensione e stress nel dicembre 2011 ho un attacco di ansia o di panico. il medico di base mi prescrive il lexotan gocce per 15 giorni , ma gli attacchi non diminuiscono ma aumentano allora mi prescrive la paroxetina 20 mg al giorno al mattino
i primi due mesi sono stati bruttissimi con attacchi di ansia ed effetti collaterali aumentati. ora pero' sto bene, ma da qualche giorno sento ancora il nodo alla gola ritornare e le palpitazioni. gli ultimi due giorni ho avuto una notizia non proprio bella ma che non mi riguarda direttamente.. sara' stata questa la causa??
fattosta' che ieri pomeriggio piccolo attacco e stasera anche.
mi sono spaventata pensavo di non avere attacchi almeno sotto la paroxetina e di stare sempre stupendamente almeno fino alla sospensione dopo un anno.. e qui altro problema visto i post che leggo per assuefazione al farmaco.
la mia domanda e: sotto paroxetina non dovrei avere attacchi ?? e soprattutto dopo 4 mesi circa di benessere..
graziw
i primi due mesi sono stati bruttissimi con attacchi di ansia ed effetti collaterali aumentati. ora pero' sto bene, ma da qualche giorno sento ancora il nodo alla gola ritornare e le palpitazioni. gli ultimi due giorni ho avuto una notizia non proprio bella ma che non mi riguarda direttamente.. sara' stata questa la causa??
fattosta' che ieri pomeriggio piccolo attacco e stasera anche.
mi sono spaventata pensavo di non avere attacchi almeno sotto la paroxetina e di stare sempre stupendamente almeno fino alla sospensione dopo un anno.. e qui altro problema visto i post che leggo per assuefazione al farmaco.
la mia domanda e: sotto paroxetina non dovrei avere attacchi ?? e soprattutto dopo 4 mesi circa di benessere..
graziw
[#1]
Gentile utente,
la terapia antidepressiva (con i farmaci della classe SSRI dei quali fa parte la paroxetina) è, al momento il trattamento ritenuto più efficace a breve-medio termine contro gli attacchi di panico. Tuttavia, non si garantisce l'eliminazione totale della sintomatologia, bensì la riduzione della frequenza e dell'intensità dei sintomi (che in molti casi può avvicinarsi all'assenza di questi). Gli stimoli esterni possono essere spesso la causa della riesacerbazione, ma se si tratta della riesacerbazione fondamentalmente come la reazione alle cause esterne, è importante capirlo bene, perché in tali casi non è affatto detto che bisogna andare indietro a tale cambiamento del quadro e di modificare la cura, essendo tipicamente tali fenomeni autolimitantesi. E' da valutare assieme con il medico che La segue. Comunque, anche la "reazione" può segnalare la bassa soglia della comparsa dei sintomi, e non escludo che la cura possa essere ottimizzata: la dose dell'antidepressivo che sta assumendo lascia spazio ad un eventuale ulteriore incremento del dosaggio (ovviamente lo deve valutare il Suo curante).
Ritengo importante dirLe che la diagnosi e la cura delle malattie psichiche sono di competenza degli specialisti psichiatri, e che è opportuno che si rivolga ad uno di questi.
L'utilità e l'importanza della presa in carico da parte di uno specialista comprende la corretta individuazione del problema (Lei scrive degli attacchi di panico o di ansia, ma fra le due c'è la differenza; e comunque, si tratta solo dei sintomi che possono comparire in diverse malattie, ma non è stata fatta la diagnosi di malattia); comprende l'impostazione ed il monitoraggio della cura, le modalità della sospensione della cura (quando verrà ritenuta opportuna), la gestione delle problematiche legate agli eventuali sintomi da sospensione di questa, e le eventuali strategie aggiuntive alla farmacoterapia per garantire un migliore compenso anche a lungo termine (da valutarsi molto prima della sospensione della cura farmacologica).
la terapia antidepressiva (con i farmaci della classe SSRI dei quali fa parte la paroxetina) è, al momento il trattamento ritenuto più efficace a breve-medio termine contro gli attacchi di panico. Tuttavia, non si garantisce l'eliminazione totale della sintomatologia, bensì la riduzione della frequenza e dell'intensità dei sintomi (che in molti casi può avvicinarsi all'assenza di questi). Gli stimoli esterni possono essere spesso la causa della riesacerbazione, ma se si tratta della riesacerbazione fondamentalmente come la reazione alle cause esterne, è importante capirlo bene, perché in tali casi non è affatto detto che bisogna andare indietro a tale cambiamento del quadro e di modificare la cura, essendo tipicamente tali fenomeni autolimitantesi. E' da valutare assieme con il medico che La segue. Comunque, anche la "reazione" può segnalare la bassa soglia della comparsa dei sintomi, e non escludo che la cura possa essere ottimizzata: la dose dell'antidepressivo che sta assumendo lascia spazio ad un eventuale ulteriore incremento del dosaggio (ovviamente lo deve valutare il Suo curante).
Ritengo importante dirLe che la diagnosi e la cura delle malattie psichiche sono di competenza degli specialisti psichiatri, e che è opportuno che si rivolga ad uno di questi.
L'utilità e l'importanza della presa in carico da parte di uno specialista comprende la corretta individuazione del problema (Lei scrive degli attacchi di panico o di ansia, ma fra le due c'è la differenza; e comunque, si tratta solo dei sintomi che possono comparire in diverse malattie, ma non è stata fatta la diagnosi di malattia); comprende l'impostazione ed il monitoraggio della cura, le modalità della sospensione della cura (quando verrà ritenuta opportuna), la gestione delle problematiche legate agli eventuali sintomi da sospensione di questa, e le eventuali strategie aggiuntive alla farmacoterapia per garantire un migliore compenso anche a lungo termine (da valutarsi molto prima della sospensione della cura farmacologica).
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
grazie dottore, quindi secondo lei dovrei rivolgermi ad uno specialista in ogni caso.. volevo anche chiederle se il fatto di avere i genitori entrambi in cura da anni con antidepressivi -( mia madre depressione curata e mantenuta a vita con davedax e ansiolitici per depressione con manie di persecuzione, mio padre in cura anche lui da una vita per depressione e ansia e negli anni 80 fatto addirittura gli elettroschok )
insomma chiedevo se la cosa e' ereditaria..
prima della fine dell'anno scorso non ho mai ricorso a nessun farmaco
grazie
insomma chiedevo se la cosa e' ereditaria..
prima della fine dell'anno scorso non ho mai ricorso a nessun farmaco
grazie
[#3]
Gentile utente,
che i disturbi di umore sono, in parte, geneticamente determinati, è noto (nelle malattie di umore con maggiore probabilità rispetto ad altri disturbi psichici). Questo però non significa che i figli avranno la stessa malattia dei genitori, o che avranno una malattia psichica altrettanto grave o che per forza avranno una malattia psichica cronica. Conviene parlarne piuttosto come di una predisposizzione o come di un fattore di rischio, riferirlo al Suo specialista, ed occuparsi della propria salute psichica con serietà..
che i disturbi di umore sono, in parte, geneticamente determinati, è noto (nelle malattie di umore con maggiore probabilità rispetto ad altri disturbi psichici). Questo però non significa che i figli avranno la stessa malattia dei genitori, o che avranno una malattia psichica altrettanto grave o che per forza avranno una malattia psichica cronica. Conviene parlarne piuttosto come di una predisposizzione o come di un fattore di rischio, riferirlo al Suo specialista, ed occuparsi della propria salute psichica con serietà..
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.7k visite dal 10/06/2012.
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Approfondimento su Ansia
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