La descrizione del medico generico del dag non rispecchia assolutamente il mio atteggiamento

Gentili Dottori
con questo consulto espongo una sintomatologia che e stata etichettata come da titolo e che dopo ben 5 anni, non ha mai trovato il minimo di miglioramento nonostante svariati interventi "terapeutici".

dopo che si sono presentati sintomi (ad oggi mai scomparsi o almeno attenuati) quali malessere fisico generale, stordimento,capogiri,malori tipo senso di mancamento, ho fatto le analisi del sangue (negative) visita orl negativa e orl (negativa). il tutto e stato etichettato come ansia.

Esasperato da stare sempre male chiesi la visita ad uno psichiatra che secondo lui dopo che sono state escluse cause organiche (che non e affatto chiaro quali si siano indagate) il tutto era di sua competenza "diagnosticando" ansia generalizzata e che secondo lui in pratica i miei "sintomi" sono frutto della mia fantasia perche potrei avere interessi secondari a dichiarare cio.
ho comunque assecondato la sua prescrizione di Cymbalta 60 mg prima poi 128 mg x 10 mesi e non e servita proprio a nulla.
cambio medico, anche per lui ansia generalizzata e via con paroxetina 20 mg fino a 2 al giorno anche questa per un anno con risultati inesistenti.
cambio di medicinale e si passa ad Anafranil 75 2 cp al gg per un altro lungo anno ma risultati zero.
in seguito ha prescritto cipralex 20 mg 1 cp al gg e laroxyl 30 gg per un altro anno e anche qui risultati inesistenti.
allora ha pensato di affiancare ai farmaci un intervento psicoterapico cognitivo comportamentale dal quale derivano prescrizione di "compiti a casa" ma onestamente un altra perdita di tempo.
Decido di lasciar perdere psichiatri e psicologi, ma il medico di base dopo un ennesimo tentativo con citalopram 20 mg 1 a gg x 8 mesi inutile anche questa, non sa piu cosa dirmi.
Morale della favola: svariati anni di visite, di medicinali e un anno di psicoterapia con zero risultati e sto come e peggio di prima.
oltretutto la descrizione del medico generico del DAG non rispecchia assolutamente il mio atteggiamento. non mi preoccupo di tutto etc, semplicemente cio che mi rode e che non si sia risolto alcunche e ingozzarmi di farmaci non stop e stando sempre male non mi sta bene.
oltretutto una diagnosi per esclusione (di non si sa bene cosa) non e una diagnosi.
Posso chiedervi cosa ne pensate in merito a tutto cio?
grazie a chiunque decida di intervenire.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente

In presenza di correttezza diagnsotica e visti gli scarsi risultati ottenuti con una serie di farmaci che appartengono tutti alla medesima classe farmacologica, il tentativo terapeutico da attuare sarebbe quello di valutare l'utilizzo di altre classi farmacologiche.

Oltretutto, ha già effettuato una psicoterapia con la quale non ha ricevuto risultati apprezzabili, ma non è ben chiaro se vi fosse indicazione al trattamento psicoterpeutico valutato a priori.

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Riguardo il trattamento psicoterapico lo ha prescritto lo specialista, immagino ne abbia valutato l'eleggibilita.
se consideriamo l'assunzione di ssri,snri,triciclici e inoltre benzodiazepine come xanax bromazepam e diazepam (anche queste inutili).
le altre classi che potrebbero essere prese in questione sono neurolettici e i cosidetti stabilizzanti del tono del umore (per i quali onestamente non sono assolutamente disposto ad assumere) anche se noto, in questo stesso forum che vengono prescritti per tutto.
mi auguro di sbagliarmi, ma se parla di questi non me la sento proprio di prenderli per mille ragioni.
se poi parla d'altro tanto meglio ma nessuno mi ha mai proposto altro se non quelli assunti.
rimane sempre il fatto che i sintomi rimangono, non sono inventati e non ci sto piu a passare per quello che si inventa le cose e fare la figura del fesso ogni volta.
mettiamola cosi, escludendo l'uso di altri neurolettici, che chance terapeutiche mi restano?
mi scuso per il tono assunto, ma risulta difficile credere ad una diagnosi che non ha mai trovato benefici.
Grazie ancora.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Le scelte terapeutiche differenziate vanno valutate dallo specialista che la segue.

