Capricci immotivati

Salve sono una giovane mamma di 25 anni,ho 2 gemelline di 3 anni,una delle due mi fa letteralmente disperare,è da quando era neonata che ha un rapporto particolare con la nonna(mamma di mio marito)non che ci sia nulla di male,ma quando siamo con questa nonna fa dei capricci tremendi,perdo completamente la mia autorità su di lei,anche perchè non riesco a capire per quale motivo lo fa,non vuole nulla di preciso,si butta solo sul pavimento,piange,si dispera senza alcun motivo,arriva a volte a perdere il fiato se non la si ascolta,nonostante mia suocera comunque cerca di assecondarla chiedendole di continuo cosa vuole.Sono davvero in difficoltà non so come comportarmi,ho provato per quanto possibile a comunicare con la bambina da sole per cercare di capire chiedendole il motivo per cui quando è dalla nonna non si compotra bene,lei mi sa dire solo "perchè si".Spero di essere stata abbastanza chiara,può sembrare una sciocchezza ma per me è davvero frustante vedere mia figlia disperarsi e dimenarsi in pianti strazianti senza un motivo.Vi ringrazio per la vostra attenzione.
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
solo una delle due gemelle ha un rapporto "particolare" con la nonna paterna ? Da più piccola è stata di frequente affidata a questa nonna ? E l'altra gemella ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Salve si solo lei ha questo rapporto particolare con la nonna,da più piccola abbiamo passato circa cinque mesi a casa della nonna paterna,mi ha aiutato un pò con le piccole,questo legame particolare è cominciato dopo un episodio nel quale la bambina giocava con un bicchiere di plastica,che io glielo tolsi per paura si potesse tagliare con la plastica,e da lì è cominciato un pianto fino a che la bambina per pochi istanti ha trattenuto il respiro,e per farla riprendere le ho soffiato in bocca leggermente,da li la piccola viene sempre accontentata dalla nonna per paura.L'altra gemella è più accondiscendente in tutto,con lei non ho di questi problemi.Questi capricci che fa mi lasciano sempre spiazzata,non so davvero più come comportarmi,anche se magari le dico di fare la brava dalla nonna e le spiego che i suoi capriccetti mi fanno dispiacere lei continua e più cresce più la situazione mi sfugge di mano.Ho provato anche a far capire alla nonna materna che la bambina non può essere accontentata in tutto,che a mio parere è antieducativo,le uniche risposte che ho ottenuto sono che vedendo le bambine solo due volte a settimana lei non si sente di non concedergliele vinte..La ringrazio per la sua risposta,spero di cuore che lei mi possa aiutare a capirne di più.
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
<<..è cominciato dopo un episodio nel quale la bambina giocava con un bicchiere di plastica,che io glielo tolsi per paura si potesse tagliare con la plastica,e da lì è cominciato un pianto fino a che la bambina per pochi istanti ha trattenuto il respiro,e per farla riprendere le ho soffiato in bocca leggermente,da li la piccola viene sempre accontentata dalla nonna per paura..>>

La descrizione è compatibile con una causa traumatica e con l'iniziale presentazione come un disturbo da attacchi di panico (del quale possono soffrire anche i bambini, non solo gli adulti).

Concorre poi però anche il fattore di "apprendimento" di tale comportamento tramite il condizionamento ed i vantaggi secondari della "malattia", e tali fattori oggi sembrano di essere addirittura i principali, portando a pensare ad un "disturbo fittizio" (così si chiamano in psichiatria i disturbi che hanno un secondo fine, del quale la persona malata non è completamente consapevole; invece, se è completamente consapevole, non è più un "disturbo fittizio", ma la "simulazione").

L'errore sarebbe l'attribuire il tutto automaticamente, col "buon senso", agli ultimi disturbi che ho menzionato, trascurando la complessità, nella quale all'origine poteva trattarsi di attacchi di panico. L'errore sarebbe anche il pensare che, se c'è una componente "fittizia", questa non ha le cause traumatiche, e se è la "simulazione", questa è sempre governata dalla forza di volontà e dalla programmazione come negli adulti.

In ogni modo, anche considerando l'origine "complessa" del disturbo, i processi di "apprendimento" del disturbo tramite il condizionamento fanno parte di tutti i disturbi menzionati ed anche del disturbo da attacchi di panico.

Per cui, penso che in ogni modo sia scorretto assecondare la bambina concedendole o dandole fisicamente qualcosa di speciale in seguito alle crisi o per calmare le crisi, perché così si perpetua tale suo comportamento. Quando però lei vi parla normalmente, bisogna invece darla davvero l'attenzione, altrimenti non la lasciate nessun altro canale di espressione, lo stress aumenta, e non rimarrà altro che "fare i capricci".

E' inoltre molto importante che il "non assecondarla" nei momenti di crisi non significa abbandonarla e lasciarla da sola in questi momenti. In realtà, uno dei problemi principali all'origine del disturbo potrebbe essere la vostra tendenza ad intervenire troppo attivamente, apportando anche la vostra ansia nel risolvere il problema subito: ad esempio, togliendo il bicchiere (avendo prima di tutto noi e non lei la paura che lei si faccia del male), insistendo di sapere come aiutarla, come "mettere fine" subito a queste crisi, mentre può darsi che la bambina si spaventa ancora di più di tali nostre insistenze e che abbia il fisiologico bisogno di avere semplicemente la vostra presenza vicina e tranquilla finché la crisi non si risolva da sola.

Ovviamente quando alla bambina è mancato il fiatto e Lei le ha aiutato a respirare praticamente con la "bocca a bocca", poteva essere allora un intervento opportuno, ma sarebbe un errore interpretare tendenzialmente tutto quello che succede come un'emergenza.

Ripeto che non essere un'emergenza non significa non avere i bisogni, ma tali bisogni possono essere anche di semplice e tranquilla vostra presenza accanto. Anche il vostro comportamento (tranquillo, o, viceversa, allarmato e ansioso) può essere "appreso" dalla bambina ed imitato nelle sue tonalità affettive.

Quello che ho scritto, a mio parere, sarebbe valido in linea generale, a scopo di "primo intervento", ma il caso rimane complesso e non posso dare le garanzie che i suggerimenti siano ottimali nel caso individuale. In altre parole, questo consulto non sostituisce un consulto dal vivo, magari da una psicologa dello sviluppo/ o specializzata nella psicologia infantile, qualora i problemi permangono.

Devo anche notare una certa Sua difficoltà a "decifrare" i comportamenti della bambina. Sebbene si tratta di un comportamento della bambina che si potrebbe mettere nella categoria del "patologico", in realtà anche tutti i comportamenti che segnalano un problema, una patologia provengono dallo stesso repertorio dei comportamenti inizialmente fisiologici della bambina, che una mamma apprende a capire. In questo caso la difficoltà a "decifrarli" potrebbe provenire anche dal fatto che è stato qualcun altro (la nonna paterna) ad "aiutarLe un pò con le piccole", dunque in pratica a fare la mamma, e dunque nelle Sue esperienze come mamma potevano essere rimaste alcune lacune. Anche per capire questo aspetto potrebbe essere utile un aiuto di una psicologa infantile o dello sviluppo, come Le ho suggerito.
[#4]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Salve,la ringrazio per la sua risposta,lei pensa che si possa parlare di malattia anche se questi episodi si verificano solo quando è con la nonna?perchè lei a casa quando è con me si comporta sempre molto bene,capriccetti compresi,ma lasciano il tempo che trovano.Cerco di non dare peso ai suoi capricci quando siamo da mia suocera,perchè più corda le do più diventano senza fine,cerco di essere equilibrata nel comportarmi con lei,non credo di non darle considerazione,ma di cercare solo di non esasperare i suoi comportamenti.Che lei sia stata accudita un pò di più dalla nonna è indubbio,ma sempre e comunque in mia presenza,cioè non credo che lei si sia sentita "abbandonata"da me,ho sempre cercato di dosare le mie attenzioni per entrambe le bambine,proprio per evitare una carenza rispetto all'alta,dopo quei 5 mesi passati da mia suocera ho fatto tutto da sola con le mie bambine,non lavorando nemmeno,mi sono dedicata completamente a loro,senza l'aiuto di nessuno,non so se quei 5 mesi possono essere stati più importanti di 2 anni e mezzo di attenzioni complete ed esclusive da parte mio.Il pediatra loro tempo fa mi aveva consigliato di far vedere le bambine da uno psichiatra infatile,per via del fatto che secondo lui erano troppo legate a me,e perchè durante le visite erano infastdte da lui in quante "estraneo"ma per problemi economici non ho mai assecondato questo suo consiglio.Non credo di essere una mamma troppo apprensiva,ma nemmeno troppo indifferente alle mie figlie,vorrei solo sapere come mai mia figlia quando è con persone che l'assecondano fa capricci infiniti.E' una cosa che mi lascia allibita proprio perchè cerco di fare sempre il meglio per loro.Lei cosa mi consiglia di fare?Come devo comportarmi per evitare di sentirmi a disagio ogni volta che la bambina si butta a terra e urla?le ripeto che non è una cosa che succede quotidianamente,ma 1 tantum.Grazie.
[#5]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
<<..lei pensa che si possa parlare di malattia anche se questi episodi si verificano solo quando è con la nonna?..>>

Il fatto che certe manifestazioni dipendono dal contesto non esclude che possa trattarsi di una malattia. Esiste ad esempio, tutta la serie dei disturbi d'ansia che sono dipendenti dal contesto. Si tratta degli scenari di comportamento e di vissuto interiore che vengon realizzati sotto i fattori scatenanti specifici. Patologica è la "rigidità" di tali scenari, che possono non manifestarsi durante le pause di "normalità" anche lunghi, ma rimangono immutati e "rigidi" a livello interiore e latente.

Ma anche se si trattasse di una simulazione, come ho già scritto, sarebbe un errore pensare che una bambina di tre anni sia completamente consapevole del secondo fine: la simulazione infantile è diversa da quella degli adulti. In realtà, il confine fra la "malattia" e la "non malattia" in età così giovane è abbastanza labile e sicuramente meno definito rispetto ad un analogo confine nella vita adulta. Se un adulto si comportasse esattamente così come si comporta la Sua figlia, sarebbe chiaro che è patologico, perché non è normale per una persona adulta comportarsi in tal modo. E per una bambina di tre anni, che ha già imparato le modalità espressive e comunicative più progredite, una tale regressione, anche episodica, ma si manifesta in modo radicato in un certo contesto è normale?

Forse è importante chiarirsi che cosa intendiamo per una "malattia". Spesso tale parola, soprattutto in riferimento ai bambini, significa per i genitori che un bambino ha una giustificazione nel comportarsi in un certo modo, e, soprattutto se il genitore riesce a darne una logica con una malattia fisica, aumenta le proprie premure. Se, invece, la "malattia" non c'è, è come se fossimo presi in giro.

Ovviamente non intendo la "malattia" in tal senso. Lo intendo nel senso dell'alterazione comportamentale che in questo caso, vista anche l'età, a differenza dell'adulto, qui è anche una malattia, perché un bambino non ha la stessa capacità di pianificazione e di consapevolezza rispetto all'adulto. Ed intendo la "malattia" qui anche nel senso del disagio psichico che il soggetto prova.

L'orgine d una malattia psichica è quasi sempre complessa. In questo caso oltre all'elemento di possibile simulazione e di apprendimento di certi comportamenti che si rendono "utili" per ricevere l'attenzione, è probabile che abbia avuto luogo anche un origine traumatica che ne abbia dato l'inizio, con la successiva imitazione o/e revivisenza. Mi riferisco all'episodio con il bicchiere di plastica che Lei ha descritto. In quel momento Lei ha avvertito il pericolo per la Sua bambina e Lei ha realizzato, ha agito tale Sua sensazione nel rispettivo gesto di toglierle il bicchiere. I vissuti che hanno i genitori si apprendono e si trasmettono ai bambini più di quanto si pensa: ad esempio, è sufficiente stare vicino con la persona allarmata per sentire questo allarme, e se il vissuto si traduce anche nei gesti, ciò è ancora più evidente.

Questo non significa che dobbiamo controllare noi stessi continuamente per non permettersi di trasmettere ai bambini "vissuti dannosi". No, perché anche controllandosi, se i vissuti ci sono, allora ci sono, ed il bambino lo sente. L'unico modo è di riuscire ad essere tranquilli davvero nella propria vita in generale, non solo davanti al bambino.

