Sospetta sindrome psicotica o bipolare?

Buongiorno,
scrivo per la prima volta in questo sito che mi è capitato di visitare sperando in una vostra risposta,anche se consapevole di una difficile valutazione di casistiche come queste che ora vi espongo. Sono una ragazza di 30 anni e la mia vita è stata tranquillissima fino a circa un mese fa; sto con un ragazzo di 32 anni da 4 anni e tutto andava per il meglio. Poi circa a metà gennaio a seguito di un periodo molto intenso e stressante per il lavoro il mio ragazzo ha cominciato a stare male; da circa un annetto stava svolgendo diverse attività lavorative che riempivano completamante le sue giornate. Un giorno, circa un mese fa ,dopo diversi giorni completi in cui non aveva proprio dormito, ha cominciato a parlarmi di complotti contro di lui, raccontandomi tutta una storia a cui io sinceramente a primo impatto ho creduto, non sapendo effettivamante come siano le cose da lui a lavoro, anche se il tutto poteva sembrare esagerato; mi parlava di telefoni controllati, mail controllate, si era convinto che gli avessero aperto la macchina per cercare chissà quali documenti importanti. Il giorno dopo continuava a parlare di questa storia, anche con i familiari, sembrava assente, preoccupato, confuso finchè la sera ha avuto una brutta crisi, con pianti (non l'avevo mai visto piangere!), paranoie che ci potesse succedere qualcosa di male a noi e a lui stesso. Era sabato abbiamo dato lui delle gocce di En almeno per farlo riposare..un pò si è tranquillizzato, poi una nuova brutta crisi qualche notte dopo. L'ho portato al Pronto Soccorso dove gli è stato somministrato un tranquillante e una cura a base di serenase, en e sereupin (se non sbaglio) e come diagnosi una Psicosi reattiva breve. Nel frattempo abbiamo cominciato a portarlo da uno psichiatra e psicologo; lo psichiatra ha avidenziato potesse trattarsi di sindrome bipolare quindi ha prescritto successivamente il seroquel più en e serenase. I primi 5 6 giorni li ha praticamante passati a dormire, poi pian piano a ricominciato con le sue paranoie, rifiutandosi di prendere medicine e ora anche di essere seguito dagli specialisti che lo avevano in cura. Nell'ultimo incontro con la psichiatra si è cercato di convincerlo, la dott.ssa gli ha pure modificato la terapia inserendo stavolta il tavor, en, il litio e lo zyprexa. Lui è convinto di stare benissimo, ma passa le sue giornate a comprare mille cose inutili, a sistemare cose materiali che poi lascia incompiute; noi viviamo continuamante nell'angoscia di quello che può fare; Insomma la nostra vita si è completamente fermata, è diventata un inferno. Ora l'unico medicinale che riusciamo a dargli, senza che lui lo sappia è lo zyprexa, su consiglio della sua psichiatra, pastigliette che si sciolgono facilmente e riusciamo ad inserire con facilità e serenase in gocce In principio avevamo tentato con il seroquel sbricilandolo e inserendolo nel latte, nella minestra ma alla fine ha scoperto la madre e ora di lei non is fida più. Momentaneamente ce ne occuppiamo io e le sorelle, ma ogni giorno al momento della cena diventa un incubo, anche perchè lui cambia idea costantemente. Successivamente,essendosi inoltre convinto di avere chissà quali mali fisici con l'aiuto del suo medico di famiglia abbiamo prenotato per ricoverarlo in una clinica privata, causa del ricovero un check completo, in modo che per un po costantemente possano essergli forniti tutti i medicinali in grado di farlo tornare momentaneamnte in se e poi successivamente agire per convincerlo ad affrontare il problema e inoltre fare una serie di analisi per escludere eventuali altri traumi. Ora al momento del ricovero l'ha rifiutato e siamo punto a capo; ormai siamo 15 gg che gli diamo i medicinali, è più tranquillo ma pieno di paranoie e convinto che tornando a lavoro tutto ritorni normale; inoltre ci ribadisce che mai prenderà psicofarmaci.