Allo stato attuale si deve prendere atto il mancato funzionamento delle classi farmacologiche che prevedono l'utilizzo di farmaci antidepressivi.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Se crede può descrivere un po' più estesamente la sua situazione personale e di vita e la sua vicenda e possiamo provare ad esplorarla da un orientamento psico-sociale, cosa che può forse farle intravedere delle altre possibili vie per affrontare le sue difficoltà, oltre a quelle che ha già provato.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Ok le faccio una panoramica del mio identikit socio personale.
Sono diplomato in ragioneria con 70/100, non sono fidanzato, e nonostante abbia ottime qualità relazionali ho una cerchia ridotta di amicizie strette per lo piu conoscenti e colleghi, ma va bene così tenendo condo che vivo in un minuscolo paese di 550 anime con prevalenza di anziani, ho un fratello piu grande col quale ho sempre avuto ottimi rapporti, lo stesso dicasi per i miei genitori.
Sono un impiegato nel comune del mio paese e mi trovo bene.
Mi piace dedicare il mio tempo libero al giardinaggio, agli animali,alle amicizie, suonare la chitarra e collezionare monete e banconote.
Inoltre amo l informatica, esattamente per 2 anni ho avuto un problema di salute, si abbastanza comune ma che non c era verso di risolvere, ora almeno quello e migliorato ma mai risolto del tutto nonostante anche la correzione chirurgica.
In seguito, in maniera acuta e stabile si presenta il malessere prima citato ad inizio del primo consulto.
Tendenzialmente non sono mai stato ansioso e quant altro non metto preoccupazione in cose basilari o facilmente risolvibili, eppure sono stato etichettato così, a mio parere per esclusione e perché non si e ben capito dove e cosa indagare. Sarò onesto, mi pesa l idea di avere questa etichetta, delle prescrizioni di medicinali assolutamente inutili, di essere considerato un perditempo che si inventa sintomi a nastro per strappare attenzioni senza che i medici si rendano conto dei loro insuccessi su di me. Non ho mai avuto un buon feeling coi dottori( le pochissime volte che mi hanno visto) e una "diagnosi" così mi sembra una beffa..
Ma il peggio sono i farmaci, tanto vantati quanto inutili (almeno per me) non sopporto le risposte vaghe e scontate degli psichiatri ai quali mi sono rivolto.
Ma se in evidenza di ciò non si risolve, allora che fare? A questa domanda la risposta e sempre la stessa: vai da uno psichiatra e ti prescrive un farmaco... E così va ogni volta.
E chiaro che così e frustrante, ma al contempo non apprezzo l idea di essere una cavia per ile loro prescrizioni.
Si parla di escludere cause organiche..non penso di avere chissà quale male strano e inguaribile, pero mi sembra che nel mio caso si proceda sempre nella stessa direzione...
Tutto questo e stressante.
Ma allora che fare???
Spero mi dia un punto di vista sul quale poter ripartire.
Grazie
[#6]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Se qualcun altro medico vuole intervenire in merito con un parere, sarei lieto di leggere la risposta..
Chiaramente comprendo il limite telematico, ma ogni idea o ipotesi e ben accetta.
Grazie
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Per valutare, anche a distanza, la situazione personale, psicoaffettiva, emotiva, relazionale, ambientale, psicologica in generale ci vogliono un po' più informazioni.
Il problema di salute, come lei lo chiama, può averle prodotto dello stress eccessivo, e forse la situazione ambientale, nonostante lei dica che va bene così, può essere un altro elemento stressante.
Ci possono poi essere altri aspetti di frustrazione di sua aspettative e desideri, che magari traspaiono in alcuni cenni, che accentuano ulteriormente il disagio di una situazione solo apparentemente accettata.
Inoltre sembra essere caduto in un circolo vizioso conflittuale con i medici che ha consultato, un po' per suoi pregiudizi (feeling non positivo) un po' per le modalità solo farmacologiche, o un po' troppo meccaniche ('compiti a casa') che ha incontrato.
Le direi di tener conto che il mondo è più grande di quello in cui può darsi si sia rinchiuso, imprigionato, e forse deve provare ad allargare gli orizzonti, sia sul mondo esterno che sul suo mondo interno, per così dire.
Cordialmente