Lei ad esempio scrive:
<<..Come devo comportarmi per evitare di sentirmi a disagio ogni volta che la bambina si butta a terra e urla?..>>

E' un esempio di una reazione sinergica di voi due, nella quale lo stato d'animo di ciascuna di voi due (Lei e la bambina) probabilmente si trasmette da una ad altra reciprocamente, accrescendone l'intensità, anche se Lei "cerca" di non sentirsi a disagio. Solo che Lei è una persona adulta con le maggiori capacità di "autocontrollo" ed anche con maggiori "capacità" di rimozione dei ricordi e dei vissuti traumatici, mentre la bambina - no; e non escludo che in questi momenti state vivendo la stessa situazione, realizzando forse lo stesso "scenario" del bicchiere.

<<..Il pediatra loro tempo fa mi aveva consigliato di far vedere le bambine da uno psichiatra infatile,per via del fatto che secondo lui erano troppo legate a me,e perchè durante le visite erano infastdite da lui in quante "estraneo"...>>

Questo è un elemento importante, e potrebbe indicare una modalità generalmente insicura dell'interazione che hanno sviluppato, l'insicurezza che, a Lei può sembrare paradossale, ma si è sviluppata proprio nel contesto dell'interazione con Lei. Un bambino che è sufficientemente sicuro del rapporto con la madre, riesce a tollerare meglio le figure e le situazioni nuove.

<<..vorrei solo sapere come mai mia figlia quando è con persone che l'assecondano fa capricci infiniti..>>

Siamo sicuri che quando viene "assecondata", necessariamente lo gradisce ? e che il fatto che "diventano senza fine" non sia un segno di disagio scatenato dall'assecondarla ?

------------------------------------------------

Con tutto quello che ho scritto sopra ho cercato a darLe un po' di spunti per capire il problema. A livello dei consigli comportamentali-educativi, Lei sapeva già molto meglio di me quale Suo comportamento è più adeguato in queste situazioni, e Lei loha anche descritto:

"Cerco di non dare peso ai suoi capricci quando siamo da mia suocera,perchè più corda le do più diventano senza fine,cerco di essere equilibrata nel comportarmi con lei,non credo di non darle considerazione,ma di cercare solo di non esasperare i suoi comportamenti."

Sono accorgimenti corretti e utili a livello "sintomatico", mentre il problema di fondo potrebbe sia risolversi da sola, sia rimanere, sia evolversi in un'altra problematica nei periodi successivi.

Le ho datto prima alcuni spunti, ma non vengono intesi come dei consigli, prescrizioni o come valutazioni del vostro caso "a distanza". "A distanza" si può solo ipotizzare e dare gli spunti.

Secondo me, avrebbe senso per Lei personalmente di fare un ciclo di incontri con una/o psicoterapeta, almeno con l'approccio iniziale e comunque già di per sé utile. perché nessuno meglio di Lei potrebbe "curare" psicologicamente le Sue bambine, ma per poter farlo meglio, qualcuno deve aiutare a Lei. Il problema economico non è così limitante come può sembrare: nel privato gli onorari sono abbastanza vari e non tutti chiedono onorari alti, inoltre esistono anche le strutture pubbliche, ad esempio può provare al consultorio o anche in uno degli ambulatori di psicologia che esistono anche presso gli ospedali; potrebbe essere necessario pagare il tiket, ma ci sono anche le esenzioni per il reddito.

un saluto,





[#6]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
La ringrazio di vero cuore per i suoi spunti,e mi rivolgerò sicuramente a qualche struttura pubblica per cercar di fare stare meglio la mia bambina..grazie ancora mi è stato davvero d'aiuto.
[#7]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora, leggo solo ora il consulto, e le darei anche il mio parere.

L'episodio descritto di pianto fino a restare senza respiro sembra un tipico episodio di 'spasmo affettivo' , come quelli che certi bambini 'viziati' (diciamo così) a periodi presentano, e sono il segnale di problematiche educative 'affettive' di cui occuparsi. Non sono episodi pericolosi, anche se a volte sono impressionanti, per chi non li conosce.
Direi che il comportamento della bimba segnala una fase particolare della sua evoluzione e che probabilmente ci sono aspetti da approfondire nella gestione delle due gemelle.
Dalle sue parole, (per esempio"ho provato per quanto possibile a comunicare con la bambina da sole per cercare di capire chiedendole il motivo per cui quando è dalla nonna non si compotra bene,lei mi sa dire solo "perchè si"..... "le dico di fare la brava dalla nonna e le spiego che i suoi capriccetti mi fanno dispiacere lei continua e più cresce più la situazione mi sfugge di mano.Ho provato anche a far capire alla nonna materna che la bambina non può essere accontentata in tutto,che a mio parere è antieducativo"...)
mi sembra che il suo fiato sia sprecato, sia verso la figlia che verso la suocera. Forse parlando così tratta troppo da adulta la bimba, che ovviamente non può 'sapere' i motivi del suo comportamento nè è in grado di 'controllarlo', e verso la suocera rischia di innescare conflitti educativi (a proposito: manca la voce del padre, lui che dice, fra madre e moglie?....). Per quanto riguarda la suocera credo che la cosa più utile sia considerare che ognuno è padrone in casa propria e non si possono imporre regole dall'esterno. Lo stesso varrà all'asilo dove le bimbe si troveranno di fronte a un altro ambiente e altre regole ancora. Questo permetterà loro di abituarsi che vale il proverbio 'paese che vai, usanze che trovi', cioè che le regole possono essere diverse (come il tenere la sinistra sulla strada in inghilterra...)

Nel complesso ho l'impressione che nel 'tentare di fare il meglio', sfugga qualcosa, nelle dinamiche con le bimbe, e che invece che guardare a cosa succede dalla nonna può essere utile guardare cosa succede in casa, fra genitori e bimbe, ecc.
Se crede può provare a descrivercelo..
Cordialmente
drGBenedetti
[#8]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Gentile dott.Benedetti la sua risposta un pò inaspettata a tratti mi consola,visto che anch'io da bambina avevo questi "spasmi affettivi" e comunque ritengo di non essere venuta su così male.leggo che lei ha capito bene la situazione,beh diciamo che le regole che impongo io vengono rispettate finquando siamo noi tre(io e le mie due bambine)quando c'è un'altra persona che può essere il paapà la nonna o un'amica i capricci cambiano e diventano più pesanti,anche se non incontrollabili come quando siamo da mia suocera.Il papà purtroppo lavora tutto il giorno torna la sera verso le 21 quindi a detta sua le poche ore che passa con le sue figlie preferisce siano piacevoli,e quindi è molto accondiscendente ai loro capricci,quindi a volte capita che siamo in disaccordo su alcuni punti.Per quanto riguarda il comportamento della bambina,purtroppo io mia suocera la vedo un paio di volte alla settimana,e andiamo noi a casa sua quindi le regole anche se sono le mie si trasformano nell'accondiscendenza di mia suocera nell'accotentarla.Una settimana fa all'incirca è capitato uno dei suoi capricci ovviamente immotivati e ovviamente interminabile,e visto che la bambina rifiutava di essere "accudita"da me ma continuava ad urlare ERRONEAMENTE e sottolineo ERRONEAMENTE io mi sono infilata la giacca e sono uscita da casa di mia suocera per un pò,a quel punto la bambina si è calmata,mi ha raggiunta ed è venuta per strada con me.Da quel momento sembra fare meno capricci,la prego di consigliarmi perchè purtroppo nessuno ci insegna a fare i genitori,ma qualche dritta fa sempre bene.Grazie
[#9]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora, dopo aver risposto ho visto che aveva aperto un consulto anche in psicologia.
Credo che quanto dice lì non è disgiunto da quanto espone qui: la situazione è un po' complicata e non è facile gestire tutti i sentimenti che circolano in famiglia, quasi come palle di biliardo rimandate da varie sponde (figlie, marito, suocera e anche genitori, sullo sfondo...), e anche le bambine ne possono essere coinvolte in maniera diversa.
Quello che lei considera un errore, e che io non posso sapere se è tale, ha però rivelato che la bambina è molto sensibile alle sue reazioni e ai suoi stati d'animo, probabilmente.
Difficile dare consigli, se non generici, però forse deve avere meno paura di fare 'errori' ed essere più decisa nelle sue cose. Se la bambina la vede più determinata a decidere cosa fare e come 'guidare', meno invasa dai suoi capricci, probabilmente farà come quando è uscita di casa e la seguirà più tranquilla. Almeno quando è da sola senza altri 'guidatori' che contrastano la sua direzione. Quando ci sono loro, al limite 'timbri il cartellino' e lascia la guida a loro, per un po'.
Cordialmente