Noi sinceramente le stiamo provando tutte ma veramente davanti a questa situazione mi sento impotente, ho paura che da questa situazione non se ne potrà uscirà mai, sembra un incubo senza fine.
Mi chiedo questa fase acuta passerà prima o poi?Sarà poi in grado di capire il problema e affrontarlo, per se stesso ma anche per noi che gli stiamo vicino e che veramente in certi momenti vediamo solo nero e senza via d'uscita.
Inoltre mi chiedo come mai la sanità non possa intervenire in maniera tempestiva davanti a tali patologie; non sono un medico è vero, ma credo che se gestite diversamente e prese per tempo da tali patologie ci sarebbero più possibiltà di uscirne. Inoltre mi chiedevo se qua in Sardegna ci siano dei centri specializzati per questa malattia a cui nel caso potersi rivolgere.
Probabilmente non sarà facile capire da queste poche righe la reale situazione, ma Vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.
Cordiali Saluti
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
sarebbe necessaria la "presa in carico globale" del paziente che può fare solamente il Centro di Salute Mentale di Cagliari competente per l'ambito territoriale dove risiede il suo compagno; il medico di famiglia saprà indirizzarla.
La crisi attuale passerà come fatto acuto, se correttamente trattata prima e meglio, nelle stesso tempo pone una serie di domande alle quali dovranno essere date risposte.
Se si dovesse trattare di Disturbo bipolare, ma sarà lo Psichiatra che gestirà il programma terapeutico a stabilirlo, questa patologia ha una prevalenza life - time dell'1%.
Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
ovviamente il servizio sanitario nazionale garantisce una presa in carico di problematiche come quelle da lei descritte.
Si rivolga con fiducia presso il Centro di Salute Mentale della zona.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Buongiorno, prima di tutto volevo ringraziarVi per la celere risposta; il problema è che lui rifiuta categoricamente di rivolgersi a questi centri perchè dice di non essere "pazzo".Per ora la psichiatra che lo ha avuto in cura per tre sedute (ora si rifiuta di andarci) ha potuto fare solo una stima approssimativa inquanto per definire effettivamante la patologia ci vogliono almeno 6 mesi in cui dovrebbe essere seguito costantemente.
Inoltre mi chidevo il significato di "patologia ha prevalenza life - time dell'1%".
Alcuni degli specialisti contattati in merito ritengono che una sindrome bipolare a 32 anni senza precedenti casi e senza precedenti genealogicamente parlando sia un po strano, che potrebbe anche trattarsi di una patologia passeggera dovuta allo stress lavorativo accumulato; ora però parliamo di un mese e mezzo in questo stato, anche se c'è stato un miglioramento negli ultimi 15 giorni da quando le medicine gli vengono somministrate; le paronie, le paure però continuano e nonostante questo lui ritiene o vuole forse convincersi che sia tutto normale.
Ancora grazie
Cordiali saluti
[#4]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
gli episodi psicotici e maniacali posoono avere dei sintomi sovrapponibili. Da quelli che lei espone non è possibile ipotizzare una diagnosi precisa senza visitare il paziente. Per l'esordio, in genere sindromi psicotiche iniziano a presentarsi in più giovane età, mentre il disturbo bipolare potrebbe fino a questo momento essere stato presente in maniera molto più sfumata. Inoltre dovrebbe essere escluso l'uso di sostanze psicoattive (in primis cocaina, amfetamine e simili) che potrebbe aver precipitato tale situazione.
Per quanto riguarda la domanda che lei poneva sullasanità, deve sapere che le strutture pubbliche deputate a tali problematiche sono i Centri di Salute Mentale. Questi ultimi hanno la possibilità di intervenire anche senza la volontà del paziente (accertamento sanitario obbligatorio e trattamento sanitario obbligatorio).
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#5]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
la "prevalenza lifetime" rappresenta un dato epidemiologico e definisce la "possibilità di contrarre una specifica patologia nel corso della vita".
Questa informazione è in risposta allorchè Lei scrive: "... difficile valutazione di statistiche come queste....",ovviamente per i familiari ciò è un aspetto del tutto marginale .
Ripeto il consiglio che Le ho già dato: si rivolga al CSM dell' ASL di Cagliari.
Cordiali Saluti